Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: AyakoChan    07/02/2011    8 recensioni
Kagome è tornata nuovamente alla sua epoca per sostenere un esame, che sfortunatamente per lei è stato rimandato. L'acquisto di un braccialetto sconvolgerà ancora di più la sua vita, già piena di avventure e di grandi pericoli. Dopo aver attraversato il pozzo MangiaOssa, infatti, non si ritrova nella sua adorata Epoca Sengoku ma bensì in Egitto... E se, dopo essersi rifugiata in un villaggio rincontrasse Sango, Koga, Kirara e Shippo? E se questo villaggio venisse distrutto dalle guardie del Faraone Inu No Taisho? E se Miroku fosse proprio il consigliere del Faraone, e la persona che ha assecondato la distruzione del piccolo villaggio? E se Kagome si ritrovasse ad essere la schiava del bel principe Inuyasha? Come si metterebbero le cose? E cosa ancora più importante: tornerà mai a casa e al sicuro dai suoi amici dell'Epoca Sengoku e dalla sua famiglia?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dal presente all’antico Egitto

Capitolo 6:

 

Era giunta la sera ed Inuyasha era appena tornato dalla sala da pranzo, dopo aver finito di cenare.

Con sé aveva portato qualche deliziosa pietanza, preparata dalla cuoca del palazzo, per far mangiare la schiava che era digiuna da tutto il giorno. Era sorpreso di ciò, non si aspettava che la ragazza per orgoglio potesse riuscire in una simile cosa. Non era certo una passeggiata contenere la fame. Lui non riusciva a stare senza mangiare nemmeno per mezza giornata!

Salì le ripide scale e, dopo aver attraversato velocemente il corridoio principale che conduceva a tutte le camere da notte, arrivò di fronte alla sua. Aprì il robusto portone ed entrò.

Seduta a terra, la sua schiava Kagome coccolava teneramente Buyo. Era davvero incredibile, qualche ora fa aveva affermato di odiarlo e invece adesso si comportava come se fosse la sua padrona. Il principe non sapeva se essere sorpreso o geloso.

La ragazza dopo averlo sentito entrare lo degnò di una occhiata indifferente per poi ritornare a fissare il pavimento. Il mezzo-demone non si fece intimidire e si avvicinò a lei, porgendogli i piatti colmi di cibo: “Questi è per te, mangia” gli intimò, stava diventando veramente seccante la sua resistenza. Tutto per quello stupido braccialetto senza alcun valore!

“Non ho fame” rispose gelida “Ma potrei averne se tu mi restituissi ciò che è mio” continuò.

‘Eh si, ha proprio un bel caratterino questa ragazza. Ed è anche carina, mi piace!’ pensò fra se e se.

Non avrebbe mai avuto il coraggio di esternare la sua considerazione sulla giovane che aveva di fronte.

“Io quel coso te lo restituisco quando voglio. Sono il principe e anche il tuo padrone, non mi farò ne ora ne mai comandare a bacchetta da nessuno. Nemmeno da mio padre che è il faraone” gli ricordò Inuyasha.

‘Il faraone avrà sicuramente l’aspetto del vero padre di Inuyasha. Chissà com’è… sarà senz’altro più gentile di suo figlio. E Izayoi? Perché non ha fino ad ora nominato sua madre?’ questo pensava Kagome mentre ignorava le parole dell’hanyou.

 

“Va bene, se non hai voglia di mangiare non mangiare. Non sono affari miei. Poso tutto sopra quel tavolino, quando avrai finito di fare la testarda e mangerai gradirei almeno un grazie. Non tutte le persone si premurano di nutrire i proprio servi” gli disse il ragazzo.

“Oh mio dolce padrone, la ringrazio con tutto il cuore. Non so che farei senza di lei!” gli rispose ironicamente la ragazza. Inuyasha trattenne la sua ira, gli infastidiva tantissimo essere preso in giro da qualcuno. ‘E’ solo una ragazza’ si ripeteva continuamente, cercando di calmarsi ‘E’ solo una ragazza ed è solo la una schiava’.

 

“Ti ricordo che qui l’unico a decidere finora sei stato tu. Io non ho mai accettato di diventare la tua serva”

“Fino a prova contraria non credo che avresti mai accettato la proposta, no? Quindi qualcuno doveva pur prendere una decisione. E quel qualcuno sono stato io” rispose Inuyasha, con aria di chi la sa lunga.

“Potevo benissimo prenderla io la decisione. Non sono mica una bambina, non ho bisogno che qualcuno mi aiuti nelle mie scelte”

“Dici sul serio? E io che volevo essere così carino da crescerti personalmente” scherzò mentre avvicinava il volto a quello di lei.

“C-che cosa stai facendo?! Allontanati da me, maniaco!”

“Se non sbaglio oggi pomeriggio non ho finito il mio bellissimo regalo di benvenuto!” continuò a prenderla in giro.

“Se questi li chiami regali non li voglio, brutto porco!”

Inuyasha rise di gusto “Porco lo sono un pochino, ma brutto no”.

Quando ormai il ragazzo era deciso a compiere la sua piccola vendetta, qualcuno bussò alla porta.

Senza che ricevesse alcuna risposta lo sconosciuto entrò.

Il principe si girò verso il presunto seccatore, per poi sbuffare “Miroku, cosa vuoi a quest’ora di sera?”

‘Miroku?’ Kagome rimase a fissarlo. Con quell’armatura non lo aveva affatto riconosciuto! Però era nello stesso tempo contenta, aveva ritrovato tutto il suo amato gruppo al completo, o almeno quasi…

“Ehi Inuyasha, non indovinerai mai cos-“ l’amico non riuscì a terminare la frase.

Nel momento stesso in cui i suoi occhi color blu cobalto si erano accidentalmente posati sulla ragazza si era come bloccato.

‘Che sta succedendo oggi?’ pensava ‘Due bellissime ragazze in così poco tempo. Ditemi se questa non è la mia giornata!’

Come per magia, e ad una velocità pazzesca, si fiondò davanti alla bellissima fanciulla scansando malamente il suo amico principe.

“Oh splendida e bellissima fanciulla venuta dal mio ovile della felicità, potrei avere l’onore di sapere il vostro nome?” le chiese con galanteria.

Inuyasha era quasi disgustato ‘Ovile della felicità?’ pensava, orribilato. ‘Posso benissimo pensare cosa ci sia lì… è proprio un maniaco senza speranza!’

Kagome trattene una risata, pensava a Miroku e al suo comportamento di sempre. Non era cambiato di una virgola nemmeno in quel tempo. Rispose comunque alla richiesta del giovane, sorridendogli “Mi chiamo Kagome. E io potrei sapere il vostro nome?”

“Il suono del vostro nome mi porta nei cieli beati. Fanciulla, il mio nome è Miroku ma puoi chiamarmi come desideri tu” rispose il libertino, incantato dal sorriso della giovane.

“Qualcuno perfavore potrebbe degnarsi di calcolarmi? Sapete com’è, siete anche nella mia stanza” li rimproverò il mezzo-demone, imbronciato.

“Non te la prendere Inuyasha, non mi avevi presentato prima questo splendore”

“Questo splendore, come dici tu, è la mia schiava” mormorò il principe, afferrando un bicchiere e bevendo un po’ d’acqua.

“Come sei fortunato! Una ragazza così bella, dolce e tenera!” a Miroku brillavano gli occhi. Quanto gli sarebbe piaciuto avere Kagome e Sango, entrambi  come sue schiave!

Inuyasha a sentire quelle parole sputò letteralmente l’acqua che stava inghiottendo, con il rischio di affogarsi. Dopo essersi ripreso urlò: “Bella? Dolce? Tenera? Ma stai parlando della stessa ragazza che ho di fronte?! Non è assolutamente bella, è tutt’altro che dolce ed è anche testarda!”

La giovane interpellata lanciò uno sguardo tutt’altro che dolce all’hanyou.

Quest’ultimo rabbrividì, insieme a Miroku.

 

Dopo pochi minuti entrò nella stanza Sango, che non vedendo tornare presto il suo padrone aveva deciso di mettersi a cercarlo.

Appena Kagome la vide entrare si buttò letteralmente fra le sue braccia, felice di averla rivista.

“Sango! Allora anche tu sei qui!” esclamò l’amica, gioiosa.

“Oh Sanguccia mia! Vieni fra le mie braccia!” la invitò Miroku, avvicinandosi alle due.

La ragazza appena arrivata accarezzò la testa a Kagome, contenta di averla ritrovata, per poi andare verso il suo padrone e dargli un pugno in testa. “Così la smetti di fare il maniaco e di sparire per così tanto tempo, lasciandomi da sola!” lo rimproverò.

“Ti chiedo perdono Sanguccia! Ti prometto che non lo farò più!” gli rispose con le lacrime agli occhi.

‘E lei sarebbe la sua schiava? Sembra piuttosto lei la padrona!’ pensò divertito Inuyasha.

Poi si congratulò con la ragazza “Ti faccio i miei complimenti! Ci serviva proprio qualcuno che tenesse a bada i suoi istinti!”

“Tu sei Inuyasha, il principe e il padrone di Kagome?” gli domandò Sango. Il mezzo-demone annuì.

Sango aveva non poco timore di suo padre, aveva mandato ad uccidere milioni e milioni di persone. Quindi, preoccupata anche per la sorte dell’amica, lo minacciò “Ti dico solo una cosa, prova a fare del male a Kagome e ti ritrovi a regnare nell’Inferno!”

Poi si avvicinò alla sua amica dai capelli color ebano e l’abbracciò forte.

Inuyasha si voltò verso Miroku, ricevendo uno sguardo del tipo ‘Attento, guarda che lei non scherza!’.

 

Passarono tutti e quattro qualche altra ora a chiacchierare, a battibeccarsi e a discutere.

Poi Sango, seguita dal ‘padrone’ Miroku, si avviarono verso la loro stanza perché troppo stanchi.

Inuyasha mostrò il nuovo letto a Kagome che, dopo qualche momento di esitazione, si distese e si addormentò velocemente.

Anche Inuyasha, dopo essersi sdraiato nel sontuoso letto, la seguì nel sonno.

  
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