My
sweet prince
Never thought you'd make me perspire.
Never thought I'd do you the same.
Remember.
My sweet prince, you are the one.
[Non avrei mai pensato
che mi avresti fatto sudare.
Non avrei mai pensato
di farti lo stesso effetto.
Ricorda.
Mio dolce principe, tu
sei l’unico.]
Placebo – My sweet prince
Prologue
- Moony…-
Era
stupefacente come il modo in cui lui pronunciava il suo nome lo facesse star bene. Peccato che il quella
particolare occasione non riuscisse proprio a rispondergli o a dargli un
qualsivoglia segno di vita. Aprì la bocca, come per dire qualcosa, ma non ne ebbe la forza. Era distrutto, dilaniato dal dolore, non
un muscolo riusciva ad obbedire ai suoi comandi e le ferite aperte
bruciavano maledettamente.
- Moony… mi senti? Come stai? Remus…-
Lo aveva
proprio chiamato per nome. Lui lo chiamava per nome solo quando si trattava di
qualcosa di serio, per cui doveva proprio essere
conciato male. Non che non se ne rendesse conto, ci mancherebbe; le fitte che
gli procurava anche il più piccolo dei movimenti non
lasciavano intendere nulla di buono. Solo sperava di non essere poi così
irrecuperabile.
- Remus!-
Ora la sua
voce era più forte, il tono era diverso ed evidentemente stava iniziando a
preoccuparsi. “Sto bene, Sirius, davvero” avrebbe voluto dirgli “dammi solo il tempo di recuperare le
forze…”. La bocca però non si muoveva.
- Cazzo, Remus! Moony,
dì qualcosa!-
Fu un attimo, quasi un soffio, le sue labbra si schiusero - Sirius…-
riuscì a dire, flebilmente.
Sirius sorrise,
sollevato, e assunse immediatamente la solita espressione beffarda che lo
contraddistingueva.
- Volevi
farmi prendere un infarto, vero Moony?- disse, mentre
lo aiutava a mettersi seduto – E non fare tutto il sofferente, è solo un
graffio, per l’amor del cielo!-
I graffi,
se così si potevano definire, erano più di uno, molti
di più, ma Remus sapeva che stare lì a disperarsi e a
drammatizzare il tutto non sarebbe servito a nulla, così, come tutte le altre
volte, si prestò al gioco di Sirius.
- E che vuoi… cough! …farci…
comincio ad invecchiare…-
Sirius
gli scostò una ciocca di capelli chiari dal viso, controllando se non ci
fossero altri danni – Balle! Sappiamo tutti che sei
solo una femminuccia, ti ho anche dovuto vestire e, credimi, quelle mutandine
di pizzo non ti donano affatto… qui ti fa male?-
Remus
gemette di dolore, e chiuse gli occhi cercando di non pensarci – Dai, Pad, sono una femminuccia, non un bambinetto
di due anni…-
Il moro
alzò le braccia in segno di resa e si sedette accanto a lui poggiando le spalle
al muro – Come ti pare… sappi però che conosco gente
che darebbe un braccio per avermi come infermiere-
- Oh… cough… cough! …non lo metto in dubbio- sussurrò, sorridendo.
Stettero in
silenzio per qualche minuto, fissando la parete di fronte. La Stamberga era, se
possibile, più lugubre del solito, ma come sempre donava loro quel senso di
sicurezza che solo i luoghi davvero familiari e a cui sono legati anche ricordi
piacevoli possono dare. E quella vecchi casa in rovina
era uno di quei luoghi, con i suoi scricchioli, la polvere, il tetto che
avrebbe potuto cedere da un momento all’altro. Era il ritrovo per le loro
festicciole clandestine, era il luogo perfetto dove trascorrere la notte di Halloween, ma soprattutto era il rifugio di Remus, e a dire il vero era il rifugio di tutti loro.
Il chiaro
di luna che filtrava attraverso l’unica finestra
illuminava impercettibilmente la stanza creando un’atmosfera surreale.
Entrambi
lentamente si tranquillizzarono, rincuorati dal fatto di essere
insieme, e ormai consapevoli di aver superato il peggio. Un’altra volta.
Il silenzio
venne interrotto da un altro dei gemiti sommessi di Remus.
-Ehi, mi sa
che mi crepi qui stanotte. Torniamo indietro?-
Il ragazzo
aprì gli occhi un attimo, cercando di mettere a fuoco ciò che gli si trovava di
fronte e respirando a fatica - Non voglio andare in infermeria… Pad, non voglio… e se restassi
qui?-
-Moriresti
sicuramente e io avrei un povero sedicenne sulla coscienza… no no, niente da fare- disse Sirius,
mettendosi in piedi - Tu andrai in infermeria e ti divertirai un sacco pensando
a noi poveri disperati che ci sorbiamo Storia della
magia. Ricorda sempre, cocco…-
-…essere un
lupo mannaro ha i suoi… cough! …vantaggi… si, lo ricordo-
-Bravo
ragazzo!- esclamò il moro tendendogli la mano -Qua la zampa-
Remus
l’afferrò ridendo di gusto, nonostante
questo gli procurasse terribili fitte di dolore per tutto il corpo – Finirai
per… finirai per uccidermi così… eh eh…-
- Bè si, in effetti faccio del mio
meglio…-
Si mise Remus in spalla e andò verso la porta - Stai diventando
pesante Moony…-
L’altro
rise, troppo stanco per rispondere, e chiuse gli
occhi. Ora era completamente al sicuro.
Noticine
Bene bene, finalmente (vabbè, dipende
dai punti di vista) mi son decisa a
iniziare questa cosa che mi frulla in testa da troppo tempo. Ci voleva un piccolo aiutino dei Placebo per convincermi del
tutto. Ormai sui Malandrini si è scritto di tutto e di più, ma cercherò
ugualmente di fare del mio meglio per rendere questa ficcina
il più originale possibile. Non fatevi impressionare dalla brevità, questo è
solo il prologo, vedrò di dilungarmi di più la
prossima volta. Comunque sia, bando alle ciance, se vi
va, commentate e mi farete felice. Alla prossima, cari…