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Autore: SailorMercury84    08/02/2011    12 recensioni
Questa è la storia Amy, a noi nota come Sailor Mercury. In questa storia, vorrei far emergere non la storia della combattente, ma della ragazza di tutti i giorni. Amy che si racconta in prima persona.
Tratto dal primo capitolo:
"Mi chiamo Amy, ho 27 anni e sono originaria del giappone.
Finalmente mi sono laureata, e sono diventata un medico, per l'esattezza, medico d'urgenza. Sono
due anni che lavoro presso la struttura ospedaliera del Guy's Hospital, nella zona di London Bridge."
Spero vi piaccia, è la prima storia che scrivo!
Buona lettura...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ami/Amy, Taiki, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
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Ritorno a Londra (Prima parte).
 
 
Cercai il mio posto in aereo, lo avevo scelto vicino al finestrino, come sempre. Mancavano 20 minuti alla partenza, e intanto qualche passeggero si affrettava a salire a bordo. Ero immersa nei miei pensieri, quando presi il cellulare dalla borsa per mandare un messaggio a Morea per avvisarla che ero sull' aereo e che sarei partita a momenti.
Morea sarebbe venuta a prendermi in aeroporto, alle 18.00 era l'unica che non lavorasse.
Mi accorsi che il telefono era spento, mi ero scordata di mettere  in carica la batteria, in quei giorni di ferie, mi ero fin troppo liberata del cellulare.
Mentre guardavo fuori dal finestrino per vedere l' afflusso di passeggeri ritardatari che si recavano presso l' entrata dell' aereo, la mia attenzione fu attirata da un uomo con un tailleur giallo che correva con i capelli lunghi svolazzanti fra quei ritardatari...Non potevo credere ai miei occhi: era Taiki!
Lo vidi entrare affannato nell' aereo, poi iniziò a guardarsi intorno finchè non mi vide.
Ancora con il fiatone, si avvicinava a me con un sorriso stampato in faccia ed una valigia nella mano destra.
Si sedette sul sedile vuoto accanto al mio.
Lo guardai incredula e con aria interrogatoria gli dissi:
 
-Taiki ma che ci fai qui? Non mi dire che parti!-
 
-Se solo.... anf anf...se solo dessi il tempo alla gente di parlare! Ti avevo chiamata stamattina per dirti che non ti potevo accompagnare, è vero che ti ho chiamata all' ultimo ma speravo di fare in tempo per venire a prenderti!-
 
Riprese fiato.
 
-Non mi hai dato mica il tempo di parlare, mi hai praticamente attaccato in faccia, dopo che ti ho detto che non potevo venire a prenderti, e hai persino spento il telefono. Che caratterino che hai Amy! Stamattina ero dal capo del personale a fargli una ramanzina perchè ancora non mi hanno firmato quell' ultimo foglio che mi serve per il trasferimento. Già che c' ero, volevo partire con te direttamente no? Quindi sono andato da lui e ho avuto una discussione, anche perchè io già ho iniziato a pagare l' affitto dell' appartamento a Londra, e sono quasi dieci giorni che sono in 
stand-by ad aspettare i loro comodi. Alla fine il capo ha deciso di farmi partire lo stesso, e il foglio firmato che serve alla sede di Londra, verrà spedito direttamente in clinica via fax. Bisogna sempre essere duri con certa gente per ottenere qualcosa!-
 
Avevo il cuore pieno di gioia che cercai di nascondere, e per non dargli troppa soddifazione, gli dissi:
 
- Buon per te! Ah e comunque il telefono si è spento perchè scarico, non l'ho spento io volutamente. -
 
Ma non riuscii a mantenere quell' atteggiamento, non era da me:
 
- Scusami Taiki, per averti attaccato in faccia. Mi ero offesa perchè mi avevi avvisata all' ultimo minuto... -
 
- Beh, almeno il braccialetto lo porti ancora e non lo hai strappato, dopo quella reazione al telefono, mi aspettavo di tutto! -
 
Mentre scoppiammo in una risata, ci veniva chiesto di allacciare le cinture, e l'aereo iniziò a decollare.
Con lui al mio fianco mi sentivo serena, la sua presenza mi rendeva positiva, migliore.
Ora potevo addormentarmi e sognare beatamente sul mio sedile.
 
 
Ore 17.45.
 
- Buongiorno principessa dell'acqua!-
 
Mi sentii scuotere la spalla. Aprii gli occhi un attimo e vidi gli occhi di Taiki, pensai che stessi ancora sognando...
 
- Amy svegliati, stiamo atterrando! -
 
Sobbalzai, eravamo arrivati a casa e Taiki era partito con me.
Dopo la trafila per il ritiro dei bagagli, finalmente stavamo per uscire dalle porte dell' aeroporto, dove Morea mi stava aspettando con la sua nuova auto, di cui andava molto fiera.
Morea scese dalla macchina non appena mi vide, poi sgranò gli occhi alla vista di Taiki.
 
- Oh! Ciao Amy, bentornata! -
 
Mi abbracciò, poi si rivolse a Taiki ridendo:
 
- E tu chi sei, la sua guardia del corpo? -
 
- Ma Morea! - 
 
La guardai con sguardo di rimprovero e poi passai alle presentazioni:
 
- Lui è Taiki, un mio vecchio amico. Lei invece è Morea. -
 
- Uuuuh Taiki! Rea ci ha parlato di te! -
 
Poi si girò verso di me e strizzò un occhio. Morea si era fatta capire benissimo.
 
Salimmo in macchina.
 
- Bene Taiki, dov' è che ti devo portare? Amy, noi dobbiamo invece passare in ospedale... - 
 
Disse Morea mentre si allacciava la cintura. 
 
- Come in ospedale? E perchè? Cosa è successo? -
 
- Ecco... Amy... Rea è scivolata per strada mentre era in compagnia di un certo Yuri  e... -
 
- ... E?!? - 
 
- ... Ha battuto la testa... -
 
- Che cosa?!? Oh mio Dio!! Morea, ma che cosa le è successo?!? Ha subìto un trauma cranico? Dio, Morea parla! -
 
Le veniva da piangere.
 
- Rea ha perso la memoria Amy... -
 
Ero preoccupata, e cercai razionalmente di pensare al fatto che forse non era grave, dovevo solo riuscire a capire quanto fosse grave l' entità dell' incidente che aveva subito. Iniziai con le domande:
 
- Ma quando è successo? A quale tipo di domande non riesce a rispondere?
 
- E' successo questa mattina, non so ancora bene quale sia la procedura che stiano seguendo i medici, non ci hanno detto molto, ci hanno semplicemente liquidato dicendo che non è niente di grave. -
 
- Che vuol dire niente di grave?! Ma le hanno fatto una lastra? Dio mio! Mi prenderò io cura di lei, chiederò a Kaspar di poter rientrare prima dalle ferie! -
 
- No Amy, non servirebbe, non è ricoverata al Guy' s Hospital, ma al Blackmoon. - 
 
- No!!! E perchè è stata portata lì? Non è possibile, lo sapevo che non avrei dovuto lasciarla sola, lei me lo aveva detto che le sarebbe successo qualcosa, e io l' ho lasciata sola! -
 
Ero disperata.
 
- Adesso basta Amy, smettila! -
 
Taiki alzò la voce da dietro, poi continuò a parlare con tono pacato:
 
- Amy non è colpa tua, non farti venire queste idee assurde per favore. Se doveva succedere doveva succedere. Adesso andiamo in ospedale, e insieme, capiremo che tipo di problema ha, e se è possibile lo risolveremo. Cerca di rilassarti però, te lo chiedo per favore. -
 
Dal sedile dietro, allungò una mano sulla mia spalla. Per la seconda volta, lo feci assistere ad uno spettacolo deprimente di me. Ma in quel momento non mi importava, mi importava solo di andare da Rea, dovevo vederla, capire il suo problema e cercare di aiutarla.
 
Ci recammo al Blackmoon Hospital, avevo il cuore in gola dall'agitazione. Erano  quasi le 19.50 quando facemmo ingresso in ospedale. Morea ci condusse nella stanza dove Rea era dormiente sul letto, con la testa fasciata e qualche graffio sulle braccia.
Non appena entrammo, Rea si svegliò e dopo aver lentamente aperto gli occhi, mi guardò con aria stupita:
 
- Oh! -
 
Avevo voglia di piangere ma mi sforzai di sorriderle:
 
- Ciao Rea. Io sono Amy... - 
 
- Io non... ci conosciamo? -
 
Feci un profondo respiro, e mi sforzai di capire quanto fosse seria l' entità della sua amnesia:
 
- Allora Rea, piacere io sono Amy. Ti ricordi che cosa è successo ieri? -
 
Ci pensò un attimo, poi:
 
- No mi dispiace, non me lo ricordo proprio. Me lo avete chiesto in molti, ma io proprio non me lo ricordo... -
 
Taiki si intromise e continuò a fare domande a Rea:
 
- Rea ti ricordi quando sei nata? -
 
Rea aveva lo sguardo perso nel vuoto, i suoi occhi si inumidirono:
 
- No... non me lo ricordo, non lo so. Sò il mio nome perchè è stata un' infermiera a dirmelo... ma io non mi ricordo niente. Proprio niente... -
 
Stavo per farle un' altra domanda, quando un' infermiera entrò in stanza e ci chiese di uscire, l' orario di visita terminava alle 20.00.  Chiesi di poter parlare con il dottore che si era preso cura di Rea, per poter capire il suo problema, ma non mi fu concesso, e con aria sgarbata, l' infermiera continuò a dirci che dovevamo andare via. 
Io, Taiki e Morea, ci dirigemmo verso l' uscita, anche se io non riuscivo a darmi pace, sarei voluta rimanere lì con Rea, per cercare di capire il suo problema e aiutarla. 
 
Taiki ci indicò la strada per accompagnarlo alla sua nuova casa, mentre io per tutto il viaggio non dissi una parola, la mia mente era concentrata sulla mia amica. Avrei voluto che fosse stata portata al Guy' s Hospital per potermi occupare di lei, nonostante non fossi un neurologo, avrei comunque potuta seguirla, così invece avevo le mani legate. 
Eravamo arrivati sotto casa di Taiki che salutò Morea ringraziandola del passaggio, poi io scesi dalla macchina con lui per salutarlo, mentre Morea decise di aspettarmi parcheggiando più avanti.
 
- Taiki mi dispiace per averti rovinato la serata, questo ritorno a Londra per me è stato duro... -
 
Mi poggiò le mani sulle spalle:
 
- Amy, stai tranquilla, tu secondo me ti fai troppi problemi. Cercherò di far entrare Rea all' Italian Clinic, ok? -
 
- Cosa? Ma non sappiamo ancora quando la dimetteranno... -
 
- Beh anche nella sede qui Londra ci sono dei buoni neurologi, qualcuno lo conosco già... Stai tranquilla, sistemeremo tutto. Però devi cercare di essere più positiva Amy d' accordo? -
 
- Non lo so Taiki... ma come facciamo, per fare il trasferimento ci vorrebbe il consenso di qualche parente e... -
 
- Fidati di me. Lo so che non ci frequentiamo più da molti anni e non sai che persona hai davanti, però credimi, non sono uno che parla a sproposito. Per il tipo di problema che ha Rea, potrebbe rimanere al massimo un altro giorno in quell' ospedale, e poi la dimetteranno vedrai. Dopodichè, la faremo ricoverare all' Italia Clinic. -
 
Mi guardava dritta negli occhi mentre parlava, e il suo tono era rassicurante. Riusciva a trasmettermi fiducia e a farmi affrontare meglio i problemi. Nonostante la preoccupazione per quello che era successo, quei suoi occhi che mi fissavano con intensità, mi fecero provare una sensazione indescrivibile, la stessa stretta al cuore che avevo provato quando mi regalò il braccialetto.
Le sue mani che erano ancora appoggiate sulle mie spalle, scesero poi per incontrare le mie che strinse. Proseguì poi con il suo discorso:
 
- Rea al momento è affetta da amnesia retrograda* ciò significa che lei non ricorda i fatti accaduti prima dell' incidente, ma è capace di memorizzare quelli successivi... Questo tipo di amnesia può passare anche in pochissimo tempo. Devi considerare che Rea ha avuto l' incidente questa mattina, secondo me devi solo pazientare. Se il trauma è stato forte, potrebbe metterci anche qualche settimana per recuperare la memoria, ma puoi stare tranquilla, è solo un' amnesia transitoria! -
 
- Si lo so che è transitoria... ma non sappiamo quanto è stato grave il tipo di incidente che ha avuto, e non conosciamo i risultati delle lastre. -
 
- Vedrai che all' Italian Clinic aiuteranno Rea a guarire completamente. Le faremo rifare le lastre e avremo maggior modo di segurla ok? -
 
 
Quell' uomo era incredibile, riusciva a rassicurarmi con le sue parole, e aveva la lucidità di ragionare senza guardare al peggio, al contrario di me che mi ero lasciata influenzare dalla mia preoccupazione, non riuscendo più a capire niente. Rea sarebbe guarita in poco tempo. Le sue parole, il suo modo di ragionare così a mente fredda, la sua dolcezza nel tranquillizzarmi, mi facevano stare bene, e mi sentivo leggera al suo fianco. Sentii crescere dentro di me qualcosa che non riuscivo ad identificare, sapevo solo che in quel momento avevo bisogno di stringerlo forte a me.Mi buttai fra le sue braccia e lo abbracciai forte, con tutta la forza che avevo, avrei voluto donargli tutto il mio calore. Mentre lo stringevo a me, lui mi accarezzò i capelli, e in quel momento pensai che sarei voluta rimanere così per sempre.
Non volevo staccarmi da lui, ma dovevo farlo, Morea ,mi stava aspettando già da troppo tempo.
Indugiai ancora un pò, poi mi feci forza e presi il coraggio di allontanarmi da quel ragazzo meraviglioso per rimanere di fronte a lui.
Con un sorriso che veniva dal cuore, dissi:
 
- Grazie Taiki, grazie di tutto. -
 
- Brava Amy, volevo vedere il tuo sorriso. Sei bella così. Domani verrò con te a trovare Rea, non conosco ancora i miei turni, ma ti chiamerò e ci metteremo d' accordo ok? -
 
- Sì. Allora buonanotte Taiki. -
 
- Buonanotte Amy. -
 
Mi allontanai da lui ancora sorridendo, ed entrai in macchina di Morea.
 
 
 
 
Note e commenti:
 
*: L'amnesia retrograda: è la perdita di memoria limitata ai fatti precedenti ad un danno cerebrale.
Questa è temporanea ed è spesso causata da un trauma cranico e da shock elettroconvulsivi. Questa amnesia può riguardare pochi istanti, giorni o perfino settimane, a seconda della gravità del trauma. Con il passar del tempo, vengono ricordati anzitutto gli eventi più vecchi, finché, alla fine, l’amnesia svanisce. Spesso, però, il ricordo degli eventi accaduti poco prima del trauma cranico è perduto per sempre, in quanto non è stato possibile il processo fisiologico di consolidamento della traccia.
 
Ciao  a tutti! Spero di non avervi deluso con questo capitolo, personalmente non lo amo molto! Comunque, come avrete letto alla fine, Rea si riprenderà presto, quindi non mi uccidete :P
Vi ringrazio ancora una volta per l' attenzione che state rivolgendo alla mia storia, spero di fare sempre meglio! Ringrazio tantissimo come sempre Demy per i suoi consigli e per il suo appoggio :)
 
Un grazie speciale anche a:
EllieMarsRose, LadyFire, Key17, Usa-Mamo86, Pianistadellaluna, Miroku88, Moon91, Lisanechan, Cry88, Kayla XY, e Alemagica88.
Alla prossima!
SailorMercury84
 
   
 
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