UNA LUCE NELL' OMBRA

Sono triste, siamo tristi; è come se da quel giorno il mondo mi fosse crollato addosso, ed io, fragile come una formica sotto quel sovrastante peso, sono rimasto schiacciato, ma non sono morto, sono vivo ma agonizzante.

La mia Ginny, la mia piccola e fragile Ginny è lì, giace inerte in un letto d' ospedale.

Una settimana fa, in quel dì di pioggia, quel maledetto dì di pioggia è cominciata la mia sciagura; lei, testarda come sempre ha insistito per far un giro sulla scopa, dice di sentirsi libera quando vola, ma un fulmine, un bastardo, stramaledetto fulmine l' ha colpita.

Accanto a me, i miei due migliori amici, Ron ed Hermione, anche loro sono tristi, con le lacrime agli occhi, che oramai sono rossi e gonfi, a forza di piangere.

Abbiamo insistito perché andassero tutti a casa per un po' a riposarsi, saremmo restati con Ginny noi tre, i suoi migliori amici da sempre.

La camera in cui giace il mio amore, il mio bocciolo di rosa, è squallida, con le pareti di un colore strano, un misto fra un verde e un grigio, che mi deprime molto.

Ron, tutti i giorni, appena dopo una breve cena, corre in stanza e racconta alla sua adorata sorellina cosa ha fatto durante tutto il dì. Narra sempre le solite cose, infatti passando tutto il tempo qui al San Mungo si fanno sempre le stesse cose, si sta qui ad osservare la malata, nella speranza che riapra gli occhi, i suoi splendidi occhi, che riescono sempre a stregarmi ed hanno lo stesso effetto del filtro d' amore più potente.

Hermione, invece, ha optato per trasformare la stanza in un giardino floreale; ogni pomeriggio esce dall' ospedale per pochi minuti e rientra con un grosso mazzo dei più colorati fiori. Poverina, anche lei soffre moltissimo.

Spesso passano a trovare Ginny anche gli amici di scuola, portando dei doni piuttosto strani.

Molly, passa la giornata a lavorare all' uncinetto una stupenda coperta per la figlia; simultaneamente a questo piange e si asciuga le lacrime con un piccolo fazzoletto di stoffa, ormai fradicio.

Bill e Fleur passano quotidianamente al San Mungo, con la piccola Victoire in casa non possono fare di meglio.

Fred e George, sono distrutti dal dolore, continuano a lasciare regali provenienti dal loro negozio; oramai anche loro fanno fatica a ridere e a scherzare.

Anche Percy, dietro sua solenne compostezza, nasconde un velo di cupa tristezza, che lo rende, anche se sembra impossibile, più irritabile del solito.

Charlie ci ha espresso il suo dolore mediante una telefonata, purtroppo, al lavoro non gli hanno dato le ferie, ed è dovuto restare in Romania.

Arthur passa il tempo a parlare alla sua bambina, continuando a sperare che lei si risvegli.

Io sono l' unico ad essermi buttato completamente giù, ad essermi rinchiuso nel mio guscio di solitudine, quasi non mangio e non bevo, non dormo da giorni; ma cosa potrei fare, il mio piccolo petalo di rosa, il mio piccolo bocciolo, il mio amore, la mia splendida Ginny, giace stanca in un letto d' ospedale, senza dare segno di vita; sono distrutto dal dolore.

Ripenso a tutti gli anni passati con lei e sussurro una parola:

'Ginny...'

Subito vedo la mia amata spostarsi impercettibilmente e sento il macchinario cui è attaccata emettere un fischio.

Arriva il medimago e annuncia che la mia cara Ginny inizia a reagire agli impulsi esterni, c'è una speranza che si riprenda completamente.

Mi sento nuovamente vivo, tutti scoppiano a piangere più forte di prima, ma questa volta non per dolore, ma per felicità, un' immensa felicità.

SPAZIO AUTRICE:

Buongiorno signori e signore, madame et monsieur.

Sono tornata con una storia molto drammatica, ne scriverò altre sul risveglio di Ginny.

Nella speranza che il capitolo vi piaccia, vi supplico di lasciarmi un commentuccio ; )

P.S. Mi servirebbe qualcuno che mi controlli i testi, mi sembra si chiami beta, ma non ne sono sicura ( sono nuova sul sito ). Ci sarebbe qualcuna disponibile ?

Bacioni