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Autore: Klowl    01/02/2011    0 recensioni
E poi non è detto che una donna voglia al suo fianco un uomo.
E neanche ho finito di formulare questo pensiero che l’amarezza mi è già piombata addosso.
Spengo la luce del comodino e sprimaccio il mio cuscino. Oggi mia madre ha uscito fuori di nuovo quel discorso . E nemmeno stavolta io ho avuto il coraggio di dirle la verità.
Quale madre mai vorrebbe sentirsi dire che sua figlia è diversa,malata,difettosa?
Non stiamo qui a raccontarcela,le cose per noi non sono mai cambiate.Siamo sempre la peste della popolazione,i pervertiti da evitare.
Se ami qualcuno del tuo stesso sesso,lo devi tenere per te. Se qualcuno ti ha aggredito perché baciavi la tua donna,non devi denunciare,perché così si verrebbe a sapere della tua perversione e macchieresti la tua dignità. Questi sono i discorsi che noi ci sentiamo dire,quando ci viene fatto un torto.
Chi vorrebbe essere noi?
Non molti,credo.
Genere: Commedia, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Vieni con me” mi dice,afferrandomi il polso e lanciandomi uno sguardo ambiguo,mentre mi trascina dentro la Biblioteca….

Appena entriamo,la donna mi sbatte contro il muro,provocandomi un gran dolore alla spalla.

“Ahia,checazzo!” esclamo io.

“Non cominciare a lamentarti,mi hai fatto soffrire un sacco” mi soffia nell’orecchio. Ha sollevato il ginocchio,il suo seno morbido è schiacciato contro il mio petto,i nostri bacini sembrano quasi una cosa sola.

Comincia a leccarmi il lobo,lentamente,giocosa e bastarda. La sua lingua passa a sfiorarmi anche l’interno dell’orecchio,ed io,CAZZO,sto proprio impazzendo. Sono diventata tutto un battito,in linea con il mio cuore,e nelle mie mutande comincio a sentire quella conosciutissima sensazione di caldo e umido.

Lei si stacca un po’,per guardarmi in faccia. Deve aver indovinato che cosa stavo pensando ,perché mi fa un sorriso malizioso e mi solleva la gonna. Le sue dita giocherellano con l’elastico del mio slip,mentre lei mi bacia dolcemente.Mi lecca le labbra,e io apro la bocca per permetterle di toccare la mia lingua. Il bacio è lento,ma in un qualche modo violento e aggressivo. Passa a baciarmi il collo,le sua mano lascia stare l’elastico e sale sul mio seno,stringendolo un po’.

Non ce la faccio proprio più ad aspettare,la allontano da me quel poco che basta per mettere le mani sulla sua camicetta e strappargliela. Sì,la strappo.

Il suo seno dorato è una visione paradisiaca,sembra quasi esplodere in tutta la sua morbidezza nel momento in cui le tolgo la camicia.

Lei sorride,compiaciuta,mentre io praticamente mi tuffo tra i suoi seni,e comincio a baciarli dolcemente. Piano piano con la bocca mi avvicino ai suoi capezzoli,mentre la sento respirare sempre più profondamente.

 

Poi finalmente apro le labbra,e la mia lingua accarezza dolcemente i suoi capezzoli,che diventano sempre più duri,e a lei piace,me lo dice,e cerca anche di farmelo capire prendendo una delle mie mani e infilandole sotto la sua gonna.. Non ha le mutande,e io lo sento bene ,lo sento benissimo il suo frutto proibito bagnato.Lascio  perdere il seno,voglio baciarla lì,proprio lì,voglio sentire il suo sapore..

 

DRIIIIIIN.

E questo che è?

Driiin.

No,dai. Cazzo.

E’ svanito tutto: la biblioteca,la donna,il suo seno,il sesso.Tutto.

E la mia fottuta sveglia sta suonando. Sono le 07 del mattino di un fottuto lunedì e io non riesco neanche in sogno a farmi una bella scopata perché devo andare a scuola.

Spengo la sveglia e mi butto giù dal letto (non avrebbe nessun senso rimanerci,tanto non riesco a recuperare quello che mi stava succedendo) ,metto la vestaglia e vado in cucina.

Mia madre mi sta preparando la colazione,che dolce.

“Dormito bene?” mi chiede,sorridendomi

“Non sai quanto” vorrei risponderle,ma non lo faccio. Semplicemente annuisco.

Lei mi porge il mio bel tazzone di latte.

“Il caffè è finito “ mi dice “ e non c’è nemmeno il Nesquick” aggiunge quando vede che mi sto alzando per avvicinarmi alla credenza dove AVREBBE DOVUTO ESSERCI il prodotto più amato della Nestlè.

Mi risiedo,leggermente in disappunto. Insomma,il latte senza caffè ,orzo o cioccolata fa schifo.

Però ci sono i biscotti,e mi consolo con quelli.

“Amore sto uscendo” mi dice mia madre,ferma sulla porta,già tutta in ghingheri per andare al lavoro. Solo un attimo fa era in pigiama,come diavolo ha fatto ad essere già pronta? E’ UNA DONNA..dovrebbe essere NATURALMENTE in ritardo.

“Perfavore lava i piatti prima di andare via”

“Ok”

Sbam . E’ uscita.

Accendo la tv,perché ho intenzione di abbuffarmi ancora di biscotti e voglio gustarmeli guardando qualcosa di poco impegnativo.

Sulla Rai stanno facendo “Unomattina”. L’allegria di  un programma che vuole essere “serio” ma che è gestito da fattoni. Proprio ora stanno intervistando l’ultima soubrette trentenne che,tanto per cambiare,dice che vorrebbe tanto un figlio.

 

 

Ok,adesso basta ,devo andare a prepararmi. Però prima faccio i piatti.

Non so se ammirare mia madre o maledirla per la fantastica scultura di arte contemporanea che è riuscita a creare usando quella tonnellata di piatti nel lavandino che adesso io dovrei lavare.

Maledirla è meglio.

Insapona,insapona,insapona. Sciacqua,sciacqua,sciacqua. Insapona,insapona,insapona. Sciacqua,sciacqua,sciacqua.

Che ore saranno?

Le 8.

Ah ok. COSA?? MERDA MERDA MERDA!

 

 

 

 

TOC TOC.

“Avanti!”

“Buongiorno Prof.Scusatemi per il ritardo. Posso entrare?”

“E perché non dovrei farti entrare,Locanci,è solo la settantunesima volta che entri alla seconda ora in questa settimana”

La classe ride,e rido anche io.

“Professore è impossibile che sia la settantunesima volta,in una settimana abbiamo lezione con lei solo cinque volte”

“Siediti,và,basta che non disturbi più”

Attraverso l’aula e mi abbandono sulla mia sedia. Noi della quinta G siamo veramente fortunati ad avere degli insegnanti così simpatici.

“Oh amò ti dobbiamo raccontare una cosa assurda”

Questa qui è Lidia,la mia compagna di banco.

“E’ vero !Non sai che è successo alla prima ora!” aggiunge Andrea,altro mio amico seduto dietro di noi.

“Che è successo?” chiedo io,incuriosita.

“Dopo dopo…” dice Francesca,altra mia amica,compagna di banco di Andrea.

“No dai,adesso!”

“Locanci  puoi almeno degnarci della tua attenzione ???”

 

“…Ok,me lo dici dopo” sussurro a Francesca,per poi voltarmi rossa in faccia e con un’aria colpevole verso il prof.

 

 

 

   
 
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