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Autore: Strummer_inLove    07/02/2011    1 recensioni
Olga è una quindicenne che ama lo skateboard e la musica. Un giorno nella città in cui vive accade un fatto inspiegabile: Laure, una misteriosa bionda di cui nessuno dei ragazzi del liceo sospettava l'esistenza, muore nel sonno. Il giorno dopo il vento porta tra le mani di Olga una pagina di diario: è di Laure. E lo spettro assetato di sangue che l'ha uccisa inizia a tormentare la ragazzina che, grazie all'aiuto del "suo" Paul, riuscirà a svelare il mistero del fantasma delle rose bianche.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sconcertata, Olga Cisi lesse il triste paragrafo che informava la cittadina di Bellutine della morte di Laure François. La carta scadente che ospitava quell'orribile notizia emanava un alone di mistero intrigante e morboso, e Olga sentiva quelle parole attirarla in modo inspiegabile. Lei stessa si chiese il motivo di tanta curiosità verso un fatto che non poteva procurare altro che dolore e sofferenza, e che non meritava certo l'entusiasmo di una ragazzina che nulla sapeva della povera vittima. E proprio questo particolare procurava maggiore sgomento e dispiacere ad Olga: il fatto di non avere mai conosciuto quella Laure, che pure aveva frequentato il suo stesso liceo. Così poco si veniva a sapere dall'articolo sul giornale!

È morta ieri notte intorno alle dieci e trentacinque una ragazza francese di quindici anni, residente da più di otto nella nostra piccola cittadina insieme ai genitori Julien e Anne. Laure François è deceduta nel sonno, come ha confermato l'attenta analisi del medico legale. Ci sono purtroppo ancora molti interrogativi sulle cause dell'arresto cardiaco che ha colpito la ragazzina, e quindi sono aperte molte piste investigative, tra le quali l'omicidio preterintenzionale, che implicherebbe i genitori della piccola. Essendo le indagini ad uno stadio prematuro però, i coniugi François non sono ancora indagati. Le maggiori autorità cittadine hanno espresso le loro più sentite condoglianze alla famiglia della vittima. I funerali si terranno in forma privata domani alle undici del mattino.

R.B.”

Quella sera, a cena, Olga era di cattivo umore: mangiò in fretta e poi uscì. Aveva bisogno di stare un po' da sola. Prese una bomboletta spray verde fluorescente: aveva deciso di andare a nel parcheggio accanto all'ufficio postale, chiuso per dei lavori di manutenzione, a dipingere qualcuno dei suoi capolavori illegali sui muri di cemento grigio. Il suo skate la portò fin là, alla luce dei lampioni gialli.

Proprio mentre stava per concludere una scritta ciclopica, qualcuno alle sue spalle l'apostrofò: «Lo sai che se ti vedi qualcuno fai davvero una brutta figura?».

La voce era pacata e bassa, come quella di un profeta, che volesse solo il bene delle persone. Olga fece un giravolta su un piede e sorrise: «Ciao Paul, non pensavo di trovarti ancora qui. Ho per caso interrotto una delle tue riflessioni?».

Con lui Olga scherzava, si conoscevano abbastanza per poter prendersi in giro l'un l'altro.

«No, a dir il vero non stavo pensando proprio a niente» rispose il ragazzo, raccogliendo da terra la bomboletta che Olga aveva lasciato cadere, colta di sorpresa.

«Strano...» commentò guardando un punto lontano alla sua sinistra, con aria poco interessata.

«Scusa, forse quello che doveva starsene a casa sono io...».

Olga lo guardò negli occhi, grandi e neri come i suoi: Paul capiva al volo il suo stato d'animo, e anche quella volta aveva fatto centro. Gli strappò delicatamente lo spray dalle mani: «Tranquillo, sono solo un po' scossa per quella notizia sul giornale: la vicenda di quella ragazza mi attrae in modo inspiegabile. E dire che non sapevo niente di lei fino a oggi...».

«Mia cara Olga, devi controllarti, non puoi avere interessi tanto macabri...» evidentemente Paul pensava che la ragazza stesse scherzando, ma lei gli fece intendere che era più che seria. Il ragazzo comunque non riusciva a comprendere i pensieri che la stavano affliggendo, e nemmeno lei. Olga si sedette sul marciapiede, stanca, mentre Paul giocherellava con il plettro che teneva appeso al collo.

Stavano tutti e due a pensare a chissà cosa, quando Olga sentì un colpetto contro la scarpa sinistra. Vicino al suo piede c'era un palla di carta straccia, sporca e bagnata. La rossa si succhiò l'indice per scoprire da che parte soffiasse il vento che l'aveva portata fin lì: non riuscì a capirlo. Olga notò che c'era qualcosa scritto sopra e distese accuratamente il foglio. Dopo poco, alzò un paio di occhi allucinati verso il ragazzone tutto vestito di nero che le stava accanto. Paul si chinò e fissò i suoi occhi intelligenti sul foglio stropicciato. Olga iniziò a leggere, e il ragazzo dovette sedersi accanto a lei per sentire le sue parole. La sua voce era bassa e tremante:

“ Cara Eco,

avevo bisogno di lasciare alla tua eterna memoria i miei pensieri, dopo che Lei ma hai restituito te.

Ti ho di nuovo con me, finalmente! È da quando è diventata cattiva che cerco di riprenderti: mi mancavano le tue pagine bianche, e quelle piene di storie felici e tristi, la tua copertina rossa con tutte quelle roselline blu. Ora sei con me!

Purtroppo però non scriverò più nulla nel tuo cuore, mi spiace. Lo sento in fondo all'anima: Lei si è stancata, come me. Finalmente mi libererà da questo tormento, che felicità! Potrò vendicarmi, fargliela pagare! Non importa se non vivrò più, tanto nessuno c'è mai per me. Mamma e Papà non sentiranno la mia mancanza: il lavoro li ha completamente presi, ma li ha strappati via. Lei mi farà uscire da questa stanza buia, da questo corpo che non risponde più: questa non sono più io, ormai. Lei mi ha fatto tanto male, ora la smetta!

Tu, mia cara Eco continuerai per la tua strada: hai ancora uno scopo, tu! Allora vai, metti tutta la tua forza in quest'ultimo messaggio, perché solo questa pagina resterà di te, di me. E serviremo entrambe: Eco e Laure aiuteranno le future vittime della Sua furia. Non voglio vedere altre persone fare la mia fine: per questo io rimarrò, veglierò su di voi, O Mortali, finché non troverete il modo per rinchiuderla. Solo allora potrò andare, e chiamare casa quel giardino laggiù, e letto quelle rose.

Porta queste parole, amico Vento, porta l'eco del mio tormento alla prossima sciagurata: almeno potrà sapere quel che l'aspetta.

È il momento di dirci addio, Eco carissima.

E tu, chiunque tu sia, che leggi questo diario quando si trova confusionario il vento, sappi che ti aiuterò a svelare il tuo turbamento, a patto che tu sveli ciò che a me è successo.

Per sempre tua, anche oltre i confini di questo mondo,

Laure, 13 dicembre 2010".

   
 
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