Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Miho96    03/02/2011    0 recensioni
Sono nuova, spero vi piaccia!^^ L'ho scritta ispirandomi a "Bella's lullaby" di Twilight...in realtà la saga non mi piace per nulla, però penso non sia venuta male(la mia ff intendo D:) ^^
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lullaby

Ed ecco che un altro giorno giunge al termine.
Sono qui, stesa sul letto a pensare. I ricordi scorrono veloci nella mia mente e piano piano si fa sempre più vivida una melodia. Dolce e ripetitiva, sembra quasi una ninna nanna. E lo è: la suonava mia madre quando ero neonata, per farmi addormentare.
Una volta, a cinque anni, sentendo suonarla per mia sorella minore non ho potuto fare a meno di chiederle: ”Perché per lei suoni così bene e per me no?”
A pensarci adesso, che domanda stupida, come avrebbe mai potuto fare distinzioni tra di noi? Infondo, però, ero piccola e non sapevo.
Ha smesso per un attimo di suonare, si è voltata e mi ha sorriso: “Ma tesoro mio, questa l’ho composta per te quando eri piccola come lei.” Ed è tornata al piano, lasciandomi ad osservarla sbigottita.
Me lo ricordo come fosse ieri. Da quella volta in poi, mi mettevo lì ogni giorno ad osservarla e ad ascoltare quella musica dolce e soave. Era quasi una magia: le sue dita lunghe e sottili sembrava quasi sfiorassero solo il pianoforte, che suonava sotto la direzione di mia madre, come fosse una direttrice di orchestra. Quando saremmo cresciute, non l’avrebbe più suonata.
Mia madre era una pianista di successo. L’ho imparato all’età di dieci anni. Ero fiera di lei. Suonava ancora qualche volta quella melodia, ma non più ogni giorno come prima. “Ho altre cose da fare, scusatemi.” Lo diceva con le lacrime agli occhi e, nonostante tutto, io la odiavo quasi. Solo crescendo, poi, avrei capito che anche avendo tantissimi impegni si faceva in quattro per stare più tempo possibile con noi.
Era una donna minuta, dolce e molto paziente. Adesso, a pensarci, non so come facesse a sopportare tutto quel peso sulle spalle: la casa, i concerti, i nostri capricci e le litigate con papà… Forse è per questo che se ne è andata.
Non era bella, ma aveva quella classe che poche persone sanno mantenere. Mi faceva sentire una principessa e sognavo spesso che da adulta, prendendo il suo posto, sarei diventata regina. La regina del nostro mondo perfetto.
“ Segui il tuo istinto e non fermarti mai, anche se quello che fai è stupido. Non arrenderti e insegui i tuoi sogni.” Negli ultimi tempi mi diceva quasi solo questo. Vedevo la sofferenza nei suoi occhi, ma la ignoravo pensando fosse solo un periodo molto duro che poi sarebbe passato. Ma mi sbagliavo.
Quando ero piccola mi ricordo che i suoi occhi non avevano un colore particolarmente bello, ma erano sinceri. Infatti, non riusciva a mentire, neanche con delle bambine come me o mia sorella. Non ci aveva mai raccontato di Babbo Natale o cose simili e se le chiedevamo della loro esistenza ci rispondeva: “No piccole mie. Non esistono queste cose.” E si rattristava per averci detto la verità. Mi viene da ridere a ripensare quanto fosse ingenua. Già, ingenua. Forse era uno dei suoi difetti peggiori. Le volevo bene.
Poi un giorno tutto cambiò: i miei si divisero. Non mi diede quasi fastidio, mi ero già preparata prima all’eventualità, ma mia madre non resse il colpo. Ogni volta che mi vedeva si metteva a piangere e a scusarsi per la situazione creatasi. Io la rassicuravo dicendole che per me e mia sorella era tutto a posto. Ma lei continuava a piangere sempre di più, sempre di più. Era orribile vederla in quello stato.
Poco dopo questo evento accadde l’irreparabile: Lei, la sua piccola statura, i suoi occhi sinceri, le sue dita e la sua eleganza… non sapevo fino a che punto mi sarebbero potute mancare.
Ricevuta la notizia non ho realizzato bene cosa fosse successo e non ho pianto. Non mi muovevo da questo letto. Ero imprigionata nella mia camera. Fino a che un giorno non sono uscita, ho corso fino alla casa di mia madre e chiamandola non ho ricevuto risposta. Ora lo so. Ora capisco cosa significhi perdere una persona a te cara. Ho pianto. Tanto. Non riuscivo a smettere. Non volevo sapere chi fosse il colpevole della sua morte, non volevo sapere quale fosse la causa che mi aveva portato via quell’angelo.
La vedo. Suona il piano, dolcemente. Quella ninna nanna. Risuona forte nella mia testa, troppo forte. Non resisto. Le volevo bene. Tanto bene. Mi manca da morire. Non riesco a vivere senza di lei. Ma non devo arrendermi. E’ questo quello che avrebbe voluto. DEVO andare avanti senza di lei.
 
Come mi sentirò domani mattina? Sola, come al solito. Piangerò un po’ e poi andrò a scuola senza troppe storie.
Così deve essere. E quando crescerò anche io, voglio trattare i miei figli come lei ha trattato me e mia sorella, da poterli lasciare senza rimpianti quando me ne andrò. Voglio potermi vantare di aver abbandonato questo mondo con un sorriso. Mia madre non ci è riuscita. Sarò io il suo sorriso per il resto della mia vita.


Lo Giuro.


  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Miho96