Storie originali > Noir
Segui la storia  |       
Autore: Strummer_inLove    12/02/2011    1 recensioni
Olga è una quindicenne che ama lo skateboard e la musica. Un giorno nella città in cui vive accade un fatto inspiegabile: Laure, una misteriosa bionda di cui nessuno dei ragazzi del liceo sospettava l'esistenza, muore nel sonno. Il giorno dopo il vento porta tra le mani di Olga una pagina di diario: è di Laure. E lo spettro assetato di sangue che l'ha uccisa inizia a tormentare la ragazzina che, grazie all'aiuto del "suo" Paul, riuscirà a svelare il mistero del fantasma delle rose bianche.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il sole sorse emanando un fascio di luce rossastro. La città incominciò ad animarsi, e le prime automobili poterono vedere Paul e Olga seduti su una panchina. La rossa si era addormentata, e Paul le aveva gentilmente offerto la spalla per stare più comoda, mentre lui sfidava il freddo e la stanchezza con la sua solita determinazione. Una dolce brezza la fece destare, e Olga sbadigliò e si stropicciò gli occhi, come fanno a volte i neonati. Paul si tolse le cuffie e le sorrise, ma la ragazza notò che c'era qualcosa di strano nella sua espressione: una specie di scusa, come se stesse commettendo uno sbaglio, un gesto che non fosse nella sua natura. Olga si accorse immediatamente che nascondeva qualcosa dietro la schiena: non era mai stato capace di mentire, a lei come a nessun altro. Con agilità Olga scavalcò quella massa di gentilezza e di capelli neri e prese il foglio spiegazzato. Era la pagina di diario che le aveva portato il vento, il motivo per cui erano ancora lì. I due rimasero immobili ancora un istante, come ipnotizzati da quel messaggio di morte. Olga sbirciò distratta l'orologio: erano le sette meno dieci. La ragazza alzò gli occhi davanti a sé, con l'idea di fare una battuta per tirare su il morale all'amico, ma le parole le morirono in gola. Paul si allarmò nel vedere la sua faccia, ma non la prese sul serio, come sempre. Eppure Olga la vedeva: era alle spalle di Paul, vicino a un cespuglio di rose bianche. Era Laure, ne era certa. Olga sentì l'impulso di alzarsi e camminare, e così fece, senza rivolgere più una sola parola a Paul. Andava a passo svelto perso la tangenziale, là dove c'era casa sua. All'improvviso vide che il fantasma di Laure le era di fianco, e camminava anche lui: «Non voltarti, fai finta che io non ci sia: lui non deve pensare che ci sia qualcuno con te», disse con una voce squillante e calma. Sembrava quella di una ragazzina solare e allegra, come se non fosse morta.

«Non posso tenerlo all'oscuro,» protestò Olga «mi servirà il suo aiuto...».

«Invece devi, ad ogni costo» ripeté Laure, passando attraverso una panchina «altrimenti morirete entrambi».

«Dimmi la verità, chi è stato a farti questo?» e indicò il sangue sui suoi vestiti.

Il fantasma si spazientì, evidentemente aveva poco tempo. Fissò i suoi occhi acquosi in quelli della rossa: «Ascoltami bene: Paul deve starne fuori. Lei cercherà ogni pretesto per farti cedere, ogni persona a cui tieni potrebbe servirle per indebolirti, per ricattarti. Non – Devi – Permettere – Che – Questo – Accada» disse enfatizzando le parole una a una.

Olga era terrorizzata: tutte quelle emozioni la mettevano in confusione, si sentiva persa. Laure iniziò ad indietreggiare nell'erba, già iniziava a sbiadire.

«D'accordo, non lo dirò a nessuno, promesso» trovò il coraggio di dire Olga.

«Sarà il nostro segreto» disse Laure cercando di sorridere «Vai in biblioteca e chiedi della signora Franklin: falle vedere la pagina di diario. Saprà cosa fare. Affrettati, non ti rimane molto tempo». L'apparizione svanì. Olga chiuse gli occhi per un lungo momento. Quando li riaprì il suo sguardo si posò sulla mano magra che stringeva il foglio. Con la coda dell'occhio vedeva Paul che la cercava, ma a quanto pareva non si era accorto che lei era solo a pochi metri da lui. Olga lesse ancora l'ultima parte del messaggio, e la data. 13 dicembre 2010. Fece dietrofront, mentre una fitta nebbia le copriva le spalle. 13 dicembre 2010: l'inizio della fine.

Erano circa le otto e venti quando Olga uscì di casa per andare a scuola. Si era fatta un bel bagno per rilassarsi e scacciare i brutti pensieri, ma la vista dei grossi fiocchi che cadevano giù le fece tornare la paura, oltre che il cattivo umore. La ragazzina si incamminò per il marciapiede, attenta a non scivolare, con i piedi infreddoliti nelle scarpe di tela. Arrivò in Piazza San Giovanni e imboccò il portico che si opponeva al palazzo del municipio, e che costeggiava la piazza per tutta la sua lunghezza. Una volta a metà, fu costretta ad attraversarla, per entrare nel castello medievale che ospitava la grande biblioteca. Quando si trovò davanti alla porta a vetri rifletté un attimo, scrollandosi di dosso i granelli bagnati: sua madre le aveva firmato la giustificazione per l'ingresso posticipato, aveva a disposizione ancora un'ora e mezza, poi non sarebbe più potuta entrare, e a quel punto qualcuno avrebbe potuto fare domande a cui non poteva rispondere. Devo proteggere le persone che amo, non posso destare sospetti, non devo!, pensò. Con un colpo che voleva essere il più deciso possibile, entrò nell'immenso atrio. Dietro a un tavolo di legno antico, una donna sulla cinquantina, in carne e bruna, stava timbrando le terze di copertina di una pila di libri consumati. Olga decise di chiedere a lei: «Mi scusi, vorrei parlare con la signora Franklin: sa dove la posso trovare?».

Non appena la donna sentì quel nome parve irrigidirsi, e sul suo viso apparvero la sorpresa e l'incertezza, come se fossero stati anni che nessuno le chiedeva una cosa del genere. Sembrava che stesse pensando a dove cercare la collega, quasi non la vedesse da tempo. Questi comportamenti non colsero impreparata la rossa: aveva accettato la prospettiva di assistere a situazioni stravaganti, dopotutto era incappata in una storia di fantasmi. La donna non volle aprir bocca, ma si limitò ad accennare a Olga una porticina d'ebano, in cima ad una scala a chiocciola vicino al tavolo della reception. La ragazza salì i gradini scricchiolanti, e a metà strada constatò che la donna bruna si era rimessa al lavoro, e scuoteva la testa scontenta. A Olga scappò un sorrisetto divertito, che svanì appena varcò la porticina nera. Scaffali e scaffali di tomi alti fino al soffitto coprivano le pareti di una stanza di non più di venti metri quadri, con la volta a cassettoni. Al centri c'erano un tavolino tondo da tè e una poltrona foderata di smeraldo. Seduta su di essa, con gli occhiali tra le pagine di un libretto rosso, stava una vecchina minuta e ingobbita dal chinarsi su volumi che la precedevano di mezzo secolo. Non si era accorta della presenza di Olga. Nell'istante in cui la ragazzina sbatté la porta alle sue spalle, la bibliotecaria alzò lo sguardo dalla sua lettura, e lo fissò sul viso della rossa, che inorridì: gli occhi erano iniettati di sangue, e le penetravano nell'anima, quasi avessero avuto millenni di esperienza.

«Chi ti ha mandato qui?» le chiese subito la donna.

«Laure François...» balbettò Olga «Mi ha detto di rivolgermi a lei riguardo a questo» e tirò fuori dallo zaino la pagina di diario. La signora Franklin le fece cenno di portargliela. La ragazzina le si avvicinò, e rimase ferma e composta finché la donna non ebbe finito di leggere. A quel punto la vecchina si fece ancor più seria, respirò profondamente e con un gesto garbato la invitò a sedersi per terra. Sembrava scossa, poggiò il libro che stava leggendo sul tavolino.

«Immagino che ora ti voglia qualche spiegazione?» chiese senza guardarla.

Olga annuì, l'altra si chiuse in un silenzio che durò a lungo. Da vicino, Olga si rese conto che doveva essere più vecchia di quanto aveva pensato: aveva un colorito ceroso e gli abiti di un bianco sporco, tanto che sembrava coperta di polvere. I suoi occhi si erano addolciti di una tetra malinconia, ed erano lividi di preoccupazione. I suoi capelli erano fieno. Forse anche lei è un fantasma, pensò sorridendole Olga. Come a volerle rispondere, la donna iniziò: «Vivo in questa stanza di più di cento cinquant'anni ormai, e non mi era mai capitata una richiesta di questo tipo. Ma in fondo i libri sono la mia vita: troveremo qualcosa qui che ci aiuti».

«Mi perdoni signora Franklin, ma non la seguo» si scusò Olga.

Senza fare caso a lei, il fantasma si alzò con una velocità che tradiva i suoi anni, e incominciò a cercare un titolo nelle mensole più alte: sembrava sicuro di dove andare a parare.

«Chiamami Annie, era così che mi chiamava Laure quando veniva qui» disse di punto in bianco «Quello che è successo è semplice, semplice, raro e insolito in questo paese».

Annie scese giù e si sedette sulla poltrona. In mano teneva un volume marroncino e dalle pagine gialle, probabilmente un'enciclopedia. Lo sfogliò velocemente e mostrò a Olga un'immagine sbiadita e color seppia: «Sai leggere la didascalia?» chiese «È latino».

«Silvarum Umbra Discordiae». Olga lesse correttamente: vedendo tutte quelle pagine scritte in quel modo capì finalmente l'utilità di studiare una lingua morta.

Incredula, guardò il fantasma di Annie Franklin, che fece di sì col capo. Tutto ciò che avvenne in seguito in quella stanza passò con una lentezza terrificante per Olga, che si trovò catapultata tutta in un colpo nella realtà che l'attendeva. La vecchina le regalò un osso appuntito appeso ad uno spago, spiegandole che doveva tenerlo sempre al collo: «È un dente di iena, Plinio il vecchio diceva che era capace di tenere lontani gli spiriti maligni».

Congedandosi dalla donna, Olga aveva sentito l'anima farsi pesante. Aveva paura, e ricordò le raccomandazioni che le aveva fatto quella mattina Laure. Non doveva dirlo a nessuno, e nessuno si sarebbe fatto male. Sapeva che era pericoloso, ma non poté impedire a sé stessa di pensarlo anche solo per un istante. Poi andò a scuola.

Il suo primo saluto andò a Paul.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: Strummer_inLove