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Autore: So_So_    10/02/2011    2 recensioni
-E da quando sei un esperto in medicina tu?
Lo rimbeccò Matteo spuntato dal nulla, avvicinandosi al corpo disteso sulla panca.
-Credo che l'ultima persona che dovrebbe stare qui sia proprio tu, Matteo.
Gli rispose Giod.
-Da quando tu hai qualche diritto in più di me?
-Dal momento in cui non sono nato con scritto "sfigato" in faccia.
-Tu l'hai presa per il culo, idiota!
-Avevamo tredici anni, non sapevamo nemmeno cosa volesse dire stare assieme e abbiamo chiarito! TU l'hai presa per il culo!
-Ma chissà perchè con me è venuta a letto...mentre con te non mi risulta!
-Sai cosa ti dico? Mi fai pena. Intanto perchè non usi il termine giusto? Te la sei scopata. Andare a letto con qualcuno dà l'idea che la cosa implichi dei sentimenti solo andando ad assonanza. Mentre i tuoi sentimenti ti sono finiti dentro al culo.
Non voglio nemmeno ascoltarti, perchè mi viene da vomitare.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Annuii mestamente.

-E lui non ha nemmeno chiesto...

Si, lo aveva chiesto, mi aveva chiesto "Sicura? Così?" che era inerente al fatto che non avevamo usato nessuna precauzione.

-Si, ha chiesto...nessuno ha colpa.

-No, hai ragione...ma...puoi sempre prendere la pillola del giorno dopo no?

Scossi la testa: nelle mie condizioni, con le medicine che stavo già prendendo, non potevo assumere nemmeno un'aspirina per il mal di testa, figuriamoci la pillola. Ma questo Sara non lo sapeva.

-Andiamo a casa, devo spiegarti una cosa!

Risalimmo la strada fino a casa nostra, percorremmo la scala ed io aprii la porta.

-Ciao mamma, siamo tornate!

Mia madre si precipitò in entrata con l'aria preoccupata, ma quando vide che stavo bene si rilassò un po'.

-Dove siete state, perchè non rispondevi?

-Te l'ho detto che spegnevo il cellulare, abbiamo dormito da Clara.

-Non devi mai più fare una cosa del genere, soprattutto ora, lo sai!

-Lo so, ma se ti dico che sto bene, vuol dire che sto bene, non puoi impedirmi di vivere! E comunque non ho voglia di parlarne!

Andai in camera trascinandomi dietro Sara e mi chiusi la porta alle spalle.

-Devo parlarti.

Le dissi. Lei sembrò preoccuparsi:

-Cosa succede?

-Senti...lo so, ho sbagliato, dovevo parlartene prima, però ora non interrompermi, ascolta quello che ti dico e poi risponderò a tutte le tue domande.

Sara annuì preoccupata, ma si concentrò ad ascoltarmi:

-Allora...un po' di tempo fa ho cominciato ad avere dei problemi di salute, mi sentivo male all'improvviso, avevo allucinazioni e vomitavo continuamente; mia mamma mi ha portata a fare delle analisi ed allora è venuto fuori tutto! Hanno scoperto qual'è il problema.

Mi fermai un momento, per riprendere fiato e per trovare le parole giuste per continuare.

-Hanno scoperto che ho la leucemia.

Lo sguardo di Sara era attonito, privo di qualsiasi emozione. Guardai la mia amica a cui volevo così bene e mi si strinse il cuore al pensiero di doverle dire una cosa del genere. Non se lo meritava!

Mi fissò così ancora per qualche momento e poi si alzò stringendomi in un abbraccio dolcissimo, di quelli confortanti, mentre, lo sapevo, qualche lacrima le scendeva dalle guance. Risposi all'abbraccio e tentai di confortarla.

Sara era distesa sul letto con le lenzuola ancora intatte dato che la notte prima aveva "dormito" da Clara, con lo sguardo vacuo. Nella sua mente continuavano ad attorcigliarsi pensieri confusi, attimi bellissimi, sogni che apparivano impossibili, tuttavia ogni cosa sembrava attrarla irrefrenabilmente. La paura di stare male non era abbastanza forte per contrastare il desiderio di essere felice. Quel viso era perennamente nei suoi pensieri. Schizzava tra di essi incontrollato, di continuo, e le faceva provare una sensazione indescrivibile.

Un leggero tremito nella sua tasca; vi infilò la mano dentro per prendere il cellulare. Lei e Giada erano appena tornate a casa quella sera, dopo essere state con i loro amici al bar, al parco, in piazza, sul famoso muretto, un po' ovunque, ed era mezzanotte passata. Giada era in cucina che si sorbiva una delle scenate di sua madre per essere tornata troppo tardi senza avvertire e, da gentile ragazza che era, mi aveva risparmiato quella parte, insistendo davanti a sua madre che fosse stata tutta colpa sua.

Aperto il cellulare, vide che il messaggio era di Giacomo e già il cuore le fece una capriola in gola. Lo aprì e cominciò a leggerlo.

"Sara...credo di doverti dire tante cose. Innanzitutto ho capito solo adesso di averti fatto del male, ti giuro che mi prenderei a botte in questo istante, ripensando a quello che ti ho fatto passare per colpa della mia infantilità! Quando mi hai scritto l'anno scorso, ero stupido. Pensavo solo a farmi vedere e ti vedevo come una delle tante bambinette che ci provava, solo ora ho davvero capito cosa devi aver provato tu quando non hai ricevuto nessuna risposta, quando hai scoperto che ne avevo parlato con tutti i miei compagni di classe senza riserve, quando ti fissavo con sufficenza. Mi dispiace davvero di tutto questo: sono arrivato a credere di non meritarti, ma so benissimo che, nonostante questo sono egoista, perciò ti voglio, ti voglio tutta per me!

Scusa davvero per quello che ti ho fatto! Ora le cose sono cambiate. Sono cambiate tantissimo. Notte cucciola, cucciola mia <3

  

  
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