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Autore: Yamato_    06/02/2011    1 recensioni
Breve introduzione sulla mia prima fic a capitoli
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cudicini, Rodolfo Cesaroni
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentimenti devastanti 3 capitolo Prima di soffermarmi sul capitolo, ci tengo davvero molto a ringraziare  Saretta_Lol  che segue e commenta ogni capitolo della mia storia, motivandomi molto a continuarla.
Graziiieeeee. ^^




                                                                                                  Sentimenti devastanti

                   


Sento gli occhi bruciare, mentre mi trovo a vagare da sola per strada. Sono in un posto che non conosco, però è bello, c'è tanto sole e si sente della musica in lontananza.
Le strade sono deserte, dove saranno tutti?
Continuo a camminare senza una meta precisa, qui l'aria è così calda e mi sento felice, si sentono anche gli uccellini cinguettare.
'Questo posto sembra incantato', e proprio mentre lo penso scorgo, a 50 metri da me, un grosso albero dalle foglie rosa.
E' stupendo, dal tronco grosso e massiccio, coronato da queste bellissime foglie che gli danno un aspetto dolce, ma allo stesso tempo maestoso.
Lo raggiungo correndo e a mano a mano che mi avvicino, diventa sempre più bello e solenne.
Arrivo a toccargli il tronco, è liscio e al mio tocco appare quasi bagnato. Subito, però, la mia attenzione si sofferma  su altro.
Il mio sguardo cade su una sagoma poggiata al lato opposto dell'albero, seduta, solitaria.
Il suo profilo mi affascina, senza neanche aver visto il suo volto, mi incanta, mi ipnotizza.
Mi sento attratta, non solo dalla curiosità di raggiungere quell'uomo.
-Ehiii- urlo avvicinandomi.
La sagoma si gira, rivelandomi il suo volto così appagato.
Non lo riconosco, ma continuo ad avvicinarmi. Intanto vedo quell'ombra girare il viso e tenerle la testa bassa. Adesso gli sono proprio di fronte.
-Ciao, io sono Alice. Sono finita qui per sbaglio, non so neppure dove mi trovo. Tu chi sei?-
Non spiccica parola, sembra addormentato. Poi, lentamente alza la testa ed io rimango stupita da ciò che vedo.
-Rudi..- sussurro piano, -Che ci fai anche tu qui?-
Continua a non rispondermi e questa volta faccio per abbracciarlo, ma è come se qualcosa ci dividesse.
Non riesco a toccarlo, come se tra di noi ci fosse un sottile strato di vetro. Sembra volermi afferrare anche lui, ma, come me, non riesce, ogni tentativo è vano.
Cosa succede? improvvisamente tutta la bellezza e la pace di quel luogo sembrano spariti. L'albero tanto bello, ora si è tramutato in un piccolo albero dal tronco sottilissimo ed i rami completamente privi di foglie.
E' triste.
Anche quella musica che prima si udiva in lontananza, adesso è sparita, come tutta la magia che circondava il posto.
Mi soffermo ancora una volta su di lui e mi concentro a pensare ad una possibile soluzione. Intanto intorno a noi, il cielo è diventato nero e le abitazioni sono cupe, è tutto cupo.
Improvvisamente, non so come, non so perchè, si avvicina a me ed io allungo la mano verso di lui. Riesce a prenderla: il vetro che poco fa ci separava sembra essersi dissolto e finalmente ci troviamo vicini.
I corpi aderiscono l'uno all'altro e, spontaneamente, ci abbracciamo. Un abbraccio forte, intenso, ricco di sentimenti. 
Vorrei che il tempo si fermasse per sempre. Ma presto cambio idea.
Da lontano vedo Rudi guardarmi. E' arrabbiato, deluso, perchè mi guarda così? I suoi occhi sembrano celare tanta amarezza, mentre scuote il capo in senso negativo.
' Ehi, un momento, ma se Rudi è lì, allora io chi sto abbracciando? ' Questa domanda mi tormenta fino a quando, impaurita, non mi sciolgo violentemente dall'abbraccio e mi accorgo che il ragazzo che tengo stretto a me è Umberto.
Mi sveglio di scatto, sudata e con il cuore a mille.
'Era solo un sogno, un brutto sogno! Stavo abbracciando Umberto, ecco perchè Rudi aveva quella faccia tanto triste ed arrabbiata.'
Ma, proprio mentre penso questo, afferro la sveglia dal comodino accanto al mio letto.  Le 9: 30.
Anche se non è molto tardi, decido di alzarmi e scendere in cucina a fare colazione. Mentre scendo le scale, inalo quel dolce profumo di croissant e, contemporaneamente, avverto un leggero senso di nausea.
Fa ancora caldo ed è già l'11 settembre.
Giù, mamma e Giulio, come al solito già in piedi, stanno preparando la colazione. Sembra che questa mattina si siano svegliati tutti presto.
Mi guardo intorno, ma Rudi non c'è. Dove sarà ancora?
-Mamma, ma Rudi è tornato?-
-No, tesoro, Rudi è ancora da Budino.-
Si, come no, da Budino. Scuoto lievemente la testa, sperando di non essere vista.
La voce di mia madre mi pietrifica -Perchè sei interessata a Rudi? Ieri sera hai fatto la stessa domanda, tesoro.-
Cosa le dico adesso? Potrei dirle la verità, ma ho già deciso che non sarebbe una buona idea.
Così taccio, come previsto.
-E' che dovrei dirgli una cosa che sono venuta a sapere.-
Ottima scusa, Alice! Speriamo che mamma ci creda, non ho voglia di subirmi le sue domande appena sveglia!
Non finisco neppure in tempo la colazione che corro di sopra.  Mi tremano le gambe... Sarà il caldo, o l'ansia?
Prendo il cellulare e compongo nuovamente il suo numero.
Avanti, rispondi.
-Wind! Servi..-
Stacco subito! E' tutta la notte che ha il cellulare spento e non so dove si trova.
Devo fare qualcosa, non posso aspettare ancora per parlargli.
Magari stamattina sarà tornato a casa da Budino, così chiamo Jole.
-P-prontro.- la sua voce mi arriva ancora  insonnata.
-Jole, sono io, Alice! Scusa se ti chiamo a quest'ora, ma vorrei sapere se Rudi è venuto da voi stamattina, o stanotte.-
Attendo un attimo in linea mentre lei, con grande pazienza, va a controllare.
Questi assurdi secondi sembrano essere infiniti ed il mio stomaco ne risente. Sottili goccioline di sudore mi rigano la fronte.
-Ehi, Ali, qui non è venuto. Ma calmati, sarà tutto apposto.-
Lo dice per tranquillizzarmi, lo so, ma non riesco farlo purtroppo.
La ringrazio e salutandola lascio che torni a dormire, mentre io non so cosa fare, se aspettare o se andare a cercarlo.
Dieci minuti dopo, sono sotto la doccia. L'acqua, in momenti come questo, riesce a scrollarmi di dosso tutta la tensione ed il nervosismo, mi rilassa e mi schiarisce un pò le idee.
Ho messo un pò di musica in bagno, la mia canzone preferita degli Akcent, intitolata My passion.
La prima volta che l'ho ascoltata ero con Jolanda, Budino, Rudi e Lorenzo in un bar del centro.
Mi capita spesso di ascoltarla, soprattutto quando sono triste, delusa o arrabbiata perchè mi ricorda dei momenti bellissimi trascorsi con i miei amici.
Mi lascio andare a quelle note, a quelle parole e dolcemente comincio a cantare.
Le parole le conosco a memoria.

Don't let go,
don't run away love,
I still got feelings you are my passion.
Don't let go,
don't run away love,
you are the one for me.


Sembrano fare quasi per me stavolta, e, come al solito, mi lascio andare a dei piccoli brividi.
L'acqua è così fresca e lascio che la canzone porti con sé le mie ansie e le mie paure.



La doccia dura una mezz'oretta e la canzone, sempre la stessa, continua a risuonare nella stanza.
Come immaginavo, la doccia mi ha fatto davvero rilassata, sento i muscoli meno tesi di prima, anche se l'agitazione, pian piano, comincia a prendersi nuovamente gioco  di me.
Mi sono rilassata, è vero, ma la canzone non ha fatto altro che riportarmi alla mente tutti quei bei ricordi, dove non era tutto così complicato.
Che mi succede? Non ho il tempo di capirlo che mi accorgo di non aver preso la cambiata, così mi avvolgo l'asciugamano intorno al seno ed al torace ed esco dal bagno, con i capelli ancora bagnati, per dirigermi nella mia stanza.
Spalanco la porta e....
Rimango muta per un minuto circa, non so cosa dire, riesco solamente a guardarlo dritto negli occhi, in quei suoi occhi misteriosi.
'Chissà che faccia da pesce lesso che avrò adesso. ' Penso ancora impalata dinanzi a lui. Ma poi ricordo di essere ancora in asciugamano e arrossisco leggermente.
Sono tentata da una forte voglia di abbracciarlo, ma mi trattengo, sperando in una sua parola, mentre lui, invece, abbassa il capo e mi sposta con la mano.
Sto per inciampare, ma per fortuna riesco a reggermi, anche se i miei pensieri sono altrove.
Non mi ha degnata di una parola, sarà ancora arrabbiato con me per la scenata dell'altro giorno. Ora che ci penso, dove sarà stato? Devo chiederglielo, lui deve parlarmi, non può finire così.
Finire? Ma cosa dico? Non è mai cominciato niente!
Non mi arrendo. Apro la porta del bagno, che per fortuna non è chiusa a chiave e lo trovo in piedi, appoggiato al lavandino, con la testa fra le mani, mentre si tortura i capelli.
Ha un'aria strana, non l'ho mai visto così. Che avrà?
Mi avvicino cercando di accarezzargli il braccio, ma lui con un solo movimento mi allontana bruscamente.
E' ancora arrabbiato con me, lo sapevo!
-Rudi, io... Dove sei stato stanotte?- Che cavolo mi è preso? Perchè non sono riuscita a chiedergli nemmeno scusa?
Sono troppo codarda per farlo, oppure troppo orgogliosa?
-Da Budino.- dice interrompendo il filo dei miei pensieri.
-Non mentire, Rudi, ieri appena ho saputo che non saresti andato a dormire da Budino, ho chiamato Jolanda accertandomi che fosse così, ma tu non c'eri. E non ci sei stato fino a questa mattina! Dove sei stato?-
-Non sono affari tuoi.- Le sue parole sono come una lama tagliente conficcatami nello stomaco, a tradimento.
Sento il sangue gelarsi e le lacrime salire agli occhi. Devo trattenermi. Devo farmi forza!
-Rudi, io volevo chiederti scusa per essermi comportata in quel modo l'altro giorno, non meritavi di essere trattato così ed io sono davvero dispiaciuta. ti prego, perdonami! Ho provato anche a chiamarti, ma avevi sempre il cellulare staccato.-
Lo dico il più velocemente possibile, mentre, di nascosto, asciugo con un dito quella lacrima che, solitaria, si fa strada sul mio viso.
-Lasciami in pace, delle tue scuse non me ne faccio nulla. Non è colpa tua, tu non c'entri niente. Sono stato io lo stupido che ti ha baciata. Ma è stato solo un errore, avevi ragione tu.-
Una seconda pugnalata. Le sue parole mi arrivano così  fredde e distaccate, frutto di tanta rabbia e rancore.
Sento che stavolta non è solo una lacrima a voler scendere, ma molte di più. Così mi lascio andare a quel dolore.
-Per favore, Rudi, non pensare a ciò che ho detto l'altro giorno, ero sconvolta per quello che mi era successo e poi, come se non bastasse, tu mi hai baciata alla sprovvista. Io.. io non ci ho visto più, ero fuori di me!-
Si volta a guardarmi con aria indignata, quasi disgustata. Perchè mi guarda così? Sento improvvisamente il suo sguardo farsi  penentrante, come se volesse dirmi qualcosa.
-Devo parlarti, ti prego ascoltami...- sussurro piano avvicinandomi al suo orecchio.
In realtà non so nemmeno io cosa devo dirgli di preciso, so solo che non voglio che mi allontani di nuovo. 
-No, Alice, devo dirti una cosa...-


  
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