che ridicola persona sono. rimasta quattro giorni sulla stessa panchina a nutrirmi delle mie stesse parole, pur di rivedere il volto della mia rinascita ancora una volta.

mi piaceva pensare al ragazzo misterioso, come al volto della mia rinascita.

sì, perché è stata la prima persona che mi aveva rivolto parola, da quando avevo lasciato mamma e papà in balia delle lacrime e dell'ansia.

e invece lui, ha fatto sì che i miei occhi per la prima volta ne vedessero altri due, e andassero in estasi dal primo secondo, ha fatto sì che il mio cuore liberasse ancora molte parole.

in questi giorni, durante l'attesa, ho scritto molto, lui ha scatenato in me un uragano di micidiali parole che non vedevano l'ora di essere buttate fuori.

'i'm waitin in the dark i thought that you'd be here by now.. ther...'

nel esatto momento in cui le mie dita tracciavano le ultime parole, con la testa chinata sul foglio osservai un paio di scarpe nere, si erano fermate davanti a me, ma il mio sguardo non si era ancora deciso ad alzarsi per vedere chi fosse il volto che aveva voglia di sprecare del tempo per me.

con un nodo in gola, e gli occhi persi e abbandonati, decisi di vagare con la testa altrove, fin quando non incrociai lo sguardo, il suo sguardo.

durò tre secondi, e poi mi riabbassai, chiusi il quaderno e incrociai le mie braccia al petto rimanendo immune all'effetto delle sue parole.

- 'sei ancora qui, non immagini quanto io sia felice'

oh, lui forse non immaginava quanto fossi felice io, nonostante il buio silenzio mi avvolgesse e mi desse un'aria indifferente

- 'ah. ok.'

no aspetta, che cosa stavo dicendo, ma cosa cazzo stavo dicendo!?

riprenditi Avril, riprenditi, non puoi perdere anche stavolta.

mi girai verso di lui e sforzai tutta me stessa per riuscire a mostrare un sorriso.

ed eccolo lì, gli angoli della mia bocca, formarono una sottospecie di sorriso stropicciato che lui sembrò apprezzare.

- 'io sono deryck, comunque'

- 'è un piacere.. il mio nome è Avril'

questo ragazzo si è mangiato ogni bella parte di me.

eppure non lo conosco non so niente di lui, ma lui ormai ha tutto ciò che mi appartiene, e me lo sento, sento che sarà qui anche domani.