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Autore: Kalencair    07/02/2011    7 recensioni
"Tutta la tavolata verde-argento si stava sbellicando ancor più di prima: c'era chi batteva il pugno sul tavolo, chi si aggrappava al vicino per non cadere, chi lacrimava e chi mi additava per poi accasciarsi sui piatti senza badare al cibo che gli entrava su per il naso. Disgustosi."
[Sono presenti scene comiche, anche se nel complesso non è un genere attribuibile a tutta la storia]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Chiarimento prima di iniziare, anche se già inserito nell'introduzione: Il fatto che questo capitolo contenga scene sul comico non significa che non sia una storia seria ;) [per questo negli avvertimenti non è inserito "comico"]




Stavo tranquillamente facendo colazione, in una tranquilla giornata assolata, circondata da tranquilli studenti placidamente seduti sulle solite panche della Sala Grande, nella più tranquilla domenica mattina che Hogwarts avesse mai visto.
Tutte stronzate. 
In quel momento mi si potevano attribuire molti aggettivi, uno più preoccupante dell'altro se proprio vogliamo essere precisi, e "tranquilla" non era assolutamente contemplato nella lunga lista.
Nemmeno uno straccio di rumore proveniva dal mio stomaco suggerendomi di inserirci 'carburante', segno che indicava alquanto insolitamente il mio scarso appetito, e la mia mano non accennava a voler muoversi in direzione del bicchiere per sanare con del buon succo di zucca la mia gola arsa.
Era più o meno da un quarto d'ora abbondante che forchettavo qua e là il mio piatto a vuoto, evitando accuratamente qualsiasi forma di cibo al suo interno.
Per mia fortuna Hugo era troppo assonnato per poter farci caso (il suo viso era completamente sfrittellato sulla superficie di legno scuro), e una barriera impenetrabile di libri eretta sul medesimo tavolo mi separava dallo sguardo di Rose, intenta a cercare materiale per un compito di Storia della magia che le sarebbe toccato di fare 'a breve', come diceva lei.
Gli occhi mi bruciavano come se qualcuno ci avesse spento una cicca dentro, e nel mio intestino tutto si rivoltava come una lavatrice accesa ed impostata su 'fast wash', aumentando il mio senso di nausea e di giramento di testa.
Il motivo scatenante di tutta questa mia irrequietezza e spossatezza? Da quando mi ero seduta, più e più volte il mio occhio era caduto sulla tavolata posta vicino al muro, ed innumerevoli tentativi di scorgere quella figura erano andati a vuoto. Avevo passato a rassegna ognuno di quei pidocchi verde-argento ed ero sicura al 101% della sua assenza.
Quel coglione patentato di Scorpius Malfoy non era presente. Già, lui: lo stesso deficiente, schizofrenico, maniaco e dalla malsana ossessione per i suoi capelli, famoso in tutta la scuola per la stronzaggine e per essere donnaiolo alla grande, per non dire altro; quello che dal primo istante in cui ci eravamo visti
mi metteva sempre i bastoni fra le ruote, con cui litigavo anche solo per aver calpestato la stessa mattonella sopra alla quale era passato lui appena una frazione di secondo prima, lui che faceva sempre battutine acide a sfondo erotico alludendo a una possibile relazione tra me e Todd Folter (tassorosso che l'anno scorso avevo cercato di aiutare dato la sua davvero molto esigua capacità di relazionarsi col prossimo), o con chiunque mi passasse accanto nel momento in cui mi beccava in giro per i corridoi.
Da circa un mese, però, la situazione era cambiata; naturalmente in peggio.
Per quanto mi rendessi conto che fosse privo di un cervello dalle grandezze nella norma, così come i suoi amici/leccapiedi microcefali, non lo pensavo capace di essere così crudele nei confronti di qualcuno.
Fino ad allora si era limitato a fare l'idiota spocchioso, le cui minacce o 'assalti' non mi davano la benché minima preoccupazione. Poi, di punto in bianco, cioè da quando Al mi aveva lasciato partecipare alla festa nella comune di Serpeverde, aveva cambiato atteggiamento: ad ogni pasto, i suoi occhi, diventati freddi ed apatici come non mai, mi puntavano in modo glaciale da quando varcavo la soglia del portone fino al momento in cui riscomparivo dietro ad esso.
Come se non bastasse aveva iniziato ad insultare pesantemente
, con parecchio disgusto e seria malignità, il mio aspetto fisico e a criticare ogni minimo gesto che compivo, anche i più insulsi come intingere la penna nel calamaio durante la lezione di Incantesimi.
Avevo cercato di ricordare lo svolgimento del festino secondo per secondo, analizzando ogni mia mossa in cerca di qualche sgarbo fattogli in maniera più molesta del solito, ma, per quanto mi fossi sforzata, mi era venuta in mente solo una cosa, ed era anche l'unico istante in cui i miei occhi avevano incrociato i suoi.
Si, "l'unico" perché stranamente in quelle poche ore, magari grazie ad alcune oche giulive della sua stessa casa, aveva deciso di ignorarmi...o quasi.
Era dall'inizio dell'anno scolastico che avevo notato una serpe dal comportamento differente dalle altre, ed era la stessa che avevo avvicinato quella sera: si trattava di un ragazzo a mio parere piuttosto carino, capelli neri nè troppo corti nè troppo lunghi, dagli occhi castani, ed era il solo serpeverde del sesto che non adulava Malfoy come fosse una divinità. Gli stava completamente indifferente. Insomma, niente a che vedere con le altre palle mosce che di solito si aggiravano losche per i sotterranei.
L'avevo sorpreso un paio di volte a guardarmi durante la cena di inizio anno scolastico, e la cosa si era ripetuta, anche se raramente; così, dopo appena un'oretta dall'inizio del party, mi ero avvicinata al tavolo delle bibite dove l'avevo scorto a sorseggiare Whisky Incendiario in solitudine.
Curiosa iniziai a parlarci, e con mia grande sorpresa scoprii che era piacevole conversare con lui del più e del meno... Non l'avessi mai fatto!
Stavo ridendo per una battuta di Brian, così si chiamava, quando i miei occhi caddero sul giovane rampollo di casa Malfoy: mi stava letteralmente pugnalando con le pupille, e rilasciava nell'ambiente circostante un alone di disprezzo talmente forte ed evidente che quasi potevo toccarlo.
Infine, quando vidi la mano con la quale reggeva il bicchiere pieno di un qualche liquore stringersi ferocemente attorno ad esso, tanto che le nocche gli erano divenute pallide quanto un fantasma, la mia risata si era tramutata istantaneamente in un gridolino strozzato simile a quello di Gilbert, il mio gufo.
Ma Brian sembrava non essersi accorto di nulla, perché mi circondò le spalle con un braccio continuando a parlare in tono amichevole ed intavolando un nuovo argomento di discussione. Distolsi lo sguardo da quell'ossigenato presuntuoso giusto un secondo, e bastò perchè mi sparisse da sotto il naso.
Per quella sera non lo vidi più.
In principio avevo pensato fosse rimasto agghiacciato dall'avermi vista lì dentro, dopotutto ero una clandestina, ma dopo vari esami di coscienza e diverse considerazioni sull'accaduto, il verdetto era stato che la sua reazione fosse stata troppo passiva per una cosa del genere. Insomma, se così fosse stato, non credo proprio si sarebbe fatto problemi a spedirmi fuori a suon di calci nel culo.
Ci avevo rimuginato sopra per giorni e giorni senza pace, poi giungendo ad una conclusione: qualsiasi cosa fosse presa a Malfoy, dovevo mantenermi il più lontano possibile da lui.
Qualche giorno dopo, successivamente a svariati e patetici tentativi di volatilizzarmi ogni qualvolta lo incontravo e che venivo puntualmente sfottuta dato i miei insuccessi nel farlo, realizzai che la colpa di tutto era attribuibile nella maggior percentuale ai miei due cugini da strapazzo.
Se loro non mi avessero abbandonata, io non sarei rimasta sola e non mi sarei diretta a chiacchierare amabilmente con il 'tenebroso' di turno come una vecchia zitella, evitando così anche di essere vista dal biondastro.
Hugo era stato vergognoso a dir poco: dopo appena una quindicina di minuti l'avevo scoperto appisolato (ma che stranezza!) su un divanetto nero un po' imboscato, con tanto di bavetta che colava dal lato della bocca, e quando avevo cercato di svegliarlo con tutta la grazia e la delicatezza di cui disponevo, per tutta risposta si era voltato dandomi di schiena. Avevo subito deciso di lasciarlo perdere, una volta vista la raccapricciante bolla di saliva che si era formata dalle sue labbra semidischiuse, e di allontanarmi prima che quella scoppiasse (pensiero evidentemente condiviso da un gruppetto schifato di ragazze che si era accorto dello stato in cui era ridotto e che se l'era data a gambe).
E Rose! Godric solo sa perché non è finita a Corvonero, con il suo chiodo fisso per lo studio e per i voti impeccabili in ogni singola materia! Ero tutt'ora convinta che lei e zia Hermione avessero qualche gene alieno... Bah, per farla breve, passando accanto a due ragazze del suo stesso anno con le quali faceva Erbologia, aveva captato con il suo fine udito di un'imminente prova che si sarebbe svolta di lì a tre settimane, e di cui lei non aveva ricevuto alcuna informazione.
Col volto paonazzo e completamente presa dal panico, si era catapultata a velocità supersonica, probabilmente sfondando la barriera del suono, attraverso la saletta per poi fiondarcisi fuori senza dubbio diretta verso la torre Grifondoro e i suoi amati libri per iniziare a ripassare.  
In conclusione mi avevano lasciato sola soletta in balìa di quella marmaglia! Inaudito. Davvero inaudito.
Ma io, a differenza loro, ero pur sempre una cugina come si deve, e non avevo affatto cercato vendetta... Mi ero semplicemente limitata a lasciare lì Hugo fino alla mattina seguente; stando alle sue parole, era stato un "risveglio traumatico".
"Hm...Lily?" sobbalzai sul posto quando la voce di Rose interruppe i miei infelici pensieri.
Di scatto alzai la testa in sua direzione, pregando che non avesse visto la mia aria leggermente affranta: grazie a qualche intervento divino non aveva staccato gli occhi dalle pagine ingiallite, ed io potevo considerare la mia pellaccia salva, per il momento.
Oh, beh, a dire la verità ci voleva più di un miracolo per distrarla dalla lettura di quegli immensi quanto solfosi e polverosi volumi, ma mi ritenni fortunata comunque.
L'unica cosa che si poteva scorgere di lei era qualche castano riccio ribelle che spuntava da dietro "I secoli bui della magia" di Urania Garth, che io inorridii soltanto a vedere, figuriamoci leggere.
Le risposi facendo ricorso a quanto possibile del mio scarso autocontrollo, ma nonostante questo la mia voce apparve malferma quanto James di ritorno dal festeggiamento di capodanno.
"Si?"
"Mi chiedevo a che ora sei tornata ieri sera... Non ti ho sentito entrare in camera." 
Mi morsi la lingua, roteando poi le pupille a causa del dolore, ma mi trattenni dall'urlare. Già, era stato esattamente la sera precedente che era successo.
La situazione con Malfoy aveva avuto una nuova svolta, e, per quanto fosse difficoltoso da credere, tutto era dannatamente ed irrimediabilmente peggiorato di nuovo. Le vie d'uscita che avevo individuato poco prima durante il mio raccoglimento spirituale a letto, aspettando il momento buono per alzarmi dal suddetto, erano decisamente limitate, e nessuna mi permetteva di scansare la cosa indenne. Inoltre, l'unica certezza era che la mia reputazione poteva considerarsi rovinata per sempre.
"I-ieri sera?" domandai con non poche difficoltà data la fitta alla lingua, cercando di prendere tempo.
Sentii un rumore sordo; probabilmente aveva appena sorseggiato qualcosa dalla tazza e poi appoggiato quest'ultima sul tavolo. Il libro che aveva davanti si inclinò un poco, permettendomi di vedere le sue sopracciglia corrugarsi.
"Si, Lily, ieri sera. C'era il compleanno di tuo fratello Albus, ricordi?" sfogliò la pagina.
Rose era abituata alle mie dimenticanze, e quando succedeva per qualche compito era lei che mi aiutava a recuperarlo in tempo record permettendomi di essere puntuale nella consegna. Ciò nonostante, ogni volta che accadeva assumeva un'aria leggermente infastidita... Colpa del fatto che era una terribile perfettina. Una terribile perfettina che adoravo, anche se non aveva partecipato alla festa del giorno precedente per studiare, lasciandomi sola come una pera cotta ancora una volta.
"Oh. Non ne ho idea, mi spiace." feci la vaga, non riuscendo, però, a tenere nascosta la voglia di far tramontare quell'argomento.
"Capisco." commentò solamente, troppo presa dalla lettura per ascoltarmi sul serio.
Generalmente mi irritava che si comportasse in quel modo anche a colazione, pranzo, o cena che fosse, ma in quel momento ne fui davvero grata. Chissà cosa mi avrebbe detto se avesse saputo che... Oh mio dio, no, non doveva scoprirlo. Né lei, né Hugo, né nessun altro.
In tutti gli anni passati ad Hogwarts, mai una festa era stata tanto orrenda. Non dico per l'organizzazione generale, o il posto, cioè I tre manici di scopa, o la musica, o i cibi, o gli invitati.
No, tutto quello era ben più che soddisfacente.
Ma l'uscita, maledizione! Tutto era andato stupendamente fino a quando, ormai frastornata da tutto quel baccano, non mi diressi verso la porta, intenzionata ad andarmene a dormire.
Stavo dunque per tornare al castello con Hugo, ma dopo nemmeno tre passi fuori dal locale mi ero accorta che, ritirando in ballo la mia memoria del piffero, avevo scordato sul bancone la mia borsa; dissi a mio cugino pel di carota di aspettarmi lì davanti perché avrei fatto in un baleno e tornai dentro.
Fattomi largo tra i corpi accaldati e scatenati che ballavano come matti, riuscii ad afferrare miracolosamente la tracolla e, una volta lanciati un bel po' di accidenti a Salzar, Malfoy e compagnia bella, mi voltai pronta a riaffrontare quel marasma impetuoso.
Ma si sa, parli del diavolo... e spuntano le corna.
Davanti a me c'era proprio Scorpius Malfoy in tutto il suo 'splendore'.
Non feci in tempo ad aggirarlo, così iniziò subito a darmi noia con quel suo tono costantemente sfottente e altezzoso che davvero mal sopportavo. Come dire, lo stridere di una forchetta contro un piatto era musica in confronto.
"Ehi, Potter."
La sua espressione accigliata mi aveva fatto presto capire che non aveva programmato quel fortuito incontro, e se Scorpius Malfoy si rivolge ai suoi nemici senza aver pianificato ogni singola sillaba da proferire, ciò significa che lo fa per qualcosa di molto importante ed urgente.
Ahimè, la mia mente geniale aveva ragione ancora una volta.

"Malfoy" ricambiai con un falso e sarcastico inchino. "A cosa devo queste attenzioni?" sbuffai evidentemente infastidita, impaziente di levarmelo dai piedi.
"Attenzioni, Potter?" una smorfia gli dipinse il viso. "Credo tu abbia frainteso. Mi sono avvicinato alla tua scoordinata figura solo per avvisarti."
"Hm hm" annuii senza ascoltarlo veramente: ero troppo impegnata a lanciare occhiatine nervose alle sue spalle per vedere se la sagoma imbacuccata di Hugo era ancora davanti alla vetrina del locale.
Alzò una sopracciglia. "Potter." ripetè ancora una volta, ora davvero irritato. "Sarebbe troppo pretendere che i tuoi occhi smettano di muoversi convulsamente ed essere ascoltato cinque fottutissimi secondi?"
"Si." risposi con scioltezza immediatamente, continuando a fare ciò che facevo prima.
"Potter!" abbaiò spazientito facendomi sussultare.
Aggrottai la fronte inviperita, spostando lo sguardo sulla sua faccia da schiaffi. "Che c'è Malfoy, oggi non hai preso la tua pillola contro gli attacchi isterici?"
"Molto divertente." ringhiò a denti stretti, probabilmente, e per un motivo a me sconosciuto, sforzandosi di non aggiungere altro. "Voglio solo comunicarti che se ti azzarderai ancora una volta a fare il lavaggio del cervello a mio cugino con le tue sbrilluccicanti e colorate fantasie da Grifondoro, avrai una spiacevole sorpresa." sibilò.
Sbattei più volte le palpebre non capendo a cosa si riferisse. 
Passato così qualche secondo in silenzio, nella più totale confusione di idee, sbottò all'improvviso: "Cazzo ma non puoi farti vedere da qualcuno!? I tuoi tic incominciano a darmi davvero ai nervi!"
Lo ignorai completamente. Insomma, io non avevo nessun tic, benché lui dicesse.
"Non ho la minima idea di chi diamine sia tuo cugino, e di certo più lontano mi sta qualsiasi tuo parente meglio è. Ora porta la tua parrucca platinata fuori dalla mia portata: al solo vederla mi vengono raptus omicidi." Mi infilai la tracolla, e lo scaricai: "Bye bye Malfoy". O almeno così credevo di fare.
Cercai di svignarmela sgattaiolando nello spiraglio tra il suo fianco e una sedia del bar, ma non appena ci riuscii mi riagguantò per il gomito, costringendomi a girarmi.
Aveva un'aria minacciosa, ma da esemplare Grifondoro quale ero non mi lasciai spaventare nemmeno un po'.
"Sai Potter, è strano che tu non sappia chi sia, dato che ci esci circa tre volte al mese." con tono astioso cercò di rinfrescarmi la memoria.
E ci riuscì. Sbiancai capendo ogni cosa.


Mi sarebbe convenuto andarmene sin da subito lasciando lì la borsa e sperando che qualche buon samaritano me la riportasse il giorno seguente, avendola riconosciuta... Ma così facendo non sarei mai venuta a sapere di quella terribile notizia, continuando così mesi e mesi fino al completo autofottimento per quella strada accidentata che altro non era che Brian Nott.
Oh si, avete capito bene. Il ragazzo del festino di serpeverde col quale poi avevo continuato a trovarmi qualche volta in giro, era esattamente il cugino di Malfoy, più piccolo di lui di un anno, più grande rispetto a me di altrettanto, e portava il cognome di Nott.  Svelato l'arcano del perchè non si prostrava al caro e vecchio Scorpius.
Certo che le compagnie me le sceglievo proprio da dio, eh.
Ma le mirabolanti sorprese della sera precedente non erano certo finite lì, anzi, il "meglio" doveva ancora arrivare.

Non appena realizzai il tutto, la mia sudorazione aumentò di tre volte tanto.
"Oh, ti manca il cuginetto, Scorpius?" cercai invano di fare la spavalda, e mi esibii in un risolino con cui avrei dovuto sembrare decisa, ma, come volevasi dimostrare, così non fu.
"Oh, ma guarda un po', non è così." mi cantilenò irrisorio e serio allo stesso tempo. 

Molto tempo fa avrei dovuto chiedere allo zio George di crearmi un repellente per Malfoy, ma oramai la frittata era bella che fatta.

Senza mollare la presa sul mio gomito, alzò con uno scatto le iridi chiare verso qualcosa o qualcuno in lontananza, dietro di me, e di colpo con uno strattone mi avvicinò di più a sè.
Distava soltanto pochi centimetri.
Dapprima rimasta un tantino shockata, avevo poi quasi immediatamente ritrovato il dono della parola. Nessuno poteva zittire Lilian Luna Potter. Men che meno un serpeverde.
"Malfoy, ho sempre saputo che risenti della carenza di affetto da parte di chi ti circonda, ma vedi, forse non è il caso cercarlo da me. Tu che dici?" domandai retorica cercando di liberarmi dalla stretta senza molto successo.
I suoi occhi tornarono ai miei; aveva un'espressione seccata. Per non parlare del fatto che arricciò il naso.
"Potter... Ma stai sudando?" lo arricciò ancora di più, con aspetto sempre più di repulsione, notando pure la mia faccia imporporata; ma non si allontanò.
Già, sapevo che non sarebbe passato inosservato l'effetto della notizia di poco prima, e nemmeno la reazione cutanea derivata.
Quando però a questa si aggiunse anche un lieve rossore di imbarazzo, le sue labbra si piegarono in un ghigno, come a dire che la sapeva lunga.
Assunsi un'espressione infuriata, stanca morta di quel "gioco" che andava avanti da ormai cinque anni. Presi fiato e gli gridai in faccia, scoppiando come una mina: "Si, Malfoy! Si! Sto sudando! Ho un caldo pazzesco! E' per questo che voglio uscire! Mollami immediatamente!"

Mi divincolai con quanta forza avevo in corpo, ingaggiando una specie di lotta con l'ossigenato, che non sembrava del mio stesso parere.
"Potter, smettila!" la sua voce era a dir poco esasperata. "Sembri un Kneazle con la rabbia!
" mi gridò contro cercando di immobilizzarmi; ebbi la strana sensazione che non volesse mi girassi, ma in quel trambusto capire qualcosa era decisamente un'impresa.
"E tu sei un rincoglionito, Malfoy! Quando vorrò farmi stuprare da te, allora te lo dirò! Fino ad allora, stammi alla larga!" ribattei mollandogli uno schiaffo, anche se pur per sbaglio.

Ehhh, dovevo ancora imparare a controllare la mia impressionante forza fisica. Chissà perché quando dissi la stessa cosa a James il giorno di Natale, dopo aver fatto schiantare l'albero al suolo con decorazioni e tutto quanto, questo era scoppiato a ridere in maniera scrosciante tenendosi addirittura la pancia. Bah.

Spalancò le palpebre fissandomi come se volesse incenerirmi, e approfittai di quel momento per voltarmi verso l'uscita.

Tutto accadde molto velocemente, e in circa tre secondi tutto ciò che ero precipitò come piombo in fondo al mare.

Quando i miei occhi individuarono chi si trovava sulla mia traiettoria, in fondo alla sala, con le pupille puntate verso di me, era troppo tardi.
Ebbi appena il tempo di intravedere Brian e sentire urlare un ennesimo "Potter!" collerico di Scorpius, che quest'ultimo mi arpionò la spalla e, rigirandomi come una trottola verso di lui per la seconda volta, posò la sua bocca sulla mia con una certa violenza.
Rimasi agghiacciata e mi irrigidii in maniera notevole; ci mancò poco che non mi si rizzassero tutti i capelli in testa.
Solo in un secondo momento, con orrore, notai che mi aveva placcato il giro vita con le braccia, e mi tratteneva quasi con prepotenza contro di sè. Anzi, niente "quasi": mi stava letteralmente fratturando il bacino.
Nonostante sentissi costantemente le sue labbra muoversi senza indugio sulle mie, decisi di mantenermi sigillata
fino a quando non fosse rinsavito. Parecchi brividi mi scorsero lungo la schiena, presumibilmente per il ribrezzo; inoltre, qualche ciuffo biondo mi trafiggeva il bulbo oculare di tanto in tanto, così optai per chiudere gli occhi e cercare di concentrarmi su altro.
Ma come si può pensare a qualcosa di diverso quando hai un'ameba incollata alla faccia che ti sta iniettando germi a non finire quasi direttamente in gola?!

Non avevo idea di cosa avesse spinto il mio arcinemico a commettere una... come chiamarla? Un'imbecillità, una scempiaggine, un'idiozia del genere. Buio totale.
Sinceramente, non esisteva una sola ragione valida a spiegarlo, specialmente dopo aver assistito alla conclusione di quel supplizio.

Non appena ebbi localizzato le mie braccia e riaverne preso possesso, capii che l'unica via di salvezza era la violenza. Avevo quasi finito la mia scorta di ossigeno, essendo stata presa alla sprovvista ritrovandomi così a dover andare in apnea, e non c'era molto tempo per agire.
Cercai di tirargli un pugno ben assestato, ma non funzionò perché mi teneva talmente avvinghiata a lui che era già tanto se il sangue mi arrivava alla testa; e infatti avevo qualche dubbio anche su questo. Con la mia mente più che brillante elaborai le possibili soluzioni, e andando a eliminazione a seconda della percentuale di possibilità di vittoria di ognuna, ottenni la prescelta, ovvero anche la più disgustosa.
Chiamai a rapporto tutte le mie virtù di Grifondoro e, con più coraggio di Silente in persona, dischiusi la bocca per andare velocemente a morderlo; strinsi la mascella più che potei, affondando i canini nel suo labbro, fino a quando uno straziante rantolo di dolore si levò da Malfoy.
Il kraken mi slegò dai suoi tentacoli, con i quali andò subito a tastarsi la bocca. 

"Cristo santo, POTTER!" gemette furibondo strizzando gli occhi. Ero ancora del tutto frastornata, ansante, con i capelli arruffati, gli occhi spalancati e stavo boccheggiando come un pesce rosso fuori dalla boccia. Come si era permesso!?
"Ma sei impazzita!? Ti è dato di volta il cervello!?" urlò infuriato senza lasciare andare il punto lesionato.
Non riuscii a trattenermi, aveva davvero passato il limite questa volta. "Ah, IO sono impazzita, Malfoy!? Ma dico, ti sei visto!? Che cazzo volevi fare!?" Sbraitai allibita.
Le persone più vicine a noi, che si erano accorte della scena, erano rimaste immobili come statue a fissarci incredule, sicuramente essendo a conoscenza dell'odio reciproco che scorreva tra noi due.
Era senza fiato, per un motivo o per l'altro, e cercò di guardarsi la ferita facendo una faccia davvero da coglione. Più del solito intendo.
"M-Mi hai quasi perforato la carne! Tu non sei normale, non sei altro che una malata di mente! Mi hai sfigurato la faccia!" nei suoi occhi brillò rabbia cieca.
"Se hai tanti problemi per un semplice foro, allora mettici un piercing, che ti devo dire! E non fare la vittima! Ti ricordo che qui, tra i due, quella che è stata molestata sono io!" Era semplicemente incredibile come sostenesse d'aver ragione anche in una situazione come quella.
Staccò per poco il palmo della mano dal labbro per vedere se c'erano tracce di sangue, poi se lo ripigiò contro, seccato.
"Perchè, "PERCHE'!?" mi domando, hai fatto una cosa così talmente idiota!?" Non riuscivo a capacitarmi dell'accaduto, ed ero più che mai decisa ad espellere il ricordo dal mio cervello il prima possibile. Non ero mai stata così felice di avere una memoria di quelle da buttare nel gabinetto.
"Santo Salazar, sta zitta! Chiudi quella bocca!" tuonò dando in escandescenze, cosa che fece allontanare dallo spavento tutti gli spettatori indesiderati.
"Ah, ci puoi giurare! Così non rischierò che qualche serpe del cazzo come te cerchi di ficcarmi nella trachea la sua lingua bavosa!" strinsi i pugni lungo i fianchi fino a farmi male, sul punto di implodere.
"Godric, cos'ho fatto di male per meritarmelo!?" dissi poi parlando a me stessa, anche se a voce alta, roteando le pupille.

"Dovresti considerarti fortunata Potter, hai baciato il più bel ragazzo che Hogwarts possa offrire" replicò punto nel vivo senza far scendere il tono di voce, calcando le parole "più","bel" e "ragazzo".
Dilatai ancora di più le pupille: "Oh, no, NO! Io non ho baciato proprio nessuno!" urlai diventando ancora più rossa, a causa del nervoso, s'intende. "Sei tu che mi stavi stritolando tra le tue viscide spire! Dio, che schifo!"
Mi passai con forza un braccio sulla bocca, facendolo scorrere dal dorso della mano fino al gomito, per pulirmi dai suoi residui di saliva. 
"Stammi a sentire, Potter." sibilò a denti stretti; "Dacci un taglio con le tue fantasie erotiche su di me, ok!? E, per la cronaca, non mi sono mai sforzato tanto in vita mia come per fare quello che ho appena fatto." Assottigliò gli occhi. "Quindi smetti di starnazzare e lasciami stare. Tornatene dal tuo cuginetto pisciasotto e finiamola qui." Con un cenno di testa indicò l'uscita de I tre manici di scopa.
Emisi una specie di ringhio sommesso. "Cuginetto pisciasotto lo dici al tuo semmai, dato che stasera non ha avuto neanche la decenza di salutarmi."
Lasciò trapelare dagli occhi cattiveria pura, guardandomi di sottecchi, ed io ricambiai.
"Seconda cosa." ripresi non meno irritata "Io non mi muovo da qui fino a quando non mi dirai lo sporco fine di tutto questo." Piantai decisa i piedi sul pavimento ed incrociai le braccia, tutta inacidita dalla questione. Non mi sarei fatta raggirare da Malfoy, qualsiasi fosse stato il prezzo da pagare.
Mi guardò dall'alto al basso, esattamente come un pallone gonfiato di prima categoria. 
"Benissimo. Allora rimani pure ad arrovellarti quanto vuoi, me ne andrò io." disse aspro.
Aprii immediatamente la bocca per ribattere a tono, ma, non appena ci provai, lui e i suoi scatti d'ira da dopato (Si, lo era. Come si spiegava altrimenti la sua bravura nel Quidditch certamente non ereditata?) mi interruppero: "Piantala ho detto! Non sono affari che ti riguardano!"
Così dicendo si voltò di scatto, e non feci in tempo a strillare niente di intelligente che quello si era già mescolato tra la folla sparendo completamente.

Non erano affari miei!? Il poveretto aveva bisogno di un ricovero d'urgenza al San Mungo, altrochè!
Ah, me l'avrebbe pagata cara! Con questo suo modo di comportarsi altamente illogico ed immorale, nonché controproducente per entrambi, mi aveva fatto passare una nottata praticamente in bianco.
Quella sera, una volta in camera e dopo essermi disinfettata l'intera cavità orale per prevenzione contro chissà quali malattie incurabili che altrimenti mi sarei presa, mi ero stesa a letto senza svegliare Rose, certa che la mia pigrizia uscisse vincente dall'incontro versus l'agitazione e mi permettesse così di compiere una dormita degna di questo nome.
Niente di più dannatamente errato. Fino alle quattro e mezza di mattina il mio cervello altamente istruito non aveva smesso di proiettarmi nella mente a ripetizione quelle immagini scabrose di poche ore prima. Non capendo come potessi sprecare tanto tempo prezioso,
seppur involontariamente, per quella serpe viscida e meschina di nome Scorpius Malfoy, decisi almeno di sfruttare la cosa a mio vantaggio cercando di carpirne qualche mossa falsa.
Rimuginai per non so quanto senza che nulla del suo comportamento che potesse averlo tradito mi saltasse all'occhio, e le lancette dell'orologio continuavano a scandire i secondi in modo alquanto stressante. Demoralizzante sapere che il proprio avversario ti ha fregato e tu non hai nemmeno uno straccio di prova contro di lui. Nemmeno uno.
Eppure, quando si era allontanato, avevo avuto l'impressione che fosse appena arrossato sulle guance... Evento stratosferico, dal momento che era sempre candido quanto il culetto di un bambino. In ogni caso non mi fissai troppo su questo concetto: magari aveva bevuto troppo (d'altronde con quel che aveva fatto ci sarebbe stato poco da meravigliarsi) e non avrei di certo fatto la figura dell'ingenua, piccola, Lily che neanche aveva preso in considerazione l'idea dell'alcool. 
Però questo particolare non voleva lasciarmi stare, e aveva continuato a tormentarmi fino a ricordarmi che non avevo avvertito nessuna puzza di alcolico quando le sue labbra mi avevano...

"Hmmmgrgrsgruf" Hugo grugnì nel sonno talmente forte da farmi prendere un accidente, tanto che il battito cardiaco del mio cuore schizzò alle stelle.
"QUISQUILIE E PINZILLACCHERE!!!" gridai a squarcia gola senza una motivazione valida, solamente a causa del mezzo infarto che mi ero presa. 
Il rosso spalancò gli occhi cascando dalla panca rovinosamente, e Rose per la paura gettò in aria il volume polveroso che fino a poco prima teneva ben saldo tra le mani, il quale finì sulla testa di un tassorosso facendogli andare di traverso una ciambella e quasi causandogli una tragica morte per soffocamento.
Oltre ad aver urlato questa immane cazzata, averla fatta rimbombare per tutta la Sala Grande ora nel più completo silenzio, aver attirato su di me decine di sguardi allibiti e atterriti, ed essermi alzata in piedi, mi ero infilzata la mano sinistra con la forchetta.
Figura di merda coi fiocchi, fatta e finita.
Rimasi immobile, sperando di sparire all'istante, pregando che fosse accaduto solo nella mia immaginazione.
E invece no, ero proprio lì impalata come una beota nel bel mezzo della sala.
"L-Lily..." balbettò Rose con voce tremante osservando sconcertata il punto in cui i denti della posata erano conficcati nella mia pelle.
Non volò una mosca; tutti erano rivolti verso di me a bocca aperta. Poi la mano di Hugo ricomparve dal pavimento per aggrapparsi al tavolo e rialzarsi quanto bastava per scorgere la mia figura: con gli occhi sgranati si accodò alla sorella a fissare quello che il mio folle gesto aveva prodotto.
Mi schiarii la voce continuando a tenere, con la mano destra, la forchetta pressata dentro la sinistra, come un'idiota, stringendo tuttavia i denti a causa del dolore lancinante.
"Dimmi Rosie" dissi con falsa e mal celata disinvoltura. Stavo tremando da capo a piedi, e si vedeva benissimo.
Lei divenne di un colorito verdognolo, tranne la bocca, che era blu: odiava la vista del sangue più di qualsiasi altra cosa.
"S-stai...Stai sa-sangui-nando" l'ultima sillaba fu pronunciata in maniera così acuta che per un momento temetti che mi stesse zampillando sangue perfino dalle orecchie.
"Ne sono al corrente. E con ciò?" stirando un sorriso tremolante, due lacrime iniziarono a scendermi sulle guance dagli occhi che teoricamente avrebbero dovuto esprimere serenità.
Ok, non sentivo più la mano, forse era il caso di allarmarsi.
Dal tavolo alle mie spalle si sentì qualche imbecille serpeverde scoppiare a ridere fragorosamente, e poi, manco fossero pedine del domino, uno dopo l'altro lo imitarono. Con questa genialata un chiacchierìo sommesso si estese a tutti gli altri studenti, che evidentemente ora commentavano la scena; eccezion fatta per i miei cugini. Ah, dov'era quel buono a nulla di Al quando serviva!? Ci avrei scommesso la bacchetta che facendo le ore piccole poi avrebbe dormito fino a minimo mezzogiorno!
Le pupille di Hugo, senza che questo muovesse la testa o battesse le palpebre, si spostarono sulla sorella, che con la schiena dritta ed irrigidita si teneva stretta alla panca concentrandosi per evitare di perdere i sensi: aveva un colorito che era tutto un programma e fissava un punto imprecisato delle venature del tavolo.
Azzardò con voce appena gracchiante a causa del brusco risveglio: "R-Rose...". Il che voleva essere una specie di < Rose che facciamo? >, ma lei non gli lasciò il tempo necessario per terminare la frase.
Come una strafatta le cui occhiaie si erano materializzate tutto a un tratto dal nulla, rispose a mo' di automa: "Po-portala in infermeria,ora. Poi se-se non ti spiace torna a prendere anche me: temo di... di non sentirmi troppo bene." Pronunciata l'ultima parola, in preda a una contrazione complessiva del suo apparato muscolare, ovvero una convulsione totale, dovette portarsi una mano a tapparsi la bocca per evitare di ornare la tavolata con "essenza di stomaco alla Rose".
Non riuscii a trattenermi dall'arricciare il naso: quella Weasley era davvero esagerata. Era solo un po' di liquido rosso... Un"po'" parecchio... Ora che ci facevo caso la mia mano era diventata livida, ed iniziai seriamente a chiedermi se avessero dovuto amputarmela. Che avrei fatto in tal caso? Se mi avessero dotata di uncino come il celebre personaggio di Peter Pan magari avrei potuto usarlo come arma impropria contro quel poco di buono, vigliacco, tiranno di Malfoy.
Oh si, gli avrei cavato un occhio! E volendo anche altro, così gli sarebbe passata la voglia di importunare belle ragazze come la mia persona, tsè.
Hugo scattò in piedi massaggiandosi il fondoschiena che aveva sbattuto sulla dura e fredda pietra del pavimento, raggiungendomi il più velocemente possibile per eseguire gli ordini impartiti dalla sorella.
Dopo ulteriori e numerose raccomandazioni di quest'ultima, riuscimmo miracolosamente ad avviarci verso l'uscita e non so quanti sguardi mi punsero ancora una volta.
Il mio disgraziato cugino, che sembrava aver ingollato una quarantina di tazze di caffè in una volta sola tanto i suoi occhi erano fuori dalle orbite, mi trainava con passo sostenuto sorreggendo la mano sinistra per evitare che la sbattessi da qualche parte, tenendola per il polso.
Volevo sprofondare: per l'amor del cielo, non si era accorto che stava sventolando in aria lo "spiedino di mano al sangue" come fosse una bandiera!? Tutta la tavolata verde-argento si stava sbellicando ancor più di prima: c'era chi batteva il pugno sul tavolo, chi si aggrappava al vicino per non cadere, chi lacrimava e chi mi additava per poi accasciarsi sui piatti senza badare al cibo che gli entrava su per il naso. Disgustosi.
Mai e poi mai avrei capito come Al fosse fiero di ritrovarsi in quella casa di Hogwarts. Uh, come li chiamava il cappello parlante? "I furbi e gli astuti", certo, come no.
Chi era l'inventore del proverbio "l'abito non fa il monaco"? Avrebbe dovuto vedere loro prima di dire una cosa del genere.
Quando finalmente raggiungemmo ed oltrepassammo il portone, credetti di toccare il cielo con un dito (della mano destra, a questo punto), ma dovetti ricredermi.
Era inammissibile la sfiga che mi perseguitava. Una cosa mai vista.
La terra mi mancò da sotto i piedi e per un momento fui convinta di ritrovarmi distesa sul pavimento: esattamente nell'istante in cui mi era giunto alle orecchie il tonfo sordo del portone che mi si chiudeva alle spalle, vidi Malfoy emergere dalla scalinata che portava ai sotterranei, dirigendosi probabilmente proprio a colazione.
Mi fermai aspettando l'inevitabile mentre Hugo, che non aveva visto la serpe, era tutto preso dal cercare di smuovermi per portarmi in infermeria.
"Andiamo Lily, non c'è un minuto da perdere! Vuoi morire dissanguata forse? Su, muoviti! Santo Godric, se non ti medichi subito ti avrò sulla coscienza! E' questo che vuoi?! Che tutti mi diano la colpa della tua prematura scomparsa?! Eddai, per favore Lily, non farti supplicare! Hai idea di quello che mi farebbe tuo padre?!" Ma la sua voce era solo un ronzio di sfondo.
Il mio acerrimo nemico salì anche l'ultimo gradino e alzò gli occhi dalla scalinata. Non appena mi vide si arrestò. 
Subito aggrottò la fronte rendendo palese la sua irritazione nel constatare che lo fissavo, poi venne distratto leggermente dalle risate ovattate che ancora provenivano dalla Sala Grande ed infine, dopo che la sua attenzione fu catturata dai movimenti degni di un cavernicolo di Hugo, portò lo sguardo su ciò che un tempo era stata la mia mano, ora un oggetto non meglio identificato.
Sul suo volto si avvicendarono le più note espressioni marcate Malfoy: ribrezzo, una certa incredulità tenuta ben nascosta, l'immancabile derisione e una considerevole soddisfazione.
Verme schifoso, avrebbe dovuto tornarsene strisciando da dove era venuto!
Sembrava proprio stesse mordendosi l'interno delle guance per evitare di scoppiare in una risata indecorosa, e a quanto pareva era esattamente così, dato che gli sfuggì uno sbuffo stridulo dal retrogusto di sadico divertimento.
Cercò di darsi un contegno passandosi una mano tra i capelli in modo disgustosamente vanesio, ben attento a non scompigliarli più del necessario.
"Potter, Potter... Che metodo decisamente poco dignitoso hai deciso di adottare per attirare la mia attenzione, lasciatelo dire" ghignò in maniera indescrivibilmente abietta.
Divenni bordeaux dall'ira come mai in vita mia, il che era tutto dire. Doveva essere eliminato, distrutto, annientato, cancellato dal mondo; e ci avrei pensato io, senza il minimo accenno di senso di colpa a provare tutto l'appagamento che sicuramente mi avrebbe pervaso una volta compiuta l'opera.
"MUORI, MALFOY!" strepitai riducendo i miei polmoni a due prugnette rinsecchite; senza pensarci due volte mi lanciai in una corsa sfrenata verso quell'invasato, cercando di estrarre la forchetta dalla mano e mirando al centro del suo cranio (ma anche solo sgretolargli la zona dedicata alla sessualità mi bastava).
Inutile dire che qualcosa andò storto.
Una voce che ormai stavo ignorando da un bel po' mi rintronò le orecchie all'improvviso: "Noooo! Lily, per carità, non levartela!!!"
Mi ero dimenticata della presenza di mio cugino, così rimasi più che interdetta quando qualcosa mi afferrò per le caviglie facendomi schiantare al suolo proprio ai piedi di Malfoy.
Con il naso dolorante, mi issai faticosamente sull'avambraccio destro e mi sollevai per metà busto, cioè quanto servì per guardarmi alle spalle con risentimento: il Weasley che aveva attentato alla mia vita era completamente spalmato sulla pavimentazione come se avesse appena dato una spanciata tremenda, con la faccia accartocciata in una smorfia e i pugni serrati attorno alle mie caviglie.
"Lil!" ritentò senza fiato, in un soffio "Non levarti la forchetta per nessuna ragione! Rose ha ripetuto almeno un miliardo di volte che se te ne liberi così poi non ci sarà più niente a bloccare l'emorragia!"
"Ah, al diavolo! Tanto di questo passo mi prenderò il tetano!" Così dicendo rigirai la testa alzandola in direzione del biondo che sogghignava compiacendosi della situazione.
Assottigliai gli occhi colmi d'astio: "...Tanto vale togliersi il dente, non credi Hugo?" terminai cercando di afferrare Scor-pirlone dandomi la spinta e riuscendo a compiere solo un misero saltello assomigliando vergognosamente ad una foca a causa della zavorra che avevo dietro.
Oltretutto il mio bersaglio aveva fatto un passo indietro calcolando con precisione millimetrica la distanza massima a cui potevo arrivare con quella sottospecie di spasmo, facendomi così riatterrare nè a un centimetro in più, nè a un centimetro in meno di prima da lui.
Preferii rimanere eclissata un altro momento soltanto, per potermi risparmiare la vista del suo viso mentre si crogiolava nel compiacimento più assoluto.
"Molto sexy, Potter, ma se fossi in te ci lavorerei ancora un po' su." Sogghignò facendosi beffe di me.
Gli scoccai un'occhiata di puro odio con la quale non feci altro che accrescere la sua esaltazione nel fissarmi dall'alto al basso (letteralmente).
Per un attimo valutai la possibilità di mordergli una caviglia, ma prima che potessi anche solo spalancare le mie fauci, mi aggirò per dirigersi verso il suo pasto mattutino.
"Il mio seducente corpo reclama nutrimento, ma tu continua pure a rotolarti per terra se vuoi. Ci vediamo." con una risata di scherno, alzò la mano in un cenno di saluto senza nemmeno voltarsi mentre attraversava l'atrio.
"Gli elfi che stanno nelle cucine sono più provocanti di te, Malfoy" abbaiai inferocita; ma quando mi misi a sedere mi colpì un acuto dolore intercostale a causa del quale mi morsi la lingua strizzando poi di riflesso gli occhi per la seconda volta nella mattinata. Per fortuna mi ignorò, e quindi rimanendo voltato non riuscì a vedermi.
Una manciata di secondi dopo anche il mio inutile cugino si sollevò stentatamente, e appena fu a portata di mano lo colpii alla nuca con l'arto sano. Era il minimo che si potesse aspettare da parte mia dopo essersi reso complice di quell'arrogante viziato. Un vero e proprio ammutinamento! Non glielo avrei perdonato facilmente.
"Ahi!" si lamentò quello di rimando massaggiandosi il collo, con la bocca di traverso.
"L'ho fatto per il tuo bene, Lily, cerca di capire!" Cercò di difendersi.
"Puoi contare sulle dita della mano i giorni di vita che ti rimangono, mio caro e stolto parente" borbottai.

"Ah, Potter" Cosa? Lo sgorbio non se n'era ancora andato?
"Che c'è!?" seccata voltai la testa verso quel borioso che si era fermato con una mano sul portone della Sala Grande.
"Sabato non esci." spiegò risoluto, come fosse la cosa più naturale del mondo.
Spalancai gli occhi e le mie sopracciglia si levarono quasi fino al cuoio capelluto. Che stava blaterando? 
"Prego!?" chiesi incredula facendo da testimone oculare al fatto che la sua sfacciataggine aumentava ogni giorno di più.
"Ho detto" ripetè serio "che sabato non esci, non puoi prendere impegni."
Storsi il naso con completa disapprovazione. "Ho capito benissimo quello che hai detto, idiota".
"Allora non vedo perchè dovrei perdere altro prezioso tempo con te." usò un tono piatto, facendo poi per voltarsi e aprire il portone.
"Ehi, ehi, ehi!" lo richiamai scocciata alzandomi in piedi, un po' barcollando. Si fermò di nuovo, roteando le pupille.
"Pensi davvero che ti darò ascolto?!" Notando come rimase impassibile, scoppiai a ridere di gusto.
"Sinceramente? Si." rispose secco e sicuro di sè.
"Santo cielo Scorpius, sei riuscito a raggiungere un nuovo livello di stupidità, complimenti!" Mi sforzai di continuare a ridere, anche se l'incertezza che mi aveva invaso una volta sentita la serietà della sua voce cercava di farmi desistere.
Alzò elegantemente un sopracciglio. "Ridi pure, Potter. Poi vedremo."
Smisi di contorcermi dalle risa di botto e mi concentrai sulla sua espressione neutra. Storsi la bocca ed aggrottai la fronte: per Godric, era davvero ostinato!
Camminai a passo spedito fino ad arrivargli di fronte.
"Io non ti darò mai corda, e sabato uscirò con tuo cugino." risposi incrociando le braccia quanto mi permise la forchetta ormai diventata un'estensione del corpo, imponendo il fatto che non avrei cambiato idea.
Si, lo so, avevo detto che non mi sarei fottuta in questo modo con Brian, ma se ciò significava umiliare Malfoy... beh, questo e altro.
Strinse i denti. "E invece non farai niente di tutto questo." sibilò mentre uno strano lampo gli attraversò le iridi chiare.
"Io dico di si." ribattei aspra.
"Non credo proprio." ringhiò.
"Ho detto che lo farò, e così sarà." scandii ostile.
"No." replicò aggressivo.
"Si invece." mi impuntai.
"Ho detto no."
"Si ti dico!"
"No!" strinse i pugni.
"Si!"
"No!"
"Si, porco Salazar!" strillai.
"Smettila di frignare, ragazzina petulante che non sei altro! Non lo farai, punto!"
"Non ti permetterò di darmi ordini, stomachevole, egocentrica ed ottusa serpe! Nè ora, nè mai!"
Gli stavo per fare lo scalpo, me lo sentivo. Non sarei riuscita a trattenermi oltre.
"E io non ti permetterò di...!" alzò l'indice accusatore verso di me, ma si interruppe riabbassandolo e limitandosi a guardarmi astioso, con le braccia che gli tremavano.
"Cosa?! Non mi permetterai di fare cosa, eh!?" gridai talmente forte che Hugo, il quale stava tentando di rimettersi in piedi, decise di rimanere rannicchiato dov'era per evitare spiacevoli imprevisti; in poche parole applicò la tecnica del fingersi morto.
Mi ignorò bellamente. "Potter," disse con tono grave, rabbuiandosi "per sabato non prenderai nessun impegno perchè verrai ad Hogsmeade con me, che tu lo voglia oppure no." concluse lasciandomi di stucco.
"Che dovrei fare io!?" feci una faccia a dir poco stizzita. Ma farsi una vita e lasciarmi in pace era troppo difficile per i suoi standard?
Sbuffò sonoramente. "Ti assicuro che è tanto frustrante per te quanto rivoltante per me, quindi metti il silenziatore e smetti di aerare la bocca: se continui a ciarlare potrebbe entrarci una mosca, e non sarebbe affatto piacevole da vedere."
In seguito a qualche attimo di sgomento mi riscossi: "Malfoy, se credi che...!"
"NON TE LO STO CHIEDENDO, POTTER!" tuonò "Sabato alle 10.00 alla torre dell'orologio! Esegui e basta!" fu l'ultima cosa che urlò prima di sparire dietro il portone con una velocità spaventosa, chiudendomelo in faccia con forza.
Regnò il silenzio.
...No, non mi sarei presentata.
Ed oltre al fatto che era una cosa del tutto priva di senso, era completamente partito per la tangente se era convinto che avrei anche solo pensato il contrario.




Spazio autrice

Ehilà! :D Se siete arrivati a leggere fino in fondo deduco che siete coraggiosi *alza pollice*. Ebbene, questa cosa è partorita da un'ora buca di qualche mattina fa, e ho avuto tempo di trascriverla solo ora. Teoricamente sarebbe dovuta essere una one-shot, ma dato che man mano che scrivevo mi venivano diverse idee, ho reso il tutto ovviamente non concludibile in un solo capitolo =_=. 
Detto questo vi devo avvertire: 
- Dato che non aggiorno la mia long da un mucchio, principalmente darò la precedenza a quella.
- Anche se tenderei a non farla troppo lunga, non sono affatto certa su quanti capitoli scrivere. Potrebbero essere 2-3 come anche 10 e via così, a seconda di cosa mi verrà in mente.
- Sarò corretta, vi dico immediatamente che non so quando l'aggiornerò, ma lo farò di sicuro.
Infine una piccola precisazione: la presenza di alcuni termini "aulici", per così dire xD, vorrebbe caricare il tutto per rendere più comiche alcune scene :3 Se devo essere sincera mentre la scrivevo mi sembrava meglio di così xD Ben, se qualche buon'anima vorrà dirmi cosa ne pensa mi renderà felicissima! :)
Al prossimo capitolo :D!
Ps: se volete farmi qualche domanda di qualsiasi genere (firmata o anonima) potete farlo qui: http://ask.fm/Kalencair


   
 
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