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Autore: Taila    03/02/2011    1 recensioni
Una raccolta di istantanee, frammenti dei momenti che più mi hanno colpito mentre leggevo le "Metamorfosi" di Ovidio.
II. "Insieme fino alla morte": Mentre il mondo scivola via dai tuoi sensi e si oscura, sorridi grato agli dei di averti concesso la consolazione di morire insieme a lui.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Amore folle e disperato
Autore: Taila
Serie: Libri – Classici greci e latini
Genere: Romantico, malinconico, introspettivo
Tipo: Raccolta, het, slash
Raiting: Giallo
Note: Sto leggendo le “Metamorfosi” di Ovidio e mi è venuta l’idea di scrivere piccole one-shot, una serie di istantanee, appunto, che si focalizzano sui pezzi che più mi hanno colpito. Non seguirò l’ordine di come appaiono nel libro, ma come si presenteranno le idee nella mia testa. Infatti inizio con la storia di Clizia ^__^ Ho provato a immaginare come abbia appreso la notizia del tradimento del dio e di come abbia reagito. Sono degli scritti semplici, ma volevo mettermi davvero alla prova. Di garantito c’è la mia buona volontà e tutto la passione che nutro per la mitologia greco – romana.
Ringraziamenti: Ringrazio chiunque leggerà e commenterà (inchino!)
Adesso vi lascio alla lettura, alla prossima storia gente \^0^/



Amore folle e disperato



Acconci i capelli sopra la testa in modo che alcuni boccoli ricadano ai lati del viso. Hai indossato la veste più bella che possiedi e hai truccato con estrema attenzione il tuo viso. Ordini alle ancelle di portarti lo specchio e osservi il tuo riflesso nel lucido bronzo. Ti vedi bella, una bellezza che supera di gran lunga quella delle tue coetanea. La stessa bellezza che ha attirato l’attenzione di Febo.
A quel pensiero un’ombra ti attraversa il volto, oscurando per un attimo la lucentezza del tuo sguardo. È passata ormai una luna intera dall’ultima volta che il dio è venuto a visitare il tuo talamo. Non riesci a capire perché si stia comportando in questo modo, tutto ciò di cui sei certa è l’amore che vi unisce. Ti ripeti che presto tornerà e tu potrai nuovamente stringerlo fra le braccia.
Dimentichi che è un dio e che per sua natura è volubile e inafferrabile, come il vento che ti scompiglia i capelli solo per farti un dispetto e poi fugge via. Stringi le labbra in una piega rigida e appoggi lo specchio sulla cassapanca. Come ogni volta in questi giorni di solitudine ti siedi alla finestra, incroci le braccia sul davanzale e ci appoggi il capo su, solo per godere del piacere di poterlo guardare da lontano, mentre solca invincibile il cielo con il suo carro infuocato, indifferente ormai a te e al tuo amore. Ti sembra quasi che il raggio di luce che ti sfiora la pelle sia più tiepido del solito, come se non volesse toccarti con la sua luce, e chiudi le mani a pugno graffiandoti i palmi con le unghie.
Dovresti attendere ai tuoi doveri familiari, un tempo erano un piacevole passatempo, che ti aiutava a far scorrere più velocemente la giornata in attesa della notte e della visita di Febo. Ma ora cardare la lana e tessere al telaio sono solo pesi inutili, lavori che ti allontanano da quella finestra e dall’unica possibilità che ti resta di vedere il tuo amante. Un sospiro trema contro le tue labbra e senti le lacrime riempirti gli occhi, ma non vuoi piangere davanti alle tue schiave, non vuoi dar loro anche questa opportunità di vederti debole.
- Padrona!- una delle ancelle entra di corsa nella tua stanza, senza bussare né inchinarsi.
Ti raddrizzi per redarguirla, ricordarle il rispetto che ti deve, ma quando incroci il suo sguardo addolorato le parole ti muoiono sulle labbra. Ti porta notizie nefaste, lo senti sulla pelle e non vorresti ascoltarle.
- Padrona ero al mercato per fare le commissioni che mi hai ordinato, quando mi hanno fermato le serve di Arete, la figlia di Cilleo. Mi hanno raccontato un fatto che riguarda il dio Febo. – e si ferma indecisa, come se non fosse più certa di poter andare avanti – Pare che il tuo divino amante sia preso d’amore per Leucotoe, figlia di Orcamo re degli Achemenidi.- e la sua voce sfuma in un sussurro.
Abbassa lo sguardo e attende la tua reazione. La fissi come se non avessi compreso le sue parole, come se avesse parlato in una delle lingue dei barbari, poi avverti distintamente qualcosa spezzarsi dentro di te e un dolore sordo riempirti il petto. La stanza inizia a girare davanti ai tuoi occhi e i colori si fanno lucidi per il pianto. Chiudi gli occhi e cerchi di mantenere un certo contegno, nel buio sfilano i ricordi delle tue notti d’amore con il dio. Amore… quante volte Febo splendente ha detto di amarti prima e dopo aver preso il tuo corpo? Quanti giuramenti d’amore ha pronunciato alle tue orecchie mentre l’Aurora dalle dita rosate scacciava l’oscurità della notte?
Tu lo ami di un amore folle, ma puoi dire altrettanto di lui? No, non ora che è bastata la bellezza di un’altra donna a distoglierlo da te, a fargli dimenticare l’affetto che ti portava. Le sue parole erano dolci come miele e tu le assaporavi piano, credendo ciecamente alla loro veridicità.
Stolta! Erano solo vuote promesse prive di ogni significato, che potevano essere infrante al primo mutare della direzione del vento. Ti sei concessa a lui, donandogli la cosa più preziosa che avevi, la tua dignità, e sei stata ripagata in questo modo. Risollevi le palpebre e una lacrima scivola via piano, disegnando un umido sentiero sulla tua guancia candida. Ti alzi dalla sedia e prendi lo specchio con dita tremanti. Guardi il tuo riflesso e quella che prima ti è sembrata una giovane donna nel culmine della sua bellezza, ora è null’altro che una vecchia sfiorita e annientata dal dolore. Stringi forte le dita attorno al bronzo levigato, mentre il dolore viene sostituito da una rabbia sempre più forte.
Ira nei confronti di Febo che ti ha gettata via come un oggetto inutile, appena gli sei venuta a noi.
Odio nei confronti di Leucotoe e della sua bellezza, che ti hanno strappato l’affetto del dio.
Vorresti gridare fino a perdere la voce, piangere fino a spendere tutte le tue lacrime. Preghi, implori di essere mutata in pietra per non sentire più questo dolore che pare spezzarti in due, per non dover subire la vergogna di essere stata disonorata e abbandonata. Ma nessun dio pare voglia dare ascolto al tuo dolore. L’unica cosa che potrebbe alleviare la tua sofferenza è sapere i due amanti separati, sapere che Leucotoe patisca il tuo stesso dolore nell’essere allontanata da un simile amante.
Allora un pensiero tremendo ti sfiora l’animo e tu, avvelenata dal dolore e dall’odio, lo accogli gaia. Orcamo ama sua figlia sopra ogni altra cosa, ma spregia chiunque violi le sue regole. È violento e spietato, nulla riesce a frenare la sua collera quando arriva a sfogarla. Cosa accadrebbe allora, se il re venisse a sapere che il talamo della figlia è stato violato? Sarebbe stato misericordioso verso di lei sapendo che a compiere un simile atto è stato un dio, oppure l’avrebbe punita per un tale oltraggio alla casa di Balo?
Non le importa cosa potrebbe accadere alla ragazza innocente, l’unica cosa che le interessa è riavere l’amore del dio. Folle d’amore disperato, ordini alle schiave di chiamare uno scriba. Informerai tu stessa Orcamo di ciò che accade nella sua casa.

  
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