Dal presente
all’antico Egitto
Capitolo 6:
Era giunta
la sera ed Inuyasha era appena tornato dalla sala da pranzo, dopo aver
finito
di cenare.
Con
sé aveva
portato qualche deliziosa pietanza, preparata dalla cuoca del palazzo,
per far
mangiare la schiava che era digiuna da tutto il giorno. Era sorpreso di
ciò,
non si aspettava che la ragazza per orgoglio potesse riuscire in una
simile
cosa. Non era certo una passeggiata contenere la fame. Lui non riusciva
a stare
senza mangiare nemmeno per mezza giornata!
Salì
le
ripide scale e, dopo aver attraversato velocemente il corridoio
principale che
conduceva a tutte le camere da notte, arrivò di fronte alla
sua. Aprì il
robusto portone ed entrò.
Seduta a
terra, la sua schiava Kagome coccolava teneramente Buyo. Era davvero
incredibile, qualche ora fa aveva affermato di odiarlo e invece adesso
si
comportava come se fosse la sua padrona. Il principe non sapeva se
essere
sorpreso o geloso.
La ragazza
dopo averlo sentito entrare lo degnò di una occhiata
indifferente per poi
ritornare a fissare il pavimento. Il mezzo-demone non si fece
intimidire e si
avvicinò a lei, porgendogli i piatti colmi di cibo:
“Questi è per te, mangia”
gli intimò, stava diventando veramente seccante la sua
resistenza. Tutto per
quello stupido braccialetto senza alcun valore!
“Non
ho
fame” rispose gelida “Ma potrei averne se tu mi
restituissi ciò che è mio”
continuò.
‘Eh
si, ha
proprio un bel caratterino questa ragazza. Ed è anche
carina, mi piace!’ pensò
fra se e se.
Non avrebbe
mai avuto il coraggio di esternare la sua considerazione sulla giovane
che
aveva di fronte.
“Io
quel
coso te lo restituisco quando voglio. Sono il principe e anche il tuo
padrone,
non mi farò ne ora ne mai comandare a bacchetta da nessuno.
Nemmeno da mio
padre che è il faraone” gli ricordò
Inuyasha.
‘Il
faraone
avrà sicuramente l’aspetto del vero padre di
Inuyasha. Chissà com’è…
sarà
senz’altro più gentile di suo figlio. E Izayoi?
Perché non ha fino ad ora nominato
sua madre?’ questo pensava Kagome mentre ignorava le parole
dell’hanyou.
“Va
bene, se
non hai voglia di mangiare non mangiare. Non sono affari miei. Poso
tutto sopra
quel tavolino, quando avrai finito di fare la testarda e mangerai
gradirei almeno
un grazie. Non tutte le persone si premurano di nutrire i proprio
servi” gli
disse il ragazzo.
“Oh
mio
dolce padrone, la ringrazio con tutto il cuore. Non so che farei senza
di lei!”
gli rispose ironicamente la ragazza. Inuyasha trattenne la sua ira, gli
infastidiva tantissimo essere preso in giro da qualcuno.
‘E’ solo una ragazza’
si ripeteva continuamente, cercando di calmarsi ‘E’
solo una ragazza ed è solo
la una schiava’.
“Ti
ricordo
che qui l’unico a decidere finora sei stato tu. Io non ho mai
accettato di
diventare la tua serva”
“Fino
a
prova contraria non credo che avresti mai accettato la proposta, no?
Quindi
qualcuno doveva pur prendere una decisione. E quel qualcuno sono stato
io”
rispose Inuyasha, con aria di chi la sa lunga.
“Potevo
benissimo prenderla io la decisione. Non sono mica una bambina, non ho
bisogno
che qualcuno mi aiuti nelle mie scelte”
“Dici
sul
serio? E io che volevo essere così carino da crescerti
personalmente” scherzò
mentre avvicinava il volto a quello di lei.
“C-che
cosa
stai facendo?! Allontanati da me, maniaco!”
“Se
non
sbaglio oggi pomeriggio non ho finito il mio bellissimo regalo di
benvenuto!”
continuò a prenderla in giro.
“Se
questi
li chiami regali non li voglio, brutto porco!”
Inuyasha
rise di gusto “Porco lo sono un pochino, ma brutto
no”.
Quando ormai
il ragazzo era deciso a compiere la sua piccola vendetta, qualcuno
bussò alla
porta.
Senza che
ricevesse alcuna risposta lo sconosciuto entrò.
Il principe
si girò verso il presunto seccatore, per poi sbuffare
“Miroku, cosa vuoi a
quest’ora di sera?”
‘Miroku?’
Kagome rimase a fissarlo. Con quell’armatura non lo aveva
affatto riconosciuto!
Però era nello stesso tempo contenta, aveva ritrovato tutto
il suo amato gruppo
al completo, o almeno quasi…
“Ehi
Inuyasha, non indovinerai mai cos-“ l’amico non
riuscì a terminare la frase.
Nel momento
stesso in cui i suoi occhi color blu cobalto si erano accidentalmente
posati
sulla ragazza si era come bloccato.
‘Che
sta
succedendo oggi?’ pensava ‘Due bellissime ragazze
in così poco tempo. Ditemi se
questa non è la mia giornata!’
Come per
magia, e ad una velocità pazzesca, si fiondò
davanti alla bellissima fanciulla
scansando malamente il suo amico principe.
“Oh
splendida e bellissima fanciulla venuta dal mio ovile della
felicità, potrei
avere l’onore di sapere il vostro nome?” le chiese
con galanteria.
Inuyasha era
quasi disgustato ‘Ovile della felicità?’
pensava, orribilato. ‘Posso benissimo
pensare cosa ci sia lì… è proprio un
maniaco senza speranza!’
Kagome
trattene una risata, pensava a Miroku e al suo comportamento di sempre.
Non era
cambiato di una virgola nemmeno in quel tempo. Rispose comunque alla
richiesta
del giovane, sorridendogli “Mi chiamo Kagome. E io potrei
sapere il vostro nome?”
“Il
suono
del vostro nome mi porta nei cieli beati. Fanciulla, il mio nome
è Miroku ma
puoi chiamarmi come desideri tu” rispose il libertino,
incantato dal sorriso
della giovane.
“Qualcuno
perfavore potrebbe degnarsi di calcolarmi? Sapete
com’è, siete anche nella mia
stanza” li rimproverò il mezzo-demone, imbronciato.
“Non
te la
prendere Inuyasha, non mi avevi presentato prima questo
splendore”
“Questo
splendore, come dici tu, è la mia schiava”
mormorò il principe, afferrando un
bicchiere e bevendo un po’ d’acqua.
“Come
sei
fortunato! Una ragazza così bella, dolce e
tenera!” a Miroku brillavano gli
occhi. Quanto gli sarebbe piaciuto avere Kagome e Sango, entrambi come sue schiave!
Inuyasha a
sentire quelle parole sputò letteralmente l’acqua
che stava inghiottendo, con
il rischio di affogarsi. Dopo essersi ripreso urlò:
“Bella? Dolce? Tenera? Ma
stai parlando della stessa ragazza che ho di fronte?! Non è
assolutamente
bella, è tutt’altro che dolce ed è
anche testarda!”
La giovane
interpellata lanciò uno sguardo tutt’altro che
dolce all’hanyou.
Quest’ultimo
rabbrividì, insieme a Miroku.
Dopo pochi
minuti entrò nella stanza Sango, che non vedendo tornare
presto il suo padrone aveva
deciso di mettersi a cercarlo.
Appena
Kagome la vide entrare si buttò letteralmente fra le sue
braccia, felice di
averla rivista.
“Sango!
Allora anche tu sei qui!” esclamò
l’amica, gioiosa.
“Oh
Sanguccia mia! Vieni fra le mie braccia!” la
invitò Miroku, avvicinandosi alle
due.
La ragazza
appena arrivata accarezzò la testa a Kagome, contenta di
averla ritrovata, per
poi andare verso il suo padrone e dargli un pugno in testa.
“Così la smetti di
fare il maniaco e di sparire per così tanto tempo,
lasciandomi da sola!” lo
rimproverò.
“Ti
chiedo
perdono Sanguccia! Ti prometto che non lo farò
più!” gli rispose con le lacrime
agli occhi.
‘E lei
sarebbe la sua schiava? Sembra piuttosto lei la padrona!’
pensò divertito
Inuyasha.
Poi si
congratulò con la ragazza “Ti faccio i miei
complimenti! Ci serviva proprio
qualcuno che tenesse a bada i suoi istinti!”
“Tu
sei
Inuyasha, il principe e il padrone di Kagome?” gli
domandò Sango. Il
mezzo-demone annuì.
Sango aveva
non poco timore di suo padre, aveva mandato ad uccidere milioni e
milioni di
persone. Quindi, preoccupata anche per la sorte dell’amica,
lo minacciò “Ti
dico solo una cosa, prova a fare del male a Kagome e ti ritrovi a
regnare
nell’Inferno!”
Poi si
avvicinò alla sua amica dai capelli color ebano e
l’abbracciò forte.
Inuyasha si
voltò verso Miroku, ricevendo uno sguardo del tipo
‘Attento, guarda che lei non
scherza!’.
Passarono
tutti e quattro qualche altra ora a chiacchierare, a battibeccarsi e a
discutere.
Poi Sango,
seguita dal ‘padrone’ Miroku, si avviarono verso la
loro stanza perché troppo
stanchi.
Inuyasha
mostrò il nuovo letto a Kagome che, dopo qualche momento di
esitazione, si
distese e si addormentò velocemente.
Anche
Inuyasha, dopo essersi sdraiato nel sontuoso letto, la seguì
nel sonno.