Per la serie "mai perdere le speranze" XD Ebbene dopo mesi di
lavoro posto sta fic perchè altrimenti ancora un po' che
aspetto e Kishimoto-sensei finisce il manga XD
Dunque è ben lontana da essere un capolavoro, ma vi assicuro
che è molto meglio della prima stesura... Anche se continuo
a pensare che ci sono molti punti migliorabili e che Sasuke tenda
all'OOC >_<
Beh io ci ho provato, spero che possa piacere almeno un pochino. ^^
Ah Kim il titolo l'ho tenuto di proposito simile all'altra fic
che mi hai chiesto, così vanno in coppia visto che il prompt
è lo stesso XD
Titolo: Una fuga di ricordi
Fandom: Naruto
Paring: Naru/Saku/Sasu
Rating: per tutti
Spoiler: tutta la serie
Parole: 4841 (Word)
Disclamer: Naruto e i suoi personaggi sono
proprietà del maestro Masashi Kishimoto
Note: scritta per il One True Writing Meme su
seguente richiesta di kimbnr
: Naru/Saku/Sasu, "Ti ricordi quando abbiamo..."
[future-fic, possibilmente fluff]
L’ultima battaglia era terminata, la guerra finita. La pace
era tornata sul paese del Fuoco. Non era stato facile però,
molte erano state le perdite, molti i nomi ad aggiungersi alla lapide
in memoria del caduti davanti alla quale ogni giorno il nuovo Hokage si
fermava silenzioso come sempre. Era diventato Hokage in via definitiva
perché su quella lapide era stato da poco inciso anche il
nome dell’ultimo ninja Supremo.
Tsunade era morta.
Troppo lo stress a cui dovette sottoporre il suo vecchio corpo, nessun
ninja per quanto forte e potente era immune alla vecchiaia e alla
debolezza che ne derivava.
Tsunade era morta e Hatake Kakashi era divenuto Hokage. Non si era
opposto a quella decisione, non tanto perché desiderasse
quella carica, anzi ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma
c’era un motivo per il quale non avrebbe potuto rifiutare e
quel motivo era un ragazzo che ora si trovava disteso su un letto di
ospedale controllato a vista da una squadra di 10 Anbu. Ora era Hokage
e come tale aveva in mano la vita dei prigionieri, come Hokage aveva in
mano la vita dell’ultimo esponente del clan Uchiha.
Kakashi aveva letto e riletto tutti i rapporti che gli erano pervenuti
su quell’ultima battaglia contro Madara, ma in fondo non ne
aveva bisogno. Quel combattimento lo aveva vissuto in prima persona.
Aveva visto con i suoi occhi Sasuke proteggere Naruto
dall’attacco illusorio di Madara. I due Uchiha si erano poi
immobilizzati uno di fronte all'altro, persi nelle illusioni l'uno
dell'altro, sputando e piangendo sangue. Era inutile attaccare in quel
momento, non c'era possibilità di sapere come i due avrebbero
reagito. Naturalmente ciò non era valso per Naruto che non
perse tempo lanciandosi verso il nemico. Quello fu il momento in cui
tutto accadde. Ancora oggi Kakashi stentava a credere ai suoi
ricordi..Circondata da una nuvola di corvi neri la volpe a nove code si
era nuovamente liberata. Quei corvi erano la prova del potere che
Itachi aveva innestato in Naruto, anche Sasuke lo capì. Gli
occhi che suo fratello gli aveva donato riuscirono a guidare la volpe a
nove code aiutando Naruto a porre fine ad un guerra che mai sarebbe
dovuta iniziare.
Quando però Naruto riprese conoscenza dalla sua
trasformazione era ormai troppo tardi per un lieto fine. Sasuke era a
terra, stremato per aver protetto Naruto e per un uso troppo avventato
di un potere che nemmeno suo fratello era riuscito a sconfiggere. Lo
sharingan era un arma formidabile, ma allo stesso tempo un coltello a
doppio taglio e per Sasuke era venuto il momento di affrontarne le
conseguenze.
L’urlo di Naruto si accavallò a ricordi lontani,
nella sua mente immagini passate si sovrapponevano agli eventi
presenti. Ancora una volta Sasuke lo aveva protetto, in maniera diversa
però, più brutale questa volta. Lo spettacolo di
una guerra tra le sue braccia, un corpo troppo, troppo brutalizzato da
una vita di vendetta e odio. Le lacrime che scendevano dai suoi occhi
azzurri e i singhiozzi inarrestabili non gli impedirono però
di sentire le ultime parole che Sasuke pronunciò prima di
chiudere gli occhi.
“Naruto..non… morire”
Le stesse parole, ancora una volta le stesse parole prima di
abbandonarsi tra le sue braccia circondato da lacrime e urla di
disperazione.
Tutto questo Kakashi non aveva bisogno di rileggerlo nei rapporti, gli
occhi dei suoi due allievi erano ancor più vivido documento
di quei momenti.
Sasuke era caduto in coma quel giorno e non si era più
risvegliato, ma nessuno aveva perso la speranza. Naruto, Sakura e lo
stesso Kakashi andavano ogni giorno a fare visita a quella stanza
bianca in cui Sasuke sembrava dormire. Ogni giorno da ormai un
mese…
Finché un giorno la speranza arrivò…
Sia Naruto che Sakura si trovavano nella stanza e come sempre
ricordavano i tempi delle loro missioni della squadra 7, quando erano
ancora tre ragazzini con tutta la vita davanti. Fu durante uno di
questi racconti che Naruto se ne accorse.
“Sa..Sakura-chan guarda!” esclamò il
giovane indicando la guancia dell’amico sdraiato sul letto.
Sakura si avvicinò e vide anche lei una lacrima scendere da
uno degli occhi chiusi di Sasuke.
I due amici si guardarono, e la speranza tornò a traboccare
nei loro cuori, Sakura si portò le mani alla bocca cercando
di trattenere le emozioni e quando Naruto si avvicinò
abbracciandola forte, Sasuke non fu più l’unico
nella stanza a piangere …
Da quel giorno i miglioramenti nelle condizioni cerebrali
dell’ultimo Uchiha cominciarono lentamente a manifestarsi.
Una leggera stretta alla mano, un movimento della ciglia, un sussulto
delle labbra, ogni piccola cosa aumentava le speranze dell’ex
team 7. Sasuke si sarebbe ripreso, questo il mantra che si ripetevano
ogni giorno senza sosta.
Successe poco tempo dopo, in un giorno in cui sia Naruto che Sakura
erano assenti dal villaggio per una missione e quindi fu Kakashi il
primo a vedere Sasuke sveglio.
La notizia gli fu data personalmente da una delle guardie Anbu addette
alla sorveglianza del ragazzo, Kakashi non chiedette spiegazioni
ulteriori alla comunicazione “Uchiha Sasuke, criminale di
grado S si è risvegliato dal coma”, precipitandosi
con una fretta atipica nella stanza dell’ospedale.
Quando entrò lo trovò circondato da 5 guardie
Anbu alle quali fece velocemente un segno ordinando loro di ritirarsi.
Le guardie si inchinarono e con un fruscio sparirono dalla vista.
Quando rimasero soli Sasuke fu il primo a prendere la parola.
“Criminale di grado S…- cominciò prima
di voltarsi e finalmente guardare Kakashi – a quando la mia
decapitazione?”
“Domani” rispose l’Hokage impassibile e
Sasuke non sussultò, non si scompose per nulla a quella
semplice parola, anzi un leggero sorriso si formò sulle sue
labbra.
“Capisco” disse solamente.
“Non hai paura di morire?”
“Paura?.. se avessi avuto paura non sarei tornato. Sono
pronto a morire, ho avuto la mia vendetta, ho ucciso sia Danzo che
Madara…sono stati loro la causa della caduta del mio clan,
loro che mi hanno portato via mia madre, mio padre e Itachi. Non ho
più nulla che mi leghi a questo mondo…”
“E allora perché un mese fa hai protetto
Naruto…per la seconda volta?”
Il ragazzo si irrigidì, ma non ebbe tempo di rispondere
perché la porta della stanza venne scardinata in quel
preciso istante.
“Kakashi-sensei!”
Due furie ancora piene di lividi e tagli dalla missione appena conclusa
si precipitarono nella stanza, le loro voci una sopra l’altra:
“è vero che Sasuke si è
svegliato?”
“è vero che Sasuke-kun si è
svegliato?”
Kakashi non ebbe bisogno di rispondere in quanto i due voltarono subito
la testa verso il letto. Sasuke era seduto con la schiena appoggiata su
due candidi cuscini. Un mese di coma non aveva fatto bene al suo
aspetto, era magro e pallido, ma nonostante questo sembrava star
abbastanza bene, evidentemente le droghe che aveva dovuto assumere nel
villaggio del Suono avevano in qualche modo fortificato il suo corpo.
Oppure era stata semplice fortuna, chissà… la
cosa importante era che Sasuke era li, sveglio, davanti a loro.
Sakura caddè a terra in lacrime, Naruto le si
avvicinò ridendo noncurante che anche dai suoi occhi
tentassero di scendere alcune gocce salate.
“Sakura-chan, forza…avevamo deciso che tu dovessi
essere la prima, no?”
“No, no…non tocca a me- rispose la ragazza
alzandosi e spingendo l’amico verso il letto con una forza
alquanto non femminile- prima tocca a te!”
Naruto finì letteralmente gettato addosso a Sasuke.
“Ehi che diavolo fai Usuratonkachi!” si
lamentò l’altro ragazzo cercando di togliersi di
dosso l’amico, ma fu bloccato dall’arrivo di Sakura
che abbracciò entrambi tornando a piangere di
felicità.
La scena era quanto di più assurdo e al tempo stesso
commuovente che Kakashi avesse mai visto. Sorrise e decise di andarsene
per lasciare che i suoi studenti di un tempo potessero finalmente
essere felici di nuovo insieme per un po’ di tempo ancora.
“Sasuke, non dire nulla a loro riguardo a domani!”
“E perché no, - rispose lui – in fondo
lo dovranno sapere prima o poi, no?”
“Cosa?” domandarono gli altri due staccandosi da
Sasuke e rivolgendo gli occhi verso il loro vecchio Maestro
“La mia decapitazione è fissata per
domani” disse secco Sasuke senza che un minimo di emozione
trapelasse dalle sue parole.
“NO! Kakashi-sensei sei Hokage adesso, di sicuro puoi
impedirlo, vero, vero?” la voce di Naruto iniziò
la frase con un grido per finirla in una supplica
“Mi dispiace…io posso solo
provarci…saranno gli anziani del consiglio a
decidere…”
“NO!! Sappi che se ucciderete Sasuke, allora sono pronto a
diventare nemico del villaggio!”
“Lo stesso dicasi per me “ aggiunse Sakura convinta.
“ahahahah” - la risata di Sasuke però li
costrinse tutti a voltarsi verso di lui – “siete
due idioti…avete davvero intenzione di fare lo stesso errore
che ho fatto io dopo la morte di mio fratello?”
“Finitela e andatevene tutti, voglio stare da
solo…non preoccupatevi non ho intenzione di scappare, ormai
è finita.”
“Ma Sasuke…”
“Sasuke-kun…”
“Ho detto di andarvene!” e lo sguardo
dell’ultimo Uchiha non lasciò spazio per altre
parole.
Uscirono tutti…e con loro la felicità che fino a
poco prima riempiva la stanza.
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La notte sopraggiunse e Sasuke sul suo letto non dormiva affatto. In
fondo era abituato a passare le notti in bianco e in tutti quegli anni
non aveva poi mai dormito veramente. Era un ninja e per di
più un ricercato, era normale per lui passare le notti
riposandosi senza dormire realmente. Ma quella notte nemmeno un minimo
di riposo gli era concesso.
L’indomani sarebbe morto. Aveva paura? No, per
nulla…un ninja non deve temere la morte, e poi,
chissà, forse avrebbe finalmente incontrato nuovamente
Itachi, sua padre, sua madre e tutto il suo clan
perduto…eppure la sua mente in quel momento non andava ai
suoi ricordi familiari, ma bensì a tutte quelle stupide
missioni di infimo livello che aveva dovuto affrontare dopo la sua
promozione a ninja. Perfino la cattura di Tora, ora riusciva a
strappare un sorriso a quel volto imperturbabile. Quanta
serietà per la semplice cattura di un gatto. Per non parlare
di quando quell’idiota di Naruto propose di scoprire cosa
nascondesse Kakashi sotto la maschera. A pensarci ora quelle
stupidissime missioni erano state divertenti. Si, in fondo con loro era
stato bene. I suoi primi anni da ninja erano un bel ricordo, il
più bello che potesse avere insieme a quelli ancora
più lontani riguardanti suo fratello. Con la squadra 7 aveva
ritrovato una famiglia, l’aveva abbandonata per inseguire una
vendetta che non sarebbe dovuta esistere e ora che finalmente aveva
capito il suo sbaglio, avrebbe dovuto perderla di nuovo…ma
che importava…era la giusta punizione e Sasuke lo sapeva.
Rumori provenienti dalla finestra lo distolsero dai ricordi, si
alzò sul letto attivando lo sharingan ma non ci fu bisogno
di passare all’attacco, Naruto e Sakura si fecero presto
vedere entrando silenziosamente nella stanza.
“Che ci fate voi qui?” chiese mentre i suoi occhi
tornavano al nero originale.
“Siamo venuti a prenderti, forza, scappiamo!”
“Cosa? Vi è dato di volta il cervello? Avete
intenzione di tradire il villaggio facendo scappare un
ricercato?”
“Ci puoi scommettere, visto che il ricercato in questione
domani è atteso al patibolo.”
“Vi ho già detto che non ho intenzione di
scappare…”
“E io da quando in qua do retta a quella che dici,
eh?” rispose Naruto con un sorriso beffardo
“Forza Sasuke-kun, Andiamo! Abbiamo passato tutta la vita per
riportarti indietro, ma se questo significa vederti morire, allora
preferiamo scappare con te”
“Siete due stupidi”
“per essere amici tuoi per forza!” e dicendo questo
Naruto prese il polso di Sasuke trascinandolo fuori dal letto
“andremo a trovare Tazuna, sai aveva voglia di vederti quando
è venuto qua ad aiutarci con la ricostruzione del villaggio.
Lui non sa nulla quindi ci ospiterà volentieri senza
sospettare niente.”
“Mi sbagliavo non siete stupidi siete anche pazzi, non capite
che così diventerete anche voi dei traditori e non potrete
più tornare indietro.”
“Infatti non ne abbiamo intenzione. Non vogliamo servire un
villaggio che mette a morte gli amici dei suoi abitanti”
“Naruto, presto. Le guardie se ne accorgeranno”
“Andiamo!”
E Sasuke si vide spinto a forza fuori dalla finestra e costretto a
seguire i due amici. Uscirono dal villaggio velocemente e stranamente
nessuno sembrò inseguirli. Furono presto sulla via per il
paese delle onde. Avevano previsto di passare la notte nel bosco nelle
vicinanze della casa di Tazuna perché presentarsi da lui in
piena notte avrebbe potuto accedere qualche dubbio sul
perché della loro visita. Fortunatamente non erano
più bambini e il tragitto sarebbe stato molto più
veloce della prima volta che gli capitò di percorrerlo
insieme.
Con pochi balzi sui rami arrivarono infatti allo spiazzo in cui
subirono il loro primo attacco nemico sperimentando il loro primo
combattimento tanto tempo fa. Tutti e tre se ne ricordarono.
L’attacco di due chunin della nebbia, la paura che Sakura e
Naruto provarono quella volta e la risolutezza e prontezza che invece
Sasuke dimostrò in quella circostanza erano ricordi lontani
nel tempo, ma ben fissi nella memoria dei tre ragazzi.
Altri balzi nei buio della notte per giungere al lago. Quello stesso
lago dove affrontarono per la prima volta Zabusa.
I tre ninja scesero rapidi dagli alberi e, controllando il chakra sui
piedi, procedettero camminando sulla superficie del lago. Camminavano
uno dietro l’altro, lentamente per cercare di non far rumore
muovendo l’acqua sotto di loro. Erano pur sempre in
territorio estraneo e nonostante non ci dovessero essere ninja da
quelle parti era meglio comunque essere prudenti, qualcuno avrebbe
potuto essersi già accorto della loro fuga e aver mandato
degli inseguitori.
“Ehi Sasuke, ti ricordi?” Naruto ruppe il silenzio
ad un certo punto “quando abbiamo annullato la prigione
d’acqua di Zabusa e salvato il maestro Kakashi? Che idea
grandiosa che ho avuto quella volta eh.”
“Tsk! Sei stato fortunato che ho subito capito cosa avevi in
mente. Se non ci fossi stato io non ce l’avresti mai
fatta!”
“Ma sentitelo…modestia mai tu?”
“Quella volta siete stati grandiosi entrambi…
mentre io come sempre non ho saputo fare nulla, come quella volta che
mi hanno rapito…” si intromise Sakura ricordando
un’altra missione che i tre avevano affrontato poco dopo
quella del paese delle onde.
Naruto, in fondo alla fila, sentendo le parole dell’amica
davanti a lui, saltò i due atterrando di fronte a Sasuke che
camminava avanti a tutti.
“Non è vero Sakura-chan, tu ci hai sempre
sostenuto, vero Sasuke?”
“Già” rispose Sasuke voltandosi verso la
ragazza “se non ci fossi stata tu saremmo morti nella foresta
durante l’esame per la selezione dei chunin”
“Giusto, giusto – confermò Naruto -
quella volta ci hai davvero salvato!”
Sakura sorrise. Ricordi di quella battaglia dura e dolorosa ora le
scaldavano il cuore perché ogni ricordo con quei due
ragazzi, anche il più triste si era trasformato, per lei, in
dolci memorie da conservare gelosamente.
Attraversarono così il lago e si gettarono nuovamente nella
foresta per raggiungere la loro meta. Più proseguivano nel
loro cammino più i ricordi di giorni lontani andavano ad
affollare le loro menti. Se non fosse che stavano scappando da morte
certa, quel viaggio sarebbe anche stato piacevole..di nuovo insieme
dopo tanto, troppo tempo.
Arrivati alla fine della foresta, Naruto ora davanti al gruppo si
bloccò di colpo, girandosi raggiante vero i due amici che
con qualche balzo lo raggiunsero.
“Ehi guardate! Il ponte il ponte!”
esclamò euforico.
Davanti a loro il grande ponte Naruto faceva bella vista di
sé con la sua imponenza. Era una costruzione massiccia e
robusta vista la sua funzione di collegamento, ma ciò che
Naruto trovò eccitante era vedere il suo nome sulla grande
insegna che campeggiava all’imbocco del ponte sopra le loro
teste.
“Avete visto! C’è il mio nome! Troppo
forte”
“è vero! Pazzesco. Lo hanno davvero chiamato come
te. Hai visto Sasuke-kun?”
“Non è la prima volta che lo vedo”
rispose lui incamminandosi sul lungo percorso legnoso.
“Eh? Davvero, eri già venuto qui?”
domandò Naruto raggiungendolo.
“Si, Suigetsu voleva la spada di Zabusa”
“Ah…”
Male…faceva male sentire quelle labbra pronunciare un nome a
loro sconosciuto. Quanto poco sapevano della vita che Sasuke aveva
vissuto in quegli anni? Un buco nero profondo, un abisso in cui Sasuke
era caduto, anzi in cui si era volontariamente gettato, rifiutando
qualsiasi corda per la risalita. Un buio così profondo che
gli aveva impedito di vedere la verità che circondava suo
fratello, che gli aveva impedito di vedere la piccola luce con cui
la squadra 7 aveva tentato di portarlo verso una felicità
che Sasuke anelava senza nemmeno comprenderne la ragione. Poi Itachi
era morto e con la sua scomparsa la verità venne a galla, ma
ormai il giovane Uchiha era stato troppo tempo
nell'oscurità, trasformando anche l'affetto per il fratello
in combustibile per il suo odio, fino a che non arrivò la
battaglia finale. Naruto e Sakura non sapevano cosa avesse portato
Sasuke a tornare, ma erano felici entrambi di poter nuovamente
camminare fianco a fianco a lui.
Proseguirono a passi lenti, le nebbia era fitta e difficilmente
potevano essere visti se si fossero mossi silenziosamente.
Ad un certo punto Naruto si fermò di colpo e si
chinò guardando con attenzione le tavole di legno.
“Era qui” disse ad un certo punto.
Sakura e Sasuke lo guardarono senza capire.
“Vedete, ci sono ancora i segni degli spiedi di
Haku”
Ora tutto fu chiaro anche agli altri due. Naruto, nonostante la nebbia,
aveva ritrovato con precisione il punto in cui lui e Sasuke erano stati
intrappolati dentro gli specchi di ghiaccio di Haku.
“Forza Naruto andiamo” si affrettò a
dire Sasuke prendendolo per un braccio prima che si finisse a
ricordare…
“Mi hai salvato un'altra volta allo stesso modo”
…quello!
“è stato un caso, non è colpa mia se ti
metti sempre nei guai”
“Grazie…- la voce di Naruto era diventata quasi un
sussurro ma Sasuke lo sentì – non avevo mai avuto
modo di dirtelo, quindi te lo dico adesso: Grazie per avermi salvato
…entrambe le volte”
“Prego Usuratonkachi”
“Eh? Che hai detto? Guarda che io ero dannatamente serio
sai!”
“Anch’io, quella volta sei stato un grandissimo
cretino. Se invece di arrivare facendo quella buffonata avessi optato
per un attacco a sorpresa e fossi rimasto fuori dagli specchi avremmo
sconfitto quel moccioso molto più facilmente.”
“Ehi, come ti permetti, maledetto, io ero venuto ad aiutarti,
sai. Non mi pareva che te la stessi cavando un granché
bene”
“Che hai detto?”
“ahahaha” la risata di Sakura distolse i due
ragazzi dalla litigata che si stava accendendo.
“Sentirvi litigare….Sembra di essere tornati ai
vecchi tempi”
“Tsk” Sasuke non commentò oltre,
riprendendo a camminare verso la fine del ponte, tentando di nascondere
un sorriso in un broncio malriuscito.
Naruto invece non nascose nulla…anche a lui in fondo quella
sciocca litigata sapeva molto di nostalgia.
Ripresero a camminare e pochi metri dopo arrivarono al limitare del
villaggio dove viveva Tazuna. Ma come da programma proseguirono oltre
senza farsi notare da nessuno fino ad arrivare al bosco nelle
vicinanze. Qui avrebbero trovato rifugio per la notte.
Qualche passo all’interno della foresta e Sasuke si
fermò saltando su un albero li vicino. Si
accucciò su un ramo controllando la corteccia del tronco.
Come previsto ricordava bene, quella era proprio l’albero su
cui aveva fatto l’allenamento per il controllo del chakra.
Sul tronco dell’albero erano ancora ben visibili le incisioni
fatte con il kunai per indicare il punto di arrivo della scalata. Al
ragazzo scappò un mezzo sorriso mentre toccava con la mano
quelle incisioni. Naruto se ne accorse e capì subito dove si
trovarono e imitando il compagno saltò sull’albero
a fianco trovandoci come previsto altre incisioni del tutto simili a
quelle che Sasuke stava guardando dall’altra parte. Si erano
allenati insieme in quel luogo… era stata la prima e unica
volta.
Sakura li guardò dal basso mentre i due con pochi balzi
raggiunsero la cima dei rispettivi alberi.
Due ombre sulla cima di un albero, la più classica delle
immagini per un ninja. Sakura li raggiunse fermandosi poco
più sotto di Naruto.
"Ti ricordi Sakura-chan? - fece lui - "quando siamo tornati stremati la
notte prima del combattimento contro Zabusa?"
"Certo- rispose lei alzando gli occhi - e mi ricordo anche delle sere
prima che tornavate distrutti e facevate a gara a chi mangiava di
più...peccato che finivate sempre per vomitare come due
stupidi"
"Ahahah hai ragione..." rise Naruto ricordando anch'egli.
"Avevamo bisogno di mangiare..." commentò Sasuke continuando
a guardare l'ambiente che li circondava.
Erano parecchio in alto e a quell'altezza anche la nebbia era molto
rada permettendo ai loro occhi allenati di riuscire a vedere la foresta
sotto di loro. Le punte dei pini sbucavano dalla nebbia più
fitta che copriva le cime degli alberi più bassi e la luce
della luna illuminava i volti e dei tre amici.
"Eravamo arrivati fin quassù, prima di tornare a casa, ora
che sono di nuovo qui mi sembra ieri..."
"C'è perfino la stessa identica enorme falce di luna"
"è bella ..." il commento spiazzò entrambi i
ninja che si voltarono vero la ragazza.
"La luna...è bella" specificò Sakura guardando le
figure dei due giovani in controluce con la luna alle spalle. E non
solo lei...pensò silenziosamente.
Rimasero su quegli alberi, tutti e tre persi nei ricordi che quel
viaggio stava man mano facendo tornare a galla. Finché la
stanchezza non decise di prendere il sopravvento costringendo i tre a
trovare un riparo per la notte.
Poco lontano fortunatamente trovarono una piccola caverna scavata in un
costone di roccia. Controllarono che nessun animale selvaggio la avesse
già reclamato come tana e decisero di sistemarsi al suo
interno.
"Voi dormite, farò io la guardia...ho dormito fin troppo di
questi tempi" disse Sasuke andando a sedersi all'entrata della grotta.
"D'accordo" annuì Naruto con un mezzo sbadiglio mentre si
sistemava una coperta sul corpo presto imitato da Sakura
"Buonanotte Sasuke-kun!"
"'notte"
Si addormentarono presto...domani sarebbe stata la prima alba da
fuggitivi...
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Il giorno si palesò facendosi spazio tra i rami, perfino la
nebbia non riuscì a fermare il fascio di luce che
entrò nella caverna andando ad illuminare il volto di Sakura
fino a svegliarla con delicatezza.
Aprì gli occhi notando subito Naruto sdraiato poco distante
da lei, ancora profondamente addormentato. Si voltò verso
l'entrata della grotta aspettandosi di vedere Sasuke ancora sveglio, ma
fu smentita. Non c'era nessuno. Sakura si alzò avvicinandosi
all'uscita domandandosi perché la luce fosse così
intensa. La risposta le si presentò presto. Il sole fuori
era alto nel cielo, segno che era mezzogiorno passato. Com'era
possibile che avessero dormito così a lungo e dov'era Sasuke?
"Sas..." non riuscì a terminare di pronunciare il nome che i
suoi occhi notarono un kunai conficcato nella roccia che teneva fermo
un foglio di carta con un messaggio scrittovi sopra.
La ragazza staccò il kunai e preso in mano il foglio lesse
il contenuto...
"NARUTO!"
L'urlo svegliò il ragazzo all'istante, alzandosi in piedi
pronto all'azione, ma davanti agl'occhi non gli si presentò
nessun nemico, bensì un foglio di carta con un messaggio che
mai avrebbe voluto leggere:
Un ninja non deve fuggire da una giusta punizione. Non
preoccupatevi, io sono contento così. Ho potuto passare un
giorno con voi come ai vecchi tempi e ora potrò finalmente
rivedere anche mio fratello. Come ultimo desiderio farò in
modo che la vostra fuga non venga considerata un tradimento, quindi
potrete tornare al villaggio. Addio.
Naruto accartocciò il foglio tra le mani e senza dire una
parola si lanciò fuori dalla caverna seguito da Sakura. Non
c'era bisogno di parole, entrambi avevano capito cosa fosse successo.
Sasuke li aveva addormentati con una qualche tecnica di illusione e
aveva deciso di tornare ad affrontare il suo destino di morte.
Non lo avrebbero permesso. Mai.
Arrivarono al villaggio a tempo di record, grondanti di sudore e fatica
ma nonostante questo si diressero come due fulmini verso la stanza
dell'Hokage entrando senza bussare.
"Kakashi-sensei! Sasuke ..."
Kakashi era rivolto verso la finestra, all'entrata dei suoi allievi si
voltò lentamente. Il suo sguardo svelava già ogni
risposta alle domande dei due giovani ninja.
"Sasuke-kun..." la voce di Sakura fu più un mormorio che una
parola.
"é finita" disse l'Hogake tornando a guardare verso la
finestra.
Sakura si impietrì sul posto mentre Naruto scattò
avanti saltando sulla scrivania lanciandosi verso Kakashi e prendendolo
per il lungo mantello simbolo dell'Hokage.
"Che significa è finita? Non accetto una cosa del genere!
Perché non hai fatto nulla..perché ?"
Kakashi non reagì, lasciò che il suo allievo si
sfogasse come voleva. Non avrebbe reagito nemmeno se lo avesse
picchiato. Aveva previsto che Naruto non l'avrebbe accettato
facilmente. Fu Sakura però ad intervenire. Le sue parole
furono più forti di qualsiasi braccio nel fermare Naruto.
"Basta Naruto...in..in fondo..è giusto così..lo
sapevamo che sarebbe finita così. Il mondo dei ninja non
è un mondo tenero...lo sapevamo..."
Il ragazzo lasciò la presa sul mantello di Kakashi, e
abbassò la testa ricordando le parole che il Raigake gli
disse mesi fa quando si inchinò chiedendo il perdono per
Sasuke.
"Abbassare la testa per un criminale, chiedere
pietà per la salvezza dei compagni. Nel mondo dei ninja
tutto ciò non si chiama amicizia. Moccioso di Konoha,
rifletti bene su ciò che devi fare. Il mondo dei ninja non
è tenero con chi continua a fare
l’idiota.”
Sbattè un pugno contro la scrivania lasciando un segno ben
visibile, poi si alzò e uscì chiudendo piano la
porta alle sue spalle. Tutto ciò con il pianto di Sakura che
tormentava le sue orecchie.
La ragazza si asciugò le lacrime decisa a seguire Naruto.
"Cercherò di calmarlo" disse avvicinandosi alla porta per
uscire.
"Sakura " - la voce di Kakashi la fermò con la mano sulla
maniglia - "quando lo avrai calmato venite tutti e due al centro di
addestramento vicino alla lapide degli eroi"
"D'accordo" rispose e uscì.
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Il centro di addestramento vicino alla lapide degli
eroi...perché proprio li, dove loro tre erano diventati
ninja?
Naruto si era calmato solo superficialmente e se ne stava seduto
davanti ai tre tronchi tagliati dove tanto tempo fa ricordava di essere
stato legato per punizione. Sia Sasuke che Sakura quella volta avevano
diviso il loro cibo con lui. Era stato il loro primo lavoro di squadra.
Solo quei ricordi sembravano riuscire a calmare Naruto molto
più di qualsiasi parola. Anche Sakura in piedi vicino a lui
stava pensando a quegli stessi istanti. Per anni entrambi avevano
vissuto tramite quei ricordi con la speranza che prima o poi se ne
sarebbero aggiunti di nuovi, ma ora anche la speranza gli era stata
negata. Sparita per sempre.
Kakashi comparì poco dopo davanti a loro proprio sopra il
tronco centrale. Era vestito con la divisa da jonin, niente mantello e
cappello da Hogake. Un semplice jonin con il suo inseparabile libro in
mano. Frugò nella tasca e ne tirò fuori due
campanelli. Naruto non riuscì a trattenersi a quella vista.
Si alzò in piedi di scatto.
"Che intenzioni hai? - urlò fregandosene del rispetto che
doveva al suo ex maestro e attuale Hokage - "non ho nessuna intenzione
di giocare a quello stupido gioco"
"Hokage-sama " - aggiunse Sakura con tono gelido - "mi pare uno scherzo
di cattivo gusto. Non intendo partecipare ad una simile messinscena "
"Non volete? Beh allora vorrà dire che prenderò
io entrambi i campanelli"
La voce arrivò da dietro le loro teste. Entrambi si
voltarono credendo di esser preda di un'illusione. Davanti a loro,
seduto sulla lapide degli eroi Sasuke li guardava divertito, quasi con
un sorriso di scherno su quel volto appoggiato su una mano.
"Sa..."
"Sasuke...kun?"
"Che triste...due allievi che non si fidano più del loro
maestro. Ve l'avevo detto che avrei fatto di tutto per evitare la
decapitazione, no? Pensavate davvero che fosse così semplice
sfuggire alla squadra ANBU? Sapevo che avreste fatto scappare Sasuke e
quindi avevo posto un compromesso agli anziani: se Sasuke fosse tornato
per affrontare la sua decapitazione allora avrebbe potuto ottenere la
grazia"
La voce di Kakashi era come suono ovattato alle orecchie dei due ninja.
Tutti i loro sensi erano concentrati nella vista che avevano di fronte
agl'occhi.
"Non fate quelle facce - sbuffò Sasuke guardando i suoi due
compagni di squadra - "non è un'illusione" -
chiarificò - "Semplicemente il villaggio non è
più marcio come una volta."
"E la prova sta scritta qui" concluse colpendo leggermente con il piede
la pietra della lapide su cui era ancora seduto.
I due ragazzi sembrarono svegliarsi dall'incanto e si avvicinarono alla
pietra per capire cosa intendesse Sasuke con quelle sue ultime parole.
E mentre Naruto e Sakura si accucciarono davanti alla lapide per
leggere, l'ultimo Uchiha saltò dalla roccia scavalcando i
due amici e atterrando davanti a Kakashi.
Sulla lapide degli eroi due nuove parole erano appena state incise:
Itachi Uchiha
Il nome del suo tanto amato fratello era stato riscattato portando
Sasuke a ritrovare fiducia in quel villaggio che aveva abbandonato.
"Bene, e ora direi che è il momento di prendere quei
campanelli, che ne dite?"
Si voltarono con il più sincero e enorme sorriso che Kakashi
avesse mai visto sul volto dei suoi due allievi.
"Andiamo Sakura, Naruto!" la voce di Sasuke li incitò ancora
una volta
"Si" risposero alzandosi in piedi. E la sfida iniziò.