Overleven
Capitolo Sette-Verschillende Richtingen
Era già il trentacinquesimo paese
che Fay visitava e stavolta, finalmente aveva deciso di fermarsi lì per un
po’.
Per cui era ripartito.
A forza di procedere alla cieca aveva trovato
paesi davvero assurdi! Cose che non aveva mai visto, nemmeno lontanamente
durante i viaggi con il resto del gruppo. Ad esempio, si era trovato in un mondo
fantascientifico in cui torturavano i portatori di magia per alimentare degli
alternatori per l’energia elettrica, così se l‘era data a gambe appena aveva
scoperto che anche lì nessuno poteva aiutarlo; poi era arrivato in un paese
simile al Paese degli Idoli, lì c’era sì una enorme varietà di flora e di fauna,
ma nessuno che fosse in grado curare Kurogane. Per non parlare poi, dei tre
giorni passati in un paese a forma di gruviera, le cui case costruite
da stuzzicadenti nei buchi, e delle barchette di pane che scivolavano lungo dei
ruscelli di formaggio fuso, anche lì, dopo aver interrogato abitanti -che erano
dei topini e delle mucche-, scoprì che non c'erano piante simili1. Questo paese gli fece ricordare l’avversione
di Kurogane nei riguardi del lattosio, anche solo apparendo lì, probabilmente
si sarebbe ritrovato riverso a terra in preda a conati di vomito e
avrebbe bofonchiato una serie di imprecazioni, e gli venne quasi dasorridere a
quel pensiero. Poi era ripartito, nei tre paesi successivi, aveva scoperto che
una volta cotte, le foglie di quelle piante, davano origine a zuppe succulente e
tisane rifocillanti, ci aveva passato più tempo, visitandoli da cima a fondo,
senza fermarsi nemmeno un giorno a riposare, nella speranza che ci fosse qualche
esperto erborista che potesse aiutare il ninja, ma con scarso successo.
Poi
s’era trasferito ancora. In meno di due giorni aveva scoperto che, nel Regno del
Fuoco, dove gli uomini sono molto simili a delle fiaccole, quelle piante
velenose non crescevano, ma, in compenso, facevano ottimi stufati, non che
avesse la forza o la voglia di mangiare, ma per evitare di svenire per uno shock
ipoglicemico ne aveva presa una cucchiaiata.
Senza nemmeno trovare il tempo
di dormire aveva continuato a cercare, ed era ripartito. Ed ora, al trentacinquesimo
paese visitato, dopo circa trentasei giorni di viaggio —non ne era poi tanto
sicuro, visto che aveva perso il conto più di una volta, dato che ogni paese ha
una durata differente del giorno— aveva finalmente deciso di fermarsi a
riposare, anche perché il suo fisico cominciava a risentire dell’utilizzo di
tutta quella magia.
In realtà aveva già deciso di fare una breve pausa,
qualunque fosse il prossimo regno che avrebbe incontrato.
Per sua fortuna,
era un paesino immerso in una steppa brulla, poche case traballanti esposte ai
quattro venti. Faceva freddo, e certo questo era un punto in più a favore di
quel posto, lui il caldo proprio non lo sopportava, ma il problema era che nelle
vicinanze immediate non c’era nulla che somigliasse alla pianta che
cercava.
Prese a cercare un posto dove soggiornare, e proprio mentre
percorreva la strada principale, trovò una piccola locanda sgangherata.
«Ehi,
mago!» lo chiamò qualcuno, prima che avesse alcuna possibilità di entrare in
quello stabile.
Fay trasalì per un momento ma non si girò, sicuramente non
poteva essere lui l’unico mago in quel regno, anche se la strada che aveva
appena percorso era decisamente deserta.
«Ehi, parlo con te!» ripeté quella
voce.
Il che lo costrinse a voltarsi e si ritrovò davanti una vecchia
conoscenza. Ci mancava solamente un altro grattacapo a fargli perdere tempo!
«Oh, che piacere vederti, Fuuma!» stiracchiò un mezzo sorriso e sfoderò un tono
mellifluo e falso.
«Ci ho messo un‘eternità per rintracciarti! Viaggi
parecchio ultimamente, eh?» mugugnò l’Hunter abbreviando con un passo la
distanza.
«Oh, mi spiace di averti rubato tutto questo tempo, ma non capisco
di cosa tu stia parlando, Fuuma.» continuò il biondo, mettendosi sulla
difensiva: con uno come quello lì, soprattutto conoscendo i legami di parentela
che aveva, c’era tutt’altro che da stare tranquilli.
«Beh, mi hanno detto che
hai intrapreso un viaggio per aiutare quel ninja...» spiegò tranquillamente, con
il tono pressappoco amichevole che si ritrovava. «E mi hanno chiesto di
facilitarti il lavoro, in fondo deve essere sfiancante per te viaggiare alla
cieca...».
«Ma non posso mica chiedere alla strega di procurarmi un lavoro
simile al tuo, così almeno userei solo una piccola parte della mia magia...»
chiosò il mago continuando a squadrare quel tipo per capire cosa avesse in
mente.
«Sì, in effetti Yuuko-sama mi ha facilitato la vita, ma come facevo a
sapere dove dovevo andare senza questa?» domandò quell’altro tirando fuori dalla
tasca interna della giacca una specie di quaderno.
Fay si sporse appena un
po‘ per mettere a fuoco cosa fosse. «Che diavolo è?».
«Una guida. Mi hanno
detto di fartene avere una simile, magari che recasse un po‘ di informazioni
sulla vegetazione dei vari Regni...» spiegò brevemente Fuuma annuendo con fare
compiaciuto. «Te ne ho procurata una copia a Lecolt, dovrebbe essere nella tua
lingua.» mugugnò passandogli il quaderno.
Il biondo restò per un momento in
silenzio, di stucco, non sapeva cosa dire. La situazione per una volta giocava a
suo favore, si sarebbe tolto un peso dallo stomaco in più sapendo quale fosse la
sua prossima meta, ma ora avanzava un problema più grande, un pagamento. «Che
cosa vuoi in cambio?».
«Oh, mi conosci bene, eh?» sorrise l‘Hunter
sistemandosi gli occhialini rotondi e oscurati sulla punta del naso. «Ho già
avuto il mio pagamento...».
Ecco, un’altra incombenza era stata scartata. «E
chi ti avrebbe ricompensato?».
«Sakura. Mi sono trovato di
passaggio a Clow per una consegna di pergamene per il sacerdote... E lei mi ha
spiegato un po‘ la situazione... Il pagamento è stato lauto, fondamentalmente vi
dovevo un minimo di risarcimento per come si è comportato il mio fratellone, ma
lei comunque mi ha dato un orologio molto interessante.» spiegò brevemente.
A quel punto il mago azzardò
un sorriso un pochettino più sincero. «Mh... Beh, ti ringrazio. Ne farò buon
uso».
Prima ancora che finisse di parlare, quel
tizio aveva già avviato il trasferimento, ed era sparito più velocemente di
quanto potesse pensare, senza nemmeno salutare, ma Fay ci badò davvero poco,
spinse la porta di legno malandato della locanda e vi entrò, col morale
leggermente più sollevato
Kurogane si svegliò più affaticato del
solito. Aveva dormito male ancora una volta, e ora aveva un pesante cerchio che
gli stringeva la testa.
Aprì gli occhi fiaccamente e lasciò correre la mano
di latta al volto. La mattina diventava sempre più difficile muovere il braccio
destro, benché la ferita si fosse asciugata, lasciando il posto a una cicatrice
scura e gonfia, tirava ancora troppo, perché riuscisse a muoversi agilmente come
un tempo.
Si voltò col capo a sinistra, a quanto pareva, oltre un mucchietto
di cuscini che s'erano spostati nell'impeto dell'ennesima notte insonne, non era
seduto nessuno. Finalmente Tomoyo aveva capito che non era proprio il caso di
salutarlo ogni mattina con uno sguardo triste, sebbene lo trattasse duramente
come sempre.
La cosa peggiore di tutta quella situazione, oltre, ovviamente,
al fare la figura del perfetto imbecille non riuscendo nemmeno a raggiungere una
specie di latrina che non fosse vicino al suo letto, attirando quindi gli
sguardi compassionevoli della principessa e le piccate acidule di Amaterasu e
Souma, era il non avere alcuna informazione che riguardasse quel mago
idiota.
Non era la prima volta che si svegliava sperando che quel biondino
fosse in giro per la stanza a fischiettare con una torta in mano, com'era stato
nel suo sogno appena due minuti prima. E invece si ritrovava costantemente a
constatare che era solo uno stupido maledetto sogno.
E il non poter nemmeno
sapere se fosse ancora tutto intero o se si fosse gettato a capofitto
nell'ennesima follia rischiando l'osso del collo, come al suo solito, era un
qualcosa di profondamente frustrante.
Sentì l'orribile odore di soia e olio
di semi mescolarsi nelle sue narici che gli rivoltò completamente lo stomaco.
Tanto che riuscì appena in tempo a recuperare una specie di bacinella di
ceramica, e poi si lasciò andare a un violento conato di vomito.
Per fortuna
che gli avevano lasciato quella cosa nelle vicinanze, che sennò finiva come le
ventisei volte precedenti, avevano dovuto spostarlo perché di farlo stare lì in
mezzo al suo vomito non se ne parlava proprio.
Non che mangiasse granché,
infatti la maggior parte delle volte rimetteva questa sostanza verdastra
piuttosto densa, mista ad acqua e a quello che sembrava in tutto e per tutto
sangue.
Le prime volte, ovviamente, Tomoyo s'era presa un bell'accidente! Ma
dopo un paio di episodi simili ci aveva fatto il callo.
Le cose, come succede
il più delle volte, erano peggiorate gradualmente. Prima aveva cominciato ad
avere i brividi, a tremare fino a battere i denti, malgrado facesse un caldo
bestiale e fosse stretto in dozzine di coperte, poi aveva preso a sudare freddo
e sentire come dei millepiedi che gli camminavano per tutte le vene, e in quelle
vene, poco dopo, aveva sentito divampare un fuoco che faceva ribollire il
sangue.
All'inizio era riuscito a sopportare la maggior parte di questi
sintomi, ma quando a tutto questo si erano aggiunti la nausea e il conseguente
vomito a base di bile e sangue che trasbordava dalla sua bocca al primo odore
leggermente più forte degli altri, le cose erano diventate più
ingestibili.
Però c'era una cosa buona in tutto questo: l'idiota non era lì a
vederlo morire ogni giorno un po' di più. Non avrebbe sopportatola vista diquegli
occhi azzurri e preoccupati fissi su di sé, anche se abituarsi a non vederlo più
tanto spesso, a non sentire quella maledetta vocina stritolargli i timpani con
l'ennesimo stupido nomignolo, era decisamente deleterio. Ma era sicuramente
meglio così, in fondo il mago aveva già sofferto abbastanza, non era il caso di
spezzargli ulteriormente quel cuore già ridotto in poltiglia.
La porta della
sua stanza si aprì scivolando sul battente immobile di carta pecora e
legno.
«Hai smesso di lamentarti, finalmente!» mugugnò Souma che portava tra
le mani un vassoio che emanava l'orribile odore di verza bollita. «Hai
fame?».
Kurogane alla sola idea di mettere qualcosa in bocca si lasciò
prendere dalla nausea ancora una volta e agguantò nuovamente la bacinella.
«Stai di nuovo male, eh?» bofonchiò lasciando il vassoio nelle vicinanze
della porta.
«Mh?» mugugnò pulendosi la bocca col dorso della mano.
«Non
riusciresti a mangiare proprio niente?» gli domandò ancora.
Il ninja scosse
il capo. «Dov'è Tomoyo?».
«L'imperatrice le ha dato qualcosa da fare, so che
preferiresti ci fosse lei qui con te...» annuì lei.
«Veramente è meglio così. Almeno si riposa quella
testona!» brontolò appena e poi fece per dire
dell'altro, ma lei intese ancor prima che potesse parlare.
«Niente notizie... Ma
la principessa è speranzosa, le verrà in sogno molto presto, o almeno così dice.»
disse, precedendolo.
«Ah, quel mago è potente.» annuì Kurogane stringendo le
palpebre e inalando a fondo.
«Capisco che il tuo amico ti manchi parecchio,
Kurogane—» cominciò a dire lei.
«Che altro vorresti
dire? Se la caverà, e poi mica mi manca quello lì!» ruggì afflosciandosi sul suo futon. «Va'
dall'imperatrice, io sto bene. E portati quello schifo! Mi fa venire il
voltastomaco!».
Souma
sospirò profondamente. «Cerca di riposarti. Sei il miglior ninja del Giappone,
sarebbe triste lasciare il titolo a qualcun altro a causa della tua prematura dipartita, non pensi?» gli sorrise.
«Fuori dalla
mia stanza. Subito.» sillabò.
La donna si alzò e se ne andò, prendendo con sé
il vassoio.
Kurogane restò supino a pensare due minuti prima di cercare un
modo di riprendere sonno, ora che il dolore non era così forte.
Se quell'idiota poteva
arrivare in sogno alla principessa, poteva anche raggiungere lui!
Almeno si sarebbero entrambi un po' rinfrancati nel vedersi reciprocamente
più o meno vivi.
Con questo pensiero ancora a ronzargli in testa riuscì ad
appisolarsi.
La locanda era meno
accogliente di quanto già non sembrasse. Pareva che avessero coperto il pavimento
di fango rappreso, piuttosto che con un tappeto, il letto traballava e
la coperta infeltrita puzzava di carogna, le finestre erano coperte da uno
spesso strato di qualcosa di untuoso e lurido, come se i vetri fossero
stati calati in un barile di petrolio. Il lume ad olio, una volta acceso, aveva
fatto aleggiare nella stanza uno strano olezzo terrificante, simile a quando si brucia
la carne viva. Non era affatto strano che ci fossero stanze libere.
Di
certo, Fay, che ora stava seduto nell’angolino meno sporco di quella stanzetta
buia e lurida, oltre che umida, a cercare di interpretare quella specie di guida
alla botanica intradimensionale, non avrebbe toccato cibo in quel posto
lì.
C’era di buono che con quella sorta di cartina -che tra l’altro Fuuma
aveva trovato addirittura nella lingua che parlava a Celes-, aveva scoperto una
serie di interessanti notizie sui paesi che probabilmente avrebbe visitato
nell'immediato futuro, anche se ormai il suo fisico si opponeva sempre di più ai
viaggi dimensionali.
All'inizio era stato facile, soprattutto perché pensava
a Kurogane e non voleva di certo lasciarlo lì a morire barbaramente, ma poi il
dolore aveva cominciato ad essere forte. Di certo non quanto soffriva il
giapponese, ovviamente, ma quasi ai livelli di Celes, quando la sua magia si
andava esaurendo.
Non procedendo più alla cieca o, per
meglio dire, sapendo in linea di massima dove andare, avrebbe risparmiato le energie, magari fermandosi
una volta ogni tanto. Per quanto fosse potente, mica sapeva reggere la
stanchezza come un certo moro di sua conoscenza.
Era cominciato tutto per
caso, durante il trasferimento dopo aver abbandonato un paese abitato da
ridicoli pupazzi di pezza, nel quale era stato sì e no quindici ore -visto e
considerato che anche la vegetazione era di stoffa-, aveva sentito come un pugno
nello stomaco che gli aveva strappato il fiato e aveva trovato una certa
difficoltà nel ventilare, si era sentito mancare e con un capogiro era atterrato
su una gigantesca foglia obcordata2
Mentre si stava informando su un mondo che, a
quanto diceva la guida botanica per viaggiatori dimensionali, aveva qualche
esemplare di quella pianta, la tasca dei pantaloni un po' troppo leggeri che
indossava, si illuminò di uno strano sfavillio giallo.
Rovistò lì dentro e,
in mezzo a un mucchio di cianfrusaglie, trovò la sferetta che aveva tenuto per
sé.
«Fay?» cinguettò una vocina posata ed elegante.
Il mago rabbrividì pericolosamente, come se l'avessero buttato in una vasca stracolma di ghiaccio
dopo averlo lasciato per ore seduto su un vulcano. «Oh, Tomoyo-hime!» finse un
minimo di titubanza, come se non riuscisse a sentirla bene, per troncare subito
la comunicazione, in fondo non aveva buone notizie, e lui non ne voleva di
pessime dal fronte giapponese.
«Non mi hai più fatto sapere niente! Sono
passati più di due mesi, mi stavo preoccupando...» cominciò a dire e, non
ottenendo risposta, continuò. «Mi senti, Fay?».
«Scusami, sono stato molto
occupato.» sussurrò con un nodo che gli stringeva forte la gola. «Lui? Come
sta?».
«Sta peggiorando, gradualmente, però sta peggiorando. Ma è molto forte,
lo sai...» da quello che poteva udire, anche lei faticava a parlare. «Tu
piuttosto come stai?».
«Oh, benone! Sono in un mondo fresco e tranquillo... credo che mi riposerò un po' qui, ma ripartirò prestissimo!» pigolò con voce squillante. «A
quanto pare ci sono molti luoghi in cui cresce quella pianta maledetta,
sicuramente ci sarà qualcuno in grado di curarlo...» questo lo disse in una
mistura di rabbia e tristezza. «Dimmi qualcosa di lui, è peggiorato
tanto?».
Sentì un sospiro profondo che sarebbe valso come risposta, anche da
solo. «Non preoccuparti. Si riprenderà. Più che altro—» si fermò.
Il mago tentennò un istante, uno solo. «Puoi anche essere
sincera con me, dimmi la
verità, intesi?».
«Mi
domando cosa cambierebbe... Cioè, sì...» tartagliò la
principessa. «Scusami, ho fatto male a contattarti...».
Fay chiuse di scatto
la guida, quasi nervosamente. «Sta tanto male, eh?».
Due sospiri seguirono un lungo silenzio e poi Tomoyo
sbuffò. «La notte scorsa... La notte scorsa ha tenuto sveglio tutto il
palazzo... Il dolore comincia ad essere davvero, davvero forte, spesso cerca di non urlare, ma quando dorme non si può controllare più di
tanto.» sospirò di nuovo. «Certe volte si lascia prendere dai vaneggiamenti e
parla in continuazione, ma avviene molto raramente, il più delle volte è
lucido...».
Il biondo restò ad ascoltare con il nodo che gli stringeva
sempre più forte il collo e una fitta forte che gli stritolava il cuore.
«Ah...».
«Ma non preoccuparti, ultimamente sta
un po‘ meglio, cioè... Sì, oggi ha anche dormicchiato un po‘... e tu? Tu dormi, Fay?» domandò.
«Oh,
sì... Te l‘ho detto, sto bene.» annuì, cercando un modo per cambiare il prima
possibile discorso, se anche solo per osmosi quella ragazzina avesse avuto un
decimo della capacità osservativa di Kurogane, si sarebbe accorta in meno di due
secondi che stava mentendo. «Quindi oggi sta un po‘ meglio?».
«Sì, certo...
Oggi è stata una giornata positiva... Muove il braccio destro da un paio di
settimane, la mattina è un po’ più faticoso, ma ieri ha anche usato le hashi3 per fare colazione, certo non
apprezza affatto l’essere imboccato... Ha chiesto di te—» farfugliò
qualcosa di incomprensibile. «Chiede continuamente tue
notizie».
Questo non fece altro che fargli stringere di più il nodo del
cappio intorno al collo. «Si preoccupa troppo...» commentò il più flemmatico
possibile.
«No, è che evidentemente—» s’interruppe subito, sbuffando, magari
non sapeva nemmeno che andava dicendo, o forse lo sapeva fin troppo
bene.
«Potresti dirgli semplicemente che ci siamo visti in un tuo sogno?
Digli anche che sto bene e che non deve preoccuparsi.» rispose Fay cercando di
usare un tono il più possibile gioviale.
«Perché non gli parli? Secondo me gli farebbe
piacere sentire la tua voce.» chiosò lei. «In fondo—».
Il mago non le permise di andare oltre, la interruppe
fremendo, scotendo il capo come se lei potesse vederlo. «No. Non
riuscirei a parlargli, o forse non riuscirei a dire altro che sciocchezze,
come al solito. Tomoyo, per favore, informami quando passerà un altro
mese. Per me è molto difficile calcolare il tempo che... Che ci resta.
Per favore digli che io sto bene, intesi? E... e digli che verrò presto a
trovarvi.» sfoderò un tono ancora più cordiale.
«Suona proprio come una menzogna.» mormorò Tomoyo, tanto che Fay dovette faticare per udire quelle
parole che avrebbe fatto bene a non farlo.
«Tomoyo-hime, prometto che verrò—»
avrebbe voluto dire molte altre cose, ma si morse la lingua pur di evitare e
all’improvviso, poi si abbandonò a una leggera risata. «Anche perché sicuramente
dovrà darmi un pugno».
«Certo. Guarda che glielo dico che vieni qui, eh...
Per cui devi venirci per forza!»
«Informami quando sta per passare un altro
mese, per me è molto complicato calcolare il tempo... Per cui... Se mi avverti,
io entro il prossimo mese sarò a Nihon, mh? Va bene così?»
sorrise.
«Riposati, Fay... Mi raccomando.» pigolò la principessa prima di interrompere la comunicazione.
Il mago sospirò e poggiò la testa contro il muro socchiudendo gli occhi e abbandonandosi a una mezza risatina, coprendosi il volto con la mano.
Non
aveva più sentito il bisogno che ora gli si stava montando dentro il cuore, voleva sentire la voce di quel ninja tamburellargli i timpani e gli occhi
vermigli, severi fissi su di sé come a valutare se fosse o meno malato di mente.
Gli mancava anche la sola idea di poter contare su di lui, in viaggio e si
sentiva un imbecille, perché non poteva perdere tempo a pensare a queste cose e soprattutto perché lui lì non c’era.
Era talmente stremato
dal suo viaggio e da tutto quel flusso di pensieri che presto sarebbe esploso nella sua scatola cranica, si appisolò lì, in terra.
Kurogane, che aveva
dormito a lungo quel giorno -più a lungo del previsto, secondo
Souma che era passata a fare un controllino-, si era svegliato più scocciato
del solito: appena sveglio, si era trovato una specie medico che gli gironzolava
intorno, un uomo che aveva l’alito pesante e che parlava insistentemente, con
una cadenza flemmatica.
Ovviamente aveva cercato il più possibile di
ignorarlo, anche se era difficile da cancellare la presenza di quella persona,
oltre che per l’alito e la parlantina, quel tipo continuava a punzecchiargli con
le dita l’area cicatriziale che ancora gli doleva parecchio.
Inoltre, mentre il medico era lì presente, gli avevano
portato la cena, o almeno qualcosa di vagamente riconducibile a un pasto, e
ovviamente, proprio per l’olezzo che quella persona si portava con sé,
oltre cheper quel maledetto vaporedella verza bollita,non fece altro che scansare la scodella prima
di combattere nuovamente con la nausea.
Cercò di concentrarsi il più
possibile per non mostrarsi debole di fronte a quel tale, tanto che si accorse
che Tomoyo era entrata nella stanza, solo quando il medico flatulento si
allontanò.
«Ciao.» gli sorrise mentre si inginocchiava accanto al
letto.
«Ehi» sbuffò cercando di sistemarsi e di avere una parvenza quasi
decente, era così sguaiato da farsi schifo da solo in quel momento, inoltre a
quanto pareva aveva addosso quell’olezzo insopportabile di cumino, kombu,
assafetida e curcuma4.
«Sta‘ buono.» la principessa gli poggiò una mano sul
petto. «Sai chi ho visto, mh?».
Kurogane sospirò profondamente, come
sollevato. «Hai notizie di lui, quindi... Come sta?».
«Sta bene e dice che
verrà a trovarti presto.» annuì rispondendo velocemente.
Il ninja fece una smorfia, non sembrò molto convinto di
quella risposta così rapida. «Mh?». assottigliò lo sguardo e strinse i
denti per soffocare un gemito. «Tu gli hai detto che sto bene,
vero?».
«Sono stata sincera con lui.» replicò.
Vale a dire no. A quel pensiero il moro digrignò i denti.
Ma Tomoyo continuò
imperterrita, argomentando tale scelta. «Lui sa che sei forte, ma deve anche
sapere come stai».
«Mh. E torna qui per questo? Perché gli
hai detto che sto male?!» brontolò sgranando gli occhi. «Non deve venire qui.
Non deve vedermi stare male».
Lei sorrise. «Sarebbe venuto comunque qui, un giorno, una volta
trovata la cura».
«Contattalo e digli che non voglio vederlo, si
affaticherà troppo e voglio evitargli di vedermi stare male. Per cui...» continuò a dire, ma
la principessa era decisamente irremovibile.
«Secondo te gli interessa? Non
credo possa peggiorare più di così la situazione, anzi vederti gli farebbe
tirare un sospiro di sollievo... Più che altro mi domando perché ti sei
preoccupato così tanto di ricevere sue notizie se poi non vuoi nemmeno vederlo!»
mugugnò.
«Io
volevo sapere se fosse ancora tutto intero!» grugnì il moro cercando di girarsi
su di un fianco. «E poi, che c‘entra? Lui non
deve vedermi stare male. È stupido che tu pensi che la cosa non possa
peggiorare! Se mi vedesse stare male—».
«Cosa? Perché non ti ha già visto
stare male?!» lo redarguì lei con un tono strano, dispotico quasi quanto quello
che sua sorella usava con le sue truppe. «E poi pensi davvero che non ci arrivi
da solo?».
«Che rottura!» sbraitò il ninja. «La questione è
chiusa. Lui non deve vedermi morire».
Ma Tomoyo non demorse. «Yoo, io davvero non ti
capisco. Guarda che non ci vuole molto ad evincere che—» ma, prima ancora di
continuare a incalzare l’argomento, si fermò.
L’espressione di
Kurogane fu più eloquente di quanto non potesse pensare. «Non pensarci
nemmeno».
«Va
bene.» sospirò lei. «È solo che—».
Il ninja
fece una smorfia, un‘altra. «Cos‘altro? Non voglio che mi veda stare male, devo dirtelo io che a
nessuno piace vedere morire una persona?!».
«No, certo, però...» sospirò. «È
molto bello quello che stai facendo, sai? Ma devi pensare anche a lui, secondo
me vorrebbe vederti, anzi, gli farebbe bene vederti».
«Può essere.» anche
perché oltre ad essere imbecille è pure masochista quello lì. «Mh, perché non
vai a riposarti un po‘? Sei stata al mio fianco per parecchio, vorrei che tu
riprendessi le forze».
«Guarda che non mi scappi, Yoo. Io riuscirò a parlare
di questo argomento con te un giorno.» annuì lei, con uno sguardo severo che non
le si addiceva affatto.
«Sì, quando sarò morto!» borbottò a denti stretti
l’altro. «Va‘ pure a riposarti».
La principessa sbuffò. «D‘accordo, non vuoi
che ti ronzi intorno con le mie belle ramanzine...».
«Se dovessi rivederlo, digli
che—» si interruppe, strinse le palpebre e sbuffò. «Tanto faresti di testa
tua, e lui peggio di te... Lasciamo stare».
«Oh, hai capito come funzionano
le cose, allora...» ridacchiò lei. «Cerca di non affaticarti e, per l‘amor del
cielo, mangia qualcosa!» si raccomandò alzandosi in piedi.
Kurogane non le
rispose -anche perché che cosa poteva dirle?-, piuttosto sprofondò su quel
mucchietto di cuscini il capo, fiaccamente, con tutto che s’era svegliato da
appena un paio d’ore era nuovamente stanco. E ancor prima di rendersene conto
cominciò a rimuginare. E lui non era un tipo che rimuginava così tanto,
fondamentalmente cercava di evitare di farsi venire inutilmente mal di testa,
soppesava le parole che gli venivano dette e ne buttava circa i due terzi nel
dimenticatoio, anche se da quando aveva conosciuto quel biondo imbecille
mingherlino, aveva preso ad attaccarsi ad ogni minima parola e a cercare di
interpretarne le differenti sfaccettature. Per cui, per questa specie di
deformazione, si era perso a spremersi le meningi su quanto gli aveva detto la
sua principessa, sui silenzi e sulle espressioni. C’era qualcosa che non gli
diceva, e questo lo mandava in bestia.
Si lasciò prendere dal mucchio di
pensieri che ora gli vorticava in testa e venne a capo di due ipotesi che
plausibilmente non l’avrebbero fatto dormire nelle prossime ore.
Primo:
probabilmente quell’imbecille non stava bene e se non era così, presto o tardi
lo sarebbe stato, a giudicare di come Tomoyo aveva puntato il discorso verso
qualcos’altro.
Secondo: bisognava seriamente evitare di prendere certi
argomenti con quella mocciosa, visto e considerato che era un po’ troppo
lucida.
E poi in fondo c’era un terzo punto -che
non avrebbe mai ammesso, nemmeno con se stesso- voleva proprio rivederlo quell’imbecille!
1-: No, non chiamate gli psichiatri!
Sto
bene, è una storia che ho
inventato per le mie sorelline, su
non è una cattiva idea v__v
2-: Le foglie obcordate, sono quelle che ricordano la forma di un cuore con la punta rivolta verso l'interno.
3-hashi: Sono le bacchette tradizionali giapponesi, quelle in legno decorate.
4-cumino, kombu,
assafetida e curcuma: sono rimedi omeopatici contro l'alitosi, il kombu e l'assafetida vengono utilizzati spesso nella medicina orientale, in particolare il kombu è una spezia di origine giapponese.
questo
capitolo non mi è piaciuto molto, scriverlo è stata una faticaccia
e non mi ricordo nemmeno quel che ho scritto! *sta messo bene*
commento le vostre recensioni e mi vado a rintanare in un angolino in attesa di insulti!
pralinedetective: salve, ti
ringrazio per la recensione! Spero di non averti fatto attendere molto, questo
capitolo mi piace poco e sicuramente sarà zeppo *zeppo v__v* di errori!
Ho modificato il capitolo a seconda di quanto mi avevi fatto notare, e poi mmmh
*mugugna*? Ah, sì Kurogane si sfascia le braccia con una facilità improponibile
*annuisce*, però tu non hai fatto nemmeno una congettura T^T che cattiveria T^T
ma su, sei scusata perché avevi da fare le pulizie xD
Visto? Ho postato
prima di sei mesi! Sono stato bravo eh? Grazie mille per la recensione e spero che tutto sommato questo capitolo sia stato quantomeno accettabile.
oceanredwhite: non era un ricatto, è che volevo idee xD cioè, so già come va la storia, ma come avrai notato, Fay visita molti paesi e volevo sfruttare qualche vostra idea per i mondi che avrebbe visitato v___v. Ti ringrazio comunque per i pronostici, potranno sempre servirmi v__v però Fay prostituto lo accantoniamo eh *rabbrividisce* Grazie mille della recensione! Spero che questo capitolo ti risulti accettabile xD
harinezumi: sì è da un po' che non
recensico, ho tempi chilometrici v__v in primis ti ringrazio per aver recensito
in maniera così puntuale (sia questa che l'altra storia)! Sì, fidati, Kurogane
malato è inconcepibile anche per me, ma tranquilla! Ci sono ancora talmente
tanti capitoli prima dell'epilogo, quindi non c'è da preoccuparsi! *forse*
La
frase di Tomoyo era decisamente necessaria in quel punto, perché sennò mi sarei
trovato un'accetta puntata al collo, sicuramente avrei fatto una brutta fine,
quella battuta spezza un po' la tensione, in fondo... comunque ho capito quello
che volevi dire riguardo la scena e i personaggi, per cui grazie xD! Delle
congetture ne avevamo già parlato xD è geniale Seishiro travestito da unicorno
xD (anche se sicuramente come tutti i costumi a quattro zampe c'è bisogno anche
di un qualcuno che stia dietro...) va beh, comunque no, Seishiro non apparirà in
veste di unicorno, ma apparirà comunque xD e NO. Fay non sarà incinto di
Kurogane, è folle, oltre che innaturale ed aberrante .___." ma tanto so che non
lo dicevi seriamente *la guarda male* vero? xD comunque grazie mille per
le congetture e per la recensione! Spero che questo capitolo ti piaccia.
yua: ti stai ostinando a scrivere
recensioni folleggianti, eppure hai anche ammesso che il capitolo ti è piaciuto!
Tu non sai quanto mi stai facendo felice! Sono proprio lieto che ti sia
piaciuto! Ti prego però, ti supplico T^T non mettere la dannata canzoncina di
Sailor Moon, quel tipo *indica il coinquilino addormentato* le sa tutte le
canzoncine T^T e purtroppo conosce anche la mia password di accesso *dovrò
cambiarla v__v*
Sta' pure tranquilla, se vuoi scrivere recensioni
folleggianti fa' pure, tanto prima che arriva la parte seria c'è ancora un po'
di tempo... oh guarda, ci sono le mie due cavie nella tua recensione
*cinguetta*! Kurogane, mio caro, tu non sai come ti ridurrò in futuro... e
nemmeno quell'imbecille accanto a te lo sa v___v ma succede, su, cercherò
di essere più buono *fa gli occhi dolci e schiva una katana volante*.
Mia
cara yua, Sono molto, molto, molto lieto che il capitolo ti sia piaciuto T^T
tanto da fartelo scrivere in una recensione T^T
grazie, purtroppo già so che questo capitolo non raggiungerà le tue aspettative.
Herit: Grazie di aver letto e recensito
tutto *O* anche se sicuramente mi sono trovato una probabile
lettrice-potenziale-assassina-autori-che-torturano-personaggi-già-normalmente-torturati,
ti ringrazio della multirecensione e sono molto lieto che la scena della
battaglia ti sia piaciuta malgrado tutto!
Dal tuo sproloquio-commento ho
potuto notare che ovviamente la Sakura che presento è così facilmente odiabile
*sbrilluccica* tranquilla, la odierai ancora di più col passare del tempo! Mi
piace molto la chiave di lettura che hai dato a determinate scene, io non ci
avevo proprio pensato! *sì sono un imbecille v__v* Ti ringrazio ancora molto per
tutti i complimenti e per la recensione! Grazie mille. Hai visto che ho postato?
beh anche se il capitolo è piuttosto mediocre, l'ho fatto! E
soprattutto grazie mille del suggerimento di inserire Fuuma, è stato vitale xD!
MaleficaGgggì: *O* non dovevi *O* anche perché so che ti stai facendo violenza, tu non sei proprio abituata a recensire e poi tutto quello che mi dici riguardo la storia *insulti compresi* hanno contribuito a rendere la storia accettabile! Sono proprio lieto di essermi meritato un simile onore! Grazie mille, per tutto. Purtroppo come tu ben sai, e come ho ripetuto dozzine di volte, questo capitolo non mi fa impazzire, ho aggiunto degli ulteriori scambi di battute rispetto a quel prototipo che hai letto tu, spero sia accettabile, fammi sapere cosa debbo correggere!
Beh, mi sa che ho detto tutto! Grazie mille ancora, anche a voi lettori-non-recensori, anche se vorrei sapere proprio cosa ne pensate xD!.
D.