Serie TV > Terapia d'urgenza
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Autore: Dea Elisa    01/02/2011    1 recensioni
Raccolta di brevi ff non in ordine cronologico né logico.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cristiana Gandini, Riccardo Malosti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Fretta

 “È finito tutto bene” sospiri, lasciandoti cadere sulla poltroncina della sala medici.

“Poteva morire.”

“Ma non è morto” constati, accavallando le gambe.

Lui inizia a camminare avanti e indietro. “Cinque giorni qui dentro mi faranno impazzire.”

“Hai sempre detto che l’ospedale ti rasserena.”

“Quando sono certo che i miei figli stiano bene.”

“Ora Dario sta bene.”

“Hai finito di smentire tutto quello che dico o devo cambiare stanza affinché tu la smetta di parlare?”

Ti alzi in piedi, indecisa se vestire indifferenza, rabbia o rassegnazione.

Aveva mille motivi per essere nervoso e odioso con i colleghi, ma fino a prova contraria eravate in ambiente di lavoro, ragion per cui ogni problema personale avrebbe dovuto aspettarvi fuori almeno per altri quattro maledetti giorni.

“Mi spiace, Cristiana, sono stato-”

“Uno stronzo, dillo pure.”

Ti sistemi la maglietta della divisa e ti prepari a fuggire.

Non erano bastati nemmeno quei baci, quei sorrisi, quegli abbracci e quelle carezze, a stimolarlo a comportarsi con un po’ più di tatto nei tuoi confronti.

Eppure, per la prima volta, ti era parso che ti fosse più vicino, e non solo in termini fisici.

“Non c’è fretta di andar via, tanto ho tutta la notte, per venirti a cercare.”

Ti volti e lo vedi piegare un angolo della bocca in un sorriso.

“E domani. E dopodomani.”

“Credi davvero che io stia scappando da te?”

“Ah, ecco. Quel frigo ha davvero un’aria minacciosa.”
Annuisci, stando al gioco. “Molto più di te, in effetti.”

Si solleva dal tavolo al quale era appoggiato e ti circonda la vita con un braccio. “Ammetti che ho più fascino io” ti soffia sul viso, le labbra a sfiorare il tuo naso.

Avvolgi le braccia attorno al suo collo, coperta da quella differenza d’altezza che da vicino sembrava persino incolmabile.

“Non avevi fretta di andar via?” si ritrae quando mostri l’intenzione di baciarlo.

“E tu non avevi fretta di venirmi a cercare?”

“No, in realtà-”

Fai scivolare una mano lungo la sua guancia ruvida, lasciando scomparire piano il sorriso sulle tue labbra sempre più vicine alle sue.

Voleva fare il puntiglioso?

Ti stacchi e indietreggi, tornando a ridere.

“Dove vai?”

Raggiungi la porta e la socchiudi, non staccando gli occhi da Riccardo. “Chi ha fretta, adesso?”

Corri in corridoio, consapevole del fatto che giocare ad acchiapparella con Malosti sarebbe stato il tuo sogno proibito…

… se fossi stata alla scuola materna.







   
 
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