ISTRUZIONI PER L'USO: Consiglierei la lettura con Sunshine On My Shoulders di John Denver come sottofondo, giusto perché in macchina l'ho ascoltata a ripetizione fin quando non ho scritto il tutto (e poi anche adesso mentre la ricopiavo). Enjoy

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La prima luce del mattino mi risveglia piano, con un chiarore ceruleo che diventa pian piano sempre più macchiato di arancione. Apro gli occhi lentamente, fissandoli nell’orologio in basso al televisore. Le 07:33. Mi concedo uno sbadiglio silenzioso e poi, come attratto da un invisibile magnete, il mio sguardo si posa leggero su di lui, ancora profondamente addormentato tra le mie braccia. Avvicino la guancia alla sua fronte, toccandolo con delicatezza, per sentirgli la temperatura. È calda, ma non eccessivamente. La febbre dev’essere scesa, almeno un po’.

Me ne rimango lì per qualche minuto, giocando all’osservatore indiscreto, rubandogli quegli attimi segreti di pace assoluta. Mi sento come un esploratore che si è appena ritrovato come per magia davanti agli occhi l’ultimo esemplare vivente di una specie che si credeva estinta, e che ora si macera nel dubbio se divulgare o meno al mondo la propria scoperta.

Ieri sera s’è addormentato tra le mie braccia, mentre gli stavo cantando qualche ninnananna nella speranza di fargli andare via almeno un po’ quel terribile mal di testa che da due giorni gli sta dando il tormento, insieme alla febbre. Tutto ad un tratto ha smesso di giocare con le mie dita, e quando ho abbassato lo sguardo su di lui l’ho trovato con gli occhi chiusi e l’ombra di un sorriso sulle labbra. E anche se erano appena le dieci, ho rimboccato le coperte ad entrambi e sono rimasto a cullarlo piano, fin quando non mi sono addormentato anch’io.

Alla fine gli lascio un soffice bacio sulla guancia e scivolo via piano, facendo attenzione a non fargli avvertire il benché minimo movimento, non voglio che si svegli inutilmente. Raggiungo una delle mie sacche e pesco il mio orsacchiotto, che sistemo con attenzione tra le sue braccia, perché di solito è così che dormiamo. Abbracciati. Insieme anche nel mondo dei sogni.

Tra le due montagne che proteggono il nostro piccolo chalet vedo sorgere il sole. I suoi raggi sfiorano appena il cucciolo che raggomitolato sotto la trapunta continua a dormire quieto, disegnando sottili linee di luce sul suo viso rilassato che forse immagina giorni di cui potrei avere il privilegio di far parte.

Raccolgo la mia tuta dalla sedia e la infilo senza far rumore alcuno, continuando a guardarlo quasi con timidezza, come se sentissi di non meritare una simile fortuna. E mentre infine mi richiudo la porta alle spalle, pronto per andare a lavoro, mi ritrovo a ringraziare il cielo per avermi donato una volta di più una mattina come questa.
 

If I had a tale that I could tell you
I'd tell a tale sure to make you smile
If I had a wish that I could wish for you
I'd make a wish for sunshine all the while