Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Isyde    08/02/2011    1 recensioni
E se i Babbani avessero combattuto nella seconda Guerra Magica, anzi una Babbana in particolare?
E se costei, portasse lo stesso cognome di una strega conosciuta.
Ma se questa Babbana, all'inizio, non volesse far altro che distruggere quel mondo così irrazionale?
Cosa le farà cambiare idea?
Buona Lettura, Isy.
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Due Silenzi e Due Misure

 

 

 

 

 

 

 

 
Per Molly Weasley era impensabile sedersi in cucina, da sola ed immersa in un surreale silenzio.
Dopo vent'anni passati a crescere una famiglia numerosa e chiassosa non era certo abituata al silenzio e all'immobilità.
Se solo quell'opportunità l'avesse avuta qualche mese prima, sarebbe rimasta in soggiorno a sferruzzare i suoi famosi maglioni e a leggere Witchzine, un giornaletto pieno di pettegolezzi e storielle scritte senza grande impegno.
D'altronde fin da piccola aveva sempre covato una passione per la lettura e la scrittura, ma con sette figli da crescere, una casa che richiedeva costanti cure e un marito spesso distratto, non aveva mai avuto tempo.
Ed ora di tempo ne aveva anche troppo.
Spostò di nuovo lo sguardo all'orologio, unica eredità dei Prewett che aveva tenuto con sè gelosamente, squadrò le piccole lancette che portavano i volti dei suoi figli concentrandosi sui gemelli e su Bill puntati su "Pericolo Mortale".
Un'altra missione, sconsiderata e improvvisata missione, aveva richiesto la presenza di tre due suoi figli.
Contando poi che Charlie stava collaborando dall'estero raccogliendo più informazioni possibili e pronto per un rientro in Inghilterra che aveva definito chiaramente "temporaneo", abbassando terribilmente il suo entusiasmo.
Percy non aveva ancora fatto ritorno a casa, anzi, stando agli ultimi racconti di Kingsley, era uno dei pochi Alti Funzionari che tentavano di riportare veramente l'ordine al Ministero.
Ed infine i suoi piccoli Ron e Ginny, che spinti da un'irremovibile Hermione, si erano recati con Fleur a Diagon Alley per prendere il materiale scolastico della sua unica figlia.
Persino lei si era scordata di quell'appuntamento irrinunciabile e una fitta al cuore la fece sospirare.
Sebbene fossero solo le cinque del pomeriggio decise che era venuto il tempo di riempire il silenzio con i rumori rassicuranti di padelle e coltelli, ma qualcosa la distrasse.
Un bagliore appena accennato, catturato dallo specchio riflettente di una cornice che ritraeva Bill e Charlie alla piattaforma nove e tre quarti.
Si avvicinò al soggiorno e lanciò uno sguardo al camino.
Nulla sembrava animarsi e un leggero senso di sollievo la convinse a voltarsi e dirigersi alla cucina.
Fece appena pochi passi, quando sentì una specie di singhiozzo.
-Ma cosa...?-si precipitò in soggiorno con la bacchetta in mano, temendo che quel brusio appena accennato non fosse altro che il presagio di un nuovo attacco.
Dal camino si levò una nube nera e le fiamme di solito verdi della metropolvere divennero blu.
Sgranò gli occhi quando vide un piede penzolare, coperto da fulliggine e lingue azzurre.
-Chi sei?- gridò di nuovo, ma non ottenne risposta. Chiunque fosse sembrava in grossa difficoltà, che si fosse incastrato fra i diversi condotti della Metropolvere. Riunì tutto il suo coraggio e tentò di afferrare il piede.
Una volta preso, lo strattonò a terra, riuscendo a far comparire l'altro. Purtroppo il fumo e la cenere rendevano difficile riconsocere i contorni della persona.
-Engorgio!- Molly puntò la bacchetta contro la parte più stretta del camino che s'ingrandì e mollò il corpo incastrato che cadde sollevando una nube di polvere nera.
 __
Molly ci aveva pensato per quasi dieci minuti prima di far comparire delle corde che legassero un braccio intorno alle gambe dello sgangherato tavolo. L'aveva lasciata riversa a terra, pulendo il viso e sperando di riconoscerlo subito.
Per un solo attimo pensò che fosse Ninfadora, ma il naso e la bocca avevano una forma completamente diversi, i capelli erano castano scuro e corti. Inoltre gli abiti sembravano...Babbani.
O meglio, quello che aveva visto indosso a degli strani omoni che se ne stavano in piedi davanti a certi monumenti.
Buttando un'occhiata verso la donna svenuto vide la ferita che ormai aveva imbrattato parte della camicia di rosso.
Lo squarcio nella stoffa leggera permetteva di vedere la profondità della ferita che raggiungeva qualche centimetro.
Che fosse anche lei dell'Ordine o comunque dalla loro parte?
Non poteva certo lasciarla morire sul pavimento di casa sua.
Presa dalla frenesia, impugnò la bacchetta e con una certa urgenza tagliò quasi completamente la camicia e si mise al lavoro.
Ma quando recitò l'incantesimo che serviva a bloccare il flusso di sangue verso l'esterno, magia che aveva utilizzato spesso a causa di quelle violente partite di Quidditch che i suoi figli disputevano d'estate, qualcosa andò storto.
Ripetè l'incantesimo lentamente ed aspetto qualche secondo.
Terrorizzata prese uno stracciò e lo posò contro la ferita, cercando di premere il più possibile.
Che fosse una...Babbana?
Perchè solo loro non potevano essere curati dalla magia, erano immuni a qualsiasi incantesimo medico.
Scosse la testa, nessun Babbano poteva viaggiare per i camini usando la metropolvere e arrivare vivo, si disse.
Eppure...
I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo con il solito trambusto dei gemelli e di Bill che stavano entrando in casa, ridacchiando.
-Mamma?- la chiamò Bill con voce allegra. -Non sai cosa abbiamo...- ma s'interruppe non appena la vide a terra, china sul corpo di una sconosciuta.
_
-E secondo te, chi può essere?- domandò Bill qualche minuto dopo. Avevano spostato la ragazza su uno dei divani del soggiorno e a turno portavano bende e ricoprivano la ferita. Molly aveva applicato del Dittamo con una certa precisione e sperava con tutto il suo cuore che quella ragazza, Mangiamorte o no, si svegliasse e chiarisse il tutto.
Se dovevano abbandonare la casa, dovevano farlo in questo momento.
-Se non lo sai tu Bill che conosci la maggior parte delle identità di quelli dell'Ordine...- mormorò Molly sconsolata.
Fred si avvicinò, esaminando attentamente il volto della ragazza.
-Non mi sembra di averla vista ad Hogwarts.-
-Nemmeno io me la ricordo a scuola...Ma ha qualcosa di famigliare...- disse George arricciando, c'era qualcosa nel naso e nelle guance che l'aveva messo all'erta.
-Una parente di qualcuno?- ipotizzò Bill.
Ma mentre i tre figli parlottavano fra loro, Molly si coprì la bocca con la mano.
Ecco a che cosa era dovuta quella sensazione bizzarra che aveva provato guardandola, come se l'avesse vista di sfuggita da qualche parte, molti anni prima.
-Hermione...- sussurrò.
__
-Certo che fare finta di essere un Babbano qualunque...è noioso.-borbottò Ronald Weasley fissando la sua irriconoscibile immagine in una vetrina. -Sembro...Zacharias Smith!- esclamò rivolgendosi alla ragazza dai capelli biondi che lo fissava accigliato.
-Dovresti smetterla di lamentarti e muoverti, non abbiamo molto tempo.- sibilò, guardando l'orologio da polso.
Incrociò nuovamente le braccia, cercando di nascondere quel prosperoso seno che non le appartaneva.
Più volte aveva colpito Ron per aver indugiato troppe volte su quella massa di carne e quant'altro che la imbarazzava.
Di certo non poteva andare in giro con il suo corpo e la sua faccia.
Anche perchè, per quanto il Ministero e la Gazzetta cercassero di calmare i cittadini, nemmeno Diagon Alley era sicura.
La maggior parte dei negozi tenevano le serrande abbassate, i pochi passanti camminavano di fretta con la testa abbassata e le dita strette intorno alla bacchetta, pronti a fuggire in caso di necessità. D'altronde agli angoli delle strade più buie, mantelli neri attendevano solo un piccolo segnale per scatenarsi in scorribande ed omicidi per futili motivi.
Una ragazzina piccola dai capelli castani si avvicinò a loro due con in braccio un paio di libri e qualche sacchetto stracolmo di oggetti.
-Non capisco cosa ci sia di tanto utile nel sprecare decine di galeoni per cose che quest'anno non mi serviranno.- sibilò la ragazzina.
Hermione alzò gli occhi al cielo. Nonostante la pozione polisucco che le aveva dato l'aspetto di una tenera dodicenne, Ginny era inconfindibile.
-Sei sicura di aver preso tutto?- domandò Hermione voltandosi per osservare la strada e il piccolo negozio di Olivander.
-Sì.- rispose inviperita Ginny cominciando a camminare lungo il viale.
-Bene, allora che ne dite di andarcene, non mi sento al sicuro qui...- mormorò Ron, indicando una figura posta nell'ombra che li stava fissando.
-Già meglio sbrigarci.- mormorò poco convinta Ginny agguantando il braccio di Hermione.
Quest'ultima rimase incerta per qualche secondo e poi si avvicinò, posando la sua mano sull'avambraccio di Ronald, che nonostante non fosse fisicamente lui, cominciò ad arrossire violentemente.
Nel giro di qualche nauseante instante si ritrovarono nel bel mezzo del giardino della Tana ed Hermione respirò a fondo la brezza pungente di quella parte dell'Inghilterra.

Sorrise e rientrò in casa, seguita da un Ron che stava ritornardo alle sembianze naturali mentre Ginny commentava malignamente ogni espressione accigliata del fratello.

Ma entrando nella piccola e confusa villetta, l'attenzione della migliore studentessa del suo tempo notò i volti cupi di Mollyy e Billy.

La prima a parlare fu Ginny con il cuore che cominciava a gridare dalla disperazione.

-Harry...-riuscì solo a mormorare, ma gli occhi di sua madre non erano posati su di lei, ma bensì sulla sua amica.

-Hermione...-cominciò Molly con voce incerta. -Cara, hai forse omesso o dimenticato...- non riuscì a dire nient'altro, premendosi la mano sulla bocca.

Ad intervenire furono Fred e George.

-Aspettavamo da tantissimo tempo di vendicarci dei tuoi rimproveri da Prefetto, ma stavolta c'è l'hai servita su un piatto d'argento.- disse Fred canzonatorio.

-Insomma, nasconderci di avere dei parenti Babbani! Non si fa Hermione!- gracchiò George con un leggero sorriso sulle labbra. In altre occasioni avrebbero affrontato tale rivelazione con qualcosa di più spettacolare e divertente.

Hermione rimase in silenzio e spostò lo sguardo verso quel corpo scomposto sul divano.

Riconobbe il naso dritto, le labbra sottili e tese in una smorfia, le dita lunghe da musicista, i capelli castani scuri e la linea dura e precisa della mascella.

-Cleta...-

-Per le mutande bucate di strega Morgana! Dovevi dircelo che potevamo avere qualcuno da rifilare a papà durante i suoi deliri Babbani!-esclamò Fred.

Ma Hermione non rispose, sgranò gli occhi alla vista di tutto quel sangue e il terrore la pietrificò.

Come faceva ad essere lì, lei?

Lei che doveva essere dall'altra parte del mondo, impegnata in una guerra diversa e che lei considerava meno importante.

L'ultima volta che la vide risaliva a quasi due anni prima, quando rientrò per un congedo lampo.

Eppure eccola lì.

Sua sorella giaceva sul divano informe dei Weasley, dell'altra sua famiglia, col volto pallido e l'aria moribonda.

E in quel momento, Hermione, desiderò che quel surreale silenzio venisse rotto dalle battute acide di sua sorella.

Ma non fu così.

Attonita e sconvolta si avvicinò a lei e s'inginocchiò.

-Cleta...Perchè?- domandò.

Una delle prime domande senza nessuna risposta.

O forse con troppe risposte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

___

 

 

Questo capitolo...Non mi piace, l'ho scritto mille volte e continua a non piacermi. Mi picchierei solo per questo, ma una volta riletto mi è sembrata la versione più decente.

Spero di non ricevere degli insulti, XD

un bacione,

Isy
 
 

 


   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Isyde