Vieni
con me” mi
dice,afferrandomi il polso e lanciandomi uno sguardo ambiguo,mentre mi
trascina
dentro la Biblioteca….
Appena
entriamo,la donna mi
sbatte contro il muro,provocandomi un gran dolore alla spalla.
“Ahia,checazzo!”
esclamo io.
“Non
cominciare a
lamentarti,mi hai fatto soffrire un sacco” mi soffia
nell’orecchio. Ha
sollevato il ginocchio,il suo seno morbido è schiacciato
contro il mio petto,i
nostri bacini sembrano quasi una cosa sola.
Comincia
a leccarmi il
lobo,lentamente,giocosa e bastarda. La sua lingua passa a sfiorarmi
anche l’interno
dell’orecchio,ed io,CAZZO,sto proprio impazzendo. Sono
diventata tutto un
battito,in linea con il mio cuore,e nelle mie mutande comincio a
sentire quella
conosciutissima sensazione di caldo e umido.
Lei
si stacca un po’,per
guardarmi in faccia. Deve aver indovinato che cosa stavo pensando
,perché mi fa
un sorriso malizioso e mi solleva la gonna. Le sue dita giocherellano
con l’elastico
del mio slip,mentre lei mi bacia dolcemente.Mi lecca le labbra,e io
apro la
bocca per permetterle di toccare la mia lingua. Il bacio è
lento,ma in un
qualche modo violento e aggressivo. Passa a baciarmi il collo,le sua
mano
lascia stare l’elastico e sale sul mio seno,stringendolo un
po’.
Non
ce la faccio proprio più
ad aspettare,la allontano da me quel poco che basta per mettere le mani
sulla
sua camicetta e strappargliela. Sì,la strappo.
Il
suo seno dorato è una
visione paradisiaca,sembra quasi esplodere in tutta la sua morbidezza
nel
momento in cui le tolgo la camicia.
Lei
sorride,compiaciuta,mentre
io praticamente mi tuffo tra i suoi seni,e comincio a baciarli
dolcemente.
Piano piano con la bocca mi avvicino ai suoi capezzoli,mentre la sento
respirare sempre più profondamente.
Poi
finalmente apro le
labbra,e la mia lingua accarezza dolcemente i suoi capezzoli,che
diventano
sempre più duri,e a lei piace,me lo dice,e cerca anche di
farmelo capire
prendendo una delle mie mani e infilandole sotto la sua gonna.. Non ha
le
mutande,e io lo sento bene ,lo sento benissimo il suo frutto proibito
bagnato.Lascio perdere
il seno,voglio
baciarla lì,proprio lì,voglio sentire il suo
sapore..
DRIIIIIIN.
E
questo che è?
Driiin.
No,dai.
Cazzo.
E’
svanito tutto: la
biblioteca,la donna,il suo seno,il sesso.Tutto.
E
la mia fottuta sveglia sta
suonando. Sono le 07 del mattino di un fottuto lunedì e io
non riesco neanche
in sogno a farmi una bella scopata perché devo andare a
scuola.
Spengo
la sveglia e mi butto
giù dal letto (non avrebbe nessun senso rimanerci,tanto non
riesco a recuperare
quello che mi stava succedendo) ,metto la vestaglia e vado in cucina.
Mia
madre mi sta preparando
la colazione,che dolce.
“Dormito
bene?” mi
chiede,sorridendomi
“Non
sai quanto” vorrei
risponderle,ma non lo faccio. Semplicemente annuisco.
Lei
mi porge il mio bel
tazzone di latte.
“Il
caffè è finito “ mi dice
“ e non c’è nemmeno il
Nesquick” aggiunge quando vede che mi sto alzando per
avvicinarmi alla credenza dove AVREBBE DOVUTO ESSERCI il prodotto
più amato
della Nestlè.
Mi
risiedo,leggermente in
disappunto. Insomma,il latte senza caffè ,orzo o cioccolata
fa schifo.
Però
ci sono i biscotti,e mi
consolo con quelli.
“Amore
sto uscendo” mi dice
mia madre,ferma sulla porta,già tutta in ghingheri per
andare al lavoro. Solo
un attimo fa era in pigiama,come diavolo ha fatto ad essere
già pronta? E’ UNA
DONNA..dovrebbe essere NATURALMENTE in ritardo.
“Perfavore
lava i piatti
prima di andare via”
“Ok”
Sbam
. E’ uscita.
Accendo
la tv,perché ho
intenzione di abbuffarmi ancora di biscotti e voglio gustarmeli
guardando
qualcosa di poco impegnativo.
Sulla
Rai stanno facendo “Unomattina”.
L’allegria di un
programma che vuole
essere “serio” ma che è gestito da
fattoni. Proprio ora stanno intervistando l’ultima
soubrette trentenne che,tanto per cambiare,dice che vorrebbe tanto un
figlio.
Ok,adesso
basta ,devo andare
a prepararmi. Però prima faccio i piatti.
Non
so se ammirare mia madre
o maledirla per la fantastica scultura di arte contemporanea che
è riuscita a
creare usando quella tonnellata di piatti nel lavandino che adesso io
dovrei
lavare.
Maledirla
è meglio.
Insapona,insapona,insapona.
Sciacqua,sciacqua,sciacqua. Insapona,insapona,insapona.
Sciacqua,sciacqua,sciacqua.
Che
ore saranno?
Le
8.
Ah
ok. COSA?? MERDA MERDA
MERDA!
TOC
TOC.
“Avanti!”
“Buongiorno
Prof.Scusatemi
per il ritardo. Posso entrare?”
“E
perché non dovrei farti
entrare,Locanci,è solo la settantunesima volta che entri
alla seconda ora in
questa settimana”
La
classe ride,e rido anche
io.
“Professore
è impossibile
che sia la settantunesima volta,in una settimana abbiamo lezione con
lei solo
cinque volte”
“Siediti,và,basta
che non
disturbi più”
Attraverso
l’aula e mi
abbandono sulla mia sedia. Noi della quinta G siamo veramente fortunati
ad
avere degli insegnanti così simpatici.
“Oh
amò ti dobbiamo
raccontare una cosa assurda”
Questa
qui è Lidia,la mia
compagna di banco.
“E’
vero !Non sai che è
successo alla prima ora!” aggiunge Andrea,altro mio amico
seduto dietro di noi.
“Che
è successo?” chiedo
io,incuriosita.
“Dopo
dopo…” dice
Francesca,altra mia amica,compagna di banco di Andrea.
“No
dai,adesso!”
“Locanci
puoi almeno degnarci
della tua attenzione ???”
“…Ok,me
lo dici dopo”
sussurro a Francesca,per poi voltarmi rossa in faccia e con
un’aria colpevole
verso il prof.