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Autore: Perfidia    07/02/2011    2 recensioni
Riccioli biondi e un musino da furfante, rendevano evidente al mondo chi fosse la piccola Sylvie... - un nuovo inizio per una vecchia storia, che giocherò a storpiare e ricombinare, in modo da migliorarla rispetto al passato. Spero possa essere una gradevole lettura. Fatemi sapere.. A presto Perfidia.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Luna/Ron
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Da Epilogo alternativo
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Dissapori…

Si fermarono in un bar a metà strada fra casa di Jane e la clinica di Blaise. Draco entrò con il suo incedere elegante, come un perfetto manager babbano, a testa alta. Mentre Luna lo seguiva saltellando su un piede solo, intenta a litigare con una scarpa.  Il cameriere si avvicinò loro chiedendo se desiderassero seguirlo ad un tavolo. Draco annuì, e l uomo li portò al primo tavolo libero vicino alla vetrata. C’era un buon odore di brioche e caffè, e il locale era affollato da babbani che se la prendevano più o meno comoda, a seconda del tempo di cui disponevano. L’attenzione di Luna si focalizzò su un uomo, aveva all’incirca sessant’anni e dava l’idea di essere un burbero scontroso. Draco osservava Luna presa dai suoi pensieri mentre scorreva il menù che il cameriere gli aveva portato .

  • Luna cosa pensi? – disse Draco seguendo la direzione in cui lo sguardo di Luna puntava. La ragazza distolse lo sguardo poi disse.
  • Draco secondo te è un mago quello?
  • Direi di si… come mai me lo chiedi? – chiese Draco osservandolo.
  • Oh… non so… è una sensazione credo… che prendiamo?
  • Caffè nero per me.- disse il biondo.
  • Ma non è una colazione quella!
  • Anche tu? Ma cosa avete tutti contro il caffè si può sapere? – Luna rise.- Ok visto che non mi rispondi fa te, mentre vado in bagno. – continuò il biondo alzandosi. Luna cercò con lo sguardo un cameriere e quando si rivoltò verso il posto di Draco, si ritrovò davanti l’uomo che stava osservando. La ragazza lo guardò interdetta.
  • Lo sai anche tu non è vero? – Luna lo guardò.
  • So cosa?
  • Sta arrivando…
  • Cosa sta arrivando?
  • Lei… sta arrivando… e ci ucciderà… ci ucciderà tutti!
  • Ma di cosa sta parlando signore.
  • Cassandra… lei ci ucciderà tutti! Scappa bambina finché sei in tempo… - e l’uomo si alzò col suo bastone andando verso la porta. Luna scossa si alzò e andò verso di lui gli afferrò il braccio. L’uomo allora si voltò e in malo modo disse.
  • Chi è lei scusi?
  • Ecco… lei… io…
  • Maleducata gioventù d’oggi. – e uscì sbattendo la porta.

In quel momento Draco uscì dal bagno, e vide Luna in piedi a fissare la porta. Era scossa Draco lo percepì all’istante. Le passò un braccio intorno alla spalla e chiese.

  • Luna stai bene? – Luna lo guardò. – è successo qualcosa? Avanti parla..
  • No… niente… ti va  di tornare a casa? Ho un improvviso bisogno di stendermi. – Draco la fece sedere al tavolo, e ordinò due succhi di frutta all’arancia. Quando il cameriere li porto lo fece bere a Luna, che nonostante le sue pressioni non aveva detto una parola su quello che era capitato con quell’uomo.  Finito di bere uscirono dal bar, e finalmente Luna aprì la bocca.
  • Draco ti va di guidare?
  • Si certo..- poi osservandola meglio .- Ti senti bene?
  • Si… sto bene.. è che… mi tremano le mani…
  • Non mi sembra che tu stia bene Luna.
  • Portami a casa Draco. Per favore …
  • Si certo… - Salirono sulla Mini di Luna e Draco prese il volante, diretti a casa di Ron.
  • Vuoi che ti porti a casa tua Luna?- la ragazza parve pensarci un po’.
  • No Draco, andiamo da te.
  • D’accordo… - Draco svoltò alla prima a sinistra e si immise sulla strada che li avrebbe portati al suo maniero.

Intanto  Catherine era intenta a studiare su un grosso tomo di magia, la pozione che stava preparando quando il suo piccolo Chris si avvicinò a lei.

  • Mamma…
  • Dimmi tesoro…
  • Questa notte ho sentito le urla di una bambina… come mai? – la donna osservò il piccolo sorpresa.
  • Sarà stato un brutto sogno tesoro. – disse carezzandolo dolcemente.
  • Dici davvero mamma? – chiese Chris poco convinto.
  • Si certo amore… vieni qui… fatti coccolare un po’ adesso. – il piccolo salì fra le braccia della madre… ma stretto nel suo abbraccio non si sentiva per niente tranquillo. La donna lo percepì… lo strinse allora più forte a se sussurrando mentalmente le parole di un vecchio incantesimo. Poi iniziò a cantare una ninna nanna… il piccolo Chris cadde addormentato all’istante. In un sonno tranquillo e profondo. La donna allora lo distese a letto e riprese la sua pozione.

 

A casa Malfoy nel mentre Hermione era nervosa a dir poco…  ce l’aveva a morte con suo marito. In più ci si metteva quel testone di Harry che aveva preso d’assedio il suo salotto con un mare di carte.

  • Harry per favore, spiegami di nuovo la storia della base auror nel mio salotto. Ti prego… - chiese la riccia lasciandosi andare su una poltrona ricoperta d carte.
  • Semplice… - disse il moro con fare pratico.- ci serviva un posto tranquillo che non fosse il ministero. E poi qui è perfetto. Ci sei tu… e ci servono le tue deduzioni brillanti. 
  • Certo come no. Non potevamo farlo da te o da Ron?
  • Da me no… Ginny si ficcherebbe in mezzo e nel suo stato non voglio. E poi ci sono le mie pesti, e li conosci. Tu hai solo Sylvie quell’ angelo di bambina… - continuò il moro leggendo il suo rapporto.
  • Si ok… perché non da Ron? – chiese sull’orlo dell’esasperazione.
  • Perché è fuori in ispezione e Luna non era in casa… quindi non potevo entrare in casa loro cm un ladro e appropriarmi del loro salotto.
  • Harry senti… io ho un mare di problemi… - disse Hermione in preda ad un attimo di confusione.- e Draco ha deciso di tornare a casa. Non voglio assolutamente che si occupi di questa cosa. Non è in condizioni di farlo.
  • Non sono in condizioni di fare cosa Hermione? – la donna si bloccò, la voce del marito le arrivò alle orecchie come un sasso sulla testa.
  • Ciao Draco. – disse Harry.
  • Ciao Potter… - continuò lui astioso. Harry allora colse la palla al balzo per mettere in chiaro le cose.
  • Tua moglie ti vuole fuori da questa storia, e lo voglio anche io. – esordì con il tono di voce usato con i suoi auror. - Quindi senza offesa… ma restane fuori.
  • Tranquilli non voglio impelagarmi più i quanto non lo sia già. – disse il biondo lasciandoli di stucco. - Anzi facciamo una cosa, mentre voi tramate qui, io mi defilo in laboratorio.
  • Draco tu non… - provò a parlare Hermione, ma Draco la stroncò prima che iniziasse.
  • Hermione non accetto che tu mi dica quello che devo o non devo fare… non starò con le mani in mano. E’ ora che ti entri in quella testa. – disse con sprezzo e lasciò il salotto per chiudersi nel suo laboratorio. Luna aveva atteso che la sfuriata finisse ed entrò in salotto.
  • Salve ragazzi. – disse lei con un sorriso incerto.
  • Ciao Luna…- disse Harry di rimando.
  • Ciao Luna, grazie di essere andata a prenderlo… maledetto testone… io lo avrei lasciato li.
  • Figurati… che è successo al tuo salotto? – chiese notando solo ora il casotto che regnava in quel posto.
  • Chiedilo ad Harry… vado a preparare del caffè, ne volete?
  • Si grazie.- risposero i due assieme. Hermione uscì e Luna iniziando a passeggiare per la stanza , cercando una superficie non coperta di carte per sedersi, chiese.
  • Quindi Harry che è successo qui?
  • Nulla… - rispose il moro semplicemente. - mi serviva un posto fuori dal ministero per organizzare la caccia all’aguzzina di Emily. Non mi fido del ministero.. c’ha giocato un mare di brutti tiri.
  • Si Harry hai ragione… ma forse posso darti una mano.
  • Luna sai che Ron non vorrebbe vederti in mezzo ai guai… ne avete passate già abbastanza non credi?
  • Tranquillo Harry… io credo che avrò da fare un po’… con le mie ricerche, ma so come che si chiama Cassandra Riddle, la donna che cerchi. – disse la bionda osservando le foto scattate al posto in cui tenevano Emily.
  • Tu come lo sai? – chiese Harry sorpreso.
  • È stata Emily a dirmelo.
  • Si è ripresa?
  • Più o meno… Blaise dice che è stata privata dei suoi poteri.
  • Deve essere terribile…
  • Temo di si… - disse Luna. – Perciò se hai intenzione di interrogarla chiedi prima a Blaise.
  • Certo… voglio che si rimetta prima di invischiarla di nuovo in questa storia.
  • Harry comunque credo sia opportuno liberare il salotto di Hermione… potete usare casa nostra. Siamo soli io e Ron, e a me non importa del salotto. Basta che non vi infilate nel mio studio a me va bene tutto.
  • Grazie Luna.  – Harry poi alzò gli occhi a guardarla. – Cos’altro ti ha detto Emily?
  • Di cercare due suoi amici… ha necessità di vederli.
  • Chi sono? – Luna non si aspettava la domanda e del resto neanche lei conosceva la risposta. 
  • Non ricordo… penso che andrò da lei più tardi a farmi ripetere quei nomi. Mi occuperò io di questo. È una cosa che posso fare.
  • Certo! Puoi fare tutto Luna. – disse incoraggiandola.

Nel frattempo Hermione tornò con i caffè. 

  • voi ragazzi bevete, vado a vedere se il testone ne vuole un po’.
  • Lascia Herm, vado io… - disse Harry..- Fra uomini ci capiamo meglio. – Hermione sorrise, mentre Luna continuò a ripensare all’uomo del bar. Qualcuno aveva voluto mandarle un messaggio… Era palese che quell’uomo fosse sotto imperio.  

Harry scese nel laboratorio… il biondo era preso a rileggere i suoi appunti.

  • Draco posso? – chiese facendosi avanti in quel posto pieno di ampolle colorate e fumanti, microscopi e lampade al neon.
  • Se proprio devi Potter. – rispose il biondo poco amichevole. - Ma se sei qui per dirmi di non fare qualcosa, sai perfettamente dov’è la porta.
  • No ecco in realtà volevo scusarmi per averti portato nelle braccia di Cassandra al ministero. – Disse Harry che si portava dietro quelle scuse da giorni.
  • Sei pazzo? – Draco lo guardò sorpreso. - È acqua passata Potter e poi non eri in te. 
  • Mi sono fatto raggirare come un pivello.- il biondo  rise amaro, non era Potter ad essere un pivello, ma quella donna ad essere incredibilmente potente.  
  •  Non era il suo scopo uccidermi quella sera. Voleva farmi soffrire Potter. E ha cominciato con te. – si lasciò sfuggire Draco.
  • Che vuoi dire?
  • Ha minacciato tutti voi. Vuole farmi soffrire, tanto da implorarla di uccidermi. E sono sicuro che fino ad allora non si fermerà. Vuole me. Come Voldemort voleva te. Harry io non sono un eroe come te, e non ho ideali eroici a cui votarmi. Ma se consegnarmi eviterà inutili massacri, io lo farò.
  • Draco ci deve essere un altro sistema. – disse il moro scuotendo il capo.
  • Ha torturato Emily, hai visto in che modo atroce. Non voglio che alle nostre ragazze capiti nulla del genere. – Draco aveva un cuore. Harry nonostante lo sapesse, ne rimaneva continuamente sorpreso.
  • Non accadrà Draco… e sono certo che ci siano altre ragioni. Emily non è collegata a te in nessun modo.
  • Ma deve averla vista con me all’ospedale con Luna… magari ci spiava.  
  • Oppure voleva qualcos’altro da lei. Blaise t ha detto che Emily non ha più poteri magici?
  • No… ovviamente io sono tenuto all’oscuro di tutto. – disse lui alzando il sopracciglio.
  • D’accordo qui c’è bisogno di chiarezza prima di tutto fra noi.  
  • Già…
  • A che stai lavorando?
  • Una pozione anti-avadakedavrizzante. E prima che tu me lo chieda… no… non è autorizzata.
  • Non avevo dubbi su questo.
  • Già…
  • Draco comunque… vieni di sopra, così ci mettiamo d’accordo per questa riunione… c’è bisogno di fare il punto.
  • D’accordo…
  • Ehì ti senti bene? – chiese Harry.
  • No… per niente…
  • Vuoi stenderti?
  • No.. vado un attimo in bagno e vi raggiungo in salotto. – disse il biondo.
  • Ok.

 

Quella mattina Blaise andò a visitare Emily, stava molto meglio. E la rassicurò sul fatto che non appena si fosse rimessa del tutto avrebbero trovato un sistema per ridarle i suoi poteri. In quel mentre ricevette in clinica la visita di Catherine, che un infermiera aveva portato fino alla stanza di Emily senza però lasciarla entrare. Catherine si affacciò leggermente alla porta per guardare Blaise, quando vide la donna stesa nel letto. Ci fu solo un fugace sguardo fra le due. Poi Blaise uscì per raggiungere la sua Catherine.

 

  • Ciao cara come mai sei qui? – chiese Blaise sorpreso.
  • Così.. avevo voglia di fare una passeggiata. – disse agganciandosi al braccio del bel dottore. – Vieni con me?
  • Si certo… aspetta che lascio il camice. – disse entrando nel suo studio.
  • Ok… ti aspetto qui.
  • E Chris dove lo hai lasciato? – chiese Blaise da dentro.
  • Tranquillo è in buone mani… volevo un po’ di tempo per noi. – Disse Catherine facendosi seria, mentre Blaise riusciva con indosso il cappotto. -  Perché devo dirti una cosa importante.
  • Sentiamo…
  • Dovrò partire per un po’ di tempo Blaise.  – Le parole uscirono tutte d’un fiato cadendo su Blaise come un macigno.
  • Perché? – chiese dopo un istante di stordimento.
  • Ecco vedi… mi hanno richiamata dalla Scozia… - A Blaise la donna parve evasiva. - Non posso fare a meno di andare. – continuò lei con aria dispiaciuta.-  Anche se è chiaro che io rinuncerei volentieri.
  • Perché ti rivogliono li? – chiese allora il moro che cercava di metabolizzare indagando senza troppe accortezze.
  • Oh non è niente di che… un breve ingaggio per una serie di sfilate. – disse lei guardandolo negli occhi.  
  • Non sapevo fossi una modella. – disse con un espressione sorpresa e ammirante.
  • Ahhahhaha  Blaise non essere sciocco… non sono una modella. Faccio parte dell’organizzazione. – spiegò la donna profondamente divertita, mentre passeggiavano per strada.
  • E Chris? – chiese Blaise ricordandosi solo in quel momento del bambino.
  • Lo porterò con me. – Rispose Cathy, come se quella di Blaise fosse la domanda più stupida del mondo.
  • Ne sei sicura? – chiese Blaise che sperava di tenerlo con lui, per avere un po’ della compagnia a cui si era abituato con tanta velocità.
  • Si certo, sei gentilissimo con me , ma non posso affibbiarti mio figlio sei già sufficientemente impegnato.
  • Quando partirai?- chiese allora.
  • stasera. – disse lei di getto.
  • stasera? – Blaise si sentì crollare il terreno sotto ai piedi. Fino a pochi istanti prima non avrebbe mai immaginato nulla del genere.-  E da quanto lo sapevi?
  • L’ho saputo mezz’ora fa.- Si scusò la donna. -  Mi dispiace Blaise.
  • Quanto starai via?
  • Non so dirtelo.. – cadde il silenzio fra i due per diversi minuti.
  • Cathy… sembra una fuga la tua. - disse l’uomo soppesando con cura le parole.
  • Non lo è Blaise! Non essere paranoico. Tornerò da te… promesso. – disse abbracciandolo.
  • D’accordo… è che prima d’ora non ho mai provato una cosa del genere Cathrine.
  • Lo capisco… ma sei un omone grande e grosso… resisterai… - gli scoccò un grosso bacio sulle labbra. – cercherò di essere veloce.
  • Mi mancherai.
  • Anche tu Blaise. – disse la donna baciandolo ancora appassionatamente. Blaise assaporò a fondo quel bacio.. come se fosse l’ ultimo che avrebbe mai ricevuto. - Arrivederci… - disse la donna lasciandogli la mano che Blaise riprese e strinse forte guardandola dritta negli occhi.  
  • Buona fortuna…
  • Ciao Blaise.
  • Ciao Cathy.

 

Tornando in clinica Blaise beccò Ron, che voleva salire da Emily per vedere come stava. Quindi i due salirono insieme alla stanza. Ma quando vi entrarono scoprirono che la situazione non era assolutamente quella che Blaise aveva lasciato.

 

Ragazzuoliiiii salve! Sono tornata… c’ho messo un po’ di tempo… ma spero ne sia valsa la pena.

Ringrazio Tutti voi lettori… la storia ha superato le 1500 visualizzazioni! E mando un grazie specialissimo e un bacio a Panty96 e alla cara Pos che è un po’ acciaccata!

Un bacione grande

A presto

Perfidia

 

   
 
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