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Autore: Briseide    03/01/2006    5 recensioni
Non sai mai cosa può riservarti il destino.
Non fai neanche in tempo a ribadire quanta poca fiducia riponi in lui, che quasi per un orgoglioso senso di rivalsa, ti piomba tra capo e collo, e poi sono problemi tuoi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Viktor Krum
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Let it be




Prologo.



Non sai mai cosa può riservarti il destino.
Non fai neanche in tempo a ribadire quanta poca fiducia riponi in lui, che quasi per un orgoglioso senso di rivalsa, ti piomba tra capo e collo, e poi sono problemi tuoi.
Tra capo e collo, sotto la pioggia, in un pomeriggio che doveva essere un pomeriggio qualunque, uno dei soliti.
Quella solita strada, percorsa metodicamente ogni giorno, alla stessa ora, sulla quale mai avresti immaginato di poterlo incontrare, il destino.

È così inafferrabile, il destino, e con questo ho sempre giustificato il mio scetticismo al riguardo. Fino a quando, non ho fatto la conoscenza del suo inviato speciale. Deve averne moltissimi a disposizione, per ogni persona che riesce a convertire nel giro di pochi minuti.
Io incontrai quello che aveva riservato per me.
Victor Krum.
In persona, tra capo e collo in una giornata di novembre.


A quei tempi, Hermione Granger aveva già smesso di imprecare se la mattina appena alzata doveva fare i conti con una pioggia torrenziale, si era ormai abituata ad avere le ciglia appesantite dall’acqua e i vestiti umidi.
Il camino della sua casa aveva sempre avuto un piccolo difetto, impiegava sempre una buona mezz’ora prima di mettersi al lavoro e riscaldare quel piccolo salone, così lei aveva smesso di perderci del tempo, e aveva imparato a non sentire freddo, smettendo di cercare un modo per scaldarsi.
Erano tempi quelli, in cui anche la coperta più pesante, sarebbe risultata una fredda lastra di marmo sulle sue spalle. Quasi non sentiva neanche più il bisogno di scaldarsi e allontanare da sé quel gelo. Semplicemente, aveva imparato a convivere con lui.

Dopo un po’, impari che la vita è tua fino ad un certo punto, e che per quanto tu possa cercare di darle un abbozzo di percorso, ci sarà sempre un momento in cui farà di testa sua, e tu perderai la tua, per tentare di starle dietro.
In quel pomeriggio di Novembre, avrebbe volentieri gettato per terra i suoi guanti, con un gesto di stizza, e mandato al diavolo tutto quel che la riguardava. La sua casa, che era sempre inspiegabilmente fredda, il suo lavoro, sognato ad occhi aperti per tutta la sua adolescenza, che si era rivelato banale e poco stimolante, gettandole addosso una buone dose di ripensamenti e una delusione così aspra, da lasciarle il sapore amaro dell’insoddisfazione nella bocca tutte le mattine.

E non riusciva proprio a scacciarlo, quel sapore. Non il caffè, non la fetta di dolce della sera prima, niente da fare. Neanche il burro di cacao per proteggere le sue labbra dalle offese del vento pungente dell’inverno londinese. Hermione Granger, l’eterna insoddisfatta. E non riusciva a capire dove avesse sbagliato.
Ed era anche un po’ stanca di starci a pensare, ma non aveva trovato un gran da fare in alternativa a quello.

Harry e Ron erano quasi spariti. Spariti. Erano settimane che non aveva notizie di loro, e non si era di certo prodigata a cercarli per tutto il pianeta, se erano troppo occupati per ricordarsi di altro che non fosse sulla loro scrivania. Scrivania poi, ma quale scrivania. Sempre in giro, per le strade, dietro gli angoli, a sfoggiare quella bella divisa, stirata la mattina da Molly Weasley, che inumidiva il ferro da stiro con una lacrima di commozione per ogni bottone e ognuno dei suoi figli, anziché che con l’acqua di rubinetto come avrebbe fatto chiunque.
Ginny Weasley, dispersa. O meglio, persa. Completamente persa in strani pensieri e tutta presa a cercare in ogni modo di metterli in pratica, e a fare i conti con i continui fallimenti a cui era sottoposta dagli stessi. L’orgoglio di un padre che scambiava deliberatamente la tenacia con una sciocca insistenza.

A Londra, in pianta stabile, era rimasta solo lei, Hermione. Non le era rimasto altro che il suo lavoro, la sua casa, un gatto un po’ in là con gli anni che rischiava ogni sera di morire senza neanche rendersene conto, la sua insoddisfazione, e una buona dose di ricordi, chiusi da qualche parte nella sua testa, definitivamente.
Non le piacevano molto i ricordi. Comportavano sempre un sacco di rimpianti e di rimorsi, ed erano due categorie che non riusciva proprio a sopportare.

Ora, Hermione Granger, cammina rapidamente per questa lunga strada che ormai conosce perfettamente, non potendo sapere che l’unica nozione che le manca, sta proprio per piombarle tra capo e collo. Senza che lei se lo aspetti, tra poco, forse una ventina di passi, qualcosa cambierà. Lei ancora non lo sa, ma non sarà esattamente la strada a cambiare, no, con molte probabilità, sarà la sua vita.

Lei non può saperlo, ma il destino, dietro al suo sorriso sornione, mentre aspetta comodo e curioso di osservare la scena, ecco, proprio quando mancano ormai una decina di passi, incrocia le mani e vi poggia il mento, e con un sospiro di velata ed ironica aspettativa, le augura ufficialmente e sentitamente, buona fortuna.

Augurandosi che almeno in quella, ci creda.

Fine prologo.

Note
Ok, ci risiamo. Non avrei mai immaginato che un giorno sarei finita a scrivere di loro due. Anche se più che altro, il personaggio di Victor è di necessità, la protagonista dovrebbe essere Hermione in primis. Dovrebbe. ç_ç
I capitoli non supereranno il quinto, e saranno tutti molto brevi.
Se lasciaste una recensione... no, non vi posso pagare, però ne sarei lieta. [Perfetto, con questo mi sono fregata da sola] ^^ Buon inizio anno a tutti.

  
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