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Autore: DazedAndThief    04/02/2011    3 recensioni
Liverpool di mattina è un qualcosa d’incantevole.
Incredibile come una cittadina che in genere brulica di vita possa essere così placidamente calma.

Liverpool, 1966. Sara e Mitchie, due teenager con i piedi per terra e il rock perennemente nelle orecchie, incontreranno alcuni dei più importanti miti musicali dell’epoca, facendo così intrecciare le loro vite a quelle dei loro idoli.
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6
A legal matter

 

Devo dire che il caro Entwistle è molto più aggraziato di quello scimmione di Daltrey, quando sta al volante.
Questo è il pensiero che mi accompagna mentre scendo dal pulmino, abbandonando con un certo dispiacere ma senza troppi melodrammi il calore dell'abitacolo. Quindi, con un allegro sorriso stampato sulle labbra, salto giù dal pulmino e inspiro l'aria invernale che mi circonda – l'odore del freddo, della neve, dei canditi e dei dolcetti natalizi... Ah, i dolcetti natalizi! Sono una delle cose che più amo del Natale!
-Jingle Bells, Jingle Bells, Jingle aaaall the waaaay!- sento improvvisamente alle mie spalle.
Mi volto e la prima cosa che riesco a vedere è la facciona da schiaffi di Keith di fronte alla mia, poi due braccione da gorilla – da gorilla, viste le mie modeste dimensioni – mi afferrano e mi stringono in un inaspettato abbraccione che somiglia molto alla stretta di un paio di tenaglie. Ridendo, mi unisco al suo canto felice, cercando intanto di liberarmi dalla sua presa.
-Nananaaa nana nanaaaa na na nana na na, HEY!-
Eh, che ci posso fare se nessuno dei due conosce il testo del brano. Enty ride di fronte al piccolo spettacolino che abbiamo inaugurato, spegnendo il motore e scendendo da un'altra portiera; Sara, ancora a bordo del pulmino, sembra molto confusa e anche parecchio imbarazzata. Nel frattempo, sento gli schiamazzi di quei due idioti di Roger e Pete che si prendono a gomitate mentre scendono.
-Fammi scendere, brutto idiota! E non starmi accanto!-
-Sei tu che mi stai accanto, checca!-
-Checca? Ma che caz...-
-Sai una cosa? I cretini e le checchine hanno la precedenza, quindi scendi pure, Townshend.-
-... vaffanculo, Daltrey.-
Alzo gli occhi al cielo e trattengo una risatina. Finirà mai?
-Non penso che i loro litigi avranno mai fine,- borbotta Keith accanto a me, come se m'avesse letto nel pensiero. -
È come se fossero fatti uno per l'altra. A volte mi sembrano pure marito e moglie, anche se non saprei dirti chi dei due sia la moglie. Ma sei ancora piccola per capire queste cose.- E sghignazza.
Storco il naso. Sono ancora piccola per capire queste cose? Gli tiro uno sberlone sul braccio con cui ottengo solo una grossa e grassa risata da parte sua; cerco di sferrargli un pugno, ma lui riesce ad afferrarmi il polso in tempo e a stringermi ancora una volta tra le sue braccia.
-Aaaaah, Moonie, uffa! Perché devo sempre perdere?- mi lamento.
Lui sorride. -Dai, Mitchie. Sarà per un'altra volta.- Fa una breve pausa, come se stesse pensando a quel che deve dire, quindi riapre bocca, seppur con una certa timidezza. -Ehm... Io avrei una piccola cosa da dare a... Ecco, erm... A quella tua amica, piace la musica?-
A quella mia amica? Chi, Sara? Mi viene da sorridere.
-Certo, ovvio che le piace!- rispondo, -Perché? Che le devi dare?-
Le sue labbra si muovono come se stesse per dire qualcosa, ma si bloccano subito, stendendosi subito dopo in un gran sorriso.
-Macciaaaaao Saaaaaaara!- esclama, sbattendo le mani una contro l'altra.
Mi volto e vedo la mia coinquilina scendere dal Magic Bus pulmino a piccoli passi, ancora con lo sguardo sui due sposini litiganti, e ora guardando in nostra direzione con un sopracciglio alzato.
Prima che io possa fare qualcosa, Sara è, non so come, in braccio a Keith e lui la osserva quasi come se fosse un premio. Mi suicido per trattenere le risate mentre li osservo, di fronte a me, ancora fermi in quella posizione, con la lieve differenza che ora Sara osserva Keith con un'espressione tra lo spaventato e lo scandalizzato.
-Ma... Ma sei impazzito?!- esclama lei.
-Iiiiiio avreeeeeei una piiiiiiiiccola cosa da regalaaaaaarti!- urla a squarciagola Keith, rivolgendole uno di quei sorrisini buffi e ridicoli che solo lui riesce a fare.
Subito dopo sfreccia all'interno del veicolo lasciando Sara per terra con delicatezza, sentiamo il rumore di cassetti che sbattono e vediamo cose che volano attraverso i finestrini. Qualche minuto dopo, lo vediamo uscire con una mano posata sui fianchi e un'altra che stringe qualcosa di quadrato e stretto, impacchettato malamente con della carta colorata. Mi viene da ridere; deve aver incartato adesso il regalo. Lo conosco, io.
Si abbassa all'altezza di Sara, ancora inginocchiata per terra, pallida e stordita, e le porge galantemente il regalo.
-Per lei, mademoiselle.-
Aaaah, Kif. Cambierai mai?
Mi avvicino, curiosa di vedere cosa possa aver regalato Keith a Sara, mi inginocchio accanto a lei e osservo le sue dita scartare timidamente il regalo, strappando via a poco a poco la montagna di scotch per pacchi intorno alla carta colorata.
Finalmente, qualche secondo dopo, Sara toglie l'ultimo strato di nastro adesivo e riesce a rimuovere la carta.
Entrambe rimaniamo a bocca aperta.
Ommioddio. Ommioddio. Ommioddio!
PET SOUNDS!
PET SOUNDS DEI BEACH BOYS!
Alzo gli occhi verso Keith, incredula.
Come cazzo faceva a sapere che Sara desiderava questo disco? È un genio!
Lui mi rivolge un sorrisino imbarazzato e fa spallucce, poi si abbassa verso la mia coinquilina e le spettina i capelli, schioccandole un piccolo bacino sulla guancia.
-Spero ti piacciano i Beach Boys! Buon Natale!-
Mmmm. Prevedo un altro svenimento da aggiungere alla collezione...

 

-QUINDICI UOMINI SULLA CASSA DEL MORTO, YO-HO-HO, E UNA BOTTIGLIA DI RUM PER CONFORTO!-
Sorseggio tranquilla il mio bicchiere di vino (tralasciamo tutte le lamentele e i vari -sei troppo piccola!- o -diluisci con l'acqua-, per favore) ascoltando il soave canto di Keith e Pete, abbracciati e uniti nel loro lieve e delicato stato di ebbrezza.
E se dalle mie parole attualmente non traspare l'ironia di cui ho provato a usufruire, beh, ci tengo a sottolineare che non tutto quello che ho detto è del tutto fedele alla realtà. Canzone piratesca e i -sei troppo piccola!- a parte, s'intende.
Sembra però che le loro voci non trasfigurino in mezzo al trambusto che domina nel buio e claustrofobico locale in cui siamo approdat... A-hem, in cui abbiamo deciso di tenere la nostra personale festicciola.
La clientela festeggia, beve, mangia e passa il proprio tempo con spensieratezza. Nessuno sembra ancora essersi accorta della presenza di Keith e gli altri nel locale. Meglio.
Enty, seduto alla mia sinistra, si unisce dal posto al decantamento in coro del sereno cantico piratesco di Keith e Pete tenendo il tempo con le mani; Roger sembra sul punto di addormentarsi, mentre sfoglia una rivista presa alla cazzo da non so dove, visibilmente disinteressato e annoiato.
Mi appoggio al muro a destra dell'angolo in cui sono seduta per poi sporgermi per un'altra volta in direzione della mia coinquilina per spiare la copertina di Pet Sounds, che lei sta tuttora rimirando, intimidita e felice allo stesso tempo, colorita da un lieve rossore sulle guancie.
Sorrido; è bello vederla contenta. Di solito è sempre stressata per via della scuola, del lavoro... E a proposito.
-Ma, err... Hem hem!-
-Non allungarti ulteriormente e taglia corto. Che vuoi?- mi chiede, voltandosi verso di me.
Sogghigno.
-Sai, ecco... Ti ricordi di quel ragazzo tanto cariiino... Paul McCartney, ecco...-
-Ancora con 'sto cariiino?! Mo’, io te lo fo’ ingoiare 'sto cariiiiiino!- esclama, innervosita, abbassando il disco sulle gambe.
-Calma, calma!- Rido. Un altro sorso di vino, poi parto all'attacco. -Vi siete sentiti di recente, allora??-
Quando le porgo la domanda, sembra pensarci su. Alla fine, fa spallucce e ritorna ad ammirare la copertina di Pet Sounds.
-No. Lo vedo spesso alla libreria ma riesco sempre a finire il lavoro in tempo e a tornare a casa prima che lui mi saluti.-
Storco il naso. Ma che cazz...
Mi schiarisco la gola e cerco di sorridere.
-... se non fosse Natale, ti picchierei.- borbotto a denti stretti.
-Fa’ pure, non mi disturba.-
Ah? Va benissimo! Le tiro un pizzicotto sul gomito e lei sussulta, fissandomi con un'aria offesa.
-... ahia, Mitchie! Ma ti sei rincretinita?!-
-Rincretinita sarai tu che ti ostini a rifiutarlo!- urlo, cercando di mostrarmi il più incazzata possibile. -Al posto tuo, io...-
-Ammettilo che gli salteresti addosso.-
Tsk. E lei sa cosa faccio adesso, io?
Mi schiarisco la gola e sorrido, felice di poter dare un annuncio.
-Uuuh, sapete che Sara uscirà con Paul McCartney?-

-Michelleee, taciiii! Non è veroo!- protesta Sara, tirandomi una gomitata.

-Non chiamarmi più Michelle, capito?-
Daltrey pare allora svegliarsi, posando la sua amata rivista.

-Cheee? Quel coleottero?!-

-Scarafaggio, Roger; scarafaggio.- lo corregge Keith, sedendosi su uno sgabello.

-Dove? Dove?- Roger si gira di scatto, spaventato. -Ci sono blatte in questo ristorante? Cazzo aspettavi a dirmelo, Moonie? Andiamocene!-

Io, Sara, John e Pete rimaniamo senza parole, mentre Keith spiega meglio la faccenda a quel ritardato di Rog:

-È il loro nome. Beatles = scarafaggi.-

-… ah, vero. Ehehehehe.-
Cerco di aggiungere una mia opinione riguardo alla mancanza del cervello all'interno della scatola cerebrale di Rog quando una mano mi scuote la spalla. Alle mie spalle, Enty sorride, sereno.
-Ti va di andare a prendere altro da bere?- chiede, per poi aggiungerci con malizia: -Dell'acqua fresca, magari.-
-Ahah, bella questa, John, ma... Te lo scordi! Stasera io bevo sooolo vino, poi io reggo l'alcol meglio di tutti voi messi assieme!- rispondo, tutt'ad un tratto sotto il campo d'azione di non so quale improvvisa sferzata di raro e prezioso orgoglio e fierezza di sé.
-Ehm... Posso venire pure io?- chiede allora Sara, alzando un ditino in aria. -Ho finito la, a-hem, Coca.-
Enty mi guarda con un sopracciglio alzato, poi sorride cordiale a Sara: -Certo. Andiamo, allora.-
Ignorando le scenate semi-drammatiche di Pete e Keith, andiamo al bancone e Enty ordina una birra bionda e due lattine di Coca. Roteo gli occhi, infastidita. Eppure penso di essere stata chiara...
-Ti ho detto che io l'alcol lo reggo! E anche meglio di tutti v... Oooh, ma sto diventando ripetitiva!-
Lui mi dà un buffetto sulla guancia e prende la sua birra, portandosela sulle labbra senza dire altro.
Gnnnnn, che nervoso quando fa così!
Sto per prendere – a malavoglia – la lattina di Coca quando sentiamo tutti un rumore forte alle nostre spalle e ci voltiamo, spaventati.
I miei occhi non hanno neanche il tempo di focalizzare la situazione che due manone mi afferrano per le spalle e mi spingono contro un tavolino, in mezzo al generale scalpore che sembra aver zittito la chiassosa clientela.
-MA CHE CAZ... MITCHIE!-
Scuoto la testa, mi strofino gli occhi e solo allora mi accorgo che due enormi occhioni verdi mi stanno guardando, a poca distanza dai miei, alquanto preoccupati. Aggrotto la fronte senza dire niente e abbasso le mani, continuando a ricambiare l'occhiata che mi rivolge quello strambo tizio baffuto che mi è appena cascato addosso.
-Errrr... Niente di rotto, signorina?- mi chiede con tono imbarazzato, ansimando.
Ignoro il suo alito odorante di alcolici e accenno ad un sorriso, che finisce per uscirmi abbastanza forzato.
-N-no, non si... Non si preoccupi...- annuisco, convinta. Almeno, provando a essere convinta.
Lui sorride, come sollevato dalla mia risposta, quindi, con molta fatica, riesce ad alzarsi e a offrirmi una mano per aiutarmi.
Afferro il suo polso e cerco di tirarmi su – meno male che oggi mi sono messa i pantaloni lunghi! – ma cado di nuovo per terra. -Eccheccazzo!- urlo, per poi accorgermi che, per una volta, non sono caduta a causa della mia fottutissima goffaggine.
-Bonzo, cazzo!-
Storco il naso all'urlo acuto proveniente da non so dove e poi abbasso gli occhi.
Ai miei piedi, il tizio di prima giace per terra con la faccia per terra e un paio di schegge di vetro marrone tra i capelli; un altro ragazzo che prima non avevo visto, stavolta alto e biondo, si butta alle spalle del responsabile, un armadio dall'aria spaventosa alto il doppio di lui e armato di bottiglia scheggiata, accompagnato da un viscerale urlo di battaglia che somiglia tanto ad un “Ounheahhonhouh” urlato a squarciagola, se proprio devo essere precisa.
Mi guardo attorno alla ricerca di una via d'uscita per sgusciare via, anche se mi piacerebbe poter aiutare quel “Bonzo”, immobile e privo di sensi davanti a me.
Prima che possa fare una cazzata, qualcosa, forse la mano della coscienza, mi tira per il polso in tempo prima che l'armadio e il biondo cadano entrambi sul punto in cui mi ero bloccata e salvandomi in tempo da un triste destino di frittella che mi aspettava. Due braccia mi afferrano e mi stringono in un grande abbraccio, spettinandomi nervosamente i capelli.
-Mitchie! Cazzo, ho temuto il peggio! Stai bene? Niente di rotto? Non farti mai più coinvolgere in cose del genere, ok? La violenza è una gran brutta cosa, capito?-
-Da quando sei così hippie, Townshend?- domanda una voce dura e secca alla sua destra.
-Zitto, Daltrey, e non parlarmi di... Di... Di quella gentaglia.- risponde Pete, dignignando i denti.
Cerco di rispondere all'interrogatorio ma altre mani mi costringono ad appiccicarmi al petto di un'altra persona, e stavolta tocca a Keith.
-Ehi, piccola! Hai avuto paura? Tutto a posto?-
-... certo che non avete proprio originalità per le domande, eh!- borbotto, continuando lo stesso a restare appiccicata a Moonie.
Alle spalle di Keith, Enty mi guarda in silenzio.
Cerco di tendergli la mano, ma sento Sara che mi attira a sé e... Insomma, la solita solfa, penso si sia capito.
-Ma tutte a me devono succedere?- le sussurro nell'orecchio, mentre tiene la testa appoggiata sulla mia spalla, in silenzio.
-La tua si chiama sfiga, Mitch.-
Sbuffo. 'Sta dea bendata del cavolo non tende mai il braccio verso di me, allora!
Nel frattempo, la rissa sembra essersi finalmente conclusa e quell'armadio volta le spalle all'ingresso spalancato del locale, strofinandosi le mani con soddisfazione e buttando per terra la bottiglia rotta.
Sara scioglie l'abbraccio e, forse per la curiosità, si affaccia dalla porta per vedere i due soggetti scacciati fuori a calci nel sedere, inseguita dagli altri. La seguo pure io e guardo fuori dalla porta. In fondo, la faccenda mi intriga.
Vedo due ragazzi sulla candida strada innevata. Uno è seduto, con le gambe incrociate, impegnato ad asciugarsi il naso sanguinante e a bestemmiare come un turco. Un turco giovane e biondo. Accanto a lui, noto il tizio di prima, sprofondato in mezzo alla neve bianca in una posizione fetale.
In quel momento, vedo da lontano il biondo che spalanca i suoi occhi azzurri e alzarsi in piedi di colpo.
-SVEGLIATI, BONZO! SVENTOLA A ORE DODICI!-
Inarco un sopracciglio.
… eh?
-Nnnnfffggg... Eh?- borbotta Bonzo, aprendo gli occhi.
Ecco, infatti. Eh?!
Sono tentata di uscire, agguantarli e chieder loro delle spiegazioni, ma scompaiono prima che possa mettere piede fuori dal locale.
Sbuffo, di nuovo.
Ma che razza di gente!
-Scusi, signore... Ma che cosa avevano fatto?- chiede allora Sara, voltandosi verso l'armadio, che ha raggiunto la porta.
-Cosa avevano fatto? Oh, non lo so, ma so che quei teppistelli non hanno pagato, ecco cosa non hanno fatto! E comunque,- lo vedo girarsi verso di me, socchiudendo minacciosamente (?) gli occhi, -Tu non mi sembri maggiorenne...-
Inghiotto rumorosamente della saliva. Ahiahi.
Pensa, genio, pensa!
-... ma che diiiiiice! Ovvio e assicurato che io sono maggiorenne! Maggiorenne al cento per cento, lo posso giurare!-
Alle spalle dell'omone, Pete e Roger si stanno prendendo a gomitate dalle risate. E l'omone non sembra convinto.
Pensa, genio, pensa! E son due.
-A-hem, lei non sa chi sono io! Porti rispetto ad una... Errh... Signora come me! Ho trentun anni, ho la patente e ho marito e figli!- Una pausa. Nel raggio di tre metri, tutti mi osservano perplessi. E io m'affretto a precisare: -Sa, noi eschimesi maturiamo molto tardi...-

 

-It's been a hard day's night...-
Così dicendo, mi lascio cadere su un sedile del pulmino, quello posto accanto al finestrino.
Ben presto vengo raggiunta da Enty, che si siede accanto a me e mi offre una tazza di cioccolata fumante e un pacchetto di biscotti. Gli sorrido, dopo un lungo sospiro, e prendo la cioccolata, soffiandoci dentro per raffreddarla.
-Ti prometto che l'anno prossimo non verrai coinvolta in una rissa, semmai vorrai ancora festeggiare il Natale con noi.-
Sussulto e mi giro verso di lui. Mi guarda con la sua solita espressione mite, con l'aria anche vagamente assonnata.
-Ma certo che vorrò festeggiare il Natale con voi anche l'anno prossimo! Scherzi?-
Gli soffio un bacino sulla guancia e sorseggio la cioccolata, prendendo un biscotto dal sacchetto – mmm, scaglie di cioccolato e noccioline!
Rimaniamo in silenzio per un altro po', mentre io mi ingozzo senza troppi pensieri in testa.
Poi, le sue dita posano una piccola scatoletta rossa sul mio ginocchio. Storco le labbra.
-E... E questo?-
-Un piccolo pensierino.- Guarda un attimo il buio paesaggio fuori dal vetro, le case punteggiate da tante luminose decorazioni colorate. -Buon Natale, Mitch.-
Vorrei chiedergli altro ma mi limito a stare zitta e a scartare la scatoletta con una certa emozione.
Cavolo, le uniche persone da cui avevo ricevuto un regalo fino ad allora erano Sara e mia madre! Non posso negare di sentire una certa gioia superficiale che riescono a darti solo le cose materiali e che ogni volta mi infastidisce provare, ma in questo caso... Insomma, penso di meritarmelo. O no?
Sotto la carta rossa, si nasconde qualcosa di simile ad una scatoletta per i gioielli.
Forse saranno orecchini, oppure un anello (anche se suonerebbe alquanto equivoco, duh), oppure...
Ora Enty guarda verso le mie mani esitanti e un lieve sorrisino illumina il suo viso. Forse sta aspettando che apra.
Mi morsico il labbro e spalanco la scatoletta.
Oh, cavolo. No, non ci posso credere.
Rido, rido come un'idiota e mi butto sul collo di Enty, appoggiando in tempo la tazza di cioccolata da un'altra parte.
-Oh, John...-
Lancio quindi un'occhiata verso il ciondolo che stringo tra le dita e ho come l'impressione che quel ragno mi stia sorridendo.

 

 

 

Trova l’intruso.

Premetto la mia incursione affermando che io Kif me lo sposerò, prima o poi, eccheccazzo. Quanto cazzo è dolceee, quantooo? ç_ç

Ok, torno seria LOL Vi scoccio due secondi con i miei messaggi subliminali e poi me la squaglio, occhei?

Spero di morire prima di diventare vecchia. Vabbè, My Generation docet.

 

That’s all u.u Vi aspetto per il prossimo capitolo, curato dalla sottoscritta : D

Adiosss (:

 

Dazed;

 

 

 

Who are you?
Oh, ma buongiorno! (O buonasera, dipende.)
Finalmente, ecco il sesto capitolo! Con una ciliegina sulla torta: nuovi arrivati! Il nome Bonzo è familiare a qualcuno, per caso? LOL.
Lo so, è un capitolo abbastanza lunghetto e noioso, mi ha occupato esattamente quattro pagine, e con queste inutili note raggiungiamo la quota di ben cinque pagine. Devo decisamente smetterla con i miei lunghi capitoli noiosi. Anywayz.
È appena passato Natale, quindi Buon Natale anche a voi. <333 (No, non ricordatemi che Natale è passato da ben tre mesi – tanto non vi sento! LALALALALALALALIES.) Che altro posso aggiungere a parte che vi dovete aspettare delle belle da queste due nuove comparse? Come ad ogni novità, anche questa potrebbe portare dei nuovi risvolti a questa storia, quindi stay tuned! ;D
Allora spero che il capitolo vi sia piaciuto almeno un po'! Alla prossima, con il capitolo della cara Dazed/Sara. :3
E ovviamente, BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO. <3

 

Thief.

  
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