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Autore: Sif    05/02/2011    7 recensioni
Se vi piacciono le commedie romantiche, se avete letto "Happy New Year!" e il personaggio di Daria vi ha strappato almeno un sorriso, vi consiglio di non perdervi assolutamente questo appuntamento!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Ehilaus Saga'
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GREY+Pink

- 9 -

The Autumnal Wedding (part two)

 

«Daniel e Stella sono sposi nel Signore!»

All’annuncio del parroco, un applauso scrosciante si levò nella luminosa chiesa e Daria poté finalmente tirare un sospiro di sollievo.

Un’altra fase della giornata era filata liscia come l’olio. Infatti, nonostante i sorrisini compiaciuti che la sposa continuava ad esibire in luogo delle ben più consone lacrimucce commosse d’ordinanza e nonostante lo sposo non la smettesse di fare il buffone con il proprio testimone scambiandosi ripetute espressioni da “che vuoi farci? ormai è troppo tardi per tornare indietro”, la cerimonia si era conclusa senza intoppi.

Doveva ammettere, però, che la celebrazione era volata via in fretta, per lei. Soprattutto perché aveva passato tutto il tempo a pensare a quell’insolente ragazzo dagli occhi verde-cupo (come accidenti aveva fatto a non notare che erano solo di qualche sfumatura più chiari di quelli di Daniel? ecco perché aveva un’aria tanto familiare quando l’aveva incontrato al bar!) e a quanto, a volte, il Mondo fosse realmente piccolo come molti sostengono.

Solo dopo la benedizione finale del don, Daria si accorse che non aveva sentito una singola parola di tutta la predica e che, troppo presa dai propri pensieri, si era anche dimenticata di assumere un’espressione abbastanza commossa (sempre d’ordinanza) al momento dello scambio delle promesse di matrimonio.

“Questo qui mi fa un effetto troppo negativo, per i miei gusti”, pensò cupamente guardando di soppiatto in direzione del colpevole che, giusto in quel momento, si stava recando al tavolino posto a lato del pulpito per mettere la propria firma accanto a quella degli sposi.

-.-  -.-  -.-

Dopo circa un centinaio di scatti, il fotografo diede finalmente il suo consenso per lasciare la chiesa. Ma, come tutte le cose, era troppo bello per essere vero.

«Aspettate! Ho dimenticato quella con i testimoni!», decretò il fotografo con spietatezza. «Perfetto così! Adesso un’altra senza che la sposa faccia le corna al testimone. Okay, gli sposi possono andare. Ora il testimone dia un bel bacio alla testimone e poi siamo a posto».

Daria si pietrificò sul posto. Fabrizio scoppiò a ridere e, con orrore della ragazza, disse: «Okay» e l’abbracciò.

«Che diavolo credi di fare?», si riscosse Daria all’ultimo momento.

«Ti bacio, mi sembra ovvio», rispose lui senza abbandonare quell’espressione così odiosamente divertita.

Fortunatamente, il fotografo aveva assistito – anche con un certo interesse, il pettegolo – allo scambio di battute dei due ragazzi. «Scusate!», disse alzando una mano, «pensavo foste fidanzati! Rimanete abbracciati, comunque». Il sollievo di Daria era, evidentemente, destinato a durare poco.

Fabrizio, continuando a ridacchiare come un bambino, le tolse allora un braccio di dosso e ne portò la mano nella tasca dei calzoni. L’altro braccio rimase invece attorno alla vita della ragazza.

Daria iniziò a pregare (il luogo glielo concedeva) che quel momento imbarazzante finisse il prima possibile e, sempre pregando, cercò di scacciare dalla mente l’idea che quell’abbraccio fosse tutt’altro che spiacevole.

Finalmente il fotografo si decise a premere il dito sul dannato bottone della macchina fotografica e Daria fu libera di correre fuori dalla chiesa urlando agli invitati di non mirare assolutamente alla faccia degli sposi e di astenersi a lanciare loro il riso “a pioggia”.

-.-  -.-  -.-

Incredibile. Si erano tutti dimenticati di lei! Della testimone della sposa!

Una volta terminato di fare le foto con parenti e amici davanti la chiesa, tutti erano filati ai rispettivi mezzi di trasporto ansiosi di poter finalmente placare l’appetito. E Daria era stata troppo impegnata a “caricare” Stella in macchina impedendole di rovinarsi il vestito per poter accorgersi di quell’importante fenomeno.

Solo quando l’auto partì – con Marlon alla guida, la madre al suo fianco e gli sposi sui sedili posteriori – Daria realizzò che anche tutte le altre vetture non c’erano più.

E lei, come una cretina, non aveva pensato di prendere accordi preventivi con qualcuno per avere un passaggio fino al ristorante!

“Che imbecille!”, pensò frugando febbrilmente nella borsetta in cerca del cellulare. “Ho perso tempo a pensare ad una miriade di cose inutili e poi mi perdo per una scemenza del genere”.

«Serve un passaggio?»

“Oh, no! Oh, Dio Ti prego! Non farmi questo! Davanti ad un luogo di preghiera, poi!»

Lentamente – sperando, forse, si trattasse di un’allucinazione dovuta alla fatica per tutti quei preparativi che se ne sarebbe andata appena fosse passato quel momento di stress – Daria si voltò.

Fabrizio – il brillantino – se ne stava in piedi, leggermente poggiato alla Ducati, con le gambe incrociate e due caschi fra le mani. La stava guardando con quei vispi occhi verde-cupo e sembrava stesse aspettando proprio lei.

«Grazie, ma non penso che...», tentò Daria decidendo che quel piccolo tuffo al cuore era dovuto al fatto che lui, parlando all’improvviso, l’avesse un po’ spaventata.

«Non mi sembra, comunque, che tu abbia molta scelta», disse Fabrizio abbracciando con lo sguardo lo spazio vuoto attorno a loro.

«Non posso salire su una moto con questo vestito».

Daria non aveva neanche finito di pronunciare la parola “vestito” che lui iniziò a scrutarla, sondandola con attenzione a partire dalla punta delle scarpe col tacco fino alle spalle velate di seta. Sembrava, in effetti, che lui non aspettasse altro.

“Una scusa per guardarmi”, considerò Daria per poi pentirsi immediatamente di quel pensiero fuori luogo.

«Basta tirare un po’ su il vestito», concluse il ragazzo alla fine del suo accurato esame.

«Che cosa?!», sbottò Daria strabuzzando gli occhi ed iniziando ad arrossire.

A quella reazione, lui sorrise e disse: «Non ti ho mica detto di spogliarti, pudica pulzella. Devi solo tirare un po’ su tutta quella stoffa che ti porti dietro e metterti a cavalcioni qua sopra».

Daria era sempre più scandalizzata.

Tirare un po’ su? A cavalcioni qua sopra?

Era maliziosa lei, oppure era lui che faceva il furbo?

«Se non ti decidi in fretta, raggiungeremo gli altri giusto in tempo per il taglio della torta», le fece notare lui dando un’occhiata all’orologio che portava al polso destro.

Era vero, purtroppo. Si stava facendo tardi e lei sarebbe dovuta arrivare prima di tutti per assicurarsi che ogni cosa fosse pronta per l’arrivo degli invitati. Non aveva scelta.

«Porca miseria», sbuffò infilando con stizza la borsetta in una delle sacche della moto, «non ho neanche una giacca da mettere».

«Sì che ce l’hai», disse Fabrizio, ovvio, porgendole la propria giacca grigia.

Daria si prese un attimo di tempo. Prima di tutto, doveva assolutamente togliersi dalla testa l’idea che quell’arrogante stesse incredibilmente bene con indosso quella camicia nera. E poi doveva decidere se rifiutare o meno quell’offerta. Se la giacca l’avesse presa lei, lui sarebbe congelato con solo una camicia addosso a coprirlo. Non che la cosa le importasse – ovviamente – ma non aveva intenzione di avercelo sulla coscienza nel caso si fosse buscato qualche raffreddore.

Fabrizio, con le braccia ancora tese, iniziò ad assumere un’espressione leggermente spazientita, cosicché Daria decise di agire d’istinto ed infilarsi la giacca.

Era profumata, accidenti. Di un profumo talmente buono che dovette trattenersi dal tirare su il bavero ed affondare il naso in quella delizia.

“Rassicurante”.

Ecco che ricominciava coi pensieri deleteri. La sua mente doveva finirla di giocarle ripetutamente quei brutti scherzi.

Fabrizio, intanto, si era messo il casco di Daniel sull’elaborato ciuffo biondo scolpito nel gel ed era balzato in sella alla Ducati infiocchettata.

Più contrariata che mai – da che cosa, neanche lei lo sapeva con esattezza – Daria infilò con ferocia un paio di bottoni nelle rispettive asole (“ci manca solo che gliela perdo per strada”), si calcò il casco sulla testa (“meno male che, almeno, non mi ha dato quello col Jolly Roger”) e, maledicendo il vestito e chi glielo aveva scelto, iniziò a raccogliere la gonna scoprendo a mano a mano le gambe. L’abito era davvero molto attillato, tanto da doverlo arrotolare ben oltre le ginocchia per riuscire a salire su quello stramaledettissimo sellino. La giacca, ormai, le copriva le cosce molto più di quanto non facesse il vestito.

Fortunatamente, non c’era nessuno nei paraggi. Beh... nessuno all’infuori, ovviamente, di...

«Una tartaruga zoppa ci avrebbe messo la metà del tempo», osservò amabilmente Fabrizio porgendole una mano per aiutarla a salire.

“Ma quanto sei stronzo, tu?”, pensò Daria dicendo: «Grazie». Poi afferrò la mano che lui le porgeva.

Era grande, callosa ed incredibilmente calda. Un’autentica mano da lavoratore.

“Rassicurante”.

«Tieniti bene. Non ho voglia di fermarmi alla prima svolta per raccattarti da terra».

«Simpatico», rispose Daria con un tono che diceva tutt’altro. «Piuttosto, conosci la strada per arrivare a destinazione?»

«Sì, non preoccuparti», rispose mettendo finalmente in modo.

“Rassicurante”.

Prima di partire, però, lui portò indietro le mani afferrando quelle della ragazza (che lei, per tenersi, aveva arpionato alla sua camicia, all’altezza dei fianchi), le tirò lentamente in avanti in modo da far aderire Daria alla sua schiena – calda, calda, caldissima! – e, poi, se le incrociò sull’addome. Infine, partì.

“Rassicurante”.

Ma che cosa le stava succedendo?

 

°°°*°°°

Spazietto autrice:

Scusate il ritardo! Avevo (ho) la testa un po' altrove.

Come sempre, ringrazio tutti quelli che hanno aggiunto la storia tra le preferite, seguite, da ricordare, ecc. e chi mi ha inserito tra gli autori preferiti (temerari!).

Grazie, ovviamente, a tutti quelli che hanno letto!

A presto!

- Sif -

P.S. Per chi volesse contattarmi su facebook, può cercare "Cristina Sif" (ditemi solo il vostro nick EFP, così capisco chi siete).

 

   
 
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