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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    05/02/2011    0 recensioni
Ricordate quando, nel quinto libro, durante le grandi pulizie di Casa Black viene detto che Tonks e i ragazzi si sono trovati faccia a faccia con un demone assassino mentre pulivano una stanzetta?
Beh, data la mia fissa per i Missing Moments non ho saputo resistere.
Ho controllato nella sezione e spero che nessuno la abbia già scritta (è difficile spulciare una sezione con migliaia di fic purtroppo -.-) e spero vivamente di non aver fatto qualche plagio. Vi informo fin d'ora che, nel caso qualcuno mi riferisca l'esistenza di qualcosa di anche solo vagamente simile, questa fic verrà immediatamente tolta e mi prostrerò ai piedi dell'autrice col capo cosparso di cenere.
Detto questo, vi lascio alla storia.
"Non appena l’amico gli ebbe passati i due oggetti, Ron si vide sfrecciare davanti una saetta rossa che si avventò senza pietà sul povero Potter, che tentava disperatamente di divincolarsi dalla stretta erculea della strana bestia che era fuoriuscita dalla stanza, una belva con due strane escrescenze sulla testa che somigliavano incredibilmente a delle corna." DEDICATA AD ATREIUS E GINNY_POTTER.
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nimphadora Tonks, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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kk

MISSING MOMENTS - LATE SUMMER CLEANING

Un bussare allegro ed eccitato alla porta del salone fece sobbalzare Harry, Ron ed Hermione, che stavano armeggiando con stracci e secchi d’acqua per ripulire i pavimenti lerci.

Un tornado rosa si abbatté su di loro con un sorriso enorme: “Buon pomeriggio ragazzi!” esclamò Tonks, buttando il mantello sulla prima poltrona in vista; con la manica, Ron si asciugò la fronte, “Ciao…” sbuffò esausto, passando a Harry il bastone e lo straccio da strizzare.

“Come avete passato la giornata?” chiese lei, vedendoli stranamente stanchi e taciturni: “A meraviglia.” replicò acido il rosso, “Pulisci qua, elimina Puffole Pigmee morte da sotto le scrivanie, stacca le tende, proprio le vacanze estive che sognavo.” borbottò l’adolescente.

Hermione si avvicinò alla ragazza con un sorriso comprensivo: “Decisamente non è tagliato per questo genere di lavori.” disse lei con un tono che oscillava tra il divertito e l’ironico; Harry rise sommessamente, strizzando lo strofinaccio nel contenitore pieno d’acqua sporca, “Non ha tutti i torti, però. Deve essere noioso lavorare in questa stanza tutto il giorno.” notò l’Auror con aria colpevole.

Poi, all’improvviso, il suo viso si illuminò e lei balzò in piedi come una molla, fregandosi le mani compiaciuta: “Vi aiuterò io! Sirius mi ha detto che ha trovato un’altra stanzetta al piano di sopra, chiusa a chiave. Mi ha chiesto di dirvelo. Posso darvi una mano!” propose lei, la sua risata era contagiosa, “E poi, è una scusa perfetta per auto-invitarmi a cena, visto che Molly stasera prepara le polpette!”.

Ron la guardò speranzoso: “Dici sul serio?” chiese incredulo, aggrappandosi alle sue braccia, “Ovvio, le polpette di tua madre sono un richiamo irresistibile!” assicurò lei con la sua più seria espressione dipinta in viso.

Ninfadora aiutò i ragazzi a radunare gli attrezzi da lavoro e in un corteo disordinato e allegro, i quattro giovani salirono a precipizio le scale illuminate da una tenue luce che proveniva dalle lanterne appese alle pareti e si ritrovarono dinanzi, col fiatone, a una piccola porticina che un tempo doveva essere stata dipinta in verde smeraldo ma che ora, tra la polvere e il resto, somigliava vagamente a un grigio topo stantio.

Da dietro la porta giungevano dei suoni strani, come di qualcosa che si trascinava.

Istintivamente, Ron sbiancò ma non si tirò indietro, stringendosi al braccio di Harry e alla spalla di Hermione.

“Ragazzi, cosa c’è esattamente qua dentro?” chiese inquieta lei, “Questo dovresti dircelo tu… Sirius non ti ha detto nulla in merito?” chiese il rosso con aria cupa e decisamente spaventata, “Non mi ha riferito nulla in effetti…” confessò Tonks, stringendo la bacchetta.

Poi sembrò riscuotersi: “Forza, entriamo. Magari sono solo dei Doxy o dei topi!” esclamò risoluta, avvicinando la punta della bacchetta alla serratura.

Alohomora.

Una debole luminescenza scaturì dalla punta dell’oggetto e subito dopo si udì un sonoro CRACK, mentre la porta si apriva leggermente.

Lentamente, la giovane Auror spinse in avanti l’uscio, sbirciando furtivamente all’interno.

Tutto sembrava tranquillo.

Lumos.” sussurrò Hermione, sfoderando la propria e, sporgendosi di poco oltre la spalla dell’amica, gettò un’occhiata nella camera ora lievemente illuminata.

Un tempo, doveva trattarsi di una stanza per gli ospiti, diventata col tempo una sorta di magazzino per oggetti inutili fino a essere stipata di cianfrusaglie impilate disordinatamente a toccare il soffitto: “Al diavolo…” gemette Ron, mollando la presa sulla spalla di Harry e muovendo un passo verso le due ragazze, “Non ditemi che ci tocca pulire tutto questo lerciume.” sbottò, prendendo bastone e straccio che Harry, con estrema serietà, gli passava.

Fu un attimo.

Non appena l’amico gli ebbe passati i due oggetti, Ron si vide sfrecciare davanti una saetta rossa che si avventò senza pietà sul povero Potter, che tentava disperatamente di divincolarsi dalla stretta erculea della strana bestia che era fuoriuscita dalla stanza, una belva con due strane escrescenze sulla testa che somigliavano incredibilmente a delle corna.

Sentì Hermione tirarlo indietro e udì le urla di Harry che chiedeva aiuto tra i rantoli; a sua volta, cercò debolmente di divincolarsi dalla stretta dell’amica, ma sembrava come se la presa della ragazza si fosse tramutata in ferro.

Con la coda dell’occhio vide Tonks gettarsi sul demone, perché non poteva trattarsi di altro, la sentì gridare un certo numero di incantesimi uno di seguito all’altro fino a spedire l’essere nel mondo dei sogni; quello cadde a peso morto su un Harry dolorante e sotto shock.

Fu come se Ron ed Hermione si fossero svegliati da un sogno.

Lei sciolse la stretta ed entrambi accorsero ad aiutare Tonks per spostare il corpo del diavolo e nel contempo soccorrere il loro amico; le due ragazze richiusero la bestia nello stanzino mentre Ron, con cautela, cercava di sollevare Harry senza fargli ulteriormente male.

Un rumore di passi concitati ruppe il silenzio e dalle scale comparvero prima Sirius poi Molly e pure Moody.

“Tutto sotto controllo…” assicurò Tonks, ansimando, inginocchiata a terra accanto a Harry: “Sirius, Alastor, non mi importa nulla di quale metodo userete, ma eliminate quell… quell’essere che è lì dentro.” computò faticosamente lei, “Che è successo?” chiese Black, terreo in viso, “Un demone è uscito da quella porta e per poco non faceva Harry a pezzettini minuscoli.” disse Hermione con voce tremante.

Sirius, se possibile, sbiancò ulteriormente, poi si chinò sul figlioccio, il cui viso presentava tagli e graffi e la gola risultava segnata da una stretta poderosa; con delicatezza, lo prese in braccio e sparì giù dalle scale.

Molly gli andò dietro, assicurandosi con un ultima occhiata che anche il figlio stesse bene, ma Ron non si curava granché di sé stesso, era preoccupato per Harry.

Tonks fece cenno ai due ragazzi di scendere a loro volta mentre lei si tratteneva con Moody per spiegargli l’accaduto, così i due adolescenti si ritrovarono a scendere le scale in silenzio di tomba, accompagnati dal lontano mormorio delle voci degli adulti che discutevano; all’improvviso, Ron si fermò nel bel mezzo della scala, facendo cozzare la ragazza contro la sua schiena e facendola cadere a terra.

Lei fece per dirgli qualcosa, un insulto e un’imprecazione le salirono spontanei alle labbra, ma subito li represse, vedendo la schiena dell’amico sussultare per i singhiozzi.

Ron piangeva.

Hermione si alzò in piedi, incerta su cosa fare, che dire…

Se da una parte era certa che Harry comunque stesse bene, dall’altra, non poteva negarlo, era seriamente preoccupata per lui, erano amici, si conoscevano da qualche anno, questo è vero, ma per loro sembrava quasi passata una vita.

E pensare che all’inizio non si sopportavano nemmeno tanto.

Ma dal primo anno di scuola ormai era passato del tempo e l’idea che uno dei due ragazzi stesse male la faceva soffrire; soffriva per Harry, che probabilmente sarebbe rimasto fuori combattimento per un bel pezzo, ma soffriva soprattutto per Ron.

Ron che si sentiva probabilmente in colpa per l’accaduto.

Il rosso, infatti, continuava a non muoversi e a singhiozzare, i pugni stretti al fianco e le lacrime che picchettavano sulla felpa che gli copriva il busto; istintivamente, lei lo abbracciò da dietro, lo strinse forte per fargli sentire tutto il suo affetto e tutta la sua comprensione.

“Herm… Avrei dovuto reagire prima…” bisbigliò il ragazzo, ancora sotto shock, “Shhh, non parlare…” gli sussurrò, accarezzandogli la testa, lo sentiva tremare nel suo abbraccio come un bambino infreddolito, “Non è successo nulla… Ti fidi di me?” gli chiese, afferrandogli saldamente la mano.

Debolmente, Ron annuì, rannicchiandosi maggiormente.

Restarono così per qualche minuto, senza accorgersi minimamente di ciò che accadeva attorno a loro, e senza sentire la voce brontolante di Sirius chiamarli dabbasso.

Solo quando il quadro della Signora Black ebbe ripreso a urlare insulti, i due ragazzi realizzarono che la vita attorno a loro stava proseguendo lo stesso e che Sirius stava salendo minaccioso le scale, puntando verso di loro con quella sua espressione da cane: “Hermione, Ron, è mezz’ora che vi sto chiamando.” Disse lui, avvicinandosi a loro serio, “S-scusaci…” balbettò la ragazza, rossa come un peperone, “Che succede?” domandò poi con un’espressione spaventata.

Black sospirò, massaggiandosi la nuca: “Molly mi ha detto di dirvi che tra poco è pronta la cena e in più, sono qui da parte di Harry.” disse, voltando il viso con aria quasi imbarazzata; per poco, i due ragazzi non lo buttarono giù dalle scale, “Come sta?!” chiese Ron, aggrappandosi alle sue spalle.

La risata che scaturì spontanea dalle labbra dell’uomo, e le sue parole, fecero, se possibile, avvampare ancora di più entrambi: “Mi ha chiesto di dirvi che, se avete finito di fare i teneri fidanzatini, potete anche aiutarlo a scendere a cena.”.

 

DEDICATA AD ATREIUS E A GINNY_POTTER.

Alla prima, per la piacevole chiacchierata di ieri e per condividere con me la passione per i Missing Moments e alla seconda... Beh, le Ron/Hermione sono il suo pane! xD

 

   
 
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