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Autore: Lisey91    12/02/2011    5 recensioni
I suoi occhi si concentrarono sul viso addormentato del ragazzo, la fronte ampia, il naso un po’ largo e all’insù, le labbra sottili e scure… Rapita avvicinò il suo viso a quello di lui, sentì i loro respiri fondersi in uno e chiuse gli occhi. Le sembrò che i battiti del ragazzo accelerassero quando le loro labbra si sfiorarono timidamente. La macchina che controllava i parametri vitali di Naruto cominciò a suonare impazzita e Hinata terrorizzata si allontanò da lui, poi corse fuori dalla stanza a cercare aiuto.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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Spero che i personaggi non risultino Ooc, in tal caso mi scuso. Coppie principali SasuSaku e NaruHina, con lievi accenni di altre coppie che mi piacciono. Mi farebbe piacere sapere se vi è piaciuta o, in caso contrario, come potrei migliorare. ^^


La bolla di silenzio

 
Le palpebre le tremarono lievemente, chiaro segno che stava per svegliarsi. Spalancò gli occhi verdissimi per poi richiuderli immediatamente, infastidita dal cambiamento di luce. Il ronzio dei macchinari medici riempiva la stanza, insopportabile ai più, per lei era un suono ormai abituale, quasi di compagnia. Non era stato certo quello il rumore che l'aveva svegliata. Sbirciò speranzosa il viso del ragazzo steso nel letto, ma non vi trovò il minimo segno di cambiamento. Erano quasi 9 mesi che quel corpo non si muoveva. I danni fisici erano guariti completamente eppure lui non si svegliava. La rosa sospirò afflitta; per un attimo ci aveva sperato davvero... Un tocco leggero sulla porta la fece voltare per accogliere con un sorriso stanco la nuova venuta. -Ciao- salutò -Ciao. Ci sono novità?- domandò subito la ragazza, per poi annuire triste ma non sorpresa al diniego della medic-ninja, erano 9 mesi che Naruto era in coma. 9 mesi che Sakura passava le mattine al suo capezzale, 8 mesi che, alle 11:30 precise, Hinata veniva a darle il cambio. E ogni volta c'era sempre lo stesso scambio di battute...lo stessa identica routine... A Sakura sembrava di vivere in una bolla. Le sembrava che senza Naruto tutto si fosse fermato; tutto era immobile, immutabile… in attesa del sole. Si rese conto che mentre era persa nei suoi pensieri Hinata si era già seduta al fianco del ragazzo. Gli stringeva dolcemente un mano, carezzandogli il viso con le dita affusolate, guardandolo come fosse la cosa più speciale del mondo e intanto parlava. Hinata gli raccontava tutto quello che succedeva al villaggio, gli parlava per ore, ridendo dove lui avrebbe riso e rispondendo alle domande che lui avrebbe fatto. Sakura stava ad osservarla ogni tanto, ma mai per molto tempo. L'amore che Hinata gli dava incondizionatamente le faceva pesare quello che lei non era mai riuscita a dargli...Aveva provato ad amare Naruto, quando Sasuke se n'era andato lei ci aveva provato con tutta se stessa, e aveva anche creduto di esserci riuscita. Sapeva che non avrebbe mai dimenticato il bell’Uchiha, ma si era illusa per un breve, meraviglioso periodo di poterlo sostituire con il dolce e affidabile Naruto. Era stata la dichiarazione della Hyuga ad averle aperto gli occhi; mentre la curava, dopo aver saputo del gesto avventato che la ragazza aveva appena compiuto… le era parso tutto così dolorosamente chiaro... Hinata amava Naruto, lei no. Lei era incastrata in un amore scomodo, con l'uomo più impossibile e affascinante che conosceva. Sorrise dolcemente ripensando a lui, il motivo di ogni suo gesto e della maggioranza delle sue stupidaggini anche... Si affrettò verso casa con una nuova impazienza, sicuramente Naruto non avrebbe potuto essere in mani migliori. -Sono tornata!- urlò spalancando la porta della sua abitazione. Nessuna risposta -Sasuke?- chiamò perplessa e preoccupata liberandosi in fretta delle scarpe e lanciandosi nel corridoio, che fosse scappato di nuovo? Poi un tocco leggero sulla vita la fermò e delle labbra presero a lambirle il collo. Sakura mugugnò deliziata voltandosi verso il compagno e avvinghiandosi a lui con un sospiro di sollievo. Lo guardò negli occhi (quegli occhi meravigliosi, neri e profondi come la notte, che anche nella loro cecità apparivano magnetici come non mai) e sorrise -bentornata- sussurrò lui staccando un secondo le labbra bollenti da quelle impazienti di lei -Naruto?- chiese casualmente, ma con una ben udibile nota speranzosa nella voce. La bolla premeva dolorosamente sulle loro vite, imprigionandoli nel silenzio doloroso di una disgustosa abitudine... –Niente di nuovo purtroppo…- sospirò la rosa, poggiando la fronte sull’ampio petto del moro –Stiamo provando di tutto. L’abbiamo bombardato con tutti i mezzi a nostra disposizione senza successo! Sembra quasi…- non finì il pensiero. Il silenzio era pesante –Alcuni hanno cominciato a parlare di accanimento terapeutico e hanno chiesto di lasciarlo morire- pigolò Sakura, le lacrime le avevano nuovamente riempito gli occhi e si preparavano a cadere. Di nuovo. –Sasuke io…io non posso…non posso pensare che…lui ..lui..- il moro non disse niente. Non era mai stato bravo con le parole, si limitò a stringerla a se più forte che poteva e a cullarla fino a che il sonno non l’avesse accolta, facendole dimenticare per alcune ore il suo tormento. “Naruto, svegliati… ti prego” pensò. Si sentiva impotente, prigioniero in una bolla di dolore…

Hinata immerse le dita sottili tra le ciocche dorate del ragazzo, districandole dolcemente dai nodi. Con una delicatezza estrema passò la pezza bagnata sul viso sereno di lui, pulendolo dal sudore. Controllò la flebo e il livello di urina nella sacca e decise che avrebbe chiamato qualcuno ad occuparsene tra un'oretta. Intanto parlava. Aveva letto che alle persone in coma aiuta sentire le voci dei loro cari e sperava che la sua bastasse. –Io passavo lì sotto per caso e ho sentito l’urlo di Yoshino-sama “Shikamaru chi hai portato a casa mia?!” ha detto furiosa, e Shikamaru continuava a negare “non c’è nessuno mamma, chi vuoi che ci sia?” e puf Temari-san spunta dal cespuglio sotto la finestra tutta…beh disordinata! Mi guarda e fa “Tu non hai visto niente” hahaha- Hinata ridacchiò ripensando alla scena, era sicura che Naruto-kun si sarebbe fatto delle grasse risate sentendo quella storia, aveva sperato che… Ma lui era immobile, come sempre. Sospirò affranta -Sai spesso mi sento un'intrusa- ammise con un sospiro -Vengo qui e mi pare di costringere Sakura ad andarsene, mi pare di importi la mia presenza, di c-costringerti a...snif...a...- le lacrime avevano cominciato a scenderle copiose dalle guance e i singhiozzi spezzavano le frasi pronunciate a mezza voce -a stare con me... Solo che s-starti lontano è sing snif impossibile... Ti prego Naruto-kun svegliati... torna qui...torna dai tuoi amici…da me! Dovresti vedere come sono persi Sakura-san e Uchiha-san senza di te... Kakashi-sensei sta per diventare papà sai? Anko-sama è all’ottavo mese... e s-speravano tu potessi essere il p-padrino- si costrinse a sorridere. Naruto rimaneva innaturalmente fermo e silenzioso, lontano dal mondo, lontano da lei... Hinata si mordicchiò un labbro, cercando di riprendere il controllo di se… “Naruto-kun...vorrei… io…vorrei tanto” I suoi occhi si concentrarono sul viso addormentato del ragazzo, la fronte ampia, il naso un po’ largo e all’insù, le labbra sottili e scure… Rapita avvicinò il suo viso a quello di lui, sentì i loro respiri fondersi in uno e chiuse gli occhi. Le sembrò che i battiti del ragazzo accelerassero quando le loro labbra si sfiorarono timidamente. La macchina che controllava i parametri vitali di Naruto cominciò a suonare impazzita e Hinata terrorizzata si allontanò da lui, poi corse fuori dalla stanza a cercare aiuto. La bolla era appena scoppiata...

"AIUTO!!"  Naruto urlava, urlava di dolore. Sentiva il suo corpo bruciare, urla intorno a lui, qualcosa come un botto, poi più niente. Si svegliò sentendo Sakura che piangeva e lo chiamava disperatamente, voleva risponderle ma non ci riusciva, era come se i suoi occhi e le sue labbra fossero incollate fra loro. Era sveglio ma totalmente impossibilitato a comunicare con l’esterno -è in coma... impossibile dire quando si riprenderà. Potrebbe rimanere così per sempre...- aveva concluso Tsunade angosciata... Sakura piangeva e Sasuke aveva chiesto qualcosa, ma si stavano allontanando e lui non aveva sentito. "NONO tornate qui! Sono vivo, sono sveglio! Sakura, Sasuke, nonna Tsunade! AIUTO!" urlava, urlava ma nessuno lo sentiva...
Li ascoltava. Entravano, lo salutavano, lo sfioravano sedendosi vicino a lui e stavano zitti. Il silenzio era così opprimente che pensava d’impazzire. Gli unici suoni che lo interrompevano erano i singhiozzi acuti di Sakura e a volte le lacrime silenziose e le scuse di Sasuke sussurrate tra i denti. A volte sentiva anche Shikamaru, Sai, il maestro Kakashi e tutti gli altri e lui urlava, urlava prigioniero del suo corpo. Prigioniero in una bolla di silenzio... Poi era arrivata lei. -Sakura-chan?- Sakura si era alzata di scatto dalla sedia, smettendo di singhiozzare e asciugandosi rapidamente le lacrime che ancora le bagnavano il volto -Hinata-san! C-cosa ci fai qua?-aveva chiesto con una vocetta lievemente stridula che sapeva ancora di pianto –Uchiha-san è in missione con Kiba-kun e mi ha detto che tu sei sempre qui... Ho pensato di venire a darti il cambio...se per te va bene- aveva aggiunto subito arrossendo un poco. Era piombato un silenzio pesante, ma poco dopo aveva sentito i passi di Sakura allontanarsi dal letto, la porta aperta e richiusa e poi l'unico rumore era stato il respiro lieve di Hinata. Naruto aveva smesso di urlare. Era un mese che la bolla lo isolava dal mondo, si era rassegnato... -Buongiorno Naruto-kun, spero vivamente che le ferite non ti facciano più male- aveva detto lei, timidamente, ma senza balbettare. Era vicina, tanto. Non l'aveva sentita muoversi... -Sai oggi hanno cominciato la ricostruzione del villaggio. La guerra ormai è finita e la gente inizia di nuovo a progettare il futuro. Hanno pensato di utilizzare il cratere e...- e parlava, parlava. Dopo tanto silenzio quel fiume di parole lo investì come acqua fresca, lavando la rassegnazione che stagnava in lui. Evidentemente il fatto che lui non potesse risponderle o guardarla bastavano a far si che lei riuscisse a parlargli normalmente, senza la terribile timidezza che solitamente la bloccava. Hinata gli raccontava quello che lui voleva sapere e a volte dimenticava quasi che non stavano facendo una normale conversazione, dato che lei sembrava riuscire a intuire le sue domande mentre gli venivano in mente. Ogni volta che sentiva il suo tocco leggero sulla porta lui gioiva internamente, e ogni volta che doveva andarsene a lui almeno rimanevano le informazioni che gli aveva portato con cui impegnare le ore che lo separavano dalla prossima visita. Inizialmente era imbarazzato ogni volta che lei lo toccava, quando inizio a occuparsi anche della sua igiene poi! Prima era Sakura, aiutata da alcuni OS che si occupavano di tenerlo pulito, ora Hinata faceva tutto da sola. Gli infermieri erano stati contenti di liberarsi di un impegno e lei si era dimostrata disponibile e capace. Ogni volta che le sue dita lo sfioravano Naruto sentiva il sangue ribollirgli e le guance prendere fuoco, ma pareva che Hinata non se ne accorgesse. Cominciò a conoscerla meglio, lei gli parlava anche di se stessa, della sua famiglia, delle sue missioni, della sua vita, cosa che probabilmente se lui fosse stato sveglio non avrebbe avuto la forza di fare. Scoprì così che sua madre era di costituzione molto fragile a causa delle gravidanze e che l'ansia per il suo rapimento l'aveva uccisa. Suo padre la colpevolizzava per questo e quindi l'aveva affidata a un tutore, esiliandola in una parte della villa distante dal resto della casata principale. Lei aveva tirato avanti praticamente da sola, come lui. Scoprì che si assomigliavano, nel modo di pensare e in quello in cui credevano e pian piano la sua visione di lei cambiò. Se ne rese conto quando non venne a trovarlo per quasi una settimana e quando era tornata si era scusata, dicendo che era stata in missione con Kiba. Era stato felice di sentirla dato che gli era mancata terribilmente, dato che si era reso conto che gli era mancata terribilmente, e non solo per via delle informazioni che gli portava! Gli erano mancati il suo respiro, il suo odore, l’intonazione particolare della sua voce… E l’idea che invece Kiba aveva potuto goderne giorno e notte… si rese conto di desiderare che fosse sua. Non era come con Sakura, il modo in cui voleva Hinata era completamente diverso dal modo in cui pensava alla rosa. Desiderava parlarle e che lei fosse felice certo, ma c'era di più. Desiderava anche sentire le mani di lei sul suo corpo e poterla toccare a sua volta, sentire i loro corpi vicini... voleva averla per lui, mente e corpo. Ma quella maledetta bolla glielo impediva. La sentì piangere, implorarlo di tornare da loro (da lei) e lui urlava, urlava smanioso di accontentarla. Impotente e desideroso come non mai. Poi sentì le sue mani sul petto, i capelli di lei gli solleticarono il viso e le loro labbra si incontrarono timidamente. Sentì un ruggito di adrenalina invaderlo prepotentemente, il cuore battere all’impazzata e il respiro accelerare. La bolla era scoppiata. Era libero!

Hinata correva come un'invasata per i corridoi cercando un medico, un infermiera, chiunque andava bene! Quando vide Shizune le si fiondò davanti per poi trascinarla via praticamente di peso, lanciandole qualche spiegazione sconnessa. Raggiunsero la stanza a una velocità quasi inumana e si trovarono davanti una sorpresa... Poco dopo il bacio di Hinata, Naruto aveva aperto gli occhi. La luce per poco non lo aveva accecato e aveva richiuso subito le palpebre, sbattendole per permettere agli occhi di abituarsi alla nuova condizione. Dopo alcuni tentativi era riuscito ad alzare il busto, i muscoli gli dolevano e gli sembravano dannatamente fragili, ma almeno era seduto. Sorrise soddisfatto di se quando una voce lo fece voltare. Hinata e Shizune lo guardavano commosse e basite dalla porta -N-Naruto-kun...- balbettò Hinata con gli occhi pieni di lacrime. Lui le sorrise e lei ricambiò, rapita da quegli azzurri che tanto amava, poi con un sobbalzo tornò in se e si avviò velocemente alla finestra, si morse il pollice componendo i sigilli di evocazione ed una piccola aquila bianca apparve con uno sbuffo di fumo -avverti tutti che Naruto-kun si è svegliato- le disse aprendo il vetro. Tempo due minuti e la stanza era così gremita di gente che alcuni furono costretti a sostare nel corridoio attendendo il loro turno, tutti si contendevano il diritto di abbracciarlo per primi, di vederlo, di raccontargli le novità. Anko gli sbatté in faccia il pancione gonfio mentre Kakashi gli faceva promettere di fargli da padrino, vantandosi per altro delle sue doti di amante; Sakura gli si era buttata praticamente in braccio con le lacrime agli occhi, urlando i suoi ringraziamenti per essersi risvegliato e aver mantenuto la promessa, stringendo lui e Sasuke così forte che entrambi i ragazzi erano quasi morti per strangolamento, Ino stringeva la mano di Lee e urlava qualcosa di incomprensibile e Choji continuava a infilargli patatine in bocca ripetendo che era "sciupatello". Lui li guardava tutti felice e accettando di buon grado quelle inaspettate “coccole”, ma in realtà i suoi occhi si muovevano frenetici cercando un volto assente -Hinata se ne è andata- lo informò Shikamaru studiando le sue reazioni. Reazioni che Naruto cercò di moderare davanti al Nara, l'avrebbe rivista presto in ogni caso, pensava. Ma non fu così. I primi due giorni li passò facendo ogni sorta di controllo, e una volta attestato che era sano come un pesce gli fu concesso di andare a casa. Siccome faceva ancora fatica a muoversi lo ospitarono Sakura e Sasuke (che a sorpresa convivevano da quasi 5 mesi) e iniziò la sua riabilitazione. Il suo corpo intorpidito non rispondeva bene come prima agli ordini e Sakura iniziò una rieducazione fisica che avrebbe dovuto aiutarlo. Alimenti sani, ginnastica, massaggi, medicine; il primo mese fu così pieno che non riuscì proprio a trovare il tempo (né il modo, dato che a malapena lo lasciavano andare da solo al gabinetto) per andare a trovare Hinata. La sognava tutte le notti, i suoi pensieri erano sempre per lei. Era un'ossessione, una meravigliosa tortura psicologica... Si era quasi dimenticato che lui sarebbe dovuto essere pazzo di Sakura fino a quando Sasuke non venne a parlargli. In effetti era parecchio tempo che ci provava, entrava nella stanza del biondo deciso sul da farsi, apriva la bocca per parlargli e…in genere finivano a parlare del tempo, della guerra, di quello che avevano fatto nei 3 anni precedenti. Quel giorno però Sasuke era pronto. Si sedette vicino al biondo e per un po’ rimasero in silenzio ad ammirare il giardino nuovamente curato di villa Uchiha–Quindi tu e Sakura eh?- iniziò Naruto cogliendo il moro di sorpresa. Sasuke sobbalzò sconvolto e indeciso su cosa dire –tu…cioè non ti… scoccia?- riuscì a chiedergli alla fine, imbarazzatissimo, senza avere il coraggio di voltarsi verso di lui. Naruto lo guardò scioccato, nella sua testa le immagini di Sasuke e Sakura insieme che si staccavano velocemente quando arrivava lui, di Sasuke che la scansava, di Sakura che fingeva di dormire nella stanza degli ospiti, ebbero finalmente un senso. E scoppiò a ridere –AHAHAH tu credevi che io….AHAHA c-credevi che me la AHAHAHAH sarei p-presa? AHAHAH E-ecco perché eri così AHAHAH Frigido!- Gli faceva male la pancia dalle risate ma non riusciva a smettere, la faccia di Sasuke era un misto di imbarazzo, dignità offesa, rabbia e sollievo e più lo guardava più gli veniva da ridere! –COSA CAZZO RIDI BAKA?!?!?! ERAVAMO TERRORIZZATI DALLA TUA REAZIONE!!!- gli urlò rossissimo il moro, alzandosi di scatto, l’espressione torva. Naruto cercò di farsi serio ma non riusciva proprio a smettere di ridere, oramai rotolava dalle risate –Hey un attimo, perché non ti interessa? Io credevo che tu amassi Sakura!- esclamò Sasuke avvicinando un po’ il viso a quello dell’amico, probabilmente cercando di carpire le informazioni che voleva direttamente da quella testa quadra. Naruto smise di ridere e arrossì, preso in contro piede –P-per nessun motivo particolare. Ho rinunciato a Sakura da molto tempo oramai. Non è più lei quella che mi interessa- bofocchiò nervoso. Sasuke rimase per un po’ in silenzio, concentrato ad ascoltare il respiro e il battito cardiaco dell’amico, poi sul viso pallido si aprì un enorme, perfidissimo ghigno –Non è più lei, fa intendere che ora c’è qualcun'altra - fece notare. Naruto sobbalzò sorpreso, iniziando a inviare maledizioni mentali alla sua boccaccia larga e quell’idiota, vendetta-dipendente del suo amico, che dal canto suo ridacchiava rasserenato –Ah, il nostro piccolo volpacchiotto in calore!- lo prese in giro con un sospiro - Ti conviene muoverti ad andare a dichiararti alla tua bella Hyuga, voci dicono che gli anziani la stiano spingendo a sposarsi con un ricco dignitario del paese del fulmine- disse Sasuke, per poi avviarsi in casa, lasciando il jinchuuriki perso nelle sue riflessioni, alcune delle quali comprendevano lo sterminio di tutte le persone oltre i sessant'anni e il rapimento di Hinata.

Il giorno prescelto per andare a parlare con Hinata era il 14 febbraio, cioè il primo giorno in cui Sakura sarebbe stata troppo impegnata a vezzeggiare Sasuke per sommergerlo con le sue asfissianti attenzioni. Corse a villa Hyuga emozionato ma deciso, aveva già immaginato cosa sarebbe successo nei minimi dettagli. L'avrebbe trovata nel cortile e si sarebbe avvicinato guardandola negli occhi con sguardo affascinante, facendola arrossire, poi si sarebbero baciati e... -Dichiarare nome e motivo della visita prego- Naruto fissò con un secondo di perplessità la guardia che lo sovrastava e che aveva interrotto il suo sogno a occhi aperti -Naruto Uzumaki, devo vedere Hinata- rispose stizzito -La fujiin è molto occupata e...-  cominciò l’uomo, venendo però prontamente interrotto da una nuova voce -E potrebbe avere una crisi isterica sapendo che tu hai cacciato questo ragazzo- La guardia sobbalzò, raddrizzandosi velocemente -ma Neji-sama questo tipo...-iniziò, nel tentativo di spiegare le moltissime ragioni per cui quello strano ragazzo arancione doveva essere cacciato immediatamente. Neji alzò un sopracciglio, fissando l’uomo con una terrorizzante espressione curiosa che fece ammutolire immediatamente la guardia. Neji annuì soddisfatto, facendo segno a Naruto di seguirlo. Il biondo non se lo fece ripetere due volte, guardando incuriosito il perfetto giardino zen celato dall’alto muro esterno. Entrando nella villa vera e propria si sorprese ad ammirare i corridoi ricchi e splendidamente decorati sicuramente antichi e costosi, decisamente un altro mondo se paragonati al suo minuscolo monolocale. Il suo accompagnatore si fermò davanti una spessa porta di mogano, l’unica in stile occidentale di tutto il corridoio e bussò tre volte -Entra pure Neji-nee san- invitò la voce delicata di Hinata. Il ragazzo gli fece l'occhiolino e lo esortò a farsi avanti, mentre Naruto lo ringraziava con lo sguardo. La stanza era più lussuosa e accogliente del resto della casa, piena di libri e carte che facevano immediatamente capire a cosa era desinata, uno studio con al centro una scrivania di rara bellezza. Hinata era seduta lì, i capelli raccolti in uno chignon e decorati con farfalle argentate che sembravano quasi vere; il kimono blu scuro semplice ma decorato da milioni di fili lucenti di argento vero che lo rendevano senza dubbio costoso e ricercato. Era bellissima. Cosa poteva offrirle lui? Perché aveva scelto proprio lui? Avrebbe potuto avere chiunque... Hinata arrossì sorpresa e imbarazzata, dato che senza accorgersene Naruto aveva pensato a voce alta, deglutì facendosi forza -Io n-on voglio n-nessun altro... voglio stare con te, N-Naruto-kun- dichiarò decisa. I loro occhi si incatenarono, mentre si avvicinavano l'uno all'altra, bisognosi di un contatto. Distrattamente il biondo si domandò come aveva fatto a non notare prima quanto fosse meravigliosa. Le mani gli tremavano lievemente mentre le avvicinava a quel viso perfettamente ovale, le posò sulle guance rosse e morbide quasi con un sospiro di sollievo e piacere, Hinata chiuse gli occhi offrendogli le labbra stranamente decisa, offerta che lui colse al volo. Le labbra morbide e carnose di lei erano fatte per unirsi a quelle sode e sottili di Naruto, si modellavano perfettamente le une sulle altre, completandosi vicendevolmente come in un dipinto. I capelli setosi della ragazza si intersecarono con quelli mossi e crespi del ragazzo, fili di notte che incontrano il sole. Gli occhi di luna si persero in quelli di cielo, le mani delicate e chiare di Hinata strette tra le dita forti e callose delle mani abbronzate di Naruto. Due opposti che, semplicemente, si completavano in tutto come le perfette metta di Yin e Yang. La bolla del silenzio era scoppiata, il tempo era tornato a scorrere pigramente come al solito, accarezzando nel suo passaggio i corpi uniti di Hinata Hyuga e Naruto Uzumaki.
 

  The End

  
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