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Autore: Dolce Kisa    09/02/2011    2 recensioni
Il bad touch trio, riunito nella bella villa di Spagna a Cartagena, si annoia e si prospettano quindi guai. Sfortunatamente per le nostre nazioni, il nostro inglese preferito (scartando Peter ed altri nazioni molto più socievoli, ovviamente) sarà solo la prima delle tante vittime.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Airplanes full of Revenges

Non riusciva ancora a crederci.
In effetti erano circa tre settimane che aveva smesso di credere nella realtà e si era convinto di star vivendo solamente un gran brutto sogno.
Ringhiò sottovoce un'imprecazione quando sentì un verso animalesco al suo fianco.
Non solo brutto, pure parecchio rumoroso, come sogno.
-Mi dispiace Inghilterra che sia finita così...- si azzardò a dire una voce due posti più in là.
-Non fa niente.- rimbeccò l'inglese con un tono decisamente acido.
Ad aumentare la sua furia c'erano anche le vocette tutte contente davanti a lui.
Insopportabili.
-Fratellone, dovresti sentire, Spagna ci sta raccontando delle storielle molto divertenti!!- la vocetta felice di una bambina lo raggiunse da davanti a lui prima che un urlo di rabbia soverchiasse tutto.
-Ma come cazzo ti permetti di raccontare queste cose?!-
Ecco, quello era abbastanza.
-Vado in bagno.- disse Inghilterra alzandosi prima di finire poco elegantemente addosso al suo vicino che non si disturbò nemmeno di smettere di emettere quei versacci fastidiosissimi.
-Inghilterra, tutto bene?- gli domandò allora la prima voce -...e il bagno è occupato da Francia, a quanto so sta soffrendo parecchio questi vuoti d'aria.-
E Inghilterra, sapendo perfettamente che il francese non soffriva l'aereo, non poté fare a meno di maledirlo perché sicuramente si stava solo divertendo con l'hostess di turno.

Dopo due ore circa la situazione si era calmata.
Prussia, l'uomo sedutogli affianco che aveva trovato molto comodo l'appisolarsi completamente spalmato su di lui, era ritornato al suo posto e non russava più indegnamente. Forse grazie al cuscino che Inghilterra stesso gli aveva quasi fatto ingoiare.
Germania, l'unico sano di mente della compagnia, seduto dopo Prussia aveva invece continuato a leggere silenziosamente e diligentemente per tutte le tre ore trascorse senza creare problemi di alcun tipo. Forse poteva rivedere la sua opinione su quell'uomo, infondo non era indecente come tutti gli altri.  
E se si nominava l'aggettivo indecente, non si poteva non partire da Francia! Ora se ne stava a sonnecchiare due file più avanti dopo aver “patito le turbolences” per un bel po', in compagnia di una carinissima -e alquanto sconcia- hostess.
Difronte a lui invece c'erano: Gibilterra, Sealand e Spagna.
Un gruppetto che non l'aveva ispirato per niente, ma alla fine i due bimbi si erano bellamente addormentati e Spagna aveva infastidito solo Sud Italia, seduto davanti a lui in mezzo fra Francia e suo fratello minore. Un comportamento decisamente coraggioso quello di Lovino, si ritrovò ad ammettere l'inglese fra sé e sé.
Alla fine, Inghilterra stesso, era piacevolmente scivolato nel sonno guardando fuori del suo finestrino le chiare lucette delle stelle.

-Qui!!! QUIIIIIIII! SONO QUIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!- urlava una voce nel bel mezzo di tante altre voci, urlanti, anche loro.
Inghilterra non riusciva a capire come si potesse vivere in un caos del genere. Certo, anche l'aeroporto di Londra era affollato e caotico, ma quello...quello era....
-IGGY!!!!!!! QUIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!- si sforzò ancora quella voce disumana ed inascoltata.
Ecco! Disumano! Quell'aeroporto era disumano! Quasi quanto l'uomo che si stava sbracciando per ottenere la sua attenzione.
-Credo che Alfred ti stia chiamando.- disse Francia, fermo con la sua valigia in mano, con un tono decisamente perplesso e la testa leggermente piegata di lato, forse nel tentativo di capire cosa stava facendo l'americano.
Ah no. Stava solo guardando il sedere di...
-Excuse-moi! Juliet!- disse il francese prima di accorrere dalla hostess che l'aveva aiutato durante il volo.
Inghilterra sospirò preparandosi mentalmente ad affrontare l'americano, doveva ancora capire perché adesso si trovava al Kennedy International Airport di New York.*
Delle piccole braccia strette attorno ad una delle sue gambe lo fecero sussultare e, quando abbassò lo sguardo, vide la piccola Letitia spaventata da tutta quella confusione.
-Ehi...stai calma, ci sono qui io a proteggerti...- le disse appoggiando timidamente una mano sulla sua testolina bionda, forse per rassicurarla, prima di essere travolto da una furia americana ed essere costretto a lasciare la piccola Gibilterra da sola.
-AH! Sei proprio diventato vecchio Iggy! Oltre che avere le visioni adesso sei anche sordo!- rise l'americano mentre Inghilterra cercava di riprendersi dall'attentato alla sua vita. Sapeva che non doveva andarci. A dir il vero quel messaggino che America aveva inviato a Nord Italia non lo convinceva più di tanto, primo perché scrivere due righe in croce? Ricche di abbreviazioni per di più! Ci aveva impiegato un anno per tradurre quello che aveva scritto, eppure gli sembrava di avergli insegnato a scrivere!
Secondo...lui il cellulare lo sapeva usare! Il fatto che non rispondesse mai era per ovvi motivi, quali il fuso orario, di cui America sembrava non aver ancora saputo l'esistenza -o, molto più probabile, l'americano lo conosceva fin troppo bene- e terzo...perchè diavolo aveva il numero di Italia?!  
-Si può sapere perché sono dovuto venire qui?- sospirò l'inglese, maledicendo i suoi stessi pensieri e alzandosi. Mentre America cominciava a spiegare una complicata questione in cui erano stati nominati gli alieni e la noia di un certo vecchio almeno tre volte, Inghilterra cominciò a guardarsi intorno, decisamente preoccupato.
Letitia! Non c'era...era...era...
Un pianto ed alcune persone radunate in cerchio lo distrassero da qualsiasi cosa stesse dicendo l'americano preferendo così fiondarsi a vedere.
Eccola là, la bimba. A terra con il vestitino un po' sgualcito e dei pesanti lacrimoni che scendevano lungo le guance.
-Letitia! Sono qui, calma, calma...- la rassicurò Inghilterra facendosi spazio tra le varie persone e ricevendo continue ammonizioni dai presenti per la sua poca attenzione.
L'inglese si sorbì le varie ramanzine mentre prendeva il braccio la bimba. Proprio quello che gli mancava!
-Sisi ho capito...mi dispiace che ci sia stato questo malinteso ma...- un ombrello bloccò le parole evasive di Arthur. Una signora anziana l'aveva infatti colpito senza pietà per la sua disattenzione lasciandolo mezzo rintontito nel mezzo della fiumana che si andava disperdendo.
-Lei è proprio un monellaccio! Cosa può aver fatto questa povera bimba per trovarsi un padre del genere! Mascalzone!- e poi, prima che la nazione potesse spiegare qualcosa, la donnina se ne andò.
-Fratellone! Eccoci!- urlò la voce di un altro bambino seguito da altri uomini.
Arthur tremò quando lo sguardo omicida della donnina lo fulminò.
-Inghilterra, hai trovato America alla fine?- si interessò Germania passando una trolley ad Inghilterra, dietro di lui seguiva tutto il gruppo di nazioni. Francia ed Inghilterra avevano infatti ricevuto il compito di cercare l'americano, mentre le altre nazioni avrebbero recuperato i bagagli e li avrebbero raggiunti subito dopo.
Improvvisamente l'inglese si ricordò dell'altro suo “parente”. Cominciava a pentirsi di tutte le sue conquiste. Il francese invece rimase semplicemente uno dei tanti punti di domanda accantonati.
-Si...si...è all'incirca...lì.- disse indicando un punto vago dell'aeroporto fino a quando non riuscì ad individuare l'americano. Era rimasto basito lì, in mezzo a quella confusione, chiedendosi come diavolo si permetteva Iggy di ignorarlo in quel modo.  Ah! Adesso persino lo chiamava con quel cenno poco gentile!
Alfred si avvicinò svogliatamente al gruppo, lui aveva chiamato solo Inghilterra, al diavolo!
-Alfred...forse ci sono...- annunciò l'inglese quando l'altro gli fu abbastanza vicino.
-Comunque spero che ci siano abbastanza posti per tutti, in un modo o nell'altro sono venuti anche loro.- spiegò l'inglese indicando la marmaglia di nazioni prima che un fulmine travolgesse una di quelle in particolare.
-Espagna!- urlò una bella donna, spalmandosi contro lo spagnolo e facendolo cadere a terra.
-Oh, California.- disse la nazione sorridendo e non preoccupandosi minimamente delle grandi e prosperose curve della donna appoggiate indecentemente su di lui.
California era decisamente una bella donna, alta e magra, la pelle abbronzata ed i capelli scuri corti, leggermente mossi. Decisamente prosperosa in fatto di curve e...poco vestita.
-Ah perfetto. C'è anche lei.- sbottò l'inglese massaggiandosi le tempie con una mano, un'altra casinista nel gruppo.
-E-England...andiamocene...- piagnucolò la bambina, ricevendo così sguardi dolci e comprensivi dalla maggior parte delle nazioni, ancora stretta fra le sue braccia ed Inghilterra sospirò. -America...Non è abituata a questa confusione, andiamo fuori...tanto il cambio ce l'abbiamo fra più di quattro ore, no?-
America annuì con un'espressione indecifrabile per poi seguire l'inglese che si dirigeva insieme agli altri verso l'uscita dell'enorme aeroporto.
Piccole pacche sulla schiena della bimba, parole dolci e confortanti, persino Prussia che tentava di farla sorridere...ma chi diavolo si credeva di essere quella piccoletta per rubargli il palcoscenico?!
Come se l'avesse letto nel pensiero la bimba, non vista dalle altre nazioni, rifilò una linguaccia all'americano che spalancò gli occhi incredulo.
Allora...quella era una guerra...?!

Letitia si stava asciugando gli occhietti ancora lucidi, seduta attorno ad uno dei tavoli di legno, usati per i pic nic, di un anonimo parco* vicino all'aeroporto.
Le nazioni si erano un po' sparse per la zona verde e la piccola si era accaparrata un posto accanto alla nazione inglese, subito inseguita da Peter...e quell'odioso americano.
Sorrise con un'espressione dolce ad Arthur che insieme a Peter si dirigeva a prendere qualcosa da mangiare per tutti e quattro ad un chiosco già assaltato dalle altre nazioni.
-Quindi...tu saresti Gi-Gibr*...si insomma, quel minuscolo staterello, là, giusto?- le chiese America, beffardo ed agitando una mano, sembrava le stesse dicendo che gli interessava nemmeno il suo nome.
-Già...e tu invece quel bastardo che mi portava sempre via mio fratello, right?- disse la bimba abbandonando l'espressione dolce e vestendo un'espressione imbronciata che ricordava tremendamente quella del piccolo Inghilterra. Vide anche l'espressione dell'americano cambiare a quella frase, finalmente l'aveva capito! Non gli avrebbe lasciato mai più il suo fratellone!
-Già, sono la grande America.- la sbeffeggiò nuovamente ottenendo una linguaccia in risposta.
I due cominciarono a litigare facendosi smorfiacce fino a che, Letitia, non fece un'espressione sconfitta e un po' spaventata.
-HAHA! Visto?! Mai mettersi contro di me!- saltò su l'americano vittorioso.
Oh...ma la sua vittoria sarebbe durata ben poco!
-Alfred...che diavolo stai facendo?!- lo riprese Arthur guardandolo decisamente male.
-é una bambina...smettila di torturarla...già si è spaventata per colpa di questo tuo aeroporto gigantesco!- sembrò accusarlo con uno sguardo duro.
-Ma...ma...ma lei!- tentò l'americano con un tono che fece divertire parecchio la bimba che però fu costretta a nascondersi con una manina. Peter le si avvicinò perplesso e lei gli concesse un occhiolino d'intesa, infondo suo fratello poteva aiutarla in quel pericoloso gioco, magari coprendola.
-Oh, dai! Alf...non fare il moccioso, ne ho già abbastanza.- tagliò corto Arthur mettendo in tavola un enorme vassoio stracolmo di schifezze maleodoranti.
Sconfitto!
 Ah, ma...quello sarebbe stato solo l'inizio.
-Thanks brother!- disse la bimba sorridendo timidamente e mangiando una patatina.


Capanna dell'autrice

Bhè, eccomi qui con un nuovo capitolo, non so perchè mi sono persa in questi preamboli, ma vi assicuro che SO dove voglio arrivare. Per la prima volta da quando scrivo Fanfic, SO. C'è da festeggiare. *-*
America avrà più di qualche problema in questi capitoli e ne approfitto per dire una cosa che mi sta a cuore: IO non patteggio per nessuna coppia in particolare *si riferisce soprattutto a UsUk e FrUk*, oltre al fatto che come avrete notato coppie ce ne sono -diavolo! Altrimenti non sarebbe hetalia xD-, ma ho sempre preferito mantenermi sul leggero, è una fanfic "divertente", non amorosa. Quindi, spero che non ci siano lamentele riguardo a paring vari. u_u" (Io tifo ItaliaxAmerica, e in questo ordineCOFFCOFF :D *venne assassinata*)

Altra cosa che ci tengo a precisare, Gibilterra è stata ceduta dagli spagnoli agli inglesi grazie al trattato di Utrecht nel 1713 e la guerra d'indipendenza americana è del 1775-1781, quindi, dal mio punto di vista, Inghilterra era fin troppo impegnato dietro ad America per passare del tempo con Gibilterra. Dopo la guerra d'indipendenza, bhè, Iggy era leggermente intento a leccarsi le ferite. u_u" Allora si spiega perchè a Gibilterra non piaccia molto America -per colpa sua non l'ha potuto vedere molto-, non sono torti diretti, ma solo delle implicazioni. E poi l'idea di scatenare una "battaglia" fra bimbi -più o meno cresciuti- mi piaceva. u_u"

Allora...un pò di spiegazioni (ancora?!):
*Il
Kennedy International Airport di New York è, da come si intuisce, uno degli aeroporti di New York, *ha fatto la conta per scegliere* no bhè, è l'aeroporto civile che permette di fare scali. Ok, perdonate l'ignoranza ma ho ritenuto che per andare in California le nostre nazioni dovessero fare scalo, e America e California stanno lì perchè sono andati a "recuperarli".
*Parco a random, anzi no. :D C'è il Brookville Park a meno che non me l'abbiano tolto... u_u" Comunque, ci sono altri parchetti intorno all'aeroporto, prendetene uno qualsiasi. :D *l'idiota*
*Gibraltar, è il nome che sta tentando di ricordare America, cioé Gibilterra in Inglese *almeno secondo GoogleTranslate* 

Ringrazio tutti per i commenti (sempre ben accetti), per averla messa fra ricordate e preferite, ma soprattutto la mia Neko-ombra-uke: Clow, perchè nonostante lo odi con tutto il cuore, è sempre estremamente gentile e paziente, e sta aspettando da più di mezz'ora una risposta ad una role. u_u" Ti voglio bene, baka. ^O^

Bye Bye ^^

Ps: Francia stava veramente male :D
  
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