Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: honeysuckle_s    03/02/2011    0 recensioni
Sesshomaru è un demone imprigionato tra gli umani, e gli viene affidata un'orfana. Una storia contemporanea, al di là dell'Atlantico! ***Questa è una ripubblicazione in capitoli, ringrazio DivinaKagome e Mei91!***
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il mercoledì dopo Rin si recò a scuola, dove chiaccherò con le sue amiche e incontrò dopo le lezioni Shippo, il chitarrista più bravo della scuola. Discussero sul progetto della band da mettere in piedi per il periodo di maggio. Per essere la frontgirl del gruppo, Rin fu invitata a far sentire nello studio del ragazzo le sue corde vocali. La ragazza si entusiasmò subito! Tornò a casa e affondò il viso sul cuscino, radiosa. A un certo punto, il campanello trillò. Rin riceveva sporadicamente visite; poteva essere Kagome passata per un saluto, o qualche compagno di classe che non l’aveva avvisata di voler qualcosa da lei. Aprì la porta.



Un signore basso, tarchiato, con pochi capelli e grandi occhiali le rivolse un caloroso sorrise e le tese la mano. “Buon pomeriggio, signorina Mertens. Vengo per conto del suo futuro tutore, Sesshomaru Taisho.” “’pomeriggio” rispose laconica la fanciulla. “Mi chiamo Andy Nardi. Vedo che anche lei ha qualcosa di giapponese! Da quel che ho appreso dal protocollo, sua mamma veniva dal Sol Levante mentre suo papà era europeo. Mi dispiace tanto per quello che le è successo..” “Ho imparato a cicatrizzare le ferite” rispose Rin, un po’ turbata. L’argomento dei genitori era sempre maledettamente difficile da affrontare. Nel profondo le avevano lasciato un vuoto grande come una voragine. Ma aveva imparato a non buttarcisi e a non farsi trascinare in quel baratro. Era come morire, si sentiva mancare l’aria. “Comunque, volevo dirle che anche il mio padrone è giapponese” e le sorrise. Padrone? Si chiese Rin. E chi sarà mai questo, il sultano della Turchia o il futuro re d’Inghilterra? “Sa”, continuò Andy, ”il mio padrone è un personaggio molto bene in vista, è ricco e ha amicizie altolocate. Quindi Rin, la prego, si comporti bene con lui. Non è un tipo molto paziente.” E arrossì.




Rin si alzò più che potè assumendo una posa sensuale. “Crede che non abbia ricevuto un’educazione?”  L’uomo divenne ancorà più rosso. “Non c’è bisogno che mi venga a dire certe cose.” La voce di Rin non nascondeva una certa irritazione. Si ricompose con il corpo e fissò l’ometto. Gli aveva dato una lezione. Come si permetteva questo insolente a dirle certe cose? Lei che aveva vissuto una vita diversa, avendo dovuto imparare a fare tutto da sola. Il tizio si schiarì la voce e sorrise di nuovo per eliminare il rossore. “Bene signorina, mi scuso. Comunque volevo dirle che domani il suo tutore la aspetta nella sua dimore in modo tale che possiate discutere dell’amministrazione del vostro denaro e via dicendo”. Rin non si scompose. Andy tirò fuori un biglietto da visita dove aveva annotato indirizzo e numeri telefonici. “E comunque per qualsiasi cosa, mi cerchi pure”. Dopotutto sembrava simpatico. Perché dimostrarsi scontrosa con le persone gentili? Con il suo tutore precedente aveva iniziato ad andare d’accordo, e poi quell’ictus improvviso. In fondo poi Andy non la conosceva, il suo “padrone” (ma perché lo chiamava così?) era altolocato e voleva risparmiarsi possibile rogne. Sfoderò un sorriso e gli strinse la mano. “Va bene mister Andy. Domani verrò. Volevo solo dirle che sono ancora provvista di cellulare e a casa non ho l’allaccio col telefono. Sa” e si incupì “non potrei sostenere anche le spese telefoniche”. Santo Canada! Meno male per questo welfare State che le garantiva un minimo al mese, oltre ai dollari che percepiva lavorando part time nella lavanderia della città. Aveva anche imparato che sfoderare un sorriso porgendo ai clienti i capi ben puliti la aiutava a ricevere persino qualche mancia. Certo, non poteva aspirare a quella media degli 8 dollari che un cameriere puntualmente percepiva, ma le andava bene così. Andy la fissò. Provò un po’ di tenerezza per lei, e ringraziò mentalmente il cielo che la ragazza vivesse in uno Stato come quello. Si congedarono.
 



Rin chiuse la porta e non pensò a niente. Fissò il vuoto per qualche secondo e poi scosse violentemente la testa. Nel farlo fece oscillare i suoi bei capelli neri e leggermente ondulati. Prese in mano una ciocca e si decise che li avrebbe tagliati, aggiungendo una tonalità più scura per arrivare al nero corvino, nero come il cielo canadese che ogni tanto fissava per un po’ prima di addormentarsi. Si fece questa promessa: se Shippo e il suo gruppo l’avessero presa come singer, li avrebbe tagliati come quella cantante originaria delle Barbados che tanto piaceva ai giovani. Era un taglio corto dietro e più lungo davanti. A Rin era piaciuto da matti sin da subito.



Lo sguardo le cadde sul bigliettino. E spalancò la bocca per la stupore. Avrebbe dovuto aspettarselo, Mr Andy le aveva detto che Mr Taisho era ricco. Ma comunque restò stupita nel vedere che la dimora del tutore era proprio a Emmerke North, fuori città. Era la zona residenziale. Villoni e piscine. Ci era passata una sola volta, quando Kagome l’aveva portata per un giro in macchina non appena si era patentata. Rin guardava rapita tutto quello splendore. Aprì un cassetto nella cucina, tirò fuori la mappa della città e cercò i bus che la portassero lì. Solo una arrivava fin lì e tra l’altro l’ultima corsa faceva servizio alle 20.30. Sospirò. L’indomani sarebbe passata da Joe, il figlio del titolare, a chiedere la giornata. I servizi sociali le avevano accordato l’appuntamento di visita di Mr Nardi il mercoledì’, il giorno in cui Rin non lavorava. Le scocciava perdere l’indomani lavorativo, ma era la fine del mese e la ragazza doveva fare un pò di conti a livello di finanze.
 



Rin abitava vicino al centro della cittadina, in Chapter Road. Una zona molto tranquilla, come tranquilla era la vita nella piccola town. Per molti giovani, una palla colossale. Ma a Rin andava bene così. Dovendo far quadrare le spese ogni mese, non aveva il tempo per perdersi in sogni di gloria sul post high school. Si fece sera. La vecchia tornò. Era stata una sacerdotessa, poi decise di ritirarsi a vita privata e praticare meditazione fino alla fine dei suoi giorni. Kaede si chiamava. Aveva ceduto volentieri il basement a Rin, e la ragazza le pagava ogni mese un affitto. La cucina era in comune, al pianterreno.



Rin le voleva bene, la rispettava. Ma era cresciuta e aveva iniziato a spostare le sue attenzioni su compagnie più giovanili. Kaede aveva accettato tutto questo. Si salutarono e insieme mangiarono una zuppa di farro. Poi Rin aiutò l’anziana e mettersi a letto, le rimboccò le coperte e scese nel basement, per salutare la giornata trascorsa.


  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: honeysuckle_s