Dissapori…
Si
fermarono in un bar a metà strada fra casa
di Jane e la clinica di Blaise. Draco entrò con il suo
incedere elegante, come
un perfetto manager babbano, a testa alta. Mentre Luna lo seguiva
saltellando
su un piede solo, intenta a litigare con una scarpa. Il
cameriere si avvicinò loro chiedendo se
desiderassero seguirlo ad un tavolo. Draco annuì, e l uomo
li portò al primo
tavolo libero vicino alla vetrata. C’era un buon odore di
brioche e caffè, e il
locale era affollato da babbani che se la prendevano più o
meno comoda, a
seconda del tempo di cui disponevano. L’attenzione di Luna si
focalizzò su un
uomo, aveva all’incirca sessant’anni e dava
l’idea di essere un burbero
scontroso. Draco osservava Luna presa dai suoi pensieri mentre scorreva
il menù
che il cameriere gli aveva portato .
- Luna
cosa pensi? – disse Draco seguendo la
direzione in cui lo sguardo di Luna puntava. La ragazza distolse lo
sguardo poi
disse.
- Draco
secondo te è un mago quello?
- Direi
di si… come mai me lo chiedi? – chiese
Draco osservandolo.
- Oh…
non so… è una sensazione credo… che
prendiamo?
- Caffè
nero per me.- disse il biondo.
- Ma
non è una colazione quella!
- Anche
tu? Ma cosa avete tutti contro il caffè
si può sapere? – Luna rise.- Ok visto che non mi
rispondi fa te, mentre vado in
bagno. – continuò il biondo alzandosi. Luna
cercò con lo sguardo un cameriere e
quando si rivoltò verso il posto di Draco, si
ritrovò davanti l’uomo che stava
osservando. La ragazza lo guardò interdetta.
- Lo
sai anche tu non è vero? – Luna lo
guardò.
- So
cosa?
- Sta
arrivando…
- Cosa
sta arrivando?
- Lei…
sta arrivando… e ci ucciderà… ci
ucciderà tutti!
- Ma
di cosa sta parlando signore.
- Cassandra…
lei ci ucciderà tutti! Scappa
bambina finché sei in tempo… - e l’uomo
si alzò col suo bastone andando verso
la porta. Luna scossa si alzò e andò verso di lui
gli afferrò il braccio.
L’uomo allora si voltò e in malo modo disse.
- Chi
è lei scusi?
- Ecco…
lei… io…
- Maleducata
gioventù d’oggi. – e uscì
sbattendo la porta.
In
quel momento Draco uscì dal bagno, e vide
Luna in piedi a fissare la porta. Era scossa Draco lo
percepì all’istante. Le
passò un braccio intorno alla spalla e chiese.
- Luna
stai bene? – Luna lo guardò. –
è
successo qualcosa? Avanti parla..
- No…
niente… ti va di
tornare a casa? Ho un improvviso bisogno
di stendermi. – Draco la fece sedere al tavolo, e
ordinò due succhi di frutta
all’arancia. Quando il cameriere li porto lo fece bere a
Luna, che nonostante
le sue pressioni non aveva detto una parola su quello che era capitato
con
quell’uomo. Finito
di bere uscirono dal
bar, e finalmente Luna aprì la bocca.
- Draco
ti va di guidare?
- Si
certo..- poi osservandola meglio .- Ti
senti bene?
- Si…
sto bene.. è che… mi tremano le mani…
- Non
mi sembra che tu stia bene Luna.
- Portami
a casa Draco. Per favore …
- Si
certo… - Salirono sulla Mini di Luna e
Draco prese il volante, diretti a casa di Ron.
- Vuoi
che ti porti a casa tua Luna?- la
ragazza parve pensarci un po’.
- No
Draco, andiamo da te.
- D’accordo…
- Draco svoltò alla prima a
sinistra e si immise sulla strada che li avrebbe portati al suo
maniero.
Intanto
Catherine era intenta a studiare su un grosso tomo di
magia, la pozione
che stava preparando quando il suo piccolo Chris si avvicinò
a lei.
- Mamma…
- Dimmi
tesoro…
- Questa
notte ho sentito le urla di una
bambina… come mai? – la donna osservò
il piccolo sorpresa.
- Sarà
stato un brutto sogno tesoro. – disse
carezzandolo dolcemente.
- Dici
davvero mamma? – chiese Chris poco
convinto.
- Si
certo amore… vieni qui… fatti coccolare un
po’ adesso. – il piccolo salì fra le
braccia della madre… ma stretto nel suo
abbraccio non si sentiva per niente tranquillo. La donna lo
percepì… lo strinse
allora più forte a se sussurrando mentalmente le parole di
un vecchio
incantesimo. Poi iniziò a cantare una ninna
nanna… il piccolo Chris cadde
addormentato all’istante. In un sonno tranquillo e profondo.
La donna allora lo
distese a letto e riprese la sua pozione.
A
casa Malfoy nel mentre Hermione era nervosa a dir poco… ce l’aveva a
morte con suo marito. In più ci
si metteva quel testone di Harry che aveva preso d’assedio il
suo salotto con
un mare di carte.
- Harry
per favore, spiegami di nuovo la storia
della base auror nel mio salotto. Ti prego… - chiese la
riccia lasciandosi
andare su una poltrona ricoperta d carte.
- Semplice…
- disse il moro con fare pratico.- ci
serviva un posto tranquillo che non fosse il ministero. E poi qui
è perfetto.
Ci sei tu… e ci servono le tue deduzioni brillanti.
- Certo
come no. Non potevamo farlo da te o da
Ron?
- Da
me no… Ginny si ficcherebbe in mezzo e nel
suo stato non voglio. E poi ci sono le mie pesti, e li conosci. Tu hai
solo
Sylvie quell’ angelo di bambina… -
continuò il moro leggendo il suo rapporto.
- Si
ok… perché non da Ron? – chiese
sull’orlo
dell’esasperazione.
- Perché
è fuori in ispezione e Luna non era in
casa… quindi non potevo entrare in casa loro cm un ladro e
appropriarmi del
loro salotto.
- Harry
senti… io ho un mare di problemi… -
disse Hermione in preda ad un attimo di confusione.- e Draco ha deciso
di
tornare a casa. Non voglio assolutamente che si occupi di questa cosa.
Non è in
condizioni di farlo.
- Non
sono in condizioni di fare cosa Hermione?
– la donna si bloccò, la voce del marito le
arrivò alle orecchie come un sasso
sulla testa.
- Ciao
Draco. – disse Harry.
- Ciao
Potter… - continuò lui astioso. Harry
allora colse la palla al balzo per mettere in chiaro le cose.
- Tua
moglie ti vuole fuori da questa storia, e
lo voglio anche io. – esordì con il tono di voce
usato con i suoi auror. - Quindi
senza offesa… ma restane fuori.
- Tranquilli
non voglio impelagarmi più i
quanto non lo sia già. – disse il biondo
lasciandoli di stucco. - Anzi facciamo
una cosa, mentre voi tramate qui, io mi defilo in laboratorio.
- Draco
tu non… - provò a parlare Hermione, ma
Draco la stroncò prima che iniziasse.
- Hermione
non accetto che tu mi dica quello
che devo o non devo fare… non starò con le mani
in mano. E’ ora che ti entri in
quella testa. – disse con sprezzo e lasciò il
salotto per chiudersi nel suo
laboratorio. Luna aveva atteso che la sfuriata finisse ed
entrò in salotto.
- Salve
ragazzi. – disse lei con un sorriso
incerto.
- Ciao
Luna…- disse Harry di rimando.
- Ciao
Luna, grazie di essere andata a
prenderlo… maledetto testone… io lo avrei
lasciato li.
- Figurati…
che è successo al tuo salotto? –
chiese notando solo ora il casotto che regnava in quel posto.
- Chiedilo
ad Harry… vado a preparare del
caffè, ne volete?
- Si
grazie.- risposero i due assieme. Hermione
uscì e Luna iniziando a passeggiare per la stanza , cercando
una superficie non
coperta di carte per sedersi, chiese.
- Quindi
Harry che è successo qui?
- Nulla…
- rispose il moro semplicemente. - mi
serviva un posto fuori dal ministero per organizzare la caccia
all’aguzzina di
Emily. Non mi fido del ministero.. c’ha giocato un mare di
brutti tiri.
- Si
Harry hai ragione… ma forse posso darti
una mano.
- Luna
sai che Ron non vorrebbe vederti in
mezzo ai guai… ne avete passate già abbastanza
non credi?
- Tranquillo
Harry… io credo che avrò da fare
un po’… con le mie ricerche, ma so come che si
chiama Cassandra Riddle, la
donna che cerchi. – disse la bionda osservando le foto
scattate al posto in cui
tenevano Emily.
- Tu
come lo sai? – chiese Harry sorpreso.
- È
stata Emily a dirmelo.
- Si
è ripresa?
- Più
o meno… Blaise dice che è stata privata
dei suoi poteri.
- Deve
essere terribile…
- Temo
di si… - disse Luna. – Perciò se hai
intenzione di interrogarla chiedi prima a Blaise.
- Certo…
voglio che si rimetta prima di
invischiarla di nuovo in questa storia.
- Harry
comunque credo sia opportuno liberare
il salotto di Hermione… potete usare casa nostra. Siamo soli
io e Ron, e a me
non importa del salotto. Basta che non vi infilate nel mio studio a me
va bene
tutto.
- Grazie
Luna.
– Harry poi alzò gli occhi a
guardarla. – Cos’altro ti ha detto Emily?
- Di
cercare due suoi amici… ha necessità di
vederli.
- Chi
sono? – Luna non si aspettava la domanda
e del resto neanche lei conosceva la risposta.
- Non
ricordo… penso che andrò da lei più
tardi
a farmi ripetere quei nomi. Mi occuperò io di questo.
È una cosa che posso
fare.
- Certo!
Puoi fare tutto Luna. – disse
incoraggiandola.
Nel
frattempo Hermione tornò con i
caffè.
- voi
ragazzi bevete, vado a vedere se il
testone ne vuole un po’.
- Lascia
Herm, vado io… - disse Harry..- Fra
uomini ci capiamo meglio. – Hermione sorrise, mentre Luna
continuò a ripensare
all’uomo del bar. Qualcuno aveva voluto mandarle un
messaggio… Era palese che
quell’uomo fosse sotto imperio.
Harry
scese nel laboratorio… il biondo era
preso a rileggere i suoi appunti.
- Draco
posso? – chiese facendosi avanti in
quel posto pieno di ampolle colorate e fumanti, microscopi e lampade al
neon.
- Se
proprio devi Potter. – rispose il biondo
poco amichevole. - Ma se sei qui per dirmi di non fare qualcosa, sai
perfettamente dov’è la porta.
- No
ecco in realtà volevo scusarmi per averti
portato nelle braccia di Cassandra al ministero. – Disse
Harry che si portava
dietro quelle scuse da giorni.
- Sei
pazzo? – Draco lo guardò sorpreso. - È
acqua passata Potter e poi non eri in te.
- Mi
sono fatto raggirare come un pivello.- il
biondo rise amaro,
non era Potter ad
essere un pivello, ma quella donna ad essere incredibilmente potente.
- Non
era il suo scopo uccidermi quella sera. Voleva farmi soffrire Potter. E
ha
cominciato con te. – si lasciò sfuggire Draco.
- Che
vuoi dire?
- Ha
minacciato tutti voi. Vuole farmi
soffrire, tanto da implorarla di uccidermi. E sono sicuro che fino ad
allora
non si fermerà. Vuole me. Come Voldemort voleva te. Harry io
non sono un eroe
come te, e non ho ideali eroici a cui votarmi. Ma se consegnarmi
eviterà inutili
massacri, io lo farò.
- Draco
ci deve essere un altro sistema. –
disse il moro scuotendo il capo.
- Ha
torturato Emily, hai visto in che modo
atroce. Non voglio che alle nostre ragazze capiti nulla del genere.
– Draco
aveva un cuore. Harry nonostante lo sapesse, ne rimaneva continuamente
sorpreso.
- Non
accadrà Draco… e sono certo che ci siano
altre ragioni. Emily non è collegata a te in nessun modo.
- Ma
deve averla vista con me all’ospedale con
Luna… magari ci spiava.
- Oppure
voleva qualcos’altro da lei. Blaise t
ha detto che Emily non ha più poteri magici?
- No…
ovviamente io sono tenuto all’oscuro di
tutto. – disse lui alzando il sopracciglio.
- D’accordo
qui c’è bisogno di chiarezza prima
di tutto fra noi.
- Già…
- A
che stai lavorando?
- Una
pozione anti-avadakedavrizzante. E prima
che tu me lo chieda… no… non è
autorizzata.
- Non
avevo dubbi su questo.
- Già…
- Draco
comunque… vieni di sopra, così ci
mettiamo d’accordo per questa riunione…
c’è bisogno di fare il punto.
- D’accordo…
- Ehì
ti senti bene? – chiese Harry.
- No…
per niente…
- Vuoi
stenderti?
- No..
vado un attimo in bagno e vi raggiungo
in salotto. – disse il biondo.
- Ok.
Quella
mattina Blaise andò a visitare Emily,
stava molto meglio. E la rassicurò sul fatto che non appena
si fosse rimessa
del tutto avrebbero trovato un sistema per ridarle i suoi poteri. In
quel
mentre ricevette in clinica la visita di Catherine, che un infermiera
aveva portato
fino alla stanza di Emily senza però lasciarla entrare.
Catherine si affacciò
leggermente alla porta per guardare Blaise, quando vide la donna stesa
nel
letto. Ci fu solo un fugace sguardo fra le due. Poi Blaise
uscì per raggiungere
la sua Catherine.
- Ciao
cara come mai sei qui? – chiese Blaise
sorpreso.
- Così..
avevo voglia di fare una passeggiata. –
disse agganciandosi al braccio del bel dottore. – Vieni con
me?
- Si
certo… aspetta che lascio il camice. –
disse entrando nel suo studio.
- Ok…
ti aspetto qui.
- E
Chris dove lo hai lasciato? – chiese Blaise
da dentro.
- Tranquillo
è in buone mani… volevo un po’ di
tempo per noi. – Disse Catherine facendosi seria, mentre
Blaise riusciva con
indosso il cappotto. - Perché
devo dirti
una cosa importante.
- Sentiamo…
- Dovrò
partire per un po’ di tempo Blaise. –
Le parole uscirono tutte d’un fiato cadendo
su Blaise come un macigno.
- Perché?
– chiese dopo un istante di
stordimento.
- Ecco
vedi… mi hanno richiamata dalla Scozia… -
A Blaise la donna parve evasiva. - Non posso fare a meno di andare.
– continuò lei
con aria dispiaciuta.- Anche
se è chiaro
che io rinuncerei volentieri.
- Perché
ti rivogliono li? – chiese allora il
moro che cercava di metabolizzare indagando senza troppe accortezze.
- Oh
non è niente di che… un breve ingaggio per
una serie di sfilate. – disse lei guardandolo negli occhi.
- Non
sapevo fossi una modella. – disse con un
espressione sorpresa e ammirante.
- Ahhahhaha
Blaise non
essere sciocco… non sono una
modella. Faccio parte dell’organizzazione. –
spiegò la donna profondamente
divertita, mentre passeggiavano per strada.
- E
Chris? – chiese Blaise ricordandosi solo in
quel momento del bambino.
- Lo
porterò con me. – Rispose Cathy, come se
quella di Blaise fosse la domanda più stupida del mondo.
- Ne
sei sicura? – chiese Blaise che sperava di
tenerlo con lui, per avere un po’ della compagnia a cui si
era abituato con
tanta velocità.
- Si
certo, sei gentilissimo con me , ma non
posso affibbiarti mio figlio sei già sufficientemente
impegnato.
- Quando
partirai?- chiese allora.
- stasera.
– disse lei di getto.
- stasera?
– Blaise si sentì crollare il
terreno sotto ai piedi. Fino a pochi istanti prima non avrebbe mai
immaginato
nulla del genere.- E
da quanto lo
sapevi?
- L’ho
saputo mezz’ora fa.- Si scusò la donna.
- Mi dispiace
Blaise.
- Quanto
starai via?
- Non
so dirtelo.. – cadde il silenzio fra i
due per diversi minuti.
- Cathy…
sembra una fuga la tua. - disse l’uomo
soppesando con cura le parole.
- Non
lo è Blaise! Non essere paranoico. Tornerò
da te… promesso. – disse abbracciandolo.
- D’accordo…
è che prima d’ora non ho mai provato
una cosa del genere Cathrine.
- Lo
capisco… ma sei un omone grande e grosso…
resisterai… - gli scoccò un grosso bacio sulle
labbra. – cercherò di essere
veloce.
- Mi
mancherai.
- Anche
tu Blaise. – disse la donna baciandolo
ancora appassionatamente. Blaise assaporò a fondo quel
bacio.. come se fosse l’
ultimo che avrebbe mai ricevuto. - Arrivederci… - disse la
donna lasciandogli
la mano che Blaise riprese e strinse forte guardandola dritta negli
occhi.
- Buona
fortuna…
- Ciao
Blaise.
- Ciao
Cathy.
Tornando
in clinica Blaise beccò Ron, che
voleva salire da Emily per vedere come stava. Quindi i due salirono
insieme
alla stanza. Ma quando vi entrarono scoprirono che la situazione non
era
assolutamente quella che Blaise aveva lasciato.
Ragazzuoliiiii
salve! Sono tornata… c’ho messo un po’
di
tempo… ma spero ne sia valsa la pena.
Ringrazio
Tutti voi lettori… la storia ha superato le 1500
visualizzazioni! E mando un grazie specialissimo e un bacio a Panty96 e
alla
cara Pos che è un po’ acciaccata!
Un
bacione grande
A
presto
Perfidia