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Autore: Sanae78    09/02/2011    3 recensioni
Sei mesi, è il tempo che manca alla partenza di Tsubasa e che Tsubasa e Sanae possono passare ancora insieme ...
Genere: Generale, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Sorpresa, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Ai suru - amare'
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Rokka getsu 12

Ringrazio tutte le persone che seguono le mie storie … buona lettura!

Sanae78

 

 

Rokka getsu

di Sanae78

 

 

Capitolo 12

 

Partire e ritornare

 

 

Erano in volo già da diverse ore e Taro avevo chiuso gli occhi già da un po’ cercando di prendere sonno, senza riuscirci però.

Continuava a pensare ad Azumi, a quanto gli sarebbe mancata, rendendosi conto che quest’ addio era stato più duro di tutti gli altri che aveva dovuto affrontare.

Stavolta era scesa anche una lacrima a rigargli il volto, anche se, quand’ era accaduto, si era girato fingendo di guardare fuori dal finestrino, per far si che suo padre non se ne accorgesse.

Poi aveva riaperto gli occhi e si era ritrovato accanto suo padre con il suo sguardo rassicurante, quello sguardo che così tanto cercava da bambino.

 

“Taro, ti sei svegliato?”

“Si, papà!”

“Manca ancora molto all’ arrivo, quindi se vuoi, puoi dormire ancora un po’.”

“Ti ringrazio papà, ma ora non ho più voglia di dormire!”

“Ne sei sicuro?”

“Si, perché?”

“E’ solo che mi sembri un po’ strano oggi … anche prima mi sono accorto che ti è scappata una lacrima …”

“Te ne sei accorto papà? Credevo …”

“Ho visto il tuo volto riflesso nel vetro, mentre ti voltavi.”

“Oh, papà …”

“Taro, mi sono accorto che c’è qualcosa che non va … me ne vuoi parlare?”

“Papà, ti sbagli! Va tutto bene, è solo che le partenze sono sempre un po’ dolorose per me, dovresti saperlo …”

“Lo so, Taro, ma mi è sembrato che ci fosse qualcosa di diverso stavolta … non sei felice di tornare da Tsubasa e gli altri?”

“Certo, che lo sono, è solo che non mi aspettavo di dover partire di nuovo, perché pensavo che ti piacesse vivere in Francia …”

“E’ stato bello vivere in quel paese ed ho trovato tanti punti d’ ispirazione per i miei quadri, ma il mio sogno come pittore, è sempre stato quello di ritrarre il Monte Fuji in tutta la sua maestosa bellezza.”

“Papà.”

“Però, quando ci siamo trasferiti a Nankatsu anni fa, non ero ancora in grado di dipingerlo come avrei voluto, mentre ora, grazie a te ed ai tuoi amici, ed in particolare all’ impegno con cui avete affrontato il torneo internazionale giovatine, ho capito di essere pronto per farlo.”

“Papà, io ho fiducia in te e sono sicuro che ci riuscirai.”

“Taro, tu hai sempre creduto in me, vero?”

“Si.”

“Tu credevi in me, anche quando nessuno lo faceva.”

“Papà, sei tutta la mia famiglia e non smetterò mai di aver fiducia in te!”

“E’ per questo che non hai voluto restare con tua madre e hai deciso di venire in Francia con me?”

“Papà, quella volta mi sono reso conto che mia madre ormai aveva un’ altra famiglia, mentre tu continuavi ad aver bisogno di me ed io di te.”

“Capisco … ma non avresti voglia di conoscere un pochino di più tua madre?”

“Non lo so, per adesso non mi sento ancora pronto a farlo.”

“Sappi, che quando ti sentirai pronto, potrai contare su tutto il mio appoggio.”

“Grazie papà!”

“Dimenticavo di dirti che una hostess mi ha detto che Yotaro ha pianto molto nella sua gabbietta per poi crollare dal sonno.”

“Davvero?”

“E’ la prima volta che viaggia in aereo e dev’ essere stato molto traumatico per lui.”

“Povero Yotaro, non vedo l’ ora di liberarlo e di portarlo alla nuova casa!”

 

Parlare di quel gatto li aveva fatti rilassare entrambi strappando loro anche qualche risata.

 

Yotaro si era addormentato, dopo aver pianto a squarciagola, sperando che qualcuno dei suoi amici umani venisse in suo soccorso.

Il suo amico Taro l’ aveva messo in quella specie di gabbietta, che all’ inizio gli era sembrata abbastanza comoda, per poi ritrovarsi e viaggiare, su una macchina prima, e poi dentro la pancia di uno strano oggetto metallico.

Rivoleva la sua libertà e quand’ era stato riconsegnato a Taro, ancora un po’ stravolto, si era accorto che intorno a lui il mondo era cambiato.

Gli umani di quelle parti assomigliavano abbastanza a Taro ed al signor Misaki e la lingua, che parlavano, era uguale a quella che i suoi amici umani usavano in casa.

Non aveva ancora capito esattamente dove di trovasse, ma di sicuro sarebbe stato bene anche lì.

 

Qualche giorno dopo Tsubasa e gli altri si erano visti apparire in classe Misaki accanto ad un insegnante, e per loro era stata una sorpresa gradita ed inaspettata, visto che l’ amico aveva preferito non avvisarli del suo ritorno.

Ishizaki gli aveva subito detto la bella notizia: Tsubasa e Sanae si erano messi insieme.

Era felice per i suoi due amici, anche se continuava a pensare ad Azumi, la ragazza che amava ed a cui aveva preferito tacere il proprio amore.

 

 

Continua …

 

 

Disclaimer

 

I personaggi presenti in questa storia appartengono a Yoichi Takahashi.

 

Note

 

‘Rokka getsu’ è in Giapponese e significa ‘Sei mesi’.

 

  
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