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Autore: Ezrebet    31/01/2011    1 recensioni
Nella notte, Alice si lascia andare, lascia che il suo bisogno sia soddisfatto dal peggior incubo.. Ma non c'è proprio nessuno che voglia aiutarla..? Ecco la prima storia di una raccolta..
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ferite antiche avevano lasciato il posto a sbiaditi segni rosa che interrompevano il pallore diafano della sua pelle.
Tagli ancora freschi, le cui linee precise disegnavano una mappa confusa sul suo corpo magro.
Li seguì con lo sguardo, dalle caviglie e su, dietro al ginocchio, e ancora su, alle cosce, fino alla pancia liscia, intorno al piccolo piercing proprio sotto all’ombelico. E poi le braccia, dove le labbra gelide della notte si erano posate per succhiare via la vita.
Alzò la testa e guardò fuori dalla finestra aperta.
La luce del tramonto aveva inondato il paesaggio autunnale dietro ai vetri e il riflesso rosso colorava le pareti della stanza. Ed eccola, l’eccitazione mista all’ansia che l’assaliva sempre, il delizioso momento dell’attesa, che montava in lei inesorabile ogni sera, trascinandola nella notte.
Si sdraiò sulle coperte, socchiuse le palpebre, il respiro leggermente accelerato. Non c’era nient’altro che voleva.

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Il bisturi brillava freddo tra le sue mani. Si accarezzò la pelle candida della coscia e poi incise la carne. Un piccolo taglio, che si stagliava netto nel suo candore, da cui cominciò a sgorgare sangue, una goccia che scivolò rapida fino alle ginocchia disegnando una spirale. Nessun dolore, nessuna parola, solo attesa.
Immersa in quella sensazione assoluta, non si accorse nemmeno dell’ombra scura che era scivolata puntuale nella stanza e che la sovrastava ai piedi del letto. La fronte increspata, le zanne quasi nere ed affilate le cui punte sfioravano il mento, le iridi d’ambra che luccicavano nell’oscurità, un belva attirata dall’odore del sangue, pronta ad assalire la preda inerme.
Il vampiro si sedette sul bordo del letto e sembrò seguire con lo sguardo la scia rossa sulla gamba della ragazza. Allungò una mano dagli artigli affilati e bagnò un dito nella ferita portandoselo alle labbra.
Alice fu scossa da un lungo brivido, gli occhi stretti fin quasi a farsi male. Poi, il vampiro si piegò lievemente per appoggiare le labbra sul taglio esposto.
Proprio in quell’istante, si fece avanti una sagoma scura ed immensa, che si fermò al centro della stanza. Il vampiro si voltò di scatto ed incontrò gli occhi neri di Roman. Scattò in piedi, emettendo un suono gutturale ed inumano, lanciò un’occhiata alla finestra, ma Roman era fermo proprio davanti ai vetri spalancati. Nessuna via di fuga. Lo vide fare un passo avanti.
Il gioco è finito, vampiro”.
La voce di Roman tagliò il silenzio e sembrò risvegliare Alice, che spalancò gli occhi. Un uomo, nella sua stanza, che sovrastava il mostro. Fissò il volto del vampiro, per la prima volta, e sentì un moto di repulsione mista ad attrazione.
Era dunque quest’essere che le succhiava via l’energia, che le toglieva ogni notte un po’ di vita impedendole di morire. Morire veramente.
Roman si avvicinò ulteriormente guardando il vampiro muovere a scatti la testa, evidentemente cercando un’altra via di fuga. I suoi sensi allenati percepirono la paura e un leggero sorriso increspò le sue labbra.
Sai che stai per diventare cenere e sei terrorizzato.
Quante volte si era immerso in quella sensazione totalizzante. Li uccideva e si sentiva libero, in pace, redento. Una sensazione momentanea, certo, ma valeva la pena rincorrerla e stringerla in pugno anche solo per un istante.
Polvere alla polvere” gli disse.
Proprio allora Alice gridò. Roman la vide sollevarsi e lanciarsi contro di lui, facendogli perdere l’equilibrio. Si ritrovò a terra, schiacciato dal peso di lei.
Il vampiro era scomparso. 

   
 
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