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Autore: Shona    09/02/2011    8 recensioni
Non poteva crederci.
Aveva accettato. Beh sì, qualsiasi persona normale l’avrebbe fatto se un’altra persona normale gliel’avesse chiesto. Ma stava proprio lì il problema: di normale loro due non avevano proprio niente!
NdA: Seguito di Bad Day.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Biscotto Galeotto'
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Torno ad infestare il fandom di HP con un’altra Dramione poco sense XD Spero di strapparvi almeno una risata =P
NdA: Seguito di Bad Day!
 
 
First Date ~
 
Non poteva crederci.
Aveva accettato. Beh sì, qualsiasi persona normale l’avrebbe fatto se un’altra persona normale gliel’avesse chiesto. Ma stava proprio lì il problema: di normale loro due non avevano proprio niente! Soprattutto se accoppiati.
<< Per Merlino, Palla di Pelo è colpa tua! Tu e i tuoi occhietti tondi e gialli che mi fanno dire sempre di sì! >>
L’armadio era esploso e i sopravvissuti giacevano sul suo letto, sul pavimento, sulla cassettiera, sulla poltrona… giacevano in ogni angolo disponibile della stanza.
Il povero gatto se ne stava comodamente acciambellato su una pila di magliette scartate. I suoi occhietti tondi e gialli seguivano svogliatamente la padrona che, con una crisi di nervi in corso, correva da tutte le parti, prendendo in mano e rilasciando ogni singolo capo.
Le erano rimaste solo tre scelte. Una scollata maglietta verde che le metteva in risalto il seno – troppo Slytherin! -, una scollata camicetta rossa che le metteva in risalto il seno – troppo Gryffindor! - e un vestito nero che le metteva in risalto il seno – troppo… in effetti è solo troppo scollato! -.
Il problema era solo uno: come ci si doveva vestire per uscire con Draco Malfoy?
Quei tre vestiti che erano rimasti appesi alle grucce gridavano da lontano: Buffet libero, servitevi pure!
Decisamente non era il caso.
<< Palla di Pelo potresti anche darmi una mano! >> Isterica, come solo Hermione Granger potrebbe essere, si lasciò cadere sul letto.
Il turbante che si era fatta con l’asciugamano le stava per crollare, un po’ come le sue speranze di essere pronta per le otto.
Non avrebbe potuto nemmeno chiamare una delle sue amiche per farsi dare qualche consiglio. Avevano deciso di tenere nascosto quel primo appuntamento, tanto per vedere come sarebbe andato.
<< Dobbiamo anche darci dei nomi in codice? Riccia Psicopatica e Fantastico Biondo pensi che potrebbero andare? >>
Ok, ripensandoci era stata una sua idea.
Doveva assolutamente calmarsi e darsi una mossa.
Prese un gran respiro e, con l’aiuto della bacchetta, iniziò a far sfilare il suo guardaroba nell’armadio.
Le ricordava molto la scena  di Mago Merlino ne “La spada nella roccia” e ci mancò poco che si mettesse a cantare come lui.
Era ormai giunta quasi alla fine quando la pila sotto al suo gatto iniziò a lottare per sfuggire dal dolce peso del micio rosso.
<< Palla di Pelo togliti subito!... Per piacere… >> Cercò di prendere in braccio il gatto, ma questo rimase attaccato con le unghie e… beh, con le unghie e basta ad un maglione bianco, che si tirò dietro.
<< Lo vedi che sai essere utile quando vuoi? >> Staccò gatto e maglione, sistemando uno sul letto e l’altro per terra. Ovviamente fu il maglione a finire per terra.
La scelta per il resto venne di conseguenza. Jeans scuri e decolté nere.
Le ci volle più tempo a togliere i peli del gatto dal maglione che a finire di prepararsi.
 
Le otto arrivarono anche troppo in fretta.
Era pronta da dieci minuti e, in quei dieci minuti, aveva attraversato il suo appartamento almeno venti volte.
Le otto passarono, ma pensò che cinque minuti di ritardo non significassero nulla, a meno che questi non diventassero dieci e poi venti.
“Lo sapevo. Mi ha presa per il culo! Domani lo concerò per le feste quello stupidissimo furetto!”
In fondo era già stato strano il fatto che avessero passato una sera intera a limonare furiosamente come adolescenti in calore sul suo divano, figurarsi un appuntamento!
Proprio quando si era seduta sul divano galeotto per togliersi le scarpe, il campanello decise di suonare.
La scintilla d’ira che si era accesa venne spenta da una secchiata di gelida ansia.
Si avvicinò alla porta, come se questa fosse un ippogrifo pronta a sbranarla.
Lo spioncino rivelò la faccia sbuffante di Draco Malfoy.
Un ultimo respiro e poi la porta venne aperta.
<< Pensavo ti fossi perso. >> “O che non venissi!” pensò.
<< Colpa del tuo amico Blaise. “Per tutte le mutande di Merlino, non so se mettermi la camicia lavanda pallido o lilla!” Dilemmi esistenziali proprio! >> Fare il verso a Blaise gli era riuscito in modo perfetto, sia come intonazione sia come si era portato le mani a svolazzare vicino ai capelli.
Decisamente il loro amico era un personaggio degno di nota e Hermione non riuscì a trattenere una risata.
L’ansia si era acquietata, anche se non del tutto.
Avrebbe dovuto farlo entrare per bere qualcosa? E se si fossero ritrovati di nuovo sul divano?
Invitare qualcuno ad entrare era il segnale universale di: Facciamo sesso su ogni superficie piana a nostra disposizione.
<< Andiamo? >> Prese il cappotto e la borsa, strategicamente appoggiati su una sedia vicino all’ingresso e si chiuse la porta alle spalle.
Draco non sembrava dispiaciuto dal non invito, ma –accidenti! – se riusciva mai a capire cosa gli passasse per quella testa ossigenata.
Camminarono in silenzio per la strada che li avrebbe condotti al sushi bar, un paio di isolati più lontano dall’appartamento della strega.
<< Allora… come è andata oggi a lavoro? Pansy è riuscita a togliere la vernice dalle scrivanie? >> War Paint, la più grande passione della squadra auror del capitano Ross.
E a chi toccava sempre riordinare? Alla povera Pansy che si era ritrovata a fare loro da segretaria.
<< Credo che abbia costretto Potter a pulire con la lingua ogni singola goccia di vernice. >> Un ghigno sadico gli piegò le labbra, immaginandosi la scena.
<< E perché tu sei qui e non ad aiutare? >> Non riusciva a non ridere anche lei all’immagine del suo amico e della moglie che lo istigava a pulire.
<< Perché avevo di meglio da fare. >> Un’allusione velatissima detta con una malizia decisamente non troppo nascosta.
Draco Malfoy: l’unico al mondo che riusciva a lasciarla senza parole.
<< Siamo arrivati. >> Disse con un’ottava di troppo nella voce.
Per fortuna non lo vide sghignazzare o l’imbarazzo sarebbe salito alle stelle.
 
Il tavolo non era appartato, non erano soli nella sala e – soprattutto – non c’erano stati contatti del terzo tipo… per il momento.
Avevano già ordinato e il cameriere si era dileguato dopo un breve inchino.
I neuroni di Hermione stavano lavorando decisamente troppo per i suoi gusti.
“E se mi rimane un’alga tra i denti? Merlino, e se dovessimo passare la serata in silenzio? E dopo cena? Cosa faremo dopo cena? E poi dovrei invitarlo a bere qualcosa? NO! Morgana, non sono pronta per tutto questo. Non dovevamo uscire! È tutta una…”
<< È tutta una gran stronzata! >> Ecco lo sapeva, pure lui la pensava allo stesso modo!
<< Lo pensi anche tu non è vero? Per Godric non dovevamo uscire insieme! E ora che facciamo? E se gli altri poi dicono qualcos… >> Non finì l’ultima parola. Il sopracciglio alzato di Draco parlava per lui e diceva forte e chiaro: Cosa ti sei fumata?
<< Granger… io stavo parlando delle bacchette. >> Ne alzò una per mano, muovendogliele davanti agli occhi.
<< Oh. >> Lasciò andare la tovaglia che aveva stretto fra le mani.
<< E così… non dovevo invitarti a cena fuori dopo il delizioso discorso che abbiamo intrapreso ieri sera sul tuo divano? >> Il ghigno alla Malfoy contornò la domanda, facendo sprofondare Hermione nell’imbarazzo più totale.
Le sue guance avevano raggiunto il rosso Gryffindor che tanto amava.
<< Non fa caldo qua dentro? >> Si fece vento con la mano, distogliendo lo sguardo da quegli occhi maliziosi.
Draco non riuscì a trattenere una risata che contagiò subito anche lei.
Si era preoccupata troppo. Aveva messo in moto il cervello quando invece avrebbe dovuto lasciarlo a casa a riposare insieme a Palla di Pelo.
Il cameriere tornò con le loro ordinazioni, trovandoli quasi con le lacrime agli occhi da quanto stavano ridendo.
La cena continuò tranquillamente, cosa di cui Hermione fu grata.
Non ci fu più silenzio imbarazzante, solo le frecciatine che Draco le tirava lo erano, ma a quelle c’era abituata da tempo.
<< Non ti voltare, ma c’è Blaise con la sua camicia lilla che ci sta guardando con la bocca spalancata. >> Draco si voltò ugualmente e salutarono il loro amico con un cenno della mano.
<< Granger devo dirti una cosa che probabilmente ti farà rivalutare tutte le tue scelte di vita. >> Disse una volta che tornò composto.
<< Svelami l’arcano! >> Con la coda dell’occhio vide Blaise farle segno che domani l’avrebbe chiamata. Il terzo grado era assicurato.
<< Quello è lavanda pallido! >>
 
Quando il cameriere gli portò il conto, si resero conto che le lancette dell’orologio avevano girato più velocemente del previsto.
Decisero di passeggiare, di entrare in un pub a sentire un po’ di musica e bere una birra babbana che Draco non disdegno affatto, anche se << La burrobirra è nettamente superiore! >>.
Lasciarono a metà l’ultimo boccale e poterono dire che il divano non era più l’unico ad avere assistito alle loro discussioni.
<< Credo sia ora di tornare a casa. Palla di Pelo non è abituato a stare da solo la sera. >> Era una scusa come un’altra per farsi accompagnare a casa e farsi dare il bacio della buona notte.
Contava che la sua porta avrebbe apprezzato un discorso bello lungo.
<< Dovrà farci l’abitudine. >> Sorrise, stranamente non ghignò. E le sue labbra, più rosse del solito, erano un vero spettacolo da guardare. Anche se preferiva tenerle occupate in ben altro modo.
<< Il mio gatto ti odierà a morte. >> Si ritrovò appoggiata alla sua porta. Non ci aveva messo più di un battito di ciglia a smaterializzarli.
<< Correrò il rischio. >> E quella buona notte che all’inizio aveva temuto, poi sperato e infine agognato, le sfiorò le labbra.
<< Ci vediamo domani. Stesso posto stessa ora. >> Si allontanò da lei, lasciando per ultime le mani che le accarezzarono i fianchi.
<< Ai suoi ordini, Tenente. >> Gli fece il saluto militare, ridendo con lui.
Cercò le chiavi in borsa, mentre Malfoy si avvicinava alle scale per scendere verso il portone.
La chiave girò nella serratura e rimase lì, a penzolare insieme al suo portachiavi a forma di calderone.
<< Draco! >> Lo chiamò quando era quasi uscito in strada.
Lui tornò sui suoi passi, salendo uno scalino alla volta. Lei l’aspettava in cima alle scale e, con un gradino di differenza, si guardano negli occhi.
La domanda - il segnale universale – aleggiava nell’aria.
<< Ti va di entrare? >>
<< Ok. In fondo, devo convincere il tuo gatto a non odiarmi. >>
   
 
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