Uno.



Alleggiava un rumore continuo che non dava cenno di smettere. Si rifaceva assai ad un guaito di cane e a quello prodotto da una mascella che va sbattendo nell'atto di masticare.Forse il suono in realtà era prodotto da qualcos'altro, ma per il troppo tempo che andava facendo si era persa la capacità di riconoscerlo.
Ma più probabilmente non vi era affatto alcun rumore nell'aria, era solo la continua pulsazione del cuore di tutti.
Molti erano smaniosi di andare oltre, di superare quel valico acquatico dove andavano accalcarsi insipide anime. C'era chi si buttava in acqua in procinto di attraversare il fiume senza dover attendere ancora, ma non vi era stato mai chi era riuscito ad arrivare all'altra sponda senza essere ripreso da colui che spettava il compito di traghettarli là.
Fra tanto chiasso silenzioso ed urla mute uno di loro risiedeva da un pò su un masso.
Circa quasi un anno umano.Mentre tutti passavano quello rimaneva lì.
Non osava, o meglio dire, non aveva voglia di proseguire nel cammino che lo attendeva.
Questo il racconto di colui che trasportava, del traghettatore, il quale lo guardava perplesso ogni giorno umano che trascorreva chiedendosi quando avrebbe voluto attraversare il fiume.
Ma Colui che era sempre seduto, un giorno si alzò, ed incontro a lui andò una di quelle anime che erano appena giunte lì, se diamo credito a ciò che il traghettatore vide.
Il racconto dopo sembra non avere senso in quanto i due che si erano appena incontrati si dissero qualcosa.


























Qualcosa del tipo "Mi spiace per il ritardo, Itachi san." e l'altro "Fa niente, Kisame."








































































































Uno. Perchè per me solo questa può essere la prima.
Dedicata col cuore più sincero.
Per stavolta si parla solo di... che cosa?
Amicizia? Amore? Lealtà?
Cosa?
 Con l'anima.
-Sweetkonan-