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Autore: Strega_Mogana    10/02/2011    4 recensioni
Comprate un cuore di cioccolato!
Decoratelo col vostro amore.
Donate il vostro cuore alla persona amata.

Scritta per la sfida di San Valentino del Magie Siniter Forum
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Lily Evans, Severus Piton
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Bitter-sweet



Quella tiepida Domenica di Febbraio stava giungendo al termine.
Il cielo azzurro era striato da nastri lilla mentre all’orizzonte il sole moriva dietro le colline scozzesi, tinteggiando la volta celeste con caldi colori pastello. Le stelle più luminose iniziavano a popolare il cielo con la loro tenue luce dorata.
Il giovane mago era chino sul suo libro di Pozioni Avanzate, del tutto ignaro di quello che succedeva nel mondo. Sedeva su quella panchina da qualche ora, immerso nei suoi pensieri mentre scriveva fitte formule sui margini del libro consunto.
Le punte delle dita erano sporche di inchiostro nero, il calamaio era appoggiato sulla panchina di pietra accanto a due rotoli di pergamena ed alla borsa con i libri di incantesimi.
Nessuno l’aveva disturbato durante tutto il pomeriggio e molto probabilmente nessuno si sarebbe accorto se avesse passato tutta la notte su quella panchina.
L’orologio della piazza batté le cinque. I rintocchi della grande campana si spansero per il villaggio animato dai ragazzi di Hogwarts.
Era ora di rientrare.
Lo studente del settimo anno alzò la testa di scatto; i profondi occhi neri scrutarono il cielo come a voler un’ulteriore conferma dell’ora. Senza guardarsi attorno chiuse con cura il libro dalla copertina rovinata e dagli angoli arrotondati dall’umidità, quindi sistemò ogni oggetto nella borsa.
Iniziò a camminare per le piccole strade di Hogsmeade; la vetrina di Melandia era occupata da un enorme cuore di cioccolato alla cannella e zenzero con cherubini di marzapane che gli volteggiavano attorno cospargendolo di zucchero argenteo.
San Valentino era alle porte e come gli accadeva ogni anno in quel giorno avrebbe voluto solamente restare a letto, con le spesse tende di velluto verdi tirate e un libro della sezione proibita sulle ginocchia.
Avrebbe desiderato non prendere parte di quella stupida giornata che gli ricordava, ogni anno sempre più dolorosamente, quello che aveva perso.
Con passi strascicati, lasciando piccoli solchi nella polvere delle strade, il giovane studente si avvicinò alla stradina in salita che portava alla scuola.
Ma prima di incamminarsi verso Hogwarts svoltò a destra, immettendosi in una piccola piazzola pavimentata dove c’era solo una piccola bottega immersa tra le vecchie costruzioni del villaggio.
La pasticceria di Miss Candy Bear era conosciuta dagli studenti di Hogwarts per i migliori dolci al cioccolato di San Valentino. In quel periodo dell’anno il piccolo negozio, poco più grande della capanna delle scope di Quidditch, si riempiva di ragazzine urlanti che tentavano in tutti i modi di comprare il cuore di cioccolato più grande del negozio.
Alle volte erano così agguerrite che arrivavano ad estrarre le bacchette. L’anno prima aveva potuto assistere alla lite tra due studentesse di Grifondoro che non solo si stavano contendendo lo stesso dolce ma anche il medesimo ragazzo.
Uno spettacolo raccapricciante.
Percorse la poca strada che lo separava dal negozio stando ben attento ai volti che incrociava sulla via, restando il più possibile all’ombra. Non voleva farsi vedere, non avrebbe sopportato anche quell’ennesima umiliazione.
Si ritrovò davanti alla vetrina, un occhio di vetro poco più grande di una finestra.
Quello era l’ultimo weekend prima di San Valentino. L’ultimo weekend dove le ragazze facevano la fila per i dolci o per i bigliettini augurali che suonavano melodie odiose quando venivano aperti.
Il suo ultimo San Valentino ad Hogwarts.
La sua ultima possibilità.
Gli anni precedenti non era riuscito a farlo. Ogni anno perdeva tutto il pomeriggio su quella panchina aspettando l’ultimo momento per comprare un dolce da regalare a Lily.
Ogni anno, ai cinque rintocchi della campana, si era recato in quella piccola piazza, aveva aspettato che l’ultimo cliente uscisse dal negozio e poi si era avvicinato.
Ogni anno non era mai riuscito ad entrare nella pasticceria.
Ma quest’anno sarebbe stato diverso.
Un cartello rosa e rosso era stato appeso sul vetro:

Comprate un cuore di cioccolato!
Decoratelo col vostro amore.
Donate il vostro cuore alla persona amata.


Lui non credeva che bastasse un dolce per dichiarare il proprio amore alla persona amata ma era sempre meglio che restare fermo ad osservarla da lontano mentre rideva con l’odiato nemico, oppure mentre studiava in biblioteca con il mannaro o mentre urlava dagli spalti dei Grinfondoro incoraggiando il fedele cane del rivale.
Il buio stava velocemente calando, sapeva che Gazza sarebbe stato pronto sulla soglia aspettando ogni studente ritardatario. E lui non aveva intenzione di prendere la sua prima punizione l’ultimo anno.
Si avvicinò alla vetrina, vide il suo riflesso nel vetro. Era solo un ragazzino cupo, con troppo rancore nel cuore.
… piccola schifosa Mezzosangue!
Una frase che echeggiava in lui ogni volta che la sua mente non era occupata in estenuanti ragionamenti.
Strinse i pugni fino a far diventare le nocche bianche.
Gli occhi neri saettarono ancora verso il cartello appeso.
Donate il vostro cuore alla persona amata.
Lui le aveva già donato il suo cuore, anni prima quando ancora non sapeva che quel calore che avvertiva nel petto si chiamasse amore.
Donate il vostro cuore alla persona amata.
Il campanello suonò quando aprì la porta della bottega.
Il rumore era dolce e leggero.
La proprietaria, una donna robusta sui cinquant’anni con i capelli neri con qualche striatura di grigio e due grandi occhi color ambra, uscì dal retrobottega asciugandosi le mani grassocce nel grembiule legato in vita.
Il mago si stava mordendo l’interno della guancia osservando i pochi dolci rimasti resistendo alla tentazione di scappare nel suo rifugio fatto di stoffa e libri.
- Cosa posso fare per te?- domandò con voce zuccherosa Miss Candy Bear.
Il ragazzo alzò lo sguardo, era imbarazzato ma riusciva a non arrossire come un’adolescente imbranato.
- Un cuore di cioccolato.
Sul rubicondo volto della donna comparve una lieve espressione delusa.
- Oh caro… - disse indicando i cioccolatini nella vetrinetta – i cuori di cioccolato migliori sono già finiti. Restano quelli al fondente amaro, con il ripieno di liquore. Non piacciono a tutti.
Donate il vostro cuore alla persona amata.
Il giovane non aveva mai accostato il proprio cuore ad un dolce. Ma, se proprio doveva donare il suo cuore a Lily, voleva che fosse il più veritiero possibile.
E il suo cuore non era grande e dolce. In lui non c’era nulla di zuccheroso. Lui era amaro, dal retrogusto forte. Era nero e duro come quel cioccolato.
E non c’erano fronzoli o glasse colorate ad ammorbidire il suo sapore.
Era ruvido e sgradevole al primo morso.
Lui non faceva nulla per nascondere quello che era.
Non c’erano carte colorate o bigliettini per renderlo diverso, per essere accettato al mondo.
Lui era così.
Nero e amaro.
Come quel piccolo cuore di cioccolato.
Alzò lo sguardo incrociando gli occhi della proprietaria.
- Quello va benissimo.

***


La giornata era, fortunatamente, quasi finita.
Le lezioni gli erano sembrate più veloci del solito.
Avvolto dal suo mantello pesante il giovane mago osservava la superficie immobile del Lago Nero.
La luce del sole faceva brillare l’acqua come se fosse cosparsa da polvere di diamante. Ogni tanto si vedeva una leggera increspatura, forse causata da un pesce o da qualche altra creatura marina che dimorava in quelle acquee.
Si sentiva un fallito.
Non era una sensazione nuova per lui, si era sempre sentito inferiore agli altri, ma quel giorno la sua inadeguatezza aveva raggiunto livelli mai provati prima.
Si era già svegliato di pessimo umore con i suoi compagni di stanza che avevano impiegato più tempo del dovuto prima di scendere per la colazione.
La Sala Grande era stata addobbata con orribili cuori rosa e cherubini.
Perfino i professori sembravano stregati dall’atmosfera melensa di quella giornata infernale.
Ai tavoli c’erano coppiette innamorate che si scambiavano i regali con fiocchi e carte colorate, i biglietti d’amore cantavano ogni volta che qualcuno li apriva, gufi incantati planavano sui tavoli con pacchetti stretti nel becco o legati alle zampe.
Si era seduto lontano da tutta quell’atmosfera zuccherosa che gli aveva sempre dato il voltastomaco.
Nella sua borsa aveva infilato, nascosto da tutti, il pacchettino con all’interno il suo nero cuore.
Si era comportato come al solito, come se fosse una giornata monotona e grigia come le altre.
Ore passate sui libri, tra il profumo della pergamena e incantesimi mormorati tra i denti con le macchie d’inchiostro a decorare la punta delle dita.
Passi veloci nei corridoi per evitare di arrivare in ritardo.
Risposte date nel modo giusto, per far salire i punti della sua Casa.
Ma quello non era un giorno come gli altri, neppure per lui.
Cercava di non vedere le coppiette che di baciavano nelle ombre dei corridoi. Cercava di non notare gli occhi innamorati o i sorrisi sulle labbra. Non voleva sentire tutte le frasi d’amore che a lui non sarebbero mai state rivolte.
Cercava di non seguire con lo sguardo una strega dai capelli rossi mentre camminava mano nella mano con l’odiato nemico mentre il suo piccolo pacchetto, con il suo cuore nero e amaro, restava nascosto nella borsa.
Non aveva mai pensato di darglielo di persona.
Lei non glielo avrebbe permesso.
Aveva immaginato di lasciarlo sul suo banco a pozioni, di inviarglielo con un gufo, di farglielo recapitare tramite un’altra persona.
Ma, alla fine, era rimasto al suo posto tra il libro di Trasfigurazione animale e il manuale di Difesa Contro le Arti Oscure.
Era rimasto lì perché non poteva competere contro il bel ragazzo dagli occhi luminosi. Non poteva competere con il mago dal grande cuore colmo d’amore, dolce e premuroso. Dal grande eroe di Quidditch, dall’uomo giusto per lei. Dalla scelta facile e logica che tutti si aspettavano da una strega come Lily.
Non lui.
Con i suoi occhi di tenebra e un piccolo cuore nero.
Non lui con le sue frasi acide e l’animo ricco di rancore.
Il mago osservò il pacchetto stretto in mano. Era stato uno sciocco.
Si era illuso di potercela fare, di lasciarsi tutto alle spalle e di poter avere ancora una possibilità.
Stupido.
Strinse di più il pacchetto. La carta argentata scricchiolò sotto le sue dita nervose, i polpastrelli sporchi lasciarono delle macchie sull’involucro immacolato.
Lui sporcava tutto quello che toccava.
Non posso più fingere. Tu hai scelto la tua strada, io la mia.
Perché io dovrei essere diversa?

Perché lei era diversa. Lo era in tutto, dal modo in cui teneva la bacchetta a come accostava le marmellate la mattina sul tavolo accanto al pane tostato, al modo in cui gli faceva battere il cuore.
Lei era diversa e lui non era destinato a starle vicino.
Era un debole. Un vigliacco. Solo un’ombra in più in quel castello.
Una presenza scomoda per la bella e promettente Grinfondoro.
Una sorda rabbia si impadronì di lui.
Le dita strinsero ancora di più il pacchetto, la scatola di cartone si deformò leggermente per la pressione.
Con un urlo soffocato di rabbia lanciò il regalo nel Lago Nero. Osservò l’oggetto stagliarsi contro il cielo. La carta brillò sotto i raggi del sole di quel pomeriggio.
Entrò in acqua con un rumore ovattato, pochi spruzzi, qualche piccola onda poi le increspature sparirono in pochi secondi.
- Non mi innamorerò mai più…- giurò osservando il punto il cui il pacchetto era affondato – mai più.

***


- Mai più.
Il mago quasi sussultò colto alla sprovvista da quel pensiero mormorato ad alta voce, quasi sfuggito al suo controllo.
Era solo nel suo studio.
Solo con i suoi pensieri in un assolato pomeriggio di Febbraio.
Non era poi così diverso da allora.
Il Lago Nero risplendeva sempre.
La Sala Grande era stata addobbata con cuori e cherubini.
Nuovi studenti, nuove coppie, ma sempre le stesse cose.
Stesse frasi. Stessi gesti. Stesso amore.
Perfino la pasticceria era ancora al suo posto nonostante la guerra, nonostante tutto il dolore.
Perfino lui, in fin dei conti, non era poi così diverso dal ragazzino di un tempo.
Forse solo più stanco. Con rughe più profonde, cicatrici indelebili. Con un cuore più piccolo e nero.
Ma non più vile. Non più un’ombra minacciosa.
Aprì il primo cassetto della scrivania. Tra i soliti rotoli di pergamena, qualche merendina sequestrata agli studenti e le piume d’aquila di scorta c’era un pacchettino.
Con la stessa carta argentata, con all’interno un cuore di fondente nero amaro con il ripieno al liquore.
Neppure il suo cuore era cambiato.
Un leggero bussare lo distolse dalle sue riflessioni.
La nuova insegnante di Trasfigurazione entrò nello studio del Preside. Nel suo studio.
Non aveva i capelli rossi come Lily. Aveva setosi boccoli bruni.
Gli occhi non erano ingenui pozzi verdi, ma profondi occhi nocciola che avevano visto la guerra, induriti dalle battaglie eppure non per questo meno dolci.
Sapeva essere snervante, a volte lo irritava e voleva sempre avere l’ultima parola come quando era una studentessa petulante, ma lo faceva sentire vivo e quel piccolo cuore nero e amaro aveva ripreso a battere nel petto.
L’aveva stregato e quel giuramento fatto sulle rive del Lago Nero non aveva più motivo di esser rispettato.
E aveva deciso che non l’avrebbe vista da lontano come un oggetto da ammirare; non avrebbe fatto lo stesso errore per la seconda volta.
La professoressa, la donna adulta, non più la ragazzina che si divertiva a chiamare SoTuttoIo gli sorrise come neppure Lily aveva mai fatto.
- Volevi vedermi, Severus?
La mano accarezzò la carta argentea del regalo.
Donate il vostro cuore alla persona amata.

- FINE -


   
 
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