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Autore: Lydia17    10/02/2011    1 recensioni
Questa è la storia di Eliana, una ragazza costretta ad affrontare una situazione strana e fuori da ogni sua aspettativa...con l'aiuto di un'estraneo, che non sarà più tale, supererà questo periodo un po' strano della sua vita.ma...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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capitolo I CAPITOLO I

Solamente ora mi rendo conto di quello che mi sta succedendo. Sicuramente è accaduto durante quella festa prima del rientro a scuola. E ora? Che cosa faccio?
-Ehi amico, stai bene?- chiede il ragazzo dietro la porta.
Come posso spiegare la mia presenza nel bagno dei maschi? La porta si apre ed io sono paralizzata dal terrore di essere scoperta nella mia situazione ma ora il ragazzo dagli occhi verdi è l’ultimo dei miei problemi. Perché mi fissa?
-Cosa ci fai qui?- mi chiede gentilmente.
-Mi sono sentita male e il bagno delle ragazze era occupato-, devo riuscire ad andare via ed evitare altre domande da parte sua.
-Bugiarda- dice, osservando quel mio maledetto tic nervoso alla mano, mi ha beccato e ora?
-Non credo di doverti alcuna spiegazione. Neanche ti conosco.
-Giusto.
-Bene, allora ciao.
-Cos’hai?- deve aver visto lo shock nei miei occhi- Per favore, dimmi cos’hai, posso… voglio aiutarti
Ora sono proprio stufa, perché uno sconosciuto mi sta così addosso?
-Senti, non voglio essere maleducata ma io non ti conosco e tu non conosci me, allora perché non ti fai gli affari tuoi e mi lasci in pace?
-Io so chi sei
Il mio cervello andava in tilt, non ho molti amici e lui non era certo tra questi.
-Beh, io no-, lo sconosciuto mi porge la mano come per presentarsi.
-Ciao, io sono Andrea-, esito ma non so per quale oscura ragione gli stringo la mano, sono sempre stata un tipo diffidente.
-Piacere, Eliana-, il ragazzo inizia a ridacchiare, la cosa m’innervosisce. È pazzo o cosa?
-Scusa, non volevo; ora ti fiderai di me? Mi vorrai raccontare ciò che ti è successo?
-Ho avuto una brutta sensazione e ho dato di stomaco, tutto qua.
-Va bene, ancora non ti fidi, è giusto, ti capisco.
-Allora mi lasci andare?
-Per adesso sì.
-Per adesso? Credi che avremo altri incontri in futuro? Non credo proprio-, gli sbatto la porta in faccia ma subito mi pento: com’è possibile che io desideri l’aiuto di un estraneo, anche se ora non lo è più? Meglio non pensarci e tornare in classe.
Il ritorno in corriera è abbastanza tranquillo e per fortuna sto per arrivare a casa. Mi sono resa conto solo oggi che Andrea viene alla mia stessa fermata e vive nel mio stesso paese, lo osservo e sempre più cresce in me un senso d’invidia che vorrei spegnere, perché lui ride e scherza con i suoi amici mentre io per la maggior parte delle volte sono sola accompagnata dalla mia solitudine. Ogni tanto mi concedevo una guardata e avvolte il suo sguardo, incrociava il mio e giuro, credo di essere arrossita almeno un paio di volte. Per fortuna sarei dovuta scendere a momenti, ma lui si avvicinò e si sedette al mio fianco.
-Ora ti fidi?
-Perché ti ostini? Non sai niente di me.
-Esatto di nuovo. Però se tu non mi vuoi parlare mi sembra chiaro che io non sappia niente di te o sbaglio?
Colpita.-Hai ragione, te lo concedo. Che cosa vuoi sapere?
-Ormai è tardi, questa è la tua fermata… ti aspetterò domani.
-Ci vediamo a scuola allora.
Ride. È veramente pazzo… -No, cos’hai capito? Domani mattina in corriera potremo parlare tranquilli, ora vai.
Ormai era tardi per chiedere spiegazioni, dovevo scendere. Qualcosa in me non vedeva l’ora che diventasse “domani mattina”.

   
 
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