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Autore: CherCrue    09/02/2011    1 recensioni
Sono la sua migliore amica e quindi, non mi posso permettere di rimanerci male per cosa combina! Io ho scelto di tenerli nascosto i miei sentimenti e così dev'essere, ora lui farà la sua vita e io: rispetterò ogni sua scelta! Dal matrimonio, al ritorno nella sua vita di Dorothea...
Ma se le cose cambiassero? Finalmente? E se con me ci fosse anche un' amica? Un'amica cara che anch'essa s'innamorerà...
Come finiranno le cose?
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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You Are Born To Be My?!
Capitolo Tre: Sbronza.





Volevo uscire da questa stanza, da queste quattro mura che mi facevano sentire in prigione. Soffrivo un po' di claustrofobia secondo me, se no poteva essere solo bisogno di una boccata d'aria. Da sola non sarei andata da nessuna parte, forse sul balcone della cucina, ma nulla di più. 
Passai davanti al salone e ci trovai David, Richie e Ros. Stavano amabilmente chiacchierando sul divano, mentre in tv passava qualche programma inutile. Sembrava più che Richie e David continuassero uno scambio di battute per tirare dalla propria parte la ragazza, che sembrava particolarmente contesa dai due giovani.
Scrollai la testa sconfitta mentre un sorriso divertito mi dipingeva il viso, continua la mia traversata della casa fino ad arrivare in cucina. Ci trovai Tico e Alec che stavano giocando a poker. All'inizio sembravano molto concentrati, allora decisi di starmente zitta in un angolo per vedere come procedevano le cose, ma quando vidi Tico sbuffare noioso e notare la mia presenza li sorrisi.
«Dai, cazzo! C'è la fai?» disse sempre Tico, non prima di avermi riservato uno dei suoi sorrisi mozzafiato e avermi concesso un occhiolino.
«Aspetta, sto pensando ad una tecnica!» disse Alec concentrato sulle carte.
«Non è una questione di vita o di morte.» ribattè l'amico sempre più scocciato.
Erano incredibili, una coppia inseparabile. Tutti in quel gruppo erano inseparabili, anche se la coppia Richie/Jon non batte nessuno!
«Ehm, ragazzi. Disturbo?» dissi sorridendo.
«No, tanto qua non se ne fa niente!» disse Tico arrendendosi e buttando il mazzo di carte in mezzo al campo di battaglia sconfitto. Si avvicino al frigo e ne tirò fuori un cartoccio di succo.
«Vuoi un po'?» mi chiese voltandosi appena
«No, no grazie.» dissi scrollando la testa inoridita, odiavo i succhi di frutta e tanto più quelli all'arancia.
«Ho vinto!» se ne usci Alec tutto d'un tratto, come se avesse vinto un tesoro.
«Idiota, se non te ne sei reso conto ho abbandonato il gioco cinque minuti fa!» disse Tico infastidito, era una persona molto competitiva, neanche, diciamo che trovava gusto nel vincere..sempre.
«Appunto! Hai abbandonato, quindi ho vinto io!» disse Alec guardandolo sghembo. Mi chiedo come sia potuto arrivare ad una conclusione del genere.
«Stai scherzando?» disse l'amico voltandosi del tutto e posando il succo sul davanzale ormai sciocato.
«No! Tu hai perso, hai abbandonato!» disse lui appoggiandosi allo schienale della sedia, con fare disinvolto.
«Tu hai pensato a questa cosa?» gli chiese puntandoli il dito contro, potevo ben credere fosse incazzato. Da un punto di vista, gliela davo vinta ad Alec, ma solo perchè era riuscita ad escogitare una cosa del genere.
«Fanculo! No!» disse Tico scocciato, dopo che Alec sorridendo annui per rispondere alla sua precedente domanda.
«Ragazzi vi salvo io!» dissi sorridendo.
«E come?» disse Tico dubbioso, possibile che dubitasse così tanto delle mie capacità? 
«Chi mi porta a fare un giro? Ho bisogno di uscire, qui dentro rischio di ammazzare qualcuno!» dissi e subito tutti e due scoppiarono a ridere come se avessi raccontato una barzelleta. Nessuno a capito però che io non stavo scherzando.
«Perchè non lo chiedi a Jon, piccola?» chiese Alec sorridendo malefico. Possibile? Lui sapeva tutto, io non glielo avevo mai detto eppure lui riteneva che io fossi pazzamente innamorata di lui, non aveva tutti i torti questo lo devo ammettere. Però il mio problema era un altro. Da cosa e come l'aveva capito? Io avevo solo paura che anche Jon potesse essersi conto di questo, sarebbe stato la fine. La fine di tutte le mie speranze e avrei provato un imbarazzo tale da scappare per tutta la vita.
 
Ero una persona solitamente allegra, non molto pensatrice e amante della vita. Ero così sin da piccola, eppure adesso mi ritrovavo inuna situazione strana per quello che ero. Da circa un ora ero fuori con Tico e Alec, loro si definivano solo brilli, a parer mio invece potevano tranquillamente essere definiti ubriachi.
Mi sentivo un po' persa, il mio pensiero unico era lui. Non comprendevo il perchè, ma ogni cosa mi portava a pensare a quel uomo che mi aveva abbandonata per un amore cieco. Pensavo che lui ci sarebbe stato, anche quando stava con Dorothea ci credevo, ora era diverso, ora iniziavo a credere fosse impazzito.
Capì di essere veramente nei guai quando girandomi me lo trovai davanti, era lui, ma era diverso. Portava quei pantaloni xebrati, quella maglietta colo rosa maialino, e quel giubetto di jeans, lo guardai meglio e trovai che il suo vestiario era uguale a quello che portava un anno fa, quando dopo un ultimo anno scolastico sola, finalmente, ci eravamo rivisti. Era così diverso da quel giorno, era così perfetto. Mi resi conto solo adesso quanto era cambiata la situazione in questi ultimi giorni.
Rimasi delusa quando la mia mente, tornata lucida, mi fece vedere che in realtà quello non era Jon. 
 
Me lo sognavo pure, era veramente un grosso problema il mio.
 
Guardai l'orologio chiedendomi che ora fosse, 17.30, erano all'incirca quattro ore dal pranzo, eravamo usciti per cercare la pace adatta a parlare ed ero finita a fare da baby-sitter a due bambini ubriachi. Peccato che la baby- sitter ora aveva voglia di andarsene.
Volevo uscire, quel posto iniziava a mettermi l'ansia, odiavo stare al chiuso per troppo tempo sopratutto se poi questo tempo non sai come impiegarlo.
Cercai Alec con lo sguardo, ma lo trovai impegnato con una bionda al bancone. Scossi la testa rassegnata, o andare a casa da sola oppure stare ad aspettare. Di stare chiusa qua, seduta su quel tavolino marcio proprio non me la sentivo così decisi che per adesso mi sarei accontentata di una sigaretta all'entrata. Salvo imprevisti.
Misi sulle spalle quel chiodo di pelle nera che Jon mi aveva regalato per lo scorso Natale, lo amavo. Trovai nella tasca destra il pacchetto mezzo finito di Marlboro rosse con accendino come accompagnatore e mi diressi fuori. Appena passate le due porte di vetro, mi portai la sigaretta alla bocca con l'accendino addietro. Al primo tiro mi senti già meglio e la metà dei miei problemi erano già un ricordo lontano, come se in quella nuvola di fumo grigio che era scomparsa davanti ai miei occhi si fossero dileguati anche i miei pensieri. 
Eppure, c'era uno di questi che non aveva più la pallida intenzione di darmi tregua e più che un pensiero era un immagine, una foto, un viso... Il suo.
Stavo impazzendo per caso? Ero riuscita a tenere a freno il mio debole per lui per degli anni e ora stavo impazzendo? Perchè adesso?
Mi appoggiai al muro lercio che si trovava a mezzo metro da me. Feci un altro tiro sperando che questa volta, almeno questa, anche il problema 'Jon' sarebbe svanito. Ci provai più volte fino a finire l'intera sigaretta, ma niente. Lui era sempre lì con quel sorriso mozzafiato e i capelli chiari.
 
«Non fa certamente bene ad una donzella come te fumare come una ciminiera» mi disse una voce a me sconosciuta, mi voltai di fretta per vedere se almeno la figura potesse ricordarmi qualcuno. 
Aveva lunghi capelli neri molto cotonati; come vestiario lasciava molto poco a desiderare visto che portava solamente fuseaux zebrati per di più bucati su uno dei due glutei, una cintura con borchie, degli anfibi distrutti e basta. Lo guardai in viso, era bianco e due gote quasi vuole attiravano la vista, le labbra fin troppo rosse per essere naturali e due grandi occhi castani. Era truccato, non si può negare, ma aveva qualcosa di particolare, quasi familiare.
Mi venne un colpo di genio, esattamente come nei film quando ti si accende la lampadina. Mi venne in mente quando Richie tre settimane indietro mi aveva portato ad un concerto, anzi più che portare era un costringere a forze. Lo riconobbi subito, collegato questo ragazzo a quel gruppo, capi subito che era lui. Fatto sta che io il suo nome, non lo ricordavo.
 
«Fai parte di quel gruppo che finisce con Crue?» chiesi saltando la provocazione di poco fa e tornando a guardare davanti a me.
«Motley Crue baby, comunque si.» mi rispose con un sorrisino malizioso stampato sul viso, mi chiesi mentalmente che cazzo ci trovava di divertente.
«Ah, ok.» dissi con menefreghismo, quel nome non mi diceva nulla e non me lo avrebbe mai detto.
«Ci hai già sentiti?» 
«Un mio amico mi ha costretto a forza a venire con lui a vedervi»
«E ti è piaciuto?» disse avvicinandosi ancheggiando.
«Robetta. Nulla di speciale» dissi fredda, più si allontanava più io ero contenta.
«Robetta? Nulla di speciale? Ma ci senti tesoro?» mi disse quando fu davanti a me sempre in tono sensuale. Il suo obbiettivo non era certamente quello di farmi ricredere su quel suo gruppo.
«Guarda nessuno mi ha mai fatto pensare che fossi sorda, quindi sono quasi sicura di non esserlo.» dissi puntando gli occhi freddi su di lui. Speravo solo che quel gesto li avesse fatto capire le mie intenzioni. Mi portai la sigaretta alle labbra, ma mentre la lasciai per cinque secondi mentre tiravo me la prese. 
«Ehy! Ma che fai?» dissi mentre lui fece la stessa cosa che poco prima stavo facendo anche io.
«Non vedi? Fumo!» disse buttando fuori il fumo facendolo finire tutto in faccia, si appoggiò al muro dietro di me con un braccio e continuava a fissarmi, io d'altro canto mi ero persa a fissare quelle labbra piene e rosse. Era un ragazzo di bel aspetto e tutto in lui mandava un chiaro e evidente messaggio: sesso.
Fece un altro tiro e di nuovo il fumo mi finì addosso.
«Hai intenzione di finirmela per caso?» dissi sorridendo maliziosa, quel gioco mi piaceva e quello stesso ragazzo mi piaceva.
«Se me lo lasci fare si» mi disse posando le sue labbra contro le mie, ma le stacco subito e fece un altro, l'ennesimo, tiro alla mia sigaretta. Notai anche che era l'ultimo, difatti buttò il rimanente a terra. Guardai con sguardo perso il punto in cui la sigaretta cadde saltando la prima volta e mi ritorno alla mente quell'uomo, quel biondo che mi aveva fatto impazzire. Non c'è la facevo più, quel uomo si stava prendendo la mia testa e se la stava colonizzando, avevo bisogno di dimenticarlo.
Sentì due dita posarsi sul mio mento e una leggera pressione verso l'altro mi porto a ritrovare i miei occhi immersi in quelli vogliosi di... Aspettate come si chiamava?
«Scusa, ma il tuo nome?» dissi continuando a tenere i miei occhi fissi nei suoi.
«Tommy tesoro, il tuo?» mi disse avvicinandosi.
«Nicole» dissi con voglia prendendomi le sue labbra. Le abbandonai poco dopo, lo vidi sorridere divertito ad un soffio dalle mie labbra, subito dopo però riprese a baciarmi. Il gioco non era dolce, ma non era nemmeno violento. Era pura e semplice passione.
 
«Abiti vicino al locale?» dissi giocando con la collana che portava mentre lui apriva la porta del loro appartamento. Mi guardai intorno di sfuggita, non ebbi abbastanza tempo per concentrarmi sui particolari perchè Tommy mi sbattè alla porta appena chiusa baciandomi passionalmente, mentre con una mano risaliva il mio ventre da sotto la maglia. Si appoggio ancora di più a me schiacciandomi piacevolmente contro il muro, la sua mano scivolò via da sotto la mia maglietta e fece combaciare ancora di più i nostri bacini eccitati.
Strinsi le gambe intorno ai suoi fianchi e lo strinsi a me mentre con le mani stringevo i suoi capelli.
Sentì le sue mani stringermi per tenermi attacata a lui mentre ancora nella stessa posizione ci spostavamo verso la sua camera, mi appoggio dolcemente sul letto e si mise sopra di me senza staccare il favoloso contatto con le mie labbra. Sentì la sua mano sfiorarmi il collo con il dorso, piccoli brividi di piacere mi percorsero la schiena facendomi tremare. Il piacere saliva sempre di più ad ogni centimetro di pelle di cui lui veniva a conoscenza.
Mi sentivo estasiata e ne rimasi ancora di più quando le sue labbra vennero a contatto con i miei seni, poi sempre più giù, sempre più giù.
 
Mi diressi senza voltarmi verso la porta, per Tommy sicuramente era solo sesso e io non avevo la minima intenzione di passare per quella che sperava in qualcosa di più, anche perchè io non volevo nulla.
 
«Oh Nicky, dove vai?» mi chiese di sorpresa, prima che potessi scappare via da quell' appartamento.
«Ehm» fu l'unica cosa che fossi capace di dire in quel momento. Mi voltai di scatto come farebbe un ladro sorpreso in un banca dai polizziotti. Mi sentì un verme in quel momento.
«Devi scappare subito?» mi disse con leggere ma evidente delusione, sorrisi debolmente. Per quanto non volessi nulla da lui questa piccola domanda piena di delusione e tristezza mi aveva resa felice.
«Si, mi spiace» fui comunque costretta a rispondere «Ho lasciato due miei amici sotto ed erano già belli ubriachi, ho paura che se hanno continuato me li troverò in coma etilico!» dissi sorridendo dispiaciuta. Lo vidi avvicinarsi a me con addosso solo i boxer neri. Spostai lo sguardò un po' più su, per poco non smisi di respirare. I suoi capelli circondavano il viso lungo, un po' spettinati con ancora i residui della sua sconvolgente cotonatura. Vidi una gocciolina partire dalla fronte, la seguì con lo sguardo. Cadde sul petto e notai quei muscoli leggermente disegnati imperlati di sudore, con una leggera patina lucida. 
Era bellissimo, non c'è che dire era proprio bellissimo. 
 
«Allora vai, davvero?» chiese ancora, con sincero dispiacere. Aprì la porta incapace di dargli la schiena, era troppo per lasciarlo li, ma dovevo.
Uscì dall'abitacolo, e iniziai a percorrere velocemente quei scalini che mi dividevano da suolo. 
 
«Ciao! Mi ha fatto piacere!» mi urlò dalle scale. Mi bloccai, come se mi avessero rivelato il più grande segreto che potesse esistere.
«Anche a me..." sospirai, non mi aveva sentita per certo.
Ovviamente il suo viso non perse tempo e ripopolò la mia mente, il suo sorriso, i capelli chiari e lunghi, gli occhi chiari. 
Basta! Non c'è la facevo più. Cosa voleva quel uomo da me? Perchè doveva essere tutto così complicato, mi chiesi. Jon fra una settimana si sarebbe sposato con una donna che conosce da neanche un mese. Io non sono sua e non ho il diritto si pensarlo tutto il tempo. 
Risalì quelle scale che mi dividevano da quel uomo che mi aveva fatto stare bene, ma veramente bene. Era ancora lì, appoggiato allo stipite della porta che guardava i suoi piedi, alzò lo sguardo quando tossì per colpa delle scale e vidi che mi sorrise maliziosamente, mi chiedo perchè pensavo a Jon quando davanti a me c'era cotanta bellezza?
Posai delicatamente le mie labbra sulle sue, lo sentì smuoversi da quella posizione e appoggiare le sue mani sui miei fianchi.
Mi staccai poco dopo, non era stato un bacio voglioso di quelli che precedono il sesso, ma un bacio. 
 
«Vero che ti farai trovare ancora?» mi chiese sorridendomi.
«Si!» dissi con più enfasi di quanta in realtà c'è ne serviva.
«Domani sera? Qui?» mi disse prendendomi il mento con la mano e dandomi un piccolo bacio sulla guancia.
«Ci sarò» dissi allontanandomi nuovamente da quella porta, ma questa volta tranquilla di non aver lasciato nulla indietro, le scale erano infinite. Strano non mi era parso che fossero così tante all'andata.
 
Sorrisi per tutto il tempo, ero felice, ricordavo quella proposta e oer quanto lui potesse essere una sola distrazione ero felicissima che potessimo rivederci.
 
«Cosa state facendo?» chiesi con leggero sarcasmo ai miei due amici che continuavano a scambiarsi battute idiote al bancone del bar.
«Secondo te?» mi disse Alec alzando il bicchiere come se stesse facendo un brindisi.


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Salve, scusate l'immenso ritardo :DD

Grazie a tutti quelli che recensiscono, chiedo scusa se non ho potuto rispondere alle recensioni del secondo capitolo, ma sono state lette e provvederò a rispondere ad esse il più presto possibile!

A questo punto però devo almeno ringraziarvi, non credete anche voi? Allora, un ringraziamento speciale a Soniuccia2009, Axlandra e AliceInAshbaLand che hanno recensito :) Vi adoro <3 E un altro grazie a chi legge e segue le mie follie :DD

Bacio, spero di poter sentire le vostre opinioni anche su questo capitolo!

P.S. Questo è un capitolo dedicato alla mia collega Romy, meglio conosciuta in EFP come GioTanner (ti ho dato un giorno di riposo cara, dimmi se ti piace *w*)

Bacioni da Cher! 
  
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