Capitolo 6
A legal matter
Devo dire che il caro Entwistle è molto più aggraziato di quello scimmione di Daltrey, quando sta al volante.
Questo è il pensiero che mi accompagna mentre scendo dal pulmino, abbandonando
con un certo dispiacere ma senza troppi melodrammi il calore dell'abitacolo.
Quindi, con un allegro sorriso stampato sulle labbra, salto giù dal pulmino e
inspiro l'aria invernale che mi circonda – l'odore del freddo, della neve, dei
canditi e dei dolcetti natalizi... Ah, i dolcetti natalizi! Sono una delle
cose che più amo del Natale!
-Jingle Bells, Jingle Bells,
Jingle aaaall the waaaay!-
sento improvvisamente alle mie spalle.
Mi volto e la prima cosa che riesco a vedere è la facciona da schiaffi di Keith
di fronte alla mia, poi due braccione da gorilla – da
gorilla, viste le mie modeste dimensioni – mi afferrano e mi stringono in un
inaspettato abbraccione che somiglia molto alla
stretta di un paio di tenaglie. Ridendo, mi unisco al suo canto felice,
cercando intanto di liberarmi dalla sua presa.
-Nananaaa nana nanaaaa na na nana na
na, HEY!-
Eh, che ci posso fare se nessuno dei due conosce il testo del brano. Enty ride di fronte al piccolo spettacolino che abbiamo
inaugurato, spegnendo il motore e scendendo da un'altra portiera; Sara, ancora
a bordo del pulmino, sembra molto confusa e anche parecchio imbarazzata. Nel
frattempo, sento gli schiamazzi di quei due idioti di Roger e Pete che si prendono a gomitate mentre scendono.
-Fammi scendere, brutto idiota! E non starmi accanto!-
-Sei tu che mi stai accanto, checca!-
-Checca? Ma che caz...-
-Sai una cosa? I cretini e le checchine hanno la
precedenza, quindi scendi pure, Townshend.-
-... vaffanculo, Daltrey.-
Alzo gli occhi al cielo e trattengo una risatina. Finirà mai?
-Non penso che i loro litigi avranno mai fine,- borbotta Keith accanto a me,
come se m'avesse letto nel pensiero. -È come
se fossero fatti uno per l'altra. A volte mi sembrano pure marito e moglie,
anche se non saprei dirti chi dei due sia la moglie. Ma sei ancora piccola per capire
queste cose.- E sghignazza.
Storco il naso. Sono ancora piccola per capire queste cose? Gli tiro uno sberlone sul braccio con cui ottengo solo una grossa e
grassa risata da parte sua; cerco di sferrargli un pugno, ma lui riesce ad
afferrarmi il polso in tempo e a stringermi ancora una volta tra le sue
braccia.
-Aaaaah, Moonie, uffa!
Perché devo sempre perdere?- mi lamento.
Lui sorride. -Dai, Mitchie. Sarà per un'altra volta.-
Fa una breve pausa, come se stesse pensando a quel che deve dire, quindi riapre
bocca, seppur con una certa timidezza. -Ehm... Io avrei una piccola cosa da
dare a... Ecco, erm... A quella tua amica, piace la
musica?-
A quella mia amica? Chi, Sara? Mi viene da sorridere.
-Certo, ovvio che le piace!- rispondo, -Perché? Che le devi dare?-
Le sue labbra si muovono come se stesse per dire qualcosa, ma si bloccano
subito, stendendosi subito dopo in un gran sorriso.
-Macciaaaaao Saaaaaaara!-
esclama, sbattendo le mani una contro l'altra.
Mi volto e vedo la mia coinquilina scendere dal Magic
Bus pulmino a piccoli passi, ancora con lo sguardo sui due sposini
litiganti, e ora guardando in nostra direzione con un sopracciglio alzato.
Prima che io possa fare qualcosa, Sara è, non so come, in braccio a Keith e lui
la osserva quasi come se fosse un premio. Mi suicido per trattenere le risate
mentre li osservo, di fronte a me, ancora fermi in quella posizione, con la
lieve differenza che ora Sara osserva Keith con un'espressione tra lo
spaventato e lo scandalizzato.
-Ma... Ma sei impazzito?!- esclama lei.
-Iiiiiio avreeeeeei una piiiiiiiiccola cosa da regalaaaaaarti!-
urla a squarciagola Keith, rivolgendole uno di quei sorrisini buffi e ridicoli
che solo lui riesce a fare.
Subito dopo sfreccia all'interno del veicolo lasciando Sara per terra con
delicatezza, sentiamo il rumore di cassetti che sbattono e vediamo cose che
volano attraverso i finestrini. Qualche minuto dopo, lo vediamo uscire con una
mano posata sui fianchi e un'altra che stringe qualcosa di quadrato e stretto,
impacchettato malamente con della carta colorata. Mi viene da ridere; deve aver
incartato adesso il regalo. Lo conosco, io.
Si abbassa all'altezza di Sara, ancora inginocchiata per terra, pallida e
stordita, e le porge galantemente il regalo.
-Per lei, mademoiselle.-
Aaaah, Kif.
Cambierai mai?
Mi avvicino, curiosa di vedere cosa possa aver regalato Keith a Sara, mi
inginocchio accanto a lei e osservo le sue dita scartare timidamente il regalo,
strappando via a poco a poco la montagna di scotch per pacchi intorno alla
carta colorata.
Finalmente, qualche secondo dopo, Sara toglie l'ultimo strato di nastro adesivo
e riesce a rimuovere la carta.
Entrambe rimaniamo a bocca aperta.
Ommioddio. Ommioddio. Ommioddio!
PET SOUNDS! PET SOUNDS DEI
BEACH BOYS!
Alzo gli occhi verso Keith, incredula. Come cazzo faceva a sapere che Sara desiderava questo disco?
È un genio!
Lui mi rivolge un sorrisino imbarazzato e fa spallucce, poi si abbassa verso la
mia coinquilina e le spettina i capelli, schioccandole un piccolo bacino sulla
guancia.
-Spero ti piacciano i Beach Boys! Buon Natale!-
Mmmm. Prevedo un altro svenimento da aggiungere alla
collezione...
-QUINDICI UOMINI SULLA CASSA DEL MORTO,
YO-HO-HO, E UNA BOTTIGLIA DI RUM PER CONFORTO!-
Sorseggio tranquilla il mio bicchiere di vino (tralasciamo tutte le lamentele e
i vari -sei troppo piccola!- o -diluisci con l'acqua-, per favore) ascoltando
il soave canto di Keith e Pete, abbracciati e uniti
nel loro lieve e delicato stato di ebbrezza.
E se dalle mie parole attualmente non traspare l'ironia di cui ho provato a
usufruire, beh, ci tengo a sottolineare che non tutto quello che ho detto è del
tutto fedele alla realtà. Canzone piratesca e i -sei troppo piccola!- a parte,
s'intende.
Sembra però che le loro voci non trasfigurino in mezzo al trambusto che domina
nel buio e claustrofobico locale in cui siamo approdat...
A-hem, in cui abbiamo deciso di tenere la nostra
personale festicciola.
La clientela festeggia, beve, mangia e passa il proprio tempo con
spensieratezza. Nessuno sembra ancora essersi accorta della presenza di Keith e
gli altri nel locale. Meglio.
Enty, seduto alla mia sinistra, si unisce dal posto
al decantamento in coro del sereno cantico piratesco
di Keith e Pete tenendo il tempo con le mani; Roger
sembra sul punto di addormentarsi, mentre sfoglia una rivista presa alla cazzo
da non so dove, visibilmente disinteressato e annoiato.
Mi appoggio al muro a destra dell'angolo in cui sono seduta per poi sporgermi
per un'altra volta in direzione della mia coinquilina per spiare la copertina di
Pet Sounds, che lei sta
tuttora rimirando, intimidita e felice allo stesso tempo, colorita da un lieve
rossore sulle guancie.
Sorrido; è bello vederla contenta. Di solito è sempre stressata per via della
scuola, del lavoro... E a proposito.
-Ma, err... Hem hem!-
-Non allungarti ulteriormente e taglia corto. Che vuoi?- mi chiede, voltandosi
verso di me.
Sogghigno.
-Sai, ecco... Ti ricordi di quel ragazzo tanto cariiino...
Paul McCartney, ecco...-
-Ancora con 'sto cariiino?! Mo’, io te lo fo’
ingoiare 'sto cariiiiiino!- esclama,
innervosita, abbassando il disco sulle gambe.
-Calma, calma!- Rido. Un altro sorso di vino, poi parto all'attacco. -Vi siete
sentiti di recente, allora??-
Quando le porgo la domanda, sembra pensarci su. Alla fine, fa spallucce e ritorna
ad ammirare la copertina di Pet Sounds.
-No. Lo vedo spesso alla libreria ma riesco sempre a
finire il lavoro in tempo e a tornare a casa prima che lui mi saluti.-
Storco il naso. Ma che cazz...
Mi schiarisco la gola e cerco di sorridere.
-... se non fosse Natale, ti picchierei.- borbotto a denti stretti.
-Fa’ pure, non mi disturba.-
Ah? Va benissimo! Le tiro un pizzicotto sul gomito e lei sussulta, fissandomi
con un'aria offesa.
-... ahia, Mitchie! Ma ti sei rincretinita?!-
-Rincretinita sarai tu che ti ostini a rifiutarlo!- urlo, cercando di mostrarmi
il più incazzata possibile. -Al posto tuo, io...-
-Ammettilo che gli salteresti addosso.-
Tsk. E lei sa cosa faccio adesso, io?
Mi schiarisco la gola e sorrido, felice di poter dare un annuncio.
-Uuuh, sapete che Sara uscirà con Paul McCartney?-
-Michelleee, taciiii! Non è veroo!- protesta Sara, tirandomi una gomitata.
-Non chiamarmi più Michelle, capito?-
Daltrey pare allora svegliarsi, posando la sua amata
rivista.
-Cheee? Quel coleottero?!-
-Scarafaggio, Roger; scarafaggio.-
lo corregge Keith, sedendosi su uno sgabello.
-Dove? Dove?- Roger si gira di scatto,
spaventato. -Ci sono blatte in questo ristorante? Cazzo aspettavi a dirmelo, Moonie? Andiamocene!-
Io, Sara, John e Pete
rimaniamo senza parole, mentre Keith spiega meglio la faccenda a quel ritardato
di Rog:
-È il
loro nome. Beatles = scarafaggi.-
-… ah, vero. Ehehehehe.-
Cerco di aggiungere una mia opinione riguardo alla mancanza del cervello
all'interno della scatola cerebrale di Rog quando una
mano mi scuote la spalla. Alle mie spalle, Enty
sorride, sereno.
-Ti va di andare a prendere altro da bere?- chiede, per poi aggiungerci con
malizia: -Dell'acqua fresca, magari.-
-Ahah, bella questa, John, ma... Te lo scordi!
Stasera io bevo sooolo vino, poi io reggo
l'alcol meglio di tutti voi messi assieme!- rispondo, tutt'ad un tratto sotto
il campo d'azione di non so quale improvvisa sferzata di raro e prezioso
orgoglio e fierezza di sé.
-Ehm... Posso venire pure io?- chiede allora Sara, alzando un ditino in aria.
-Ho finito la, a-hem, Coca.-
Enty mi guarda con un sopracciglio alzato, poi
sorride cordiale a Sara: -Certo. Andiamo, allora.-
Ignorando le scenate semi-drammatiche di Pete e
Keith, andiamo al bancone e Enty ordina una birra
bionda e due lattine di Coca. Roteo gli occhi, infastidita. Eppure penso di
essere stata chiara...
-Ti ho detto che io l'alcol lo reggo! E anche meglio di tutti v... Oooh, ma sto diventando ripetitiva!-
Lui mi dà un buffetto sulla guancia e prende la sua birra, portandosela sulle
labbra senza dire altro.
Gnnnnn, che nervoso quando fa così!
Sto per prendere – a malavoglia – la lattina di Coca quando sentiamo tutti un
rumore forte alle nostre spalle e ci voltiamo, spaventati.
I miei occhi non hanno neanche il tempo di focalizzare la situazione che due manone mi afferrano per le spalle e mi spingono contro un
tavolino, in mezzo al generale scalpore che sembra aver zittito la chiassosa
clientela.
-MA CHE CAZ... MITCHIE!-
Scuoto la testa, mi strofino gli occhi e solo allora mi accorgo che due enormi occhioni verdi mi stanno guardando, a poca distanza dai
miei, alquanto preoccupati. Aggrotto la fronte senza dire niente e abbasso le
mani, continuando a ricambiare l'occhiata che mi rivolge quello strambo tizio
baffuto che mi è appena cascato addosso.
-Errrr... Niente di rotto, signorina?- mi chiede con
tono imbarazzato, ansimando.
Ignoro il suo alito odorante di alcolici e accenno ad un sorriso, che finisce
per uscirmi abbastanza forzato.
-N-no, non si... Non si preoccupi...- annuisco,
convinta. Almeno, provando a essere convinta.
Lui sorride, come sollevato dalla mia risposta, quindi, con molta fatica,
riesce ad alzarsi e a offrirmi una mano per aiutarmi.
Afferro il suo polso e cerco di tirarmi su – meno male che oggi mi sono messa i
pantaloni lunghi! – ma cado di nuovo per terra. -Eccheccazzo!-
urlo, per poi accorgermi che, per una volta, non sono caduta a causa della mia fottutissima
goffaggine.
-Bonzo, cazzo!-
Storco il naso all'urlo acuto proveniente da non so dove e poi abbasso gli
occhi.
Ai miei piedi, il tizio di prima giace per terra con la faccia per terra e un
paio di schegge di vetro marrone tra i capelli; un altro ragazzo che prima non
avevo visto, stavolta alto e biondo, si butta alle spalle del responsabile, un
armadio dall'aria spaventosa alto il doppio di lui e armato di bottiglia
scheggiata, accompagnato da un viscerale urlo di battaglia che somiglia tanto
ad un “Ounheahhonhouh” urlato a squarciagola, se
proprio devo essere precisa.
Mi guardo attorno alla ricerca di una via d'uscita per sgusciare via, anche se
mi piacerebbe poter aiutare quel “Bonzo”, immobile e privo di sensi davanti a
me.
Prima che possa fare una cazzata, qualcosa, forse la mano della coscienza, mi
tira per il polso in tempo prima che l'armadio e il biondo cadano entrambi sul
punto in cui mi ero bloccata e salvandomi in tempo da un triste destino di frittella
che mi aspettava. Due braccia mi afferrano e mi stringono in un grande
abbraccio, spettinandomi nervosamente i capelli.
-Mitchie! Cazzo, ho temuto il peggio! Stai bene?
Niente di rotto? Non farti mai più coinvolgere in cose del genere, ok? La
violenza è una gran brutta cosa, capito?-
-Da quando sei così hippie, Townshend?- domanda una
voce dura e secca alla sua destra.
-Zitto, Daltrey, e non parlarmi di... Di... Di quella
gentaglia.- risponde Pete, dignignando
i denti.
Cerco di rispondere all'interrogatorio ma altre mani mi costringono ad
appiccicarmi al petto di un'altra persona, e stavolta tocca a Keith.
-Ehi, piccola! Hai avuto paura? Tutto a posto?-
-... certo che non avete proprio originalità per le domande, eh!- borbotto,
continuando lo stesso a restare appiccicata a Moonie.
Alle spalle di Keith, Enty mi guarda in silenzio.
Cerco di tendergli la mano, ma sento Sara che mi attira a sé e... Insomma, la
solita solfa, penso si sia capito.
-Ma tutte a me devono succedere?- le sussurro nell'orecchio, mentre tiene la
testa appoggiata sulla mia spalla, in silenzio.
-La tua si chiama sfiga, Mitch.-
Sbuffo. 'Sta dea bendata del cavolo non tende mai il braccio verso di me,
allora!
Nel frattempo, la rissa sembra essersi finalmente conclusa e quell'armadio
volta le spalle all'ingresso spalancato del locale, strofinandosi le mani con
soddisfazione e buttando per terra la bottiglia rotta.
Sara scioglie l'abbraccio e, forse per la curiosità, si affaccia dalla porta
per vedere i due soggetti scacciati fuori a calci nel sedere, inseguita dagli
altri. La seguo pure io e guardo fuori dalla porta. In fondo, la faccenda mi
intriga.
Vedo due ragazzi sulla candida strada innevata. Uno è seduto, con le gambe
incrociate, impegnato ad asciugarsi il naso sanguinante e a bestemmiare come un
turco. Un turco giovane e biondo. Accanto a lui, noto il tizio di prima,
sprofondato in mezzo alla neve bianca in una posizione fetale.
In quel momento, vedo da lontano il biondo che spalanca i suoi occhi azzurri e
alzarsi in piedi di colpo.
-SVEGLIATI, BONZO! SVENTOLA A ORE
DODICI!-
Inarco un sopracciglio.
… eh?
-Nnnnfffggg... Eh?- borbotta Bonzo, aprendo gli
occhi.
Ecco, infatti. Eh?!
Sono tentata di uscire, agguantarli e chieder loro delle spiegazioni, ma
scompaiono prima che possa mettere piede fuori dal locale.
Sbuffo, di nuovo.
Ma che razza di gente!
-Scusi, signore... Ma che cosa avevano fatto?- chiede allora Sara, voltandosi
verso l'armadio, che ha raggiunto la porta.
-Cosa avevano fatto? Oh, non lo so, ma so che quei teppistelli
non hanno pagato, ecco cosa non hanno fatto! E comunque,- lo vedo
girarsi verso di me, socchiudendo minacciosamente (?) gli occhi, -Tu non mi sembri
maggiorenne...-
Inghiotto rumorosamente della saliva. Ahiahi.
Pensa, genio, pensa!
-... ma che diiiiiice! Ovvio e assicurato che io sono
maggiorenne! Maggiorenne al cento per cento, lo posso giurare!-
Alle spalle dell'omone, Pete e Roger si stanno prendendo
a gomitate dalle risate. E l'omone non sembra convinto.
Pensa, genio, pensa! E son due.
-A-hem, lei non sa chi sono io! Porti rispetto ad
una... Errh... Signora come me! Ho trentun
anni, ho la patente e ho marito e figli!- Una pausa. Nel raggio di tre metri,
tutti mi osservano perplessi. E io m'affretto a precisare: -Sa, noi eschimesi
maturiamo molto tardi...-
-It's been a
hard day's night...-
Così dicendo, mi lascio cadere su un
sedile del pulmino, quello posto accanto al finestrino.
Ben presto vengo raggiunta da Enty, che si siede
accanto a me e mi offre una tazza di cioccolata fumante e un pacchetto di
biscotti. Gli sorrido, dopo un lungo sospiro, e prendo la cioccolata,
soffiandoci dentro per raffreddarla.
-Ti prometto che l'anno prossimo non verrai coinvolta in una rissa, semmai
vorrai ancora festeggiare il Natale con noi.-
Sussulto e mi giro verso di lui. Mi guarda con la sua solita espressione mite,
con l'aria anche vagamente assonnata.
-Ma certo che vorrò festeggiare il Natale con voi anche l'anno prossimo!
Scherzi?-
Gli soffio un bacino sulla guancia e sorseggio la cioccolata, prendendo un
biscotto dal sacchetto – mmm, scaglie di cioccolato e
noccioline!
Rimaniamo in silenzio per un altro po', mentre io mi ingozzo senza troppi
pensieri in testa.
Poi, le sue dita posano una piccola scatoletta rossa sul mio ginocchio. Storco
le labbra.
-E... E questo?-
-Un piccolo pensierino.- Guarda un attimo il buio paesaggio fuori dal vetro, le
case punteggiate da tante luminose decorazioni colorate. -Buon Natale, Mitch.-
Vorrei chiedergli altro ma mi limito a stare zitta e a scartare la scatoletta
con una certa emozione.
Cavolo, le uniche persone da cui avevo ricevuto un regalo fino ad allora erano
Sara e mia madre! Non posso negare di sentire una certa gioia superficiale che
riescono a darti solo le cose materiali e che ogni volta mi infastidisce
provare, ma in questo caso... Insomma, penso di meritarmelo. O no?
Sotto la carta rossa, si nasconde qualcosa di simile ad una scatoletta per i
gioielli.
Forse saranno orecchini, oppure un anello (anche se suonerebbe alquanto
equivoco, duh), oppure...
Ora Enty guarda verso le mie mani esitanti e un lieve
sorrisino illumina il suo viso. Forse sta aspettando che apra.
Mi morsico il labbro e spalanco la scatoletta.
Oh, cavolo. No, non ci posso credere.
Rido, rido come un'idiota e mi butto sul collo di Enty,
appoggiando in tempo la tazza di cioccolata da un'altra parte.
-Oh, John...-
Lancio quindi un'occhiata verso il ciondolo che stringo tra le dita e ho come
l'impressione che quel ragno mi stia sorridendo.
Trova
l’intruso.
Premetto la mia incursione affermando
che io Kif me lo sposerò, prima o poi, eccheccazzo. Quanto cazzo è dolceee,
quantooo? ç_ç
Ok, torno seria LOL Vi scoccio due
secondi con i miei messaggi subliminali e poi me la squaglio, occhei?
Spero di morire prima di diventare vecchia. Vabbè, My Generation docet.
That’s all u.u Vi aspetto per il prossimo capitolo, curato dalla
sottoscritta : D
Adiosss (:
Dazed;
Who are you?
Oh, ma buongiorno! (O buonasera,
dipende.)
Finalmente, ecco il sesto capitolo! Con una ciliegina sulla torta: nuovi
arrivati! Il nome Bonzo è familiare a qualcuno, per caso? LOL.
Lo so, è un capitolo abbastanza lunghetto e noioso, mi ha occupato esattamente
quattro pagine, e con queste inutili note raggiungiamo la quota di ben cinque
pagine. Devo decisamente smetterla con i miei lunghi capitoli noiosi. Anywayz.
È appena passato Natale, quindi Buon Natale anche a voi.
<333 (No, non ricordatemi che Natale è passato da ben tre mesi – tanto non
vi sento! LALALALALALALALIES.) Che
altro posso aggiungere a parte che vi dovete aspettare delle belle da queste
due nuove comparse? Come ad ogni novità, anche questa potrebbe portare dei
nuovi risvolti a questa storia, quindi stay tuned!
;D
Allora spero che il capitolo vi sia piaciuto almeno un po'! Alla prossima, con
il capitolo della cara Dazed/Sara. :3
E ovviamente, BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO. <3
Thief.