Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Unriccio    02/02/2011    3 recensioni
Nei mari del nord può accadere di tutto. Le tempeste agitano i marinai e alterano l'equilibrio delle loro menti. E se ci si aggiungono creature fantastiche, gli uomini rischiano di perdere se stessi. Protagonisti di questa storia ambientata nel passato sono i paesi Nordici: Islanda, Danimarca, Norvegia, Svezia e Finlandia. Chi di loro si perderà, trascinato nell'abisso della follia dall'ammaliante canto della sirena?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il canto della sirena

Lo sciabordio delle onde che si infrangevano sulla fiancata della nave, facendola dondolare pigramente, risuonava nella testa di Islanda, che oziava appoggiato al parapetto. I suoi occhi viola scrutavano l’orizzonte che si andava riempiendo di nuvole: una tempesta era in arrivo, e loro si erano già preparati ad affrontarla. Dietro di lui, Svezia, Finlandia e Norvegia, seduti accanto al timone, dove si trovava Danimarca, parlavano assieme. Gli giungeva chiaro il suono che poteva definire “della loro amicizia”, ma per quanto potessero cercare di coinvolgerlo, lui proprio non riusciva ad unirsi a loro. Poteva solo starsene lì in disparte, a contemplare il cielo, il mare, l’azzurro infinito che si faceva sempre più scuro e minaccioso. Nonostante si impegnasse duramente, non riusciva ad escludere completamente le parole degli altri quattro, ma non riusciva nemmeno a capirle. Era tutto un ronzio che si confondeva, e si perdeva nell’ululato del vento appena alzatosi. Poiché l’incessante rumore del mare iniziava a dargli sui nervi, quel giorno particolarmente tesi, decise di ascoltare i loro discorsi, girandosi a guardarli. Tino, ovvero Finlandia, sorrideva ad ogni cosa gli altri dicessero, ma tremava leggermente. L’alto uomo biondo accanto a lui, Berwald, pensando che Finlandia tremasse per il freddo, gli mise sulle spalle una pesante coperta, ma egli reagì con un violento sussulto, tremando ancor più, e urlando in maniera molto femminea. Svezia dispiaciuto abbassò lo sguardo, mentre Finlandia cercava di scusarsi in ogni modo possibile. Islanda seccato scosse lievemente la testa nel guardarli.
“Possibile che quei due siano così cretini? Possibile che non siano ancora riusciti a chiarirsi? Mah. Dopotutto non sono affari miei.”
Passò dunque ad esaminare gli altri due: Norvegia e Danimarca. Suo fratello aveva la solita espressione apatica sul viso, e guardava con fare scocciato la persona con cui stava parlando: Danimarca, che più che pensare al timone si distraeva, punzecchiando il suo caro Norvegia.
«Dai, Norvegia! Giusto per passare il tempo! Qui vogliamo tutti ascoltare le tue storie!»
«Lasciami stare, idiota.»
«Eddai! Forza! Lo so che sei bravo a raccontare!»
«Ti ho detto di no! Smettila!»
Sbuffando, il ragazzo in disparte seguì tutta la lunga discussione, che si concluse con un Danimarca vincitore ed un Norvegia costretto a narrare le innumerevoli leggende della sua terra. Troll, ninfe, geni, demoni… nonostante il vento che gli s’insinuava nelle orecchie, poteva sentire le belle parole con cui il fratello descriveva quelle fantastiche creature. A quel punto tutti, tranne Svezia, troppo impegnato a fissare Finlandia, pendevano dalle sue labbra, e volevano allo stesso tempo partecipare al discorso, narrando le proprie leggende.
«Avete mai sentito parlare delle sirene, e del loro magico canto?» chiese d’un tratto Danimarca, ghignando, e aspettando solamente che qualcuno lo invitasse a continuare a parlare.
«Intendi quelle bellissime donne che abitano le profondità marine, per metà umane e metà pesce?»
Ecco ciò che Danimarca attendeva. Era stato Finlandia a chiedere, ma lui nel rispondere si concentrò su Norvegia, guardandolo intensamente. E Islanda, che non si perdeva né una parola né uno scambio di sguardi, strinse i pugni. Ma che gli stava accadendo, quel giorno? Perché gli importava?
«Proprio loro. Bellissime, con i capelli di colori stravaganti, da cui fuoriescono gemme e gioielli. Ma anche estremamente pericolose per i navigatori, che f…»
«Ehi! Quella è una delle MIE leggende!» lo interruppe Norvegia.
«Ma tu non l’hai raccontata prima, quando era il tuo turno. Quindi adesso falla dire a me!» ridacchiò il più grande. Finlandia e Svezia li guardavano battibeccare in silenzio, l’uno molto incuriosito, l’altro dall’espressione imperscrutabile come sempre. Dunque quello riprese: «Dicevo…? Ah, sì! Le sirene sono pericolose, perché si dice che con il loro canto facciano impazzire i navigatori, e poi li divorino! Inoltre, pare che appaiano nel mezzo delle tempeste, facendo finta di voler aiutare i marinai in difficoltà, mentre al contrario li conducono verso la morte.»
Gli altri si guardarono attorno, osservando il cielo ed il mare che si preparavano a scatenare un’immensa furia contro la loro nave. Danimarca era soddisfatto, essendo riuscito a spaventarli, ma anche lui, preso dalla suggestione, lanciò qualche sguardo ansioso qua e là. Solo Svezia non sembrava scosso più di tanto, e voleva soltanto rassicurare Tino. Islanda non poteva credere alle sue orecchie: sirene? Che divorano le persone? Che razza di stupidaggini erano mai quelle? Certo, era abituato a Norvegia ed alle sue leggende, ma credere davvero alla loro esistenza, tanto da esserne spaventato, non era proprio da lui. Continuò però ad osservare Danimarca, che, con un gesto rapido ma gentile, sfiorò leggermente con due dita il mento di Norvegia, troppo sorpreso per poterlo evitare. Il biondino, completamente arrossito, iniziò a borbottare improperi contro l’altro, che sghignazzava e cercava di difendersi dalle sue mani che volevano artigliarlo. Alla vista di quella scena, qualcosa di indefinito dentro Islanda andò in frantumi. Nello stesso istante, la tempesta che sapevano sarebbe arrivata si manifestò finalmente con tutta la sua violenza, le onde divennero altissime e la pioggia prese a sferzare i loro volti. Ognuno si mise al suo posto, pronto a lottare contro il mare per sopravvivere, e Danimarca al timone cercava di mantenere la nave sul suo percorso. Erano professionisti loro, se l’erano sempre cavata egregiamente, ma quella volta c’era qualcosa di strano, come se il mare si stesse accanendo in modo particolare su di loro, come se volesse vederli affondare negli abissi. Islanda, dal canto suo, non sapeva che fare. Gli altri attorno a lui urlavano, si davano da fare in ogni modo, mentre lui poteva solo guardarli, lasciando che l’acqua gli inzuppasse i vestiti e i capelli argentei. Non sapeva cosa gli stesse accadendo, si sentiva svuotato.

«E allora perché non lo fai? Perché non vai da lui?»

Una voce dolce e pericolosa, scivolosa come miele, gli sussurrava nelle orecchie parole che lo accarezzavano e tentavano non poco. In un primo momento rimase paralizzato dallo spavento, chiedendosi se avesse davvero sentito qualcuno parlargli in mezzo alla confusione, o se era stata solamente la sua fervida immaginazione. Poi però scoppiò l’inferno, tutto nella sua testa. I suoi pensieri razionali si attorcigliavano e contorcevano creando mulinelli di follia pura, mischiati con le strane idee che la voce misteriosa di poco prima gli aveva suggerito. Una parte di lui voleva ribellarsi, evitare di compiere gesti di cui poi si sarebbe pentito, o per i quali avrebbe solo sofferto, ma l’altra, istigata dalla voce, era una bestia incontrollabile e feroce. Islanda si portò le mani alla testa che aveva preso a pulsare dolorosamente.

«Fallo, o gettati in mare. Scegli.»

Iniziò a dirigersi, senza avere il controllo sulle proprie gambe, verso la fiancata, esponendosi al mare in tumulto. Tremante, posò le mani sul legno dell’imbarcazione, strizzando gli occhi. Le sue nocche divennero bianche. Sentì dietro di lui le urla preoccupate di Danimarca, dirette a Norvegia. “Ma che carino, ha paura che possa accadere qualcosa di brutto al suo amato.” pensò Islanda con sarcasmo e rabbia. E, si rese conto, ancora una volta lui era stato ignorato. Mollò la presa e, scagliandosi con tutta la forza che aveva, scivolando sul fondo bagnato della nave, si tuffò addosso a Danimarca, mozzandogli il respiro. Danimarca picchiò la schiena contro il legno, schiacciato dal peso che improvvisamente si era gettato su di lui. Sbatté le palpebre, e sconvolto vide che il colpevole era un ragazzino dai capelli bianchi fradici appiccicati al volto, dall’espressione più folle che avesse mai visto, e dagli occhi ametista che lo stavano divorando. Ci mise un po’ per riconoscere in lui il timido Islanda.
«Ice? Che ti succ-»
«Sta’ zitto. Vuoi sapere che mi succede? Mi succede che non ce la faccio più, mi succede che sono stanco di non essere mai considerato da nessuno! Tu non hai occhi che per mio fratello, e io non so più cosa fare! Ma adesso ho capito, me l’ha detto la sirena!» Sputò le parole con violenza e odio, tanto che la sua voce ne era distorta. Da quanto tempo quelle cose lo tormentavano?
«La sirena? Ice, stai delirando!»
«Ti ho detto di tacere!...oh, il canto della sirena è ciò che di più bello io abbia mai ascoltato! E’ musica, e allo stesso tempo non lo è! Poesia, lamento, urla, desideri! E’ tutto! E’ tutto!»
Urlato ciò, con un ghigno il ragazzo si avventò sul volto di Danimarca, baciandolo, mordendolo, facendolo sanguinare. Non era più Islanda. Era un mostro, orribile e spaventoso. Ed era forte, tanto che Danimarca non riusciva neppure a liberarsi o proteggersi. Danimarca poteva solo subire, lasciare che i denti incredibilmente affilati di Islanda gli penetrassero nelle carni, lo lacerassero, così come le sue urla deliranti lo avevano lacerato dentro, perché lo avevano messo di fronte alla realtà: era lui l’unico responsabile di quello scoppio improvviso. Infine, Norvegia, passato lo shock iniziale, si lanciò sul fratello, staccandolo da Danimarca, e i due rotolarono più in là, lottando tra di loro. Non avevano mai fatto una cosa del genere prima. Prima di svenire, Islanda si chiese se ciò che era accaduto era davvero colpa di una sirena. Aveva davvero sentito una voce? Non riusciva nemmeno a ricordarla. Che in realtà fosse stato tutto uno scherzo della sua mente? Quando chiuse gli occhi la tempesta cessò, e la nave smise di essere sballottata dappertutto. Danimarca, col volto insanguinato e sfregiato, si rialzò e andò da Norvegia, che piangeva sul corpo svenuto del fratello. Anche Svezia e Finlandia si avvicinarono. Islanda sembrava essere tornato normale, e quell’improvvisa follia si era allontanata assieme alla burrasca. Adesso vedevano solo un ragazzino esile, svenuto e quasi affogato, e del mostro di poco prima non c’era più traccia. L’alto Danimarca lo strinse tra le braccia e lo avvolse in una coperta miracolosamente asciutta. Gli altri lo guardarono in silenzio, mentre dagli occhi di Norvegia continuavano a scendere lacrime amare.

«E’ stata colpa nostra. Mia soprattutto.»

La voce roca di Danimarca si affievolì dopo aver pronunciato quella frase, che aveva pensato per tutta la durata dell’accaduto. C’era un silenzio opprimente, e la calma dopo la tempesta riusciva solo ad angosciarli. Ma loro erano una famiglia. Sarebbero riusciti a superare anche quello.

 

 

Note: eccomi qui con un’altra one-shot! Stavolta i protagonisti sono i Nordici, che mi affascinano moltissimo, sebbene si vedano poco nell’opera originale. I loro caratteri non sono ben definiti, quindi non ci sono personaggi troppo stravolti credo, ad eccezione di Islanda, che però è giustificato! ^^ Poiché gli unici ad avere dei nomi propri ufficiali sono Finlandia e Svezia, mi sono limitata ad usare i loro, mentre per gli altri ho usato i nomi da Nazione. Ah, Danimarca chiama Islanda “Ice” dal nome inglese “Iceland”, quasi come un soprannome. Ringrazio chi vorrà leggere e recensire questo delirio! Inoltre, un grazie anche a Ghy e a Sara, che continuano a sorbirsi i miei lamenti e le mie crisi. Grazie! :)

 

 

BabiSmile

Image and video hosting by TinyPic
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Unriccio