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Autore: Ed1505    14/01/2004    5 recensioni
Non è una fanfic romantica e quindi, per la prima volta, non è una Runami. Niente amore. Solo amicizia, fiducia, lealtà...ed il magico legame che unisce tutti i membri della straordinaria ciurma di Monkey D. Rufy.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA CIURMA TUTTA SPECIALE

 

Nella gelida notte del deserto di Alabasta, il fuoco ardeva incessantemente, vegliando il sonno della ciurma di Monkey D. Rufy. Solo una persona sedeva di fronte ad esso, fissandolo insistentemente. La vicinanza a quella fonte di calore non sembrava disturbarlo minimamente ed era profondamente assorto nei suoi pensieri.

“Ehilà! Non riesci a dormire?”

Il giovane sobbalzò, udendo la voce. Si voltò e si trovò di fronte il capitano della ciurma in persona.

“Ehi. Rufy. Che ci fai in piedi?”

“Il mio stomaco reclamava cibo così insistentemente che Zoro mi ha cacciato fuori dalla tenda a calci, per riuscire a dormire in pace.”

Ace sorrise e tornò a fissare il fuoco. Rufy gli si sedette accanto.

“E tu come mai sei qui?”

“Non dormo mai molto, io. Mi basta poco per riposarmi.”

“Sarà una caratteristica di famiglia! Neanch’io dormo un granché.”

“Con tutte le energie che sprechi ogni giorno, mi chiedo come tu faccia ad essere sempre in forma!”

“Eh eh…Sai, fratellone? Sono contento che tu faccia questo tratto di strada assieme a noi.”

“Davvero?”

“Certo. Erano tre anni che io e te non passavamo un po’ di tempo insieme. E poi ci tenevo molto che tu facessi amicizia con i membri della mia ciurma.”

“Come mai?”

“Tu sei mio fratello. Io e te siamo orfani, non abbiamo nessun’altro al mondo. Quindi tu sei il mio unico familiare. Ma da quando navigo con Zoro e gli altri, è come se anche loro fossero parte della mia famiglia. Ecco, diciamo che…sento anche loro come miei fratelli.”

Ace rimase zitto. Era particolarmente pensieroso, quella sera, e lo era stato tutto quel primo giorno di cammino nel deserto.

“Come li hai conosciuti, Rufy?”

“Chi?”

“I membri della tua ciurma.”

“Ah. Beh, Zoro era stato condannato a morte da un membro della marina cattivo. Si trattava di un’accusa ingiusta, aveva solo salvato la vita ad una bambina. Mi ha subito colpito il suo carattere forte come l’acciaio e l’ho voluto nella mia ciurma a tutti i costi. Lui non voleva, all’inizio, perché prima era un cacciatore di pirati. Ma poi io l’ho aiutato e lui mi ha seguito per sdebitarsi. Nami l’ho incontrata su un’isola che era stata presa d’assalto da Bagy il clown. Non so se conosci quel pirata…”

“Ne ho sentito parlare….”

“Ecco. Lui possedeva la carta della Grande Navigazione. Nami era lì per rubargliela. Io l’ho, involontariamente, aiutata. O meglio, lei mi ha catturato e sfruttato per ottenere la fiducia di Bagy, poi però mi ha salvato. Insieme abbiamo aiutato il villaggio a liberarsi di Bagy e poi è venuta con noi. Però lo faceva per rubarci il tesoro, perché il suo villaggio era prigioniero degli uomini pesce e per ricomprarlo doveva pagarli 100 milioni di Berry. Così ad un certo punto è scappata portandosi dietro nave e tesori. Io l’ho inseguita e poi l’ho aiutata a liberarsi degli uomini pesce e lei ha deciso di navigare con noi. Penso per riconoscenza. Usop è il figlio di Yasop, ti ricordi l’uomo della ciurma di Shanks?”

“Certo! Davvero è Usop quel figlio di cui parlava sempre?”

“Sì. Il sogno di Usop era diventare pirata come suo padre e dopo che l’ho aiutato a liberare il suo villaggio da un uomo crudele chiamato…cavolo, non mi ricordo…un tempo era un pirata, poi aveva inscenato la sua morte per sparire…Ah, ecco! Kuro!”

“Vuoi dire il famigerato capitano Kuro? E’ ancora vivo?”

“Sì. Anche se io l’ho sconfitto. Beh, quindi Usop è venuto con me perché vuole diventare pirata e incontrare suo padre. Sanji, invece, faceva il cuoco in un ristorante galleggiante, ed è stato cresciuto da un certo Zeff…Mi pare che sia famoso.”

“Se si tratta di Zeff “piedi rossi”, è famoso sì. Ed ora capisco da dove vengono i calci micidiali di quel biondino…”

“Ecco, lui. Mentre eravamo bloccati nel ristorante a causa di un danno che avevo provocato, sono stati attaccati dal capitano Creek. Io li ho aiutati e Sanji è venuto con me perché vuole trovare All Blue. Siamo sulla stessa rotta ed io volevo un buon cuoco a bordo. Poi Chopper ci ha seguiti perché vuole vivere mille avventure.”

“Capisco. Beh, di sicuro ho capito una cosa…”

“E cosa?”

“Ne hai affrontati di pirati famosi, fino ad ora!”

“Sì, credo di sì. Ma io aspetto ansioso il giorno in cui potrò sfidare un famoso pirata appartenente alla flotta del grande Barbabianca!”

Si sorrisero e si strinsero la mano.

“Non riuscirai mai a battermi, marmocchio!”

“Questa volta ti distruggerò, vedrai!”

Risero insieme, poi ricordarono un po’ i vecchi tempi, quando erano bambini e vivevano entrambi al villaggio Fusha.

Ad un certo punto, Ace fissò serio il volto di suo fratello.

“Rufy…Tu ti fidi davvero della tua ciurma?”

Il giovane “cappello di paglia” fissò il fratello, decisamente stupito.

“Beh? Perché mi fai una domanda del genere, ora?”

“Tu rispondimi. Ti fidi davvero di loro?”

“Che razza di discorsi! Certo che mi fido di loro. Affiderei ad ognuno di loro la mia vita, in qualsiasi momento.”

“Come puoi essere così sicuro della loro fedeltà? Da quello che mi hai raccontato, più o meno tutti ti seguono per interesse personale. O perché magari si sentono in debito. Non hai pensato che quando avranno realizzato i loro sogni o si saranno sdebitati, ti abbandoneranno?”

“Che vorresti dire?”

“Riflettici. Zoro ti segue perché tu l’hai salvato, giusto? Si sente in debito con te. Ebbene, in qualsiasi momento, durante una battaglia, potrebbe salvarti la vita. In quel momento non sarebbe più in debito con te e potrebbe benissimo andarsene. Nami ti segue più o meno per lo stesso motivo. Quindi anche con lei potrebbe accadere lo stesso. Usop è un pirata. Il mare è immenso, ma come ci siamo incontrati io e te, sarà possibile che tu ritrovi Shanks. Allora Usop incontrerà suo padre ed anche lui sarà libero di tornarsene a casa, o di seguire Yasop. All Blue…Nessuno sa se esiste. Ma se esistesse, e lo trovaste, Sanji non avrebbe più ragione di stare con te. E Chopper? Su questa rotta di avventure se ne vivono ogni giorno…Vedrai che farà presto a stancarsi. E quando tutto questo sarà avvenuto, quanti di loro continueranno a viaggiare con te? Probabilmente nessuno. E in quel caso, che farai? Troverai One Piece da solo? Non credo proprio…”

Ace fissò Rufy, grave. Ma non per molto. Un pugno in pieno volto lo fece cadere all’indietro. Massaggiandosi la mascella, Ace alzò lo sguardo. Rufy stava in piedi, davanti a lui, con sguardo furente, come mai prima d’allora.

“Smettila! Io mi fido di loro! Sono la mia ciurma, i miei amici! Loro sono la mia famiglia!”

“Rufy, apri gli occhi! Il mondo non è tutto rose e fiori! E non tutti sono come te! Esistono anche le persone mosse solo dai loro interessi! E anzi, tutti, a questo mondo, sono così! Tu sei un’eccezione!”

“Allora lo sono anche loro! Te l’ho detto, Ace, io mi fido dei miei amici!”

“Ma sei davvero tanto sicuro che siano tuoi amici? Prova a pensarci un attimo…Da quando ti ho incontrato, non li ho mai sentiti rivolgersi a te con una parola gentile. Li ho sentiti prenderti in giro, darti del babbeo, dell’imbecille, dello sconsiderato, del buono a nulla, dell’idiota, dell’incapace, dell’egoista…E tu questi li chiami amici? Io no, caro mio! E forse tu ora credi che io sia un bastardo alla stregua di tutti quei pirati che hai sconfitto, ma ti assicuro che sto dicendo tutto questo solo per il tuo bene!”

“Ace, basta. Non so cosa ti sia preso, ma non resterò qui ad ascoltarti mentre insulti i miei compagni. Io mi fido di loro. E questo mi basta. Forse è vero che loro non fanno altrettanto con me. Forse è vero che loro mi considerano solo un povero idiota. Forse è vero che vengono con me solo per il loro interesse e che sarebbero disposti ad abbandonarmi su una qualsiasi isola. Però a me non importa. Non importa perché per me sono importanti. Sono i miei compagni, i miei amici. E, te lo ripeto per l’ultima volta…Io mi fido di tutti loro. Ed ora scusami, ma vado a dormire.”

Così dicendo rientrò nella tenda, senza mostrare più il suo volto.

Ace guardò il fratello allontanarsi, poi si risedette di fronte al fuoco. Per tutto il giorno aveva osservato il comportamento di quella ciurma e si era chiesto cosa li legasse. Sei persone completamente diverse tra loro, con sogni e speranze più grandi di loro. Cinque ragazzi al servizio di una persona che nemmeno rispettavano…Perché? Lui voleva un gran bene al suo fratellino. Se gli fosse stato possibile, lo avrebbe preservato non solo dai rischi e i pericoli della vita per mare…ma anche dalle delusioni, dall’abbandono dei suoi amici, dal tradimento. Erano orfani, loro due. E per quanto la gente del loro villaggio li avesse aiutati, erano cresciuti da soli, appoggiandosi l’un l’altro. Essendo lui il maggiore, aveva sempre considerato suo dovere proteggere Rufy. E invece, in quel momento, era probabilmente lui il suo peggior nemico. Colui che aveva insidiato in lui il seme del dubbio, il sospetto che coloro che considerava una famiglia non fossero davvero così leali. Non gli piaceva quel ruolo. Proprio per niente.

“Forse hai esagerato…”

Ace sobbalzò, voltandosi di scatto. Zoro era dietro di lui e lo fissava con sguardo impenetrabile.

“Cosa…?”

“Mi spiace, ma ho sentito tutto il discorso. Non che fosse mia intenzione origliare…Io, per principio, cerco sempre di non impicciarmi negli affari degli altri. Ma sai com’è…parlavate a voce piuttosto alta.”

“E così hai sentito tutto. Cos’è, sei venuto qui per dirmi che mi sbaglio, che tu non abbandonerai Rufy? Balle. Se un giorno lo stare con Rufy ti risultasse scomodo, non ci penseresti due volte prima di piantarlo in asso. Così come farebbero tutti gli altri.”

“Sai Ace…io non so chi tu abbia conosciuto durante il tuo viaggiare per mare…ma di sicuro devi avere incontrato parecchia gente che ti ha tirato delle belle cantonate.”

Anche Nami era uscita dalla sua tenda e si era intromessa nel discorso. Si sedette su una roccia, praticamente di fronte ad Ace. Zoro la imitò, sedendosi lì vicino con la schiena poggiata su un’altra sporgenza.

“Sì, lo credo anch’io.”

“Vorreste davvero farmi credere che voi siete intenzionati a seguire Rufy fino alla fine? Mi sembra strano. Da quando sono con voi non vi ho mai sentiti trattarlo non dico con rispetto, ma anche solo come un vostro pari.”

“Rufy non è nostro pari. Lui è il nostro capitano.”

“E’ vero, lo consideriamo uno scemo combinaguai…ma lo seguiamo e lo rispettiamo più di chiunque altro.”

“Vi assicuro che non si direbbe.”

“Come possiamo farti capire…”

“Vedi, Ace…Io non ho vissuto un’infanzia facile. Quando avevo dieci anni, il mio villaggio fu occupato dagli uomini pesce, comandati da un certo Arlong. Lui un giorno arrivò e pretese che tutti gli abitanti lo pagassero. Io vivevo con mia madre e mia sorella adottive ed eravamo povere. A stento sopravvivevamo. Quindi non potemmo pagargli i soldi che ci chiedeva. Mia madre fu uccisa davanti ai miei occhi e io venni rapita da loro, perché sapevo disegnare cartine. Per otto anni sono stata schiava di quelle bestie. Sono diventata falsa, egoista, menefreghista. Vivevo come una macchina, incapace di provare emozioni che non fossero rabbia e disgusto verso me stessa. Fino al giorno in cui, su un’isola del mare orientale, ho incontrato un ragazzo tonto e un po’ scemo. E quel giorno la mia vita è cambiata. Ho ricominciato a provare emozioni come l’allegria, il divertimento…Per la prima volta ho pensato che forse non tutti i pirati sono terribili come quelli che uccisero mia madre. Dopo che Rufy mi ha presa nella sua ciurma, per un po’ ho dimenticato il motivo per cui viaggiavo per mare. E quando, ricordandolo, me ne sono andata portandogli via nave e tesori…lui mi ha seguita. E non l’ha fatto per la Going Merry…né per i soldi. Lui l’ha fatto per me. E’ arrivato alla mia isola e mi ha aiutata. Ha scacciato gli uomini pesce, liberando me ed il mio villaggio. Lui mi ha restituito la libertà, la gioia di vivere, il sorriso. Ecco perché lo seguo. Non perché gli sono debitrice. O perché viaggiando con lui potrò realizzare il mio sogno. Ma perché con lui mi diverto, mi sento serena. E voglio aiutarlo a diventare il re dei pirati.”

Ace fissava la ragazza, decisamente sorpreso. Zoro invece sorrideva, conoscendo già tutta la storia. Era solo un po’ stupito, perché mai avrebbe pensato di poter sentire Nami parlare così a lungo di sé stessa. Non l’aveva mai fatto nemmeno con tutti loro. Evidentemente, quando si trattava del suo capitano, faceva quello ed altro!

“Esatto. E questo non vale solo per Nami. Quando Rufy mi chiese per la prima volta di diventare un membro della sua ciurma, io ero incatenato ad un palo e non mettevo nulla sotto i denti da giorni. Mi vidi spuntare davanti un ragazzo dall’aria poco sveglia e con un sorriso da ebete stampato sul viso. E questo mi chiese di diventare un pirata. Io ero conosciuto in tutto il mare orientale come il nemico numero uno dei pirati, e lui lo sapeva bene. Eppure me lo chiese lo stesso. Più volte rifiutai. Fino a che non mi trovai in una situazione di estremo pericolo, in cui solo lui poteva aiutarmi. Allora gli dissi che se mi avesse riportato le mie spade, io l’avrei seguito. Decisamente, la mia intenzione era quella di consegnarlo alla marina non appena fossi stato in grado di farlo. Ma dopo aver combattuto al suo fianco una sola volta, mi convertii completamente. Capii che i miei ideali li avrei seguiti meglio stando con lui, piuttosto che combattendo i pirati. Ed ora io sono il suo più fedele compagno, il suo braccio destro. Io e Rufy ci siamo fatti una promessa. Io diventerò il miglior spadaccino del mondo e lui diventerà il re dei pirati. E lo faremo viaggiando insieme. Ecco perché puoi star sicuro che non lo abbandonerò.”

Ace continuava a far passare il suo sguardo dalla ragazza al ragazzo. Era molto stupito per il loro discorso e per la lealtà imprevista che stavano dimostrando a suo fratello. Ma non era ancora del tutto certo della loro sincerità.

“E comunque, a parte l’essere legati a lui da promesse o da lealtà…Il trovarsi più o meno bene in sua compagnia…Rufy è il nostro migliore amico. E noi gli vogliamo davvero un gran bene. Forse non lo diamo a vedere per come ci comportiamo di solito…ma ti assicuro che è così. Tutti noi abbiamo affidato le nostre vite nelle mani di Rufy. E siamo pronti a donargliele e a sacrificarle per lui, se servisse ad aiutarlo nel realizzare il suo sogno.”

“Giusto. E questo discorso vale per tutti noi…ma in particolar modo per me e Nami.”

“Noi siamo stati i primi a unirci a lui. E ci siamo sempre ripromessi che saremo gli ultimi a lasciarlo.”

E in quell’istante, Ace “pugno di fuoco” capì. Capì perché suo fratello, poco prima, l’aveva picchiato, per difendere quei ragazzi. Capì perché era deciso a navigare solo con loro e non con un’altra ciurma. Capì perché li considerava la sua famiglia. Perché anche loro consideravano lui nello stesso modo. Sorrise, felice.

“Sì. Vi credo. Ora ho finalmente capito. Rufy aveva ragione. Siete pochi…ma grandiosi.”

Si alzò, deciso a recarsi nella tenda. Ma si bloccò, notando tre ombre lì vicino.

Appoggiato alla tenda, qualcuno si accese una sigaretta. Seduto su un masso, qualcun altro si strofinò il lungo naso. Ai suoi piedi, una piccola ombra annuì vigorosamente.

“E’ il nostro capitano.”

“Saremo con lui.”

“Sempre.”

Ace sorrise di nuovo, soddisfatto. Guardò un’altra volta Nami e Zoro che sorridevano. Poi si tolse il cappello e s’inchinò.

“Chiedo scusa a tutti voi. Grazie, per volergli così bene e per essergli così fedeli.”

Ed entrò nella tenda, certo di non doversi più preoccupare del suo fratellino.

 

Molto tempo dopo quella sera, due o tre anni, una strana nave stava ancorata ad un’isola. Era la famosa Going Merry, la nave capitanata da Monkey D. Rufy, uno dei più temibili piratai della rotta maggiore.

L’intera ciurma stava sul ponte, disposta a cerchio, con i boccali di birra alzati verso il cielo.

“A Zoro, lo spadaccino numero uno al mondo!!”

Brindarono e bevettero a grandi sorsate. Quel giorno Roronoa Zoro aveva sconfitto Drakul Miwhak, membro della flotta dei sette e miglior spadaccino. Finalmente era lui il numero uno. Mentre tutti ridevano, contenti, il capitano assunse un’aria grave. Era diventato più adulto, ma non aveva perso l’allegria e la spensieratezza dei primi giorni di viaggio.

“Ragazzi…Ormai non c’è più niente da aggiungere. Nami…tu sei diventata la navigatrice più conosciuta di tutti i mari. Hai disegnato cartine di mari che nessun’altro aveva mai sentito nominare. Hai realizzato il tuo grande sogno. Usop, hai rincontrato tuo padre e ti ha detto che ti aspetta alla tua isola. Sei diventato un pirata famoso quanto e più di lui. Hai raggiunto i tuoi obiettivi. Sanji, abbiamo raggiunto All Blue. Hai pescato e cucinato pesci mai sentiti nominare prima. Hai memorizzato la zona, che è ora di tuo dominio. Sei famoso in tutto il mondo. Hai realizzato il tuo desiderio più grande. Chopper, sei il medico-pirata più importante di tutti i mari. Ed il più famoso. Ci sono pirati che si avvicinano a noi solo per farsi curare da te. E di avventure, quelle che volevi vivere quando sei partito con noi, ne hai ormai fin sopra le corna. Tutti voi avete realizzato i vostri sogni, i vostri desideri. Avete raggiunto i vostri obiettivi. Quindi, non avete più bisogno di venire con me. Siete liberissimi di tornare sulle vostre isole, dai vostri cari. Nami, tua sorella Nojiko ed il vecchio con la girandola ti aspettano. Usop, tu hai tuo padre, Kaya ed i tuoi tre piccoli amici, che ormai non sono più tanto piccoli, che ti attendono a braccia aperte. Sanji, Zeff non vede l’ora che tu torni, ne sono sicuro. Grazie a te il Baratie diverrà ancora più famoso. Chopper, la vecchietta si sentirà sicuramente sola senza di te. E tu, Zoro, devi andare a raccontare a una tua cara vecchia amica le tue imprese. E poi partire alla ricerca della sua sosia membro della marina. Io devo ancora raggiungere la mia meta, quindi continuerò a viaggiare finché non ci sarò riuscito. Ma voi…siete liberi.”

Tutti si guardarono l’un l’altro. Ed il ricordo di una lontana notte di tre anni prima riaffiorò nelle loro menti. Sorrisero, tutti. Poi parlò Zoro, a nome del gruppo.

“Beh, sai, veramente c’è un problema. Noi non ce ne possiamo ancora andare da questa nave.”

“Eh?”

“Eh sì. Vedi, i nostri sogni non si sono ancora realizzati del tutto.”

“Ma come…invece sì. Avete raggiunto tutti i vostri obiettivi.”

“E invece no. Perché sai, Rufy…tutti noi abbiamo un altro sogno. Quello che vogliamo assolutamente realizzare. Un sogno in comune, perché è lo stesso per tutti noi. E sai qual è?”

Rufy li guardava, disorientato. Scosse la testa. Allora fu Nami ad avvicinarglisi.

“Restare con te…fino alla fine. Il nostro sogno comune, Rufy, è aiutarti a diventare il re dei pirati. Aiutarti a trovare One Piece. Solo allora…solo quando anche tu avrai realizzato il tuo sogno…noi potremo dirci davvero soddisfatti. Non prima.”

Rufy li fissò tutti, il cuore invaso da un’immensa gioia. Quanto gli erano vicini…e quanto gli erano stati vicini in tutti quegli anni di avventure e pericoli! L’avevano sempre seguito, qualunque cosa accadesse e in qualunque posto li portasse. Mai, nessuno di loro, lo aveva abbandonato, anche solo per un attimo. Ed ora, gli sorridevano, tutti. E lì, per la prima ,volta, Monkey D. Rufy versò una lacrima di fronte ai suoi uomini. Chinò il capo, tornando poi a guardarli con un sorriso sincero.

“Ora…proprio ora, forse per la prima volta, sono sicuro delle parole che mi disse Ace l’ultima volta che lo vidi.”

Zoro e gli altri, consapevoli di quali fossero quelle parole, annuirono sorridendo.

“Capitano…”

“Siamo con te…”

“Lo siamo sempre stati…”

“E lo saremo…”

“Per sempre…”

E tutti insieme fecero un nuovo, grandioso brindisi, a tutti loro, mentre nell’aria risuonavano le parole di Ace, rivolte al fratello, tre anni prima:

“Sono pochi, sono giovani…ma sono sicuramente la migliore ciurma che un uomo possa desiderare!”

 

 

12/01/2004

Dall’autrice: subito dopo aver visto la puntata di oggi di One Piece, mi è venuta in mente questa fanfiction. Insomma, ad Ace sarà pur dovuto sembrare strano che tutti i membri della ciurma trattino suo fratello come un povero idiota! E, non conoscendo loro né ciò che li lega a Rufy, dei dubbi gli saranno pur venuti, no? La fanfic si ambienta proprio quella prima notte nel deserto di Alabasta. E vuole evidenziare, in parte il legame tra Rufy e Ace, anche se non è molto presente, e soprattutto quello tra i vari membri dell’equipaggio e Rufy. Spero di essere riuscita a rendere bene l’idea.

NOTA IMPORTANTE: L’aver omesso Bibi da questa fanfiction non dipende dalla mia natura di Runami, bensì dal fatto che lei, non essendo membro effettivo della ciurma, ben poco c’entra con la finalità della fanfiction. Quindi voglio dirlo qui una volta per tutte: io non odio Bibi. Come personaggio mi starebbe pure simpatico, soprattutto in veste di ottima amica di Nami. Basta che tenga giù le zampe da Rufy!

Con ciò ho detto tutto. Spero la fanfic sia piaciuta e, mi raccomando…Recensitemi!   -Ryuen-

  
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