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Autore: Erik Winterking    05/02/2011    1 recensioni
"Sono perso da tanto, forse troppo tempo. Perso in un mondo strano eppure familiare, oscuro eppure così luminoso. Ma vedi, perso non solo perché non so più tornare. Perso perché ormai non so più chi sono, quale sia il mio nome.
"Sì, ho dimenticato il mio nome. E come potrai chiamarmi? Come vuoi, non importa. Chiamami Onirion. Mi piace."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Onirion

Ehi.
Tu, laggiù. Sì, proprio tu, vieni, vieni avanti! Scusami, forse ti sembrerò troppo espansivo, ma cerca di capirmi – è passato tanto tempo dall'ultima volta che ho incontrato qualcuno con cui discutere.
Cosa? Chi sono? Oh... bella domanda, in effetti. Se chiedi il mio nome, non lo so. Sto peregrinando da così a lungo, che ormai l'ho dimenticato. Sembra assurdo, vero? Eh già, assurdo...
Ah, ma non dovrei perdermi nei pensieri malinconici, vero? No, non con un ospite... certo... non che poi questa sia davvero la mia dimora. Quindi non sei mio ospite... e non saprei neanche dove possa essere la mia casa, così da ospitarti...
Ma questo vecchio strambo dovrebbe smetterla di borbottare tra sé e sé forse, sì? Tu che dici? Eh, i lunghi viaggi in solitaria non erano adatti a me...
Dove siamo? Come, dove siamo? Davvero non lo sai? Allora sei fortunato, perché forse hai una speranza di tornare indietro... non come me... oppure potresti esserti perso senza neanche sapere il perché... e mi auguro che non sia questa la tua sorte. Non mi sembra bello ignorare ciò che avviene della propria vita.
Però mi avevi chiesto dove fossimo, e non ti ho ancora risposto. Scusa, mi lascio prendere dai miei pensieri, e mi trascinano dove vogliono loro.
Figliolo, siamo in un sogno.
Un sogno, che altro non è che illusione; e crediamo noi, folli, che chiamarlo diversamente riesca a renderlo più dolce di quanto non possa davvero essere.
No, questa è solo un'immensa illusione, e a volte assume tinte lievi e dolci come i sogni di Speranza e Amore, altre volte invece riesce ad essere più oscura degli incubi di Follia e Disperazione. Chiamarla sogno non la migliorerà, né riuscirà ad allontanare il terrore che in questo mondo si può provare.
Io? Cosa ci faccio qui? Ohohoh, è una storia piuttosto lunga, e si riallaccia all'augurio con cui ti ho salutato quando mi hai detto che non sapevi che luogo fosse questo. Questo è un sogno, e se sei qui senza sapere come è probabile che tu ci sia arrivato sognando. Quindi prima o poi ti sveglierai, svanirai da qui e tornerai alla tua vita – ovvero, alla tua personale illusione sensoriale chiamata esistenza.
Invece, se per qualche motivo non stai dormendo, vuol dire che sei giunto in questo piano percettivo senza cognizione di causa, il che potrebbe rendere difficile, se non impossibile, il tuo ritorno. E se non riuscissi a tornare, forse diventeresti come me...
Ma forse è meglio che ti racconti la mia storia? Sembri piuttosto confuso. Perché mai, figliolo? Dovresti essere più rilassato – la vita si riesce ad accettare più facilmente così. E poi, questo in fondo è solo un sogno...
Dunque, cosa mi è successo? Beh, ha tutto inizio con un evento. Un evento avvenuto di notte, il cui referto è stato per me traumatico. Ora, quando mi comunicarono la notizia, io stavo ancora dormendo. Mi svegliai al suono del telefono che squillava, e ricordo vagamente di aver risposto. Da lì in poi i miei ricordi sono confusi, fino a farsi sicuri di nuovo quando ormai sono qui. Tuttavia, ho avuto tempo per pensare a cosa è accaduto, e posso raccontarlo con ragionevole sicurezza.
Vedi, quella notizia mi aveva sconvolto. Letteralmente. Non ero riuscito a ricollegarla ad un evento reale – in parte perché non riuscivo a credere che fosse successo, in parte perché ero ancora parzialmente intrappolato tra le nebbie del dormiveglia. E la mia mente fece ciò che più logico le sembrava – classificò l'evento come un sogno, nonostante la mia parte cosciente sapesse bene che non era così.
Oh, come prima cosa persi il sonno. O forse me stesso? Chi lo sa... fatto sta che per sette notti, se non più, inutilmente cercai di dormire. Se ciò che era avvenuto era stato un sogno, allora io stavo già dormendo, e avrei dovuto svegliarmi, non dormire ancora! Certo, il mio corpo protestò. E quando vagavo lungo i percorsi che la mia routine mi poneva davanti, le allucinazioni altro non facevano che aumentare in numero. E lentamente questo mondo e la realtà in cui avevo fino allora vissuto si fusero e confusero, fino a diventare una cosa sola e indistinta, impossibile da riconoscere. Non ero più sveglio, e neppure dormivo. Semplicemente ero, disperso in un luogo di cui non avevo nozioni, di cui non conoscevo aspetti e pericoli. Ma ero ancora.
Ho continuato allora, la mia esistenza da fantasma. Perché questo sono, non credi? Non ho corpo che respiri o beva, o addirittura che sogni, eppure sono ancora qua. E vago nella più grande illusione, che serve solo a contenere tutte le altre che notte e giorno vengono create da chi dorme, da chi è sveglio, da chi spera e da chi inganna. Sono illusioni, eppure più eterne del tempo, più solide della terra. Ed io le attraverso senza posa, esplorando un mondo che non ha confini.
Non so quale sia il mio nome. Una volta ne avevo uno, ma, vedi, da quando sono qua sono cambiate tante, tante cose, ed è lentamente svanito, come neve al vento, o forse come uno dei sogni in cui vivo... Non so quale fosse, ma un nome se vuoi puoi darmi.
Chiamami Onirion.


Uhm. Uhm uhm uhm... dunque... bentornate/i! È... un po' di tempo che non scrivo/aggiorno. Un po' (due, tre, quattro mesi? Mi sa anche di più... °-°). Invoco perdono!!! Esami, studio, studio ed esami. Vivo nella mia camera e non ho neanche tempo di mangiare. Che tristezza ._.
Tralasciando queste quisquilie, spero vi piaccia la storia e... boh, nient'altro. Fatemi sapere come vi sembra ^^

A presto (spero)

Erik
   
 
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