Libri > Wicked Lovely
Ricorda la storia  |      
Autore: Xay    07/02/2011    1 recensioni
Nient’altro avrebbe scalfito il blocco di marmo che era diventato...
Solo quando si rese conto di star piangendo pensò, che prima, stava provando a convincersi di non sentirsi in colpa...
Non sopportava quel fastidioso gorgoglio, si faceva sentire di più adesso, voleva sopprimerlo, lo faceva sentire più umano...
Voleva farlo e l’avrebbe fatto, in realtà lo stava già facendo...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Pensieri umani per creature fatate…

I cerchi concentrici di fumo che fuoriuscivano dalle sue labbra gli davano una soddisfazione effimera e insensata, ma sapeva nascondere anche quell’emozione, per quanto stupida fosse.
Niall era diventato un blocco di marmo, capace soltanto di fumare, da quando Leslie aveva deciso di abbandonare tutto quello che aveva fatto parte, fino a poco tempo fa, della sua vita. A volte la seguiva da lontano e sperava pensasse a lui, altre volte invece gli dava fastidio anche solo accennare un pensiero su di lei. Era fatto così dopotutto, aveva sempre saputo di essere pericoloso, di essere cattivo, egoista. Ed era più deciso che mai a rimanere un lupo solitario per la vita.
Il suo solo interesse sarebbe stato quello di nutrire le creature della Corte Oscura. Nient’altro avrebbe scalfito il blocco di marmo che era diventato.
Dentro di lui però ancora bruciavano quei pochi baci che le aveva dato, sapeva che avrebbe potuto  disegnare con esattezza incommensurabile i suoi occhi, il profilo del suo viso e la forma delle sue spalle, se avesse avuto il coraggio di farlo. Niall avrebbe per sempre amato Leisle.
Chissà che bellezza, per una ragazza, sapere che un blocco di marmo l’amava.
 

Aislinn si cullava da sola, stringendosi le braccia addosso, come usano fare i bambini quando hanno freddo. Si sentiva cadere a pezzi, aveva baciato Keenan sotto quell’albero, poi aveva scoperto che Seth, rinunciando alla sua vita umana, era diventato una creatura dell’Alta Corte. Il suo ragazzo l’aveva fatto solo per lei. E lei l’aveva ringraziato baciando il Re Dell’Estate.
Quello che la faceva più arrabbiare era il suo non sentirsi in colpa. Non ci riusciva: Lui era andato via senza avvisarla, era stato via per mesi, l’aveva fatta soffrire e vivere nella convinzione che si fosse stufato di quella situazione tanto ambigua…
Solo quando si rese conto di star piangendo pensò, che prima, stava provando a convincersi di non sentirsi in colpa.
Così, stretta tra le sue braccia, seduta ad osservare la sua stanza variopinta e calda, il mondo le sembrava grigio ed estremamente freddo.
 

 Tutto taceva, immerso in un odiosissimo silenzio ostinato.
Irial si sentiva vagamente vuoto, ma cercava d’ignorare il gorgoglio in fondo allo stomaco, quello che gli ricordava la smania che lo assaliva quando pensava a lei, alla sua Ragazza Delle Tenebre.
Afferrò la bottiglia di birra, che non attendeva altro che lui, e la portò alle labbra, bevendo avidamente; pensava che quella stupida mezza bottiglia di birra sarebbe stata la sua unica compagna per quella lunga notte. Non sopportava quel fastidioso gorgoglio, si faceva sentire di più adesso, voleva sopprimerlo, lo faceva sentire più umano.
Si alzò dal divanetto sfondato che occupava e indirizzò il suo sguardo sulla porta. La sua bocca si piegò in un mezzo sorriso serafico, che accentuò notevolmente la sua estrema bellezza e il suo fascino da cattivo ragazzo: sarebbe uscito, avrebbe sedotto qualche sciocca Ragazza Dell’Estate e intinto dalle sue emozioni, poi sarebbe andato a comprare della vodka. Allora, e soltanto allora, con lo stomaco pieno e la vista annebbiata, il gorgoglio sarebbe scomparso. Purtroppo per lei, quella bottiglia di birra non avrebbe avuto l’immenso piacere di averlo tutto suo per un’intera notte.

 

Un lieve cigolio ridestò Donia dai suoi pensieri, la fece scattare sull’attenti, poi si guardò intono, con aria improvvisamente annoiata. La sala del trono era buia, tutti stavano dormendo. Si alzò dal trono e con passo ticchettante arrivò fino alla porta, intenzionata ad uscire. Sapeva che non era proprio il massimo uscire in quel preciso periodo dell’anno per una come lei, ma non le importava. Voleva farlo e l’avrebbe fatto, in realtà lo stava già facendo. Nascosta sotto la sua maschera mortale ficcò le mani nei jeans e cominciò a dondolarsi da un piede all’altro, perdendosi ancora una volta tra valanghe di pensieri che non le appartenevano. Erano le riflessioni di una regina, non le sue. I suoi, di pensieri, non esistevano; nello spazio del suo cervello dove venivano smistate le sue emozioni personali aleggiava il vuoto. Poco male. Meglio di sicuro il vuoto che il dolore lancinante che l’assaliva alla vista di Keenan. Proprio come la prima volta.
Colta da un brivido si morse il labbro, maledicendosi, sollevò il viso e chiuse gli occhi, protendendolo al bagliore pallido della luna, mentre la notte si faceva più inoltrata e il buio s’insinuava, espandendosi a macchia d’olio, nel vuoto dentro la sua testa.


___

Non so di preciso perché ho scelto questi personaggi, tutto è venuto abbastanza di getto, perciò altrettanto immotivato.
Non sono ancora pazza, la mia è piuttosto una protesta contro la scuola: mi uccide l'ispirazione. E questa One-Shot è una rivincita contro i miei compiti di chimica.
Tutto qui. Vi saluto :)


  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Wicked Lovely / Vai alla pagina dell'autore: Xay