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Autore: AliceInHeartland    09/02/2011    7 recensioni
Una ragazza insicura di sè, un pò perseguitata dalla sfortuna.
Un libro... un diario, una lontana parente che la collega ad un passato che ritorna e che diventerà presto il suo presente.
Misteri, amicizie, amori... cambiamenti, forse...
La dimostrazione di come la vita possa cambiare quando meno te lo aspetti e di come la felicità bussi alla porta di chi meno la cerca.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mentre lei vi entrò senza il minimo tentennamento, gli altri furono più cauti.
Souji, che stava sulla soglia della porta, in particolar modo, rimase in silenzio, sporgendo la testa un po’ più in avanti, in modo tale da poter scrutare la stanza.
A prima vista sembrava una normalissima camera.
Vi era un letto in stile occidentale, un comodino, un semplice armadio, una scrivania. E sopra la scrivania vi era una specie di tendina che copriva qualcosa.
Apparentemente non c’era nulla di cui preoccuparsi.
Con aria sicura, il castano sorrise e fece per entrare. “Niente paura. Non ci sono trappole” affermò, per rassicurare i compagni.
"E’ ovvio! Ve l’avevo detto, no?! Non sono mica un ninja!"
Avrebbe voluto rispondergli in quel modo. Ma anche stavolta decise di sorvolare.
Arline si era fermata proprio accanto alla sua scrivania, aspettando che tutti i membri del gruppo-vacanza entrassero.
Una volta che anche Sannan-san fu dentro la sua camera e si fu chiuso la porta scorrevole alle spalle, i sette l’accerchiarono, curiosi e nello stesso tempo diffidenti di ciò che ella avrebbe dovuto mostrare loro.
“Bene. La prova che mi avete chiesto… è questa qui” esordì soddisfatta, indicando la tendina che copriva un oggetto, posto sulla sua scrivania.
“Un telo?” aveva chiesto, perplesso, Shinpachi. “Sarebbe questa la prova?”
La ragazza scosse la testa, in senso di diniego. “Non il telo. Ma quello che c’è sotto” . Detto ciò, afferrò l’estremità della stoffa e la tirò via.

L’intero gruppo rimase a fissare – chi stupito, chi perplesso, chi sospettoso – quello che sembrava uno scatolone. Ma era uno scatolone abbastanza strano, ai loro occhi.
“Che cos’è?” chiese, spaesato, Heisuke, girandovi intorno, quasi fosse un alieno.
“Una… specie… di cassa?” ipotizzò Sannan, sistemandosi gli occhiali e non distogliendo neanche per un attimo lo sguardo dall’oggetto in questione.
“Ma… Non sembra fatta di legno” constatò Sanosuke picchiettando sul retro dello schermo del computer.
Nonostante fosse il 2010, Arline non aveva bisogno di possedere un computer dell’alta tecnologia. Le bastava un vecchio modello degli anni ’90, uno di quelli enormi, che tra case, tastiera, schermo e casse dell’audio,  necessitava di un’intera scrivania.
E quel modello, per l’appunto, sembrava davvero una scatola. Solo che non lo era.
Ma questo, i cari giovani, non lo sapevano ancora.
“E poi, anche se fosse una cassa di legno per contenere qualcosa, dov’è l’apertura?”. Aveva parlato Shinpachi, sicuro, per una volta, di quello che diceva. “Se non c’è l’apertura non ci si può infilare niente, no? E poi, cos’è quell’altra enorme cassa, lì vicino? E questa…?” domandò, ancora più perplesso, indicando la tastiera.
“Eheh” . Arline non trattenne un risolino. “Miei cari! Questo è il futuro!” . Detto ciò, si sedette alla scrivania facendo loro cenno di prestarle attenzione. “Questa qui non è una scatola, né una cassa per contenere qualcosa. Non è niente di tutto ciò”
“Ah no? E allora cos’è?” . Heisuke chiese con un tono un po’ stizzito, ma lasciava intuire anche che vi fosse un po’ di curiosità.
“Un computer!” affermò, con aria quasi presuntuosa, sorridendo loro. “Guardate questo…” .

Arline indicò lo schermo del pc, completamente nero, in modo che tutti potessero osservarlo attentamente.
“Vedete? E’ completamente nero, giusto?”
“E allora?” . L’impazienza di Heisuke era snervante, ma decise di sorvolare per l’ennesima volta sulla questione. Non era il momento di mettersi a bisticciare con quel marmocchio pestifero, che poi doveva avere circa la sua età.
A giudicare dall’altezza, almeno…
La giovane non trattenne un risolino, pensandoci distrattamente.
“Allora… guardate se premo questo che succede…” . Detto ciò, premette il tasto di accensione che stava sul case e le ventole del pc presero a girare.
Un po’ tentennanti, i giovani sussultarono quasi tutti simultaneamente. Beh, tutti tranne quel robot di Saitou e quella volpe di Souji che era rimasto interdetto, senza farsi sfuggire neanche un piccolissimo accenno di preoccupazione.
Beh, roba di secondi e… tutta quella apparente calma non fu più stampata sul viso di alcuno di loro.
Per dirla in mezzi termini: non se ne capì più niente.
Il tempo che lo schermo si accendesse e producesse la solita musichetta che segnala l’apertura di windows e…

Arline non ebbe neanche il tempo materiale di rendersi conto di ciò che stava accadendo, che si ritrovò la fredda lama della katana di Saitou aderire al proprio collo.
Gli occhi azzurri la scrutavano con quell’aria gelida, senza distogliere lo sguardo neanche di un millimetro da lei, come una preda.
“Lo sapevo che eri un demone” si limitò a dire, sfiorandola ancora di più con la lama, tanto da provocarle un iniziale taglio, proprio nella parte in cui era stata posata la katana.
Un po’ perché non era preparata ad una reazione così esplicita, un po’ spaventata dalle intenzioni del giovane shinsengumi, la giovane sbiancò e con tutta la calma (che non aveva) possibile, cercò di togliersi da quell’enorme guaio.
“N-Non sono un demone! Quante volte devo ripetertelo?!”
“E allora come la spieghi questa diavoleria?” . Heisuke era un mix tra stupore, shock ed esuberanza. Indicò insistentemente il computer con l’indice, fissandolo con diffidenza. “Quel… Quella scatola contiene un gatto! Ha anche miagolato! Ma non si muove! E’ immobile, a fissarci!”
“Che si tratti di qualche recente tecnica speciale degli oni che ti permette di intrappolare gli esseri viventi?” ipotizzò Shinpachi, avvicinandosi allo schermo del computer, cercando di dare una possibile spiegazione a ciò che aveva davanti agli occhi.
“Ma quale tecnica speciale?! E’ solo lo sfondo dello desktop!” ribattè, alquanto alterata, Arline, per poi voltarsi verso Saitou e fulminarlo con lo sguardo. “E tu levami quella katana di dosso! Ti ho già detto che non sono un demone!”
“Non m’ingannerai ancora, demone”
“Per l’ennesima volta… NON SONO UN DEMONE!”
“Dal modo terrificante in cui urli, si fatica a crederlo, sai?”
 Forse Harada stava cercando di sdrammatizzare il tutto, ma ciò che ottenne fu soltanto un’occhiataccia da parte di Arline.
“Se non appartieni al clan degli oni, allora come spieghi questo… questo…” . Neanche Hijikata stesso riusciva a capire come identificare l’oggetto in questione. “Insomma… ciò che ci hai mostrato!”
Arline era a dir poco spazientita. “Me l’avete chiesto voi di dimostrarvi che siamo nel ventunesimo secolo, no?! E allora che pretendete? E’ logico che dopo poco meno di due secoli le cose siano un tantino cambiate!”
“Demone, questo è senz’altro uno dei tuoi trucchi. Credi che saremo così ingenui da cascarci?” . Saitou non aveva la minima perplessità su quello che affermava con tanta convinzione.
Fosse per lui, mi avrebbe già mozzato la testa…
La ragazza sospirò. “Ma cosa devo fare per convincerti che non sono un dem…”
“Saitou-san, non devi preoccuparti. L’ojou-chan qui presente non rappresenta davvero alcun pericolo” . La voce limpida di un Souji tranquillo e sereno, si fece vicina allo spadaccino che abbassò lentamente la lama, per voltarsi verso di lui.
“Okita-san, possiamo davvero fidarci?”
“Penso che se avesse voluto tenderci una trappola sin dall’inizio, l’avrebbe progettato in modo più astuto e ci avrebbe colto alla sprovvista immediatamente” chiarì, il giovane, avvicinandosi al computer, fissandolo con aria incuriosita. “Be’, se questo aggeggio riesce, o meno, a catturare al suo interno qualcosa o qualcuno, non dobbiamo far altro che provare per scoprirlo, no?”
“Neh, Okita-san, fa’ attenzione! Non ti avvicinare troppo… Potrebbe essere realmente pericoloso!” . Heisuke non era di certo l’unico del gruppo ad essere preoccupato, ma fu quello che per primo espose il suo timore a parole.
Il castano dagli occhi verde-cervone avvicinò le dita allo schermo e accompagnato da un sussulto da parte di tutti, lo toccò.
Arline sospirò, per l’ennesima volta, per poi farsi vicina al pc. “Ve l’avevo detto, o no? Come può essere pericoloso, lo schermo di un computer? E’vetro. Mai sentito parlare di vetro?” chiese, picchiettando sullo schermo. “Che cosa vi aspettavate? Che vi risucchiasse?”
“Co… piu…?” cercò di ripetere, Souji.
“Computer”
“Ma allora come lo spieghi che c’è l’immagine di un gatto all’interno?”. Heisuke era agguerrito, non si dava tregua. Anzi, non le dava tregua. “E non è semplicemente un ritratto! E’ un gatto in carne ed ossa!”
“E’ solo una foto! Foto! Una immagine che uso come sfondo!”
“Foto?” chiese, inclinando con aria interrogativa, la testa da un lato Harada.
“Sfondo?” . Sannan imitò lo stesso gesto di Sanosuke, quando pose quella domanda.
La ragazza si massaggiò le tempie, dopo aver lanciato loro uno sguardo di biasimo, per poi voltarsi verso lo schermo e iniziare a maneggiare il mouse. “Il computer nella mia epoca ha la stessa funzione che da voi possono avere i messaggeri o anche degli informatori”
“Messaggeri? Informatori?” . Shinpachi sembrava interessato. “Che intendi, ragazza?”
“Col computer, attraverso Internet che è una rete di informazioni, si può comunicare con una persona che sta a fianco a te, come anche con una che sta dall’altra parte del mondo. Oppure posso anche ottenere informazioni. Di qualsiasi tipo. E tutto questo in un tempo minimo di qualche minuto”
“Minuto?!” . L’unisono di voci di Heisuke, Harada e Shinpachi fu inconfondibile.
“E’ impossibile!”
“Demone!” esclamò Saitou, estraendo nuovamente la katana e puntandogliela contro.
“Ho detto che non è così!” . Arline stava perdendo la pazienza. “So che è complicato da capire subito. Anche perché state conoscendo un oggetto saltando molti passaggi, ma non posso spiegarvi niente se ogni volta che apro bocca qualcuno deve interrompermi e devo ritrovarmi quasi con la testa mozzata da Mr. Tu-sei-un-demone!”
Harada sorrise e diede una gomitata ad Hajime, per richiamare la sua attenzione robotica. “Eheh, Saitou, credo stia parlando di te” .  
“Immagino di sì” si limitò a rispondere lui, con tono atono e quell’espressione indifferente persino alle fiamme dell’inferno.
Non dirlo con tanta indifferenza… Fa paura…
Arline non riuscì ad ignorare quel brivido che le percosse la schiena. Poi si schiarì la voce più per richiamare l’attenzione di tutti i presenti su di sé, che non per una reale ed effettiva necessità.
“D’accordo, credo che siamo partiti tutti col piede sbagliato. La situazione ci ha un po’ preso la mano e non siamo riusciti a fare il punto della situazione prima, ma… che ne dite se cerchiamo di venirci incontro?” . La ragazza si sistemò meglio gli occhiali per guardarli bene in faccia. “Vedrete che con la calma e la vostra fiducia, riusciremo sicuramente a venire a capo del problema. Ma se, innanzitutto, non vi fidate di me e di ciò che vi dico, saremo sempre punto e da capo”
“Concordo con la nostra ojou-chan” aveva affermato Souji con aria sorridente e solitamente sfrontata. “Anche perché – guardatela – la reputereste davvero una minaccia? Con questo corpicino esile?” insistette, indicando con l’indice ai compagni, la figura esile del corpo della giovane, che subito lo guardò male.
“Che… Che vorresti insinuare con ciò?”
“Oh, ma niente. Sono dalla tua parte, non vedi?” . Forse il suo era un intento di rassicurazione, ma quel sorriso così inquietante, non le fu di alcun supporto. “E poi scommetto che non riuscirebbe a preparare un’imboscata, neanche se ne avesse le prestanze fisiche”.
Cioè… In poche parole mi sta dando della stupida?!
“Se è questo il modo in cui stai dalla mia parte, allora puoi anche farne a meno!”

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Ah...
Cara bisnonna... Credo che d'ora in poi avro bisogno di tanta fortuna...
Davvero tanta, tantissima fortuna...


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Bene. Vorrei ringraziare tutti! ^-^
In particolar modo le persone che hanno recensito, dandomi un loro parere su questa mia ff.
Chi l'ha inserita tra i preferiti, i seguiti e i ricordati.
Vi ringrazio per il vostro sostegno!

Dunque questo chappy era ancora incentrato sullo smarrimento dei giovani, ma già dal capitolo successivo si andrà migliorando! Se di miglioramento possiamo parlare XD
Ma non vi svelo più di tanto!
Alla prossima!!!
E scusate ancora se ci ho messo tanto ^-^"
Ciao ciao!

Alice.

  
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