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Autore: rees    03/02/2011    2 recensioni
Bruno Heller ha spesso deliziato i fan con dei bellissimi momenti romantici, simpatici, dolci e a volte anche tristi, fra i nostri personaggi preferiti. Ma non sempre le cose si sono concluse come noi fan avremmo voluto! Anzi è successo praticamente sempre così :)
ecco perchè ora tocca a noi scrivere quei momenti mancati! Tocca a noi scrivere cosa avremmo voluto vedere: facciamo sognare noi stesse!
è richiesta la partecipazione di tutte (se volete ovviamente!)!!
un bacione:)
Giada
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: In realtà lei mi ama
Autore: Aoko Nakamori
Pairing: Jisbon
Raiting: Verde
Episodio: 2x08


-In realtà lei mi ama.
Rebecca sorride, mentre porta il caffè nell'ufficio del suo capo. Finge di essere divertita. Sa quello che tutti insieme stanno per vedere.
Lisbon arrossisce, mentre cammina al fianco della segretaria di Sam. Deve andare a parlare con lui per degli aggiornamenti su John il Rosso.
Jane scherza, mentre freme dalla voglia di andare più veloce. John il Rosso gli sembra improvvisamente più vicino.
Cho arriva e li ferma tutti quanti, proprio mentre Rebecca sta per entrare nell'ufficio. È arrivata una telefonata dal procuratore che richiede proprio loro per un caso. Devono arrivare in fretta e la presenza di Jane è quella su cui contano di più. Nessuno di loro parlerà con Samuel, oggi.
Lisbon e Jane restano interdetti. Devono parlare con Bosco, John è più importante. Ma il procuratore potrebbe lamentarsi con Minelli e togliere loro il lavoro e a quel punto di John non sentirebbero neanche più parlare.
-Lisbon... Teresa, andiamo subito dopo. Per favore.
-Jane, non possiamo. Se manchiamo la chiamata ci troviamo per strada e a John non potresti più avvicinarti.
Abbassa lo sguardo, sa che ha ragione ma vuole avere l'assassino della sua famiglia tra le sue mani il prima possibile. La guarda negli occhi prima di annuire e dirigersi verso il bullpen.
Sam Bosco, intanto, sta morendo.

Indagano come ossessi. Devono sbrigarsi, Samuel li aspetta ed entrambi sanno come è fatto. Potrebbe cambiare idea da un momento all'altro. Potrebbe dire loro che non li aggiornerà più, solo per fare dispetto a Jane. Certo, Teresa sa che le basterebbe chiederglielo per favore e lui accetterebbe. Lo hanno capito tutti, ormai, che Sam la ama. Ma non farà una cosa del genere per far ottenere a Jane la sua vendetta.
Tornano al distretto che è tutto un viavai di agenti, giubbotti antiproiettile, sicurezza. Come se lo sapesse sin da subito è Jane a fermare Lisbon. I pezzi sembrano essersi messi in ordine nella sua testa senza nemmeno doverci ragionare. Incrocia il suo sguardo preoccupato, ha capito che ha a che vedere con qualcuno che conosce bene e dato che il team era con lei non tarda a raggiungere la stessa conclusione del consulente: Sam.
-Fammi passare, Jane.
-Lisbon lui non può essere qui. L'hanno sicuramente portato in ospedale.
Annuisce poco convinta, non crede possa essere davvero in ospedale. Non spera ci sia stato il tempo di arrivarvi. Nemmeno il sorriso forzato di Jane riesce a tirarla su. Nemmeno un po'. È troppo preoccupata per il suo amico. Lascia scorrere il tempo mentre osserva Patrick chiedere agli agenti dove sia stato portato e se sa chi è stato. Lascia scorrere il tempo mentre Patrick guida la sua Citroen portandola in ospedale. Samuel Bosco è nel reparto di rianimazione, sotto morfina, steso sul lettino, apparentemente privo di vita.
-Credi ce la farà?
-No. Mi dispiace.
Come se le parole del consulente fossero state premonitrici l'uomo peggiora rapidamente, le infermiere li cacciano dalla stanza affannandosi intorno al corpo che sta perdendo rapidamente ogni briciolo di vita. Non ha fatto nemmeno in tempo a svegliarsi. Al CBI continuano ad indagare mentre loro due sono lì, in attesa. Una lunga e snervante attesa.
Un'infermiera li raggiunge dopo circa quindici minuti, iniziando a blaterare su quanto erano critiche le condizioni dell'agente già al suo arrivo, su quanto scarse erano state le possibilità di riuscita dell'intervento. Non appena se ne va Lisbon scoppia in lacrime.
-È stupido, lo so. Tu hai perso tante persone importanti. Sam era semplicemente un amico eppure sto così. Non dovrei.
Patrick prende il suo volto tra le mani, sprofondando con le sue pozze azzurre negli occhi verdi della donna, arrossati dal pianto. Le sorride, questa volta convinto.
-Non è affatto stupido. Sei la persona più dolce che io abbia mai conosciuto, ti preoccupi per tutto e per tutti, anche se non lo fai vedere. Sam era il tuo migliore amico.
Lisbon sospira leggermente, arrossendo in modo piuttosto evidente. Si sente in colpa: Sam è morto e lei non riesce a pensare ad altro che non sia il volto del consulente e il suo cuore che batte all'impazzata. E non si sente in colpa tanto per il fatto di essersene innamorata, quanto perché se ne rende conto ora che l'uomo che le ha fatto venire il dubbio è morto. Sì, Sam è sicuramente l'uomo che le ha fatto ammettere i suoi sentimenti verso Patrick Jane. Sentimenti che fino a quel momento aveva celato bene anche a se stessa.
-C'è una sorta di ironia, in questo, non trovi?
Patrick la guarda stralunato. Lisbon che riesce a trovare dell'ironia in una situazione del genere?
-In che senso?
-Noi poliziotti dovremmo prendere le persone che uccidono, rischiando di morire.
-Già.
Si trattiene dal dire che non c'è ironia in questo. Che poteva essere lei al posto di Sam, che probabilmente presto o tardi lo sarebbe stata a causa di John. Prima o poi Teresa Lisbon avrebbe rischiato la vita. Ma lui l'avrebbe salvata.
-La vita è così breve per noi. Non è la prima volta che vedo un collega ferito o ucciso. Ma ogni volta sembro dimenticarmene.
-La vita è breve per tutti. Se qualcuno fa un errore c'è sempre qualcuno che ne subisce le conseguenze. Io ne sono la prova vivente.
-Oh, Patrick.
Torna a piangere al pensiero delle persone che il suo biondo amico ha perso. Sua madre, sua moglie, sua figlia e chissà quante altre.
-Ormai non ci sono più, per quanto io possa dannarmi, loro non ci sono più. E tutto quello che posso fare, ora, è mostrare loro che non sto sprecando il dono che è stato loro tolto. Devo mostrare loro che so essere forte, non morirò lentamente come John vuole.
Senza sapere nemmeno lei cosa sta facendo stringe Jane in un abbraccio, senza avere alcuna intenzione di lasciarlo andare, almeno per un po'.
Le labbra di Patrick cercano quelle di Teresa, dubbiose. Specialmente quando si accorge che lei non sembrava avere intenzione di rispondere e lasciarsi coinvolgere. Rimane pietrificato da quella reazione, l'unica che non si aspettava. Si allontana in fretta mentre lei lo blocca. Ma non con il desiderio di baciarlo di nuovo.
-Non fraintendere, Patrick, ma oggi non è la giornata più adatta.
Jane si rilassa un poco facendo tornare sul suo volto quel ghigno giocoso che porta sempre.
-L'avevo detto che in realtà mi ami.

Spazio autrice: Lo so, non ha un senso. Però mi sono chiesta: se non avessero trovato Sam? Ecco che ne è uscito. Mi scuso per eventuali errori... scrivere al presente mi imbroglia :D
   
 
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