Libri > Twilight
Ricorda la storia  |       
Autore: AlexDavis    04/02/2011    17 recensioni
Isabella Swan amministratore delegato della Cullen assicurazioni si troverà un giorno a dover avere a che fare con il figlio del presidente Carlisle Cullen, Edward Cullen.
Edward e Isabella non si sono mai sopportati per questo quest'ultima decide di vendicarsi su di lui, ma non sempre va come ci si aspetta.
Come finirà?
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve ragazze rieccomi con un'altra storia, voi direte... ma non ti sei scocciata? Ehm no!
Mi piace troppo scrivere e poi ho centinaia di idee che mi vorticano per la testa e devo metterle per forza nero su bianco o scoppio, quindi eccone un'altra.
Isabella Swan è l'amministratore delegato della Cullen assicurazioni una delle aziende più famose degli Stati Uniti. Un giorno il presidente, Carlisle Cullen, le affida un compito quello di seguire un gruppo di stagisti tra cui c'è suo figlio Edward Cullen.
Isabella ed Edward si conoscono da molto, ma non sono mai andati daccordo così Bella decide di rendergli la vita un inferno, ma presto le cose le sfuggiranno da mano...
Spero vi piaccia.
Buona lettura.
xoxo Alex
ps le mie storie in corso sono 'Ladro di Cuori', 'Lezioni di piano', 'Inevitabilmente tua' e 'Due uragani a sconvolgerci la vita' (twilight cast)... fateci un salto, mi farebbe piacere.






Capitolo 1


Nell’ingresso dell’enorme palazzo si sentiva solo il ticchettio delle mie Louboutin nere che mi erano costate un occhio della testa, ma per me che ero l’amministratore delegato di una delle più famose e produttive multinazionali d’America non era nulla. Quella mattina avevo indossato un tailleur grigio perla con un camicetta di seta nera e camminavo a testa alta facendo oscillare i miei boccolosi capelli castani che mi arrivavano a metà schiena. Salutavo chi conoscevo e ignoravo chi credeva di conoscermi, avrei anche voluto ignorare la mia assistente che era alla pari di una piattola, ma non mi era possibile.
<< Buongiorno, signorina Swan. >> mi disse con educazione.
Credeva di prendermi in giro con il suo tono sottomesso, ma io sapevo che appena giravo la faccia ne diceva di tutti i colori sul mio conto, ma io la ignoravo. Non la degnai neanche di uno sguardo e continuai a camminare sotto lo sguardo di tutti i dipendenti per la maggior parte avevo assunto io e che potevo licenziare in un attimo. Avevano tutti paura di me.  
<< Gli appuntamenti della mattina? >> chiesi in tono freddo e distaccato mentre premevo il pulsante dell’ascensore.
<< Alle dieci ha appuntamento con il contabile, a mezzogiorno ha appuntamento con l’amministratore delegato della Denali&CO e oggi pomeriggio è libera. Ah dimenticavo, il signor Cullen la sta aspettando nel suo ufficio. >> mi disse tranquilla.
La fulminai con lo sguardo. << Il signor Cullen vuole vedermi e tu perdi del tempo prezioso? >> le chiesi già alterata.
Lei fece un passo indietro. << Mi scusi, signorina Swan. >> disse mortificata.
Sospirai. << Ti è andata bene perché non ho nessuna voglia di cercarmi un’altra assistente, ma che non si ripeta più. >> e feci chiudere le porte dell’ascensore facendola rimanere a bocca aperta.
Schiacciai l’ultimo pulsate,  presi il mio touch screen e trovai una chiamata persa, feci scorrere la sbarra e sorrisi.
Schiacciai sul nome la chiamata partì e subito una voce squillante rispose al telefono trapanandomi il timpano.
<< Dammi un buon motivo per non spaccarti il telefono in faccia e mettere fine alla nostra amicizia. >> mi disse.
Risi. << Il fatto che ti mancherei troppo? >> dissi.
La sentii sospirare. << Ti odio. >> mi disse ed immaginai il suo adorabile broncio.
<< Non è vero, mi adori. Come stai? >> chiesi.
<< Mi sento una mongolfiera e non faccio altro che mangiare. >> si lamentò.
Alice, la mia migliore amica dai tempi dell’asilo, era incinta di cinque mesi e aveva qualche problema a regolarsi con il cibo. Mentre stavo per risponderle mi arrivò un bip e sapendo chi fosse misi l’opzione a tre e la voce suadente di Rose, anche lei mia migliore amica proruppe dal telefono.
<< Be, dille anche tu che è normale. >>disse esasperata.
<< L’ho già fatto, Rose, ma è cocciuta. >>
<< Ehi io sono qui, ricordate, smettetela di sparlare di me. >>disse indignata Alice.
<< Lo faremo quando tu smetterai di … >> iniziai io.
<< … lamentarti. Hai un bambino nella tua pancia è normale avere il doppio … >>
<< ... della fame.  E poi sei sempre bella e non sei diventata una... >>
<< … mongolfiera. Fai ancora l’amore con tuo marito e non penso che si sia ancora… >>
<< … lamentato. Quindi smettila! >> conclusi la nostra arringa, e Rose fece un verso di assenso.
Alice sbuffò. << Vi odio quando concludete la frase per l’altra. >>
<< Non è vero, tu… >> iniziò Rose
<< ...ci adori. >> conclusi io e scoppiammo a ridere.
L’ascensore si aprì in quel momento e dovevo staccare.
<< Ragazze devo andare il grande capo mi vuole, ci vediamo alla festa? >> chiesi riferendomi alla festa dei quarant’anni di Jasper, il marito di Alice.
<< Certo, ciao Be. >>mi salutò Rose.
<< Ciao Bells. >>mi salutò Alice.
E riattaccai. Posai il telefono nella mia Louis Vuitton regalo delle mie amiche per il mio trentesimo compleanno che avevamo festeggiato a Las Vegas tutte e tre, divertendoci come delle bambine bevendo come scaricatrici di porto. Era ancora molto vivida la sensazione di bolla che avevo il giorno dopo, mi sembrava di essere in incubazione quella mattina.
Mi rassettai il mio cappotto nero e varcai la portavetri che portava nell’ufficio del grande capo, il signor Carlisle Cullen. Uno degli uomini più sexy e dolci che avessi mai incontrato nonché mio mentore. Era lui che mi ha insegnato tutto quello che so e mi ha preso come stagista appena uscita dall’università affidandomi uno dei settori di produzione, una cosa che nessuno aveva mai fatto. Aveva creduto in me e sarei sempre stata in debito con lui.
<< E’ permesso? >> chiesi buttando la testa dentro.
<< Entra, Isabella. >> mi invitò con voce dolce ad entrare.
Carlisle era seduto sulla sua sedia di pelle nera simile alla mia e mi rivolse un sorriso dolce e si vedeva che era contento di vedermi. Aveva dei capelli biondo platino e due occhi azzurri che sapevano scrutarti dentro e metterti in imbarazzo, aveva delle labbra sottili e rosee e il viso dai lineamenti dolci.
<< Mi volevi? >> chiesi ed entrai.
Solo allora mi resi conto che non eravamo da soli nello studio, c’era anche l’uomo più odioso che avessi mai visto:
Jacob Black, diciamo l’amministratore in seconda, l’uomo più pomposo e sbruffone con cui avessi mai avuto a che fare e per la cronaca a letto faceva anche schifo. Nulla da togliergli in fatto di bellezza, perché la sua carnagione scura e il suo sguardo nero e profondo gli davano la nomea di bello e bastardo, perché nessuno più di lui sapeva come fare carriera illegalmente.
<< Black. >> saluta fredda.
Lui fece un sorriso sornione. << Swan sei sempre più bella. >> disse malizioso.
Gli lanciai un’occhiataccia. << Questo è un complimento vero quanto inappropriato, Black. >>
Lui stava per ribattere, ma Carlisle pose fine alla discussione e mi fece cenno di accomodarmi ed io lo accontentai subendomi lo sguardo divertito di quell’animale in via d’estinzione.
<< Allora come saprete ogni anno prendiamo sotto la nostra ala un gruppo di stagisti e quest’anno non verremmo meno a questo.  Domani ne arriverà uno da Harvard e voglio che ve ne prendiate cura, okey? >>
Io lo guardai sconvolta.  << Carl non ne ho il tempo, l’operazione Denali me ne prende troppo. >> dissi
Lui mi guardò sorridendo. << Tesoro quante operazioni di acquisizioni o smistamento hai concluso nell’ultimo anno? >>
Sbuffai. << Non lo so, due? >> chiesi.
Lui mi sorrise come si fa ad un bambino. << Ne hai concluse sette, più di quanto dovresti in un anno è arrivato il momento di rilassarti un po’. Per questo ho deciso di passare l’operazione Denali a Jacob e tu ti occuperai degli stagisti. >> mi disse tranquillo.
Ritiro la mia opinione buona che avevo su di lui. << Non puoi farmi una cosa del genere, sai quanto ci tengo a quell’operazione.  >> dissi indignata. << Io ho studiato giorno e notte per quel caso e adesso lo dai a lui, che se gli dici variazione va a guardare se il tempo è cambiato! >> dissi indicandolo.
Carlisle trattenne una risata e Jacob mi guardò offeso. << Lo so cos’è una variazione! >> disse in sua difesa, ma io già non lo stavo ascoltando più, avevo gli occhi puntati su Carlisle.
<< Jacob potresti lasciarci da soli? >> chiese e Jacob dopo un’ultima occhiata verso di me uscì dalla porta sbattendola.
Non dissi una parola e lui si alzò avvicinandosi a me e sedendosi sulla scrivania.
Mi rivolse un sorriso dolce. << Tesoro tu sai quanto ci tenga a te e sai che ti reputo la migliore in questo campo forse anche più di me, ma il troppo stroppia. Sei stanca, Isabella, anche se non lo ammetti hai bisogno di riposare quella testolina. L’operazione Denali è quasi conclusa grazie a te, possiamo permetterci di passarla nelle mani di Jacob e tu puoi permetterti un po’ di relax. >>
Sbuffai. << Tenere a bada un branco di cani rognosi non è proprio la mia idea di relax, sai? >>
Lui sorrise divertito. << Questo è un si? >>
Io sbuffai. << Mi aspetto un aumento per questo. >> e lui rise e lo seguii anche io.
Quando smettemmo, Carlisle mi consegnò la cartella con i nomi e le credenziali di ogni ragazzo che avrei dovuto seguire da quel momento fino a tempo indeterminato e controvoglia lo afferrai.
<< Mi fido di te, Isabella. >>
Annuii. <>  lui annuì e con il suo solito sorriso mi congedò.
Mi diressi all’ascensore e li ad aspettarmi trovai quella faccia da schiaffi di Black che al solito sorrideva sornione, io gli rivolsi solo un’occhiata e schiacciai il pulsate per richiamare l’ascensore e mettere più spazio possibile tra di noi.
<< Swan non essere così fredda, non puoi avercela con me perché sono il migliore. >> mi disse divertito.
Mi girai verso di lui e gli puntai un dito sul petto. << Ascoltami attentamente, Black. Carlisle ti ha offerto questo lavoro non perché tu sia il migliore , ma solo perché sei l’unico rimasto dopo di me cioè la migliore. Una ruota di scorta, Black, solo questo sei.  Verrai sempre dopo di me, sempre e comunque. >> dissi con molta calma, lui deglutì segno che avevo afferrato il suo punto debole. Lui stava li da molto più tempo di me e si era visto soffiare da sotto il naso la carica di amministratore delegato da una stagista ed ero sempre io quella che si accaparrava le operazioni migliori e più redditizie.
L’ascensore arrivò ed io entrai.  << Ah un’altra cosa, Black. Fai saltare l’operazione e verrò a cercarti fin dentro la tua fogna per sotterrarti. >> e schiacciai il bottone per chiudere le porta.
Quando arrivai nel mio ufficio la mia segretaria mi passò i messaggi che mi erano arrivati durante l’assenza e le chiesi di chiamare il contabile per anticipare l’incontro e così passai le seguenti due ore a parlare di bilanci e fatturati. La nostra era l’azienda di assicurazioni più famosa e redditizia di tutti gli Stati Uniti ed io mi dovevo tenere aggiornata su tutte le entrate e le uscite o non avrei adempiuto al mio ruolo. A mezzogiorno accolsi l’amministrazione della Denali&CO e gli comunicai le novità e loro rimasero alquanto interdetti nel passare nelle mani di un perfetto  sconosciuto ed io mi adoperai ad elogiare le doti, inesistenti, di Black per non far saltare l’operazione di acquisizione. Erano le tre quando finii con gli appuntamenti così decisi di studiarmi un po’ la cartella degli stagisti che mi aveva dato Carlisle quella mattina, se dovevo farlo era meglio iniziare. Cominciai a scorrere e notai che la maggior parte dei ragazzi avevano nomi influenti e avevano anche dei voti altissimi, non sapevo se tutte quello lodi erano dovuti ai loro nomi, ma se Carlisle li avevi scelti voleva dire pur qualcosa.
Mentre stavo scorrendo i nomi mi bloccai leggendone uno, l’ultimo che mi sarei aspettava e l’ultimo che volevo veder, perfino Jacob veniva dopo di lui nella mia lista nera e ce ne voleva.
Edward Cullen.
Mentre rileggevo quel nome un’idea malsana si fece spazio tra i miei pensieri ed ero seriamente intenzionata a seguirla.
Avrei reso la vita di Edward in quell’azienda un inferno. 



ps. se vi piace la continuerò, sennò è stato un piacere :)

 

 
   
 
Leggi le 17 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: AlexDavis