Il silenzio che aveva coperto come un manto la sala sembrava aver fermato il tempo. E Roy lo avrebbe creduto,se il pulsare delle sue tempie non avesse scandito lo scorrere di ogni secondo,che scivolava via con quella che gli pareva una lentezza estenuante.
I suoi occhi erano fissi sull'uomo che aveva di fronte,ma non lo guardavano veramente:la sua mente era concentrata a soppesare le contromosse,le conseguenze che ne sarebbero derivate. Non riusciva a ragionare lucidamente,il suo cuore lo distraeva,ricordandogli la situazione che aveva alle spalle e che contava più d'ogni altra cosa.
Il tempo sembrava fermo,ma in verità trascorse più velocemente di quanto Roy realizzò.
“La vedo in difficoltà signor alchimista di fuoco!” lo canzonò Vladven.
“Stai zitto cazzo..” mormorò tra sé Mustang. Doveva essere rapido. La situazione era in stallo e l'unica soluzione era separarsi. Aveva paura per Riza,ma confidava in lei.
Delle alte fiamme si alzarono tra di loro e la lotta iniziò-uno sparo ne sancì l'inizio. Istintivamente,il colonnello si girò,compiendo un grave errore:Vladven deformò il marmo del pavimento,che si allungò fino a bloccargli piedi e mani. Adesso era in guai seri.
Il terrorista esultava già:”Sei un fesso!!” E aveva ragione,gli toccava ammettere. Schivò per poco uno sperone che l'uomo gli lanciò contro e che gli si conficcò nel braccio. Roy ululò di dolore.
“Tsk,sei una palla!” commentò l'altro,sputando per terra. “Gaffardt!” chiamò.
“Io ho finito qui.” si udì. Quella frase risultò a Roy più esasperante della sofferenza fisica. Non credeva fosse morta.. Era colpa sua,era stato lui a separasi da lei. Ma dal suo volto non scese una lacrima:il fuoco della vendetta che gli ardeva dentro le aveva fatte evaporare prima che potesse riversarle.
“Se vuoi vedere come finisco questo..-e lo guardò con disprezzo-..fallito,vieni!” e una macabra risata seguì. Non si accorse così che gli occhi di Roy erano diventati improvvisamente rossi,come due piccoli incendi. Prima che il colonnello facesse esplodere la sua rabbia,uno sparo interruppe l'ilarità del criminale. Provò a scorgere la figura del complice tra il fumo e il tremolio delle fiamme,ma nulla. Iniziò allora a chiamare ad alta voce il suo nome fino a che non sentì un metallo freddo preergli sulla schiena.
“Non c'è bisogno che starnazzi tanto Frekghte.” disse una voce femminile in modo perentorio.

Un senso di sollievo riempì Roy al vedere Riza,viva e incolume,lo sguardo deciso come sempre quando combatteva.
“I rinforzi saranno qui a momenti, signore.”
“..Roy” mormorò lui sorridendo. Doveva averlo sentito,perchè la ragazza piegò impercettibilmente gli angoli delle labbra.
Il tenente ordinò che il superiore venisse liberato.
“Scherzi spero!”
“Allora spero tu sia pronto a morire.”rispose,puntando la bocca dell'arma più in profondità nella schiena dell'uomo.
“Potremmo trovare un compr-”
“TACI!”
Anche se era un momento drammatico,benchè avesse un braccio gravemente ferito,non poté fare a meno di pensare a quanto Riza fosse dannatamente sexy in quel momento.
Havoc e Hughes irruppero in quel momento,accompagnati da altri soldati. Quest'ultimo trovò quella situazione paradossale e si fece sfuggire un risolino mentre si avvicinava a Roy.
“Problemi Hughes?”ringhiò.
“Grazie al cielo non è ancora tempo per te di diventare Comandante supremo,pensa che fine faremmo” sghignazzò sottovoce. Il colonnello rispose mugugnando seccato.
Alle loro spalle,Riza aveva stordito Vladven all'improvviso,colpendolo con la pistola sotto lo sguardo attonito di Havoc, e l'uomo venne poi portato via. La ragazza gettò un'occhiata a Roy:”Vado a cercare soccorsi.”
L'altro tenente si accese la sigaretta con le fiamme, che ormai si stavano estendendo a tutto il locale e che andavano estinte quanto prima, e chiese all'alchimista di fuoco:”Mi spieghi come fai a non averne paura??”

Roy venne liberato e il braccio gli fu medicato. Non guardava il medico,che gli raccomandava di andare alla visita il giorno seguente e il riposo assoluto:i suoi occhi percorrevano la zona alla ricerca del suo sottoposto. Ad un tratto riconobbe i capelli lunghi e biondi,che scendevano lisci sulla figura china di Riza,seduta su una panchina. Ringraziò distrattamente e si avvicinò alla ragazza,intenta a redarre un breve rapporto su quanto accaduto. Il colonnello glielo sfilò dalle mani,guadagnandosi un'occhiataccia che lo seguì mentre prendeva posto al suo fianco.
“Se riuscisse a firmare sarebbe meglio.”
“Prima ho delle domande da farle.. Riza.” e catturò il suo sguardo. “Mi devi spiegare molte cose.”
“Mi chieda ogni cosa che vuole.”