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Autore: GreenNightmare    05/02/2011    4 recensioni
La vita. I problemi. La rabbia.
Le feste. Le sbronze. Le fughe.
2011. Una nuova generazione di punk fiorisce al Gilman, piena di voglia di urlare, di pogare, di scandalizzare la società perbenista che li circonda e sembra volerli soffocare.
Loro sono Sallie, Joe e Larry. E poi Joey. E poi Ramona ed Estelle-Desirée, Max, Travis e Cole. I Green Day e gli Emily’s Army.
Questa è la storia raccontata in prima persona da lei, Sallie Sander, quindicenne punk che sfugge alle grinfie di una vita che teme e rincorre invece le sue chimere e la sua libertà. E poi, incappa nell’amore.
E poi fugge, inciampa, si rialza, va sempre avanti. Perché, come le hanno insegnato tre persone particolari,
non è finita finché non sei sottoterra.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14 gennaio

Oh mio dio, non riesco neanche a credere a quello che è successo oggi. E’ incredibile, un sogno o forse un incubo. Non saprei, ma senti qua!

Stamattina come promesso a Joe non sono andata a scuola ma mi sono incamminata verso la periferia alla ricerca di questa famosa Christie Road.

La periferia è ancora più triste del centro di Rodeo. Solo strade mal asfaltate circondate da muri polverosi e pieni di graffiti e case in decadenza, con la vernice che si scrosta dalle pareti e le tegole del tetto spostate.

Per strada non c’era nessuno, erano tutti a scuola o al lavoro. Così mi sono incamminata fischiettando stonata una canzone dei Ramones.
Ad un certo punto ho svoltato l’angolo e mi sono trovata in Christie Road.

Ed era incredibile.

E’… Non lo so, ha ragione Joe.  Una specie di rifugio.
In origine dovrebbe essere un parcheggio coperto per le macchine, ma è stato progressivamente abbandonato fino a diventare un semplice porticato vuoto e trascurato.
I ragazzi di Rodeo, però, se ne sono impossessati e l’hanno decorato con poster di rock band, radioline singhiozzanti, vecchie poltrone sbrindellate e brandine raccattate dalla vicina discarica, e poi un angolo in cui c’erano casse di birra in bilico una sopra l’altra.

Joe era seduto a gambe incrociate su una di quelle vecchie brandine e mi guardava sorridendo. Non c’era nessun altro nel rifugio, ma immaginavo che nel pomeriggio doveva essere pieno.

“Allora, Sal, che ne pensi? Visto che ne valeva la pena?”

Mi sono seduta accanto a lui, ancora a bocca aperta.

“Joe, è… è incredibile”

“Lo so. Voglio proprio vedere chi ci viene. Ha l’aria di essere un rifugio punk.”ha detto indicandomi i poster alle pareti: poster di Ramones, Rancid, Sex Pistols, Green Day, NOFX, Third Eye Blind, Clash e altri gruppi di questo genere.

“Penso che mi trasferirò qui” ho esclamato ridendo.

Dopo qualche minuto ho cominciato a sentire qualche altra voce oltre a quella mia e di Joe.  Non voci di ragazzi, ma di adulti. E si avvicinavano. Uno ha detto:

“Che effetto ti fa essere di nuovo qui, eh Mikey?”

“Che cazzo di effetto vuoi che mi faccia. Mi sto pisciando addosso dall’emozione.”

“Anch’io, se penso a tutte le canne che mi sono fatto qui…” ha detto una terza voce in tono sognante.

“Tré, tu le canne te le sei fatte dappertutto. In qualunque luogo, in qualunque momento, in qualunque situazione. Ricordi il funerale della zia di Mike?” ha detto la prima voce.

“Indimenticabile” ha risposto la terza voce.

In quel momento sul campo visivo mio e di Joe sono comparsi tre uomini sulla quarantina.

Il primo era molto basso e scuro di capelli, e aveva due grandi occhi verdi. Portava una maglietta bianca bucherellata e un paio di vecchi jeans.

Il secondo, alto, biondo ossigenato dagli occhi azzurri e due basette che sfidavano la gravità universale, portava un paio di jeans tagliati al ginocchio e una T-shirt sdrucita.

Il terzo aveva un’aria totalmente sciroccata. Gli occhi a palla azzurri erano spalancati e gli conferivano un’aria inquietante. Aveva una cresta rossa.

Tutti e tre avevano l’espressione di chi è appena tornato a casa dopo molto tempo.

Io e Joe ci siamo guardati. Non potevo crederci.

Cioè, solo poche ore prima avevamo incontrato il loro ex batterista, e ora…

Sapevano chi erano quei tre. Lo sapevo anche se non mi piacevano. Lo sapevo perché ero abituata a vedere la loro foto ovunque a Rodeo.

Erano i Green Day. 

  
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