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Autore: DebDS    04/02/2011    1 recensioni
-Bella?Tu con i capelli ricci?-
Mi volto inarcando le sopracciglia verso il ragazzo che mi ha chiamata. Carino.
-Come ti chiami?-
-Che ti importa?-
-Sei bella,mi importa del nome di tutte le ragazze belle!-
-Francesca.-mento.
-Il tuo numero?-
Inarco le sopracciglia ancora di più e mi volto in avanti.
Bello,sì,ma idiota!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IX

 

 

Domani sarà il 15, 15 dicembre, avremo i primi esami, ce l’hanno detto due settimane fa, la prima settimana è stata quella che ho passato ‘ in apnea’, solo cantando, durante la seconda ho provato a non distrarmi, per quanto sia possibile con Simone che mi gironzola sempre intorno. Ma anche lui ha le sue canzoni da provare e così, nonostante siano quasi le undici di sera, siamo ancora qui, nella mia camera a ripetere, io provo ‘Ora basta’ di Giorgia e lui mi ascolta.

Bussano.

Va Simo ad aprire.

-E’ per te.-

-Ma va’? E’ la sua stanza, no?-chiede aspro Rico.

Gli sorrido.

-Se non vengo io da te, tu non mi pensi più, eh?-

Rido e mi avvicino a lui. –Scusa, è che con tutte le prove non riesco ad avere un momento libero.-

Inarca le sopracciglia. –Faccio finta di crederci.-

-Ed è per questo che sei fantastico!-dico ridendo.

-Ludo, io vado in camera, che si è fatto tardi.-

Simo mi da un bacio, lancia uno sguardo minaccioso ad Enrico ed esce, lasciandoci soli.

Rico si butta sul letto di Meli e mi guarda sorridendo. –Su, hai detto che hai solo provato nell’ultima settimana, fammi sentire come canti!-

Prendo fiato e inizio.

Ora basta,

ora dimmelo

cosa resta

dei miei lividi.

Termino la canzone e Rico applaude. –Bene, almeno è servito a qualcosa provare.-

-Ah sì?-

-Sì, la tua voce non sembra più quella di una papera!-

Mi butto addosso a lui e inizio a fargli il solletico.

La porta si apre ed entrano Meli e Dani.

Entrambe si bloccano sulla soglia appena ci vedono.

-Potreste scendere dal mio letto?-chiede gelida Melania.

Subito ci alziamo.

Rico mi da un bacio sulla guancia, augura buonanotte a tutte e tre e va via velocemente.

Mi metto a letto in silenzio, non sopporto tutta questa tensione, insomma, non è colpa mia se Rico non è interessato a Meli, ne tantomeno bisogna farne una colpa a quel povero ragazzo, al cuor non si comanda, no?

-Ludo? Sei sveglia?-

Mi volto verso il sussurro di Dani. –Sì.-

-Hai paura per domani?-

-No, non molta.-

Rimane per un po’ in silenzio. –Vorrei tanto essere come te, sei sempre così sicura, mi sembra anche ovvio, hai una voce incredibile. Sei simpatica, stai simpatica a tutti, anche se molti affermano il contrario. E poi sei bella, sei bellissima, piaci a tutti e ogni singola ragazza che ti conosce è invidiosa di te.-

Rido a bassa voce. –Tu sei fantastica già di tuo, non hai nulla da invidiarmi.-

Passa qualche minuto.

-Dani?-

-Sì?-

-Sono terrorizzata per gli esami!-

 

 

 

Bene, sto per morire, sono qui in questa sala insieme a tutti i miei compagni di corso. Tutti, tranne Simone, lui è dentro, sta facendo il suo esame.

Sto cercando in tutti i modi di distrarmi, ma la verità mi blocca tutti i pensieri, mi sembra che ci sia una scritta a caratteri cubitali nella mia mente.

Simone non ce la fa.

No, non è così, è solo il mio pessimismo che mi fa vedere le cose così.

. . .

Non è vero, è tutta le settimana che quando proviamo Simo non vuole mai cantare, dice che prova meglio quando è solo, ma io so che in realtà è perché non ce la fa, è come il blocco dello scrittore, lui continua a cantare bene, ma non riesce ad esprimere nulla, la sua voce risulta piatta, inespressiva.

E io ho paura, vorrei che tirasse fuori la grinta che aveva all’inizio, lui deve rimanere in questa scuola, non per me, ma per sé stesso, perché io so quanto ama cantare, so quanto desidera rimanere qui.

Si apre la porta ed esce lui sorridendo.

Il suo sorriso mi tranquillizza, mi tranquillizzano le sue braccia che si stringono intorno a me, mi tranquillizza la sua voce che mi sussurra ‘non preoccuparti, ce la facciamo!’.

-Mattei Ludovica.- chiama una voce dall’interno del teatro.

Prendo fiato, do un lieve bacio a Simone ed entro.

Salgo sul palco e il sorriso del prof Misso mi tranquillizza.

-Mattei, mi sembra che il tuo esame di solfeggio sia andato decisamente bene, vediamo il canto.-

Sorrido lievemente.

-Cosa canti?-

-Ora basta, di Giorgia.-

-Bene, inizia.-

Mette la base, fermo il tremolio delle mani.

Non c’è più nulla che mi circonda, sento solo la musica.

E’ sempre stato così, sin dalla prima volta che ho preso in mano un microfono. Ogni volta sento di non ricordare le parole, eppure alla fine le ricordo sempre.

Termina la canzone e mi preparo ad un qualsiasi giudizio, pur sapendo di dover aspettare gennaio per sapere come sono andati gli esami.

-Bene, Mattei, chiama Lundo e Laini, vi daremo un idea generale di come sono andati gli esami.-

Faccio ciò che mi ha chiesto, torno e mi posiziono sul palco accanto a Simone.

-Laini, oltre la dimenticanza delle parole abbiamo notato pochi altri errori tecnici, bene, può andare.-

Domenica lascia il teatro.

-Lundo… beh, Lundo, non vi è stato nessun errore tecnico, intonato, preciso, un’esibizione ottima, se solo avessi espresso qualcosa, non hai cantato, hai pronunciato parole in modo ritmato, niente di più. Dovrai ripetere l’esame tra una settimana.-

Sento la terra svanire sotto i piedi, Simone in silenzio si allontana ed esce dal teatro, io gli corro dietro, ma il professore mi ferma. –Mattei, il tuo esame è andato davvero bene, complimenti.- non lo ascolto nemmeno,esco dal teatro e raggiungo Simone, gli prendo la mano.

-Amore…-

-Ludo, lasciami stare.-

-Simo, ma che ti prende?-

Scuote il capo e rimane in silenzio.

-Simo…-

-Ludo, lasciami in pace, okay?-

-No, non ti lasco in pace, non finché non mi dici che ti prende !-

Sbuffa. –Ludo, non ho voglia di litigare, tra una settimana sarò buttato fuori di qui, godiamoci gli ultimi giorni insieme, per favore.-

-Ti sbagli, a costo di provare anche di notte tu supererai quegli esami !-

-Sogna, bella bimba, sogna.-

 

 

  
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