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Autore: LaNana    09/02/2011    4 recensioni
Liz ha ventidue anni, è solare, spigliata, bella e simpatica. Un giorno il destino le mette sulla strada il suo Mito: Dani Silva, famoso, dannatamente bello, allegro e gioviale, insomma, l'uomo dei sogni. Da lì un susseguirsi di situazioni esilaranti, comiche e nostalgiche. Che ne sarà di loro?
Dal primo capitolo.
Arrivata in corridoio, percorrendolo, incrocio altri due uomini FIFA e lì il mio cuore si ferma. Poi scalpita. Poi si ferma di nuovo. Poi…poi non lo so, so che sono rimasta impalata, bocca spalancata, lingua a terra e occhi fuori dalle orbite. Danilo Ricardo Dias Barros De La Silva. Meglio conosciuto come Dani Silva, portiere del Barcellona e della nazionale brasiliana. Non che il mio più grande sogno erotico, lo ammetto.
- Dani Silva.- bisbiglio più per autoconvincermi che sia lui che per altro. Mi passa a fianco e mi sorride. Sorriso bianco latte a duecentosettantasette denti. Ottantamila punti gratis per lei signor Dani Silva. Lo seguo con lo sguardo. Occhi neri e profondi, capelli corti e sempre spettinati, viso da Maschio, mascella squadrata, un metro e novantadue di muscoli e agilità, e tutto il resto che sbavo solo a pensarci. No non ce la posso fare.
- Ciao.
Mi sta salutando?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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The Chance
Segui il cuore.


Chapter seven.
Half-moon.

Apro gli occhi e guardo l’ora. Sette e cinque. Mi rigiro nelle lenzuola tirandomele fino al mento volendo godermi gli ultimi minuti di riposo concessi.
Sette e dieci. La sveglia suona, mi giro e la spengo con una manata e uno sbuffo. Sono due giorni che dormo poco o niente. È colpa di quel dannato bacio si capisce? Non me ne capacito, andiamo…vengo da Portsmouth, una ragazza qualunque e mi trovo a baciare un campione mondiale del calcio con compagna e figli? No, poco credibile.
Mi alzo dal letto e mi lancio direttamente in doccia, uscendone dopo poco gocciolante e profumata. Toast e caffè alla mano, borsone al volo ed esco diretta alla palestra, di corsa in metro mentre mastico, mi siedo svogliatamente sui seggiolini e butto giù l’ultimo morso con un lungo sorso di caffè.
- Pensavo non ce l’avresti fatta!- Crista mi si siede a fianco.
- Ma smettila, pure stanotte non ho chiuso occhio, figurati se perdevo la metro delle sette e venti, sveglia come sono.- le rispondo pulendomi la mano destra sui pantaloni, finalmente lunghi, della tuta.
- Anche stanotte?- bevo il rimasuglio del caffè e mugolo una risposta.
- Già.- mi stropiccio gli occhi con il polso destro e sbadiglio a bocca spalancata.
- Me lo dici perché?- sospiro, rassegnata a sentirmi fare quella domanda tutti i giorni.
- Te l’ho detto, non lo so.- Crista non risponde, forse si è arresa. O almeno è quello che spero, visto che sono due giorni che mi bracca.
- Va beh. Dai che la prossima fermata è la nostra.- si lega i capelli in una coda e si alza avvicinandosi alla porta, la seguo.
- Quando mi sento pronta ti spiego.- non mi guarda nemmeno in faccia.
- Liz e me non interessa niente dei fatti tuoi.- le porte si aprono e scende, lasciandomi interdetta e dopo qualche attimo salto giù dal treno prima che riparta e la raggiungo – Nel senso che ti devi sfogare non è per curiosità mia personale.
Camminiamo in silenzio dall’uscita della metropolitana per tutta la strada che ci separa dalla palestra. Guardo in alto, il cielo è blu, è diverso dall’Inghilterra, è come se fosse pieno, come se dovesse caderti addosso, come se lo stessi addirittura respirando, non so spiegarla bene la sensazione che da il cielo sopra Barcellona. Siamo agli inizi di ottobre, la temperatura è calata ma non è niente di improponibile.
Arriviamo in palestra e aprendo la porta ci troviamo solo il fisioterapista e il massaggiatore.
- Buenos días.- mi limito ad un sorriso e ci dirigiamo allo spogliatoio per lasciare giù i borsoni. La precedo, fermandomi nel sentire la maniglia piegarsi sotto la mi amano e la porta aprirsi rivelando Dani Silva ridere e scherzare amabilmente con Villa e Maxwell. Mi immobilizzo immediatamente, seduta stante, e lo vedo cambiare espressione nel vedermi.
- ¡Hola chicas!- ci salutano in coro, lui con un sospiro, e superandoci dopo che abbiamo lasciato loro spazio per passare. Dani si ferma ad un passo da me, con uno sguardo cupo, per poi voltarsi e andare in sala pesi.
- Ahhh, ora capisco.- Crista entra negli spogliatoi e lascia la roba sulla panca a noi riservata, parlandomi col tono di una che la sa lunga, mooolto lunga.
- Non…non è…- sto balbettando. Liz stai balbettando, ripigliati!
- No, no è. Fidati. È.- si toglie la felpa – Non è facile vedergli quell’espressione in faccia.
Sospiro e quando la mia compagna mi scansa con una spallata ed esce dalla porta mi decido ad entrare e lasciare giù borsone e felpa.

Difficile allenarsi con qualche pensiero di troppo, più che altro sensi di colpa. Voglio dire se fossi in Camila mi prenderei a calci nel culo.
Sbuffando scendo dallo step e mi avvicino al tapis roulant, iniziando a correre.
Dannazione.
Diamine.
Cazzo.
Porca puttana.
Basta ora Liz, dai.

Cioè però parliamone un secondo: cosa significa la frase di Crista? Mi immobilizzo e mi lascio trasportare indietro dalla pedana.
- Cris.- si gira verso di me smettendo di fare gli addominali quando la raggiungo – Cosa significa “non è facile vedergli quell’espressione in faccia”?- ridacchia riprendendo gli esercizi.
- Allora ci stavi pensando. Vedi che è?
- Sì ok ci stavo pens…- arrossisco. Stavo sputando il rospo! - No aspetta io pensavo a quel che mi hai detto te.- mi accuccio di fianco a lei.
- No. Tu stavi pensando alla mia frase in relazione al fatto che ti piace Dani e, dato che non è facile vedergli quella faccia da pesce lesso, hai pensato bene di far saltare fuori il grillo dalla testa. ¡Ay Diòs, esta chica me quedarà loca!- ghigna soddisfatta.
- Lascia lo spagnolo da parte, cosa intendevi?- si ferma e mi guarda in faccia.
- Che ti piace e che stai giocandoti bene le tue carte, brasileira.
- Ma…- concludo la mia opposizione con un sospiro – Vado alla panca, mi sono stancata di star da sola.
- Brava vai alla panca, c’è Dani che ti farà compagnia.- inchiodo di botto al suo avviso con uno stridio delle scarpe sul parquet e con faccia agitata corro verso la parte opposta.
- Penso proprio che farò un po’ di ciclette, eh sì.- mi allontano ridendo accompagnata dalla risata di Crista, mio malgrado coinvolgente.
È incredibile quanti complessi mi sto facendo, e per di più voglio evitare una persona inevitabile. Devo essere pazza.
Chissà come farò d’ora in poi…e stasera alla cena? Come lo guarderò in faccia senza pensare al tradimento che c’è stato? E se dovessi rivedere suo figlio Carlos? Cosa gli dire stavolta? “Ciao sono la ragazza con la quale papà tradisce la mamma?”. Tradisce la mamma? Liz, cavolo. Al massimo HA TRADITO la mamma, tradisce significa che è un fatto abituale, non…no.
Poi arriva. È lui, il pensiero che stravolge sempre i piani, avete presente? Come nei film. La protagonista si mette in testa di aver ragione su tutti i fronti, è irremovibile e testarda, MA POI arriva quel tarlo.
Il mio tarlo manco a dirlo è Harry e la sua perla di saggezza. Il problema è davvero che Dani potrebbe veramente piacermi? Tutte ste storie solo per un bacio sono perché Dani inconsciamente mi piace già così tanto? Voglio dire, ragionandoci non ho mai avuto una storia veramente seria da pensare di costruire un futuro con qualcuno, non mi sono mai sentita pronta, ma sempre immatura per poter condividere tutta me stessa, o forse ho solo paura che qualcuno distrugga il mio mondo e la mia serenità. Il mio esempio sono i miei genitori, felicemente sposati da millenni, da sempre. Io non so cos’è o cos’ho, non voglio legarmi, scappo appena sento pronunciare la parola “noi” in un contesto sentimentale, scappo appena mi vedo regalare un mazzo di fiori, scappo appena mi sento dire che si sono affezionati e me, scappo appena mi lego io. Non voglio star male, mi auto-ovatto in me stessa. Non ho mai presentato nessuno ai miei sottoforma di fidanzato, nemmeno a quattordici anni.
Forse il problema è che la scelta è sempre stata ridotta ai ragazzi di Porthsmouth, tutti bravissimi ragazzi per carità, ma li conosco tutti da quando avevo i denti da latte. Prendiamo Luke: ha tutte le carte in regola per essere il fidanzato perfetto, no?!
Ecco Luke. È da ieri sera che ci penso e quando lo faccio nessun sfarfallio, nessuna capriola allo stomaco, battito perso al cuore, respiro mancato. Eppure mi manca, mi manca da matti e penso ai suoi occhi verdi.
Ma cosa centra Luke? Sproloquiavo di me, cavolo. Non ho stimoli, eccolo il punto.
Non ho voglia, non mi va, non ho desiderio di baciare o far l’amore con qualcuno, non ho voglia di rendere conto di niente a nessuno, non mi va un uomo nella mia vita.
E allora perché tanto dannarsi per un bacio insignificante con Dani? Davvero gli faccio tutto questo effetto? Poi voglio dire, può averle tutte e probabilmente già le ha avute tutte, dunque perché la faccia da pesce lesso con me, come dice Crista?
- Liz.
E si sarà passato tutte le ragazze di Barcellona, e sono tante, e fa la faccia beota con me.
- Liz!
E poi chissà quante ne avrà avute, quante ne avrà baciate come ha baciato me, quante se ne sarà portato a letto, a quante avrà detto le stesse parole che ha detto a me…
- LIZ!- mi volto verso Crista sconcertata dalle urla – Andiamo hai fatto quasi…ottanta chilometri in un’ora e tre quarti. Andiamo che c’è la partitella fuori.
Chissà se con le altre è stato facile come con me. Chissà se anche le altre erano…
- Liz?
- …gelose come me.- la vedo inclinare la testa di lato.
- Cosa?- mi asciugo il sudore dal viso con l’asciugamano e mi alzo dal sellino.
- Andiamo a stendere quei calciatori da quattro milioni di euro dai.- scendo dalla ciclette determinata a segnare e farmi passare quel fastidio alle viscere.

Fisso Harry ridere nella webcam, ride dei miei dubbi la stronza!
- Dai, vada per jeans, tacchi e quello straccetto rosso.- rido, mi fa sempre da stylist – Però va bene già ammettere i propri limiti, voglio dire, sei gelosa di uno degli uomini più belli del mondo, su che vuoi che sia. Anche io ero gelosa di Justin Timberlake quando si era messo con Cameron Diaz.
- Un uomo con compagna e due figli che vedo di norma in divisa attillata, tutto sudato o in calzoncini a petto nudo, facile a dire “che vuoi che sia” Harry.
- Ancora con questa storia!- mi urla dallo schermo mentre mi vesto – Finché non si sposa nessun problema, e anche in quel caso ci sarebbe il divorzio, nulla è per sempre Liz.- mi metto davanti alla cam per farle vedere il risultato – Che scarpe hai messo?- alzo la gamba storcendomi tutta, decolleté in camoscio nero e plateau – Sì, può andare.
- Può andare.- la scimmio.
- Vai con le tue nuove migliori amiche?- bing!, suscettibile Harry.
- Ti riferisci a Crista e Saray?
- Sì, loro.- le sorrido.
- Sì vado con loro, andata e ritorno. Poi magari un po’ di gelato davanti alla tv e quattro chiacchiere.- storce il naso.
- Divertitevi.- lapidario è ancora poco per definire il suo tono.
- Smettila stupida scema, lo sai che sei l’unica per me. L’unica amica che valga e che sa tutto.- risponde con un mugolio – Guarda che sono seria cazzo!- sbraito alzando la voce.
- Te lo auguro.- strizza gli occhi minacciosa facendomi ridere mentre suonano alla porta.
Dlin, dlon!
- Vado Hipporry.- scoppia a ridere.
- E’ una vita che non mi chiami Hipporry.- uno dei tanti soprannomi che le ho affibbiato, lei e la sua snaturata passione per gli hippopotami. Le sorrido.
- Vado dai.- la saluto, chiudo il portatile ed esco dalla porta giacca e borsa alla mano, seguendo le due ragazze giù dalle scale.
Ridendo e scherzando arriviamo al ristorante il “Faro del Puerto” direttamente sulla spiaggia, e sono tutti là, saremo circa in una cinquantina. Un po’ della squadra, un po’ di società, un po’ di amici e gli immancabili sconosciuti. Vedo Dani chiacchierare attorniato da delle ragazze fermarsi e voltarsi verso di me. Rivolge poi un cenno a Crista e Saray che ricambiano. Uno sguardo a me e poi un sorriso smagliante alla truppa di ragazze che gli fanno un semicerchio attorno.
- Vedi? E’.- sbuffo alla litania di Crista.
- E’, Liz. È.- rincara Saray e si avviano verso altra gente tirandomi per un braccio.
- Cerca di sorridere e farti notare, farai come le api col miele.
- Momento, ma chi vi dice che io voglia conquistarlo?- mi fermo appena raggiunte le piastrelle in cemento di fronte all’entrata. Loro ridono e le sconsolata seguo mentre mi costringono a confonderci in mezzo alle persone.

Non so se sia merito della desolante conversazione che ho intrattenuto a cena, o per quell’immane porzione di paella, o se per le occhiate che mi scambiavo con Voi-sapete-chi, fatto sta che adesso mi sono auto-esclusa dalla serata e me ne sto comoda sulla spiaggia, tacchi alla mano.
E’ stato mortificante da morire sentirlo parlare di Camila e dei suoi figli, consapevole di averlo baciato, di essermi fatta baciare e pure con trasporto. E mi ha anche fatto schifo in parte, lo ammetto, non puoi parlare così bene di un rapporto se poi fai quel che fai. Però continuavo a fissarlo ad ogni sua parola, complice il destino, o il caso o il Signore che dir si voglia, eravamo capitati a pochi posti di distanza ed entrambi potevamo tranquillamente ascoltare i discorsi dell’altro. Inutile dire che i miei sono stati striminziti e limitati a “Mi passi l’acqua, per favore?”, “Buona la paella.”, “Prego.”, mentre lui sproloquiava amabilmente di ogni argomento intavolabile e faceva ridere tutte le galline accorso intorno a lui.
E nonostante tutto riesco ad essere gelosa di ognuna di quelle galline, oche, tortore, tacchine, pappagalle, canarine, cocorite starnazzanti che gli ruba uno sguardo od un sorriso. Spezziamo una lancia in favore al sorriso di Dani. Gli prende sempre le guance, scopre i denti ma mai tutti, sembra che ti prenda in giro ma che ti stia mangiando con gli occhi, che sia serio e malizioso insieme. Mi fa sragionare quella sua espressione.
- Luna calante.- mi volto verso la voce parlante.
- Mi hai trovato.- torno a guardare il mare, che poi mare, cielo, non si capisce talmente è scuro.
- E’ tardi cosa ci fai qua da sola?- Dani mi si siede a fianco e parla a sopracciglio destro alzato. Rispondo a spallucce –Mi stai evitando da giorni, o sbaglio?
- Non che tu mi faccia venir voglia di starti dietro.
- Meeeeeow!- e scoppia a ridere da solo – Non fare l’acida dai, anche a me dispiace per quel che è successo.- annuisco.
- Bene, su questo siamo d’accordo allora.
- Cioè mi spiace per il modo in cui è successo non tanto per il fatto in sé. Che poi per la cronaca si chiama bacio.- tachicardia, sudorazione incontrollata, sangue pompato al triplo della velocità – Liz, so che è una cosa che ad averla detta prima del fattaccio mi avrebbe assicurato molta più credibilità e che non è una giustificazione, ma non va affattovbene con Camila, mi sono trovato incredibilmente bene a parlare con te e vorrei poterti conoscere per come sei, ho sbagliato ad approfittare di quel momento e hai ragione, ma voglio sapere se ho la possibilità di trovare in te una spalla.
- Se è un modo carino e velato per chiedermi se verrò a breve a letto con te è un no categorico.
- Smettila di fare il ragno, sto parlando sul serio!
- Ma dai, sii onesto con te stesso non esiste amicizia dove c’è attrazione e quel…quel…- mi alzo in piedi cercando di dire quelle parole che non mi escono dalla mente –…quel…
- Bacio…- sbuffo.
- …quel bacio ne è la prova. Quindi siamo onesti non ci può essere semplice amicizia.- lo vedo annuire.
- E perché mai?- ok, mi chiedo se non sia sordo.
- Perché o si è amici o ci si piace!
- Perché sei così categorica?
- Perché è così!- è esasperante una conversazione tale, soprattutto quando non ha né capo né coda, non vedo la luce alla fine di questo tunnel di parole.
- Ma non capisco ancora la motivazione per la quale non puoi essermi…amica.
- Perché mi piaci mi pare ovvio.- no. Non posso averlo detto per davvero, non a Dani Silva. Il suo celeberrimo sorriso fa capolino e allora accetto l’amara verità: per la prima volta in vita mia ho confessato a qualcuno che mi piace.
si alza in piedi scuotendosi via la sabbia dal sedere. Quel suo perfetto, muscoloso, tondo, seducente, attizzante sedere.

LIZ!

- Dai andiamo a casa.- e si incammina tenendo le scarpe, delle costosissime Prada, in mano. Non mi ero accorta fosse scalzo.
- Chi ti dice che verrò con te a casa?- si ferma e si volta, sempre perennemente sorridendo.
- Io, dato che Crista e Saray hanno levato le tende più di tre quarti d’ora fa, mentre tu stavi ad imbambolarti con lo iodio.- dannazione, amiche indegne di essere chiamate tali, traditrici, farabutte, degeneri.
- Tornerò coi mezzi.- a mali estremi, estremi rimedi si suol dire.
- Elizabeth è l’una passata, smettila di fare la bambina dell’asilo e andiamo a casa, domani potrai continuare ad avercela con me, ma non ti lascio andare coi mezzi da sola la notte. Se ti succedesse qualcosa non vorrei avere a che fare col senso di colpa.- non sorride più, ma forse ha ragione. Mi incammino senza proferire parola e raggiungiamo la sua superaccessoriata BMW X5, un mastodontico SUV nero carbone, cerchi in lega e interni in pelle beige.
Una volta a bordo mette in moto e si immette sulla strada, abbandonando la spiaggia e il ristorante. Quelli che seguono sono minuti di puro silenzio, non ha acceso nemmeno la radio, a favore di una sigaretta.
- Comunque è luna crescente.- affermo flebilmente.
- E che differenza c’è?- lo vedo sorridere e sorrido anche io.
- Che tra qualche giorno ci sarà luna piena.
- E’ bella la luna piena.- lo vedo convinto delle sue parole.
- No è più bella la luna calante, quando rimane solo una misera falcetta e tutte le stelline attorno.
- Ma la luna piena è più grande, c’è più roba da guardare!- e accende la radio come sottofondo.
- Ma non è la quantità, è la qualità che devi guardare Dani! All’asilo ti insegnano a disegnare la luna calante, non la luna piena!
- Ma la luna piena è grande, imponente!
- Ma la luna piena non ti fa sognare come la falcetta, non sembra un sorriso, non è suggestiva come la mezzaluna.- nel fervore del momento salto sul sedile, girando tutto il corpo verso il guidatore.
- E tu sei una sognatrice?
- A chi non piace sognare Dani?- fermi al semaforo mi offre la metà della sigaretta che sta fumando. Me la porto alle labbra ed inspiro, tanto ormai pure che venga considerato un bacio indiretto, non è niente rispetto a quel che già è successo.
- Io ho sempre sognato di fare il calciatore, ma da bambino volevo fare l’attaccante. Poi ho scoperto Taffarel e tutto è cambiato.
- Io da bambina volevo essere figlia di Cafu, poi il mio mito è diventato Roberto Carlos anche se gioca sulla fascia sinistra e a me non è che riesca molto bene.- abbasso il finestrino e butto fuori il mozzicone espirando l’ultima nuvola di fumo.
- E i tuoi cosa ti dicevano del fatto che volessi auto-diseredarti?
- Mio padre era d’accordo, diceva “Basta che mi spedisci un po’ di soldi di tanto in tanto.”, mia madre sperava che invertissi la rotta per la danza.
- C’è riuscita?
- In parte.- ridacchio – So ballare solo salsa, merengue, sai la roba brasiliana, le cose nostre. Ma solo grazie a mio cugino André. E tu?
- La mia infanzia non è così carina, ho vissuto per qualche anno in una favela, mio padre aveva perso il lavoro e non poteva permettersi più l’appartamento di San Paolo dove vivevamo. Poi si è ripreso grazie a mia madre.- serra le mani intorno al volante e spegne la radio.
- Tasto dolente?- un sorriso, anzi no, un ghigno amaro.
- E’ stata l’unica volta che l’ho vista. Avevo dodici anni e prestò a mio padre i soldi che gli servivano per mettere su l’impresa che ha ora, poi mai più nemmeno una telefonata per sbaglio.- sto zitta. Gli ho sventolato per dieci minuti i miei genitori perfetti quando lui ha una storia del genere alle spalle – Però la moglie di mio padre è una donna fantastica, si sono conosciuti qualche mese dopo e da allora stanno insieme. Sono vent’anni ormai.- e riacquista il sorriso – Siamo arrivati.- spegne il motore e si slaccia la cintura, per poi voltarsi verso di me, un’espressione dolce. Mi accarezza una guancia lentamente, con la punta delle dita – Vai su, ci vediamo domani in palestra, direi che abbiamo fatto abbastanza per oggi.- annuisco e scendo dalla macchina accostando piano la portiera.
- Buonanotte.- mi risponde con un occhiolino mentre chiude la macchina con il telecomandino.
- Notte Liz.- sempre coi tacchi in mano corro su per le scale e affannata apro la porta di casa, spinta da Crista e Saray che mi aspettavano sullo zerbino.
- Raccontaci tutto, ora!- do due mandate alla serratura e ridendo inizio, saltando sul divano incrociando le gambe per fare spazio alle due ragazze che già hanno aperto un pacco di popcorn.
- Allora…

PICCOLO SPAZIO LaNana

Chiedo scusa per il ritardo, ma sono presente lo stesso, vedete no?! Liz è.....un po' incasinata, le piace Dani, ma è comunque frenata lo stesso, ma lui è così travolgente.......

Ringrazio tutti per le recensioni, per aver letto, inserito tra i preferiti o le seguite. Da oggi risponderò alle recensioni tramite apposita funzione, quindi a presto!!

LaNana

   
 
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