Sono nata nel fango, nel più oscuro ribrezzo.
Sono nata tra sabbie macchiate di sangue.
Nel profondo
oblio, ho emesso il primo respiro.
Tra melma e
ruggine il mio cuore ha incominciato a battere.
In un vortice sempre più stretto mi son trovata a
nuotare, emettendo ad ogni singolo
respiro dolore e sofferenza.
Dal mio grembo, nessuna vita usciva, solo sangue e
scorie varie, i miei occhi appannati diffondevano solo distruzione.
Nel mio cuore sin dall’inizio dei tempo accudiva un
solo sentimento, l’odio e nel profondo inverno,
dove la terra si congela , la mia
mente ha lavorato.
Ho aspettato anni
lo sciogliersi dei ghiacci, che non arrivava. Non un raggio di sole nel
cielo plumbeo e distratto. Solo la tempesta ricopriva la mia carne e ad ogni
passo i fiori mi perforavano. Or dunque
dov’è la primavera tanto acclamata? Dov’è quella “rinascita” tanto
glorificata? Nel mio freddo inverno son protetta, nessuna scure contro la mia
testa. Le catene dei miei piedi
trascinano con rumore la speranza
mia. I corpi fragili dei miei
“amati” giacciono senza alcun battito nell’ora accecante neve. Or quanto mi
erano sembrati potenti e forti, che tenerezza ora mi fan , bianchi nella coltre
di rosso vestita. Che sciocco il genere
umano, che stupidi a creder nell’amore. Il mio nudo corpo viene accarezzato dai
miei capelli. Rosso è il loro colore, rosso del color del sangue. Sulle bionde
ciocche si è intriso e oramai non va più via. È dentro me e mi appartiene.
I miei occhi guardano ancora in lungo e in largo, ma
ormai il paesaggio è sempre lo stesso, e son “ciechi” rischiarati da questa
finta cecità. Che ne è stato della me stessa del passato? Non sono mai stata me
stessa. Solo un essere privo di senno.
Un essere che si credeva donna ma era il perfetto contrario. … Costui
ero o sono io. Mi sento ancora stretta nel mio vortice, e in quell’acqua mi
sento morire e mi brucia e la tua mano mi afferra. Sei tu dunque il mio
salvatore?
Anni e anni son passati, nomi e volti sono cambiati. E mi ritrovo qui, in questo nuovo secolo che ora non mi appartiene. 21 secoli dalla mia maledizione o forse anche più. Non rimembro più i giorni dalla caduta di Atlantide, non ricordo ora il tempo passato. Ci siamo lasciati con quella promessa. Vita dopo vita non avremmo mai smesso di cercarci. Ed ora eccoti, sei tu il mio salvatore. I tuoi occhi non mi ingannano. Specchi della tua anima…. Sei tu, ma forse non lo sai ancora….