Guardando indietro i vari appunti che avevo scritto, è sconcertante il fatto che non ne ho utilizzato neanche uno, e che la storia, di cui solo una parte della trama originale è sopravvissuta, si sia evoluta in maniera del tutto indipendente dando origine alla versione definitiva di “Un Babbano ad Hoghwarts”.
La versione originale prevedeva che Nicholas avrebbe ricevuto il gufo che lo avrebbe avvertito che era stato ammesso alla più prestigiosa scuola di magia e che Silente stesso andava a prenderlo per introdurlo al fanta-stico mondo magico.
La trama, si sarebbe dipanata fino a anche lo spirito del suo avo, non ne avrebbe posseduto il nipote per prendersi la vendetta per averlo richiuso; mille anni prima nei più profonde segrete della prigione per maghi.
Verso la fine, Nicholas avrebbe poi combattuto un guerra personale con il suo avo per combattere la pos-sessione e poi vincere la guerra.
Richiudendo lo spirito dentro un particolare Horcrux per l’eternità e facendo dimenticare a tutti gli eventi trascorsi.
Durante la stesura, ho appreso una lezione molto importante.
Ricordo aver sempre ridacchiato, quando il mio più grande amico che qui chiamerò Mentore mi disse una volta.
“Non fare una trama particolareggiata, segui solo la linea guida e ricorda: i racconti hanno una vita pro-pria.”
Infatti più mi ostinavo a seguire la “mia” trama e più incontravo problemi a scrivere la storia, ma appena lasciai le briglie e permisi all’istinto del cavallo… pardon dello scrittore, di trovare la strada, tutto divenne facile e la storia si scrisse da sola.
Da una lettera di Robert Erwing Howard creatore di Conan il barbaro a Clark Ashton Smith del 14 dicembre 1933.
[]…quando scrivevo le prime storie della serie di Conan. Per mesi mi ero trovato assoluta-mente privo di idee, del tutto incapace di scrivere qualcosa di vendibile. Poi l’uomo Conan parve crescermi d’improvviso nella mente, senza alcuna fatica da parte mia: immediatamente, un fiotto di storie mi fluì dalla penna anzi, dalla macchina per scrivere), senza sforzo. Non mi pareva di inventare delle storie, ma di raccontare dei fatti che avessi visto succedere. Un epi-sodio si accavallava sull’altro, e facevo perfino fatica a reggerne il ritmo. Per settimane intere non feci altro che continuare a scrivere avventure di Conan. ll personaggio aveva preso pieno possesso della mia mente, e allontanava ogni altra idea per altri tipi di storie.. []
Ho fatto alcune promesse nell’altro racconto e cercherò di mantenerle per cui, mettevi comodi e buona lettura.