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Autore: ignorance    12/02/2011    5 recensioni
« Tu…Sirius, non è che hai preso qualcosa, vero? »
Genere: Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Commenti dell'autrice: Non so come ho fatto a vivere senza di loro fino ad oggi °A° Ho miserevolmente abbandonato questo pairing e mi sono improvvisamente accorta che mi mancava come la ciliegina sulla torta. Così ho scritto al volo questa cosa poco soddisfacente, che urla FLUFF! da tutti i fronti e che non ha nessun senso D: Però, insomma, ci sono. Questa è la cosa importante. Cavolfiori, quanto mi mancava.
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e non c'è cosa più triste che io possa dire D:

***

Pensoso, stanziante seduto contro il tronco di una quercia, stava. Semplicemente, stava. Nessun obiettivo in particolare tendeva a raggiungere, se non quello di prolungare quel periodo di riflessione molto a lungo; riflessione conciliata dai grilli canterini che guardavano al vespero e alla luce aranciata che irradiava sulle sue guance riflessi e ghirigori, complicati arabeschi decisi dal caso.
Caso che, proprio in quel momento, si decise ad interrompere l’afflusso di pensieri geniali nella sua testa, piroettando un’improvvisa zona d’ombra sul suo capo e facendoli sfumare in qualche secondo.
« Ma porca Morg…Sirius! »
Con grande disappunto del pensante, dobbiamo aggiungere.
L’autore dell’ombra scura scosse il capo e arricciò le labbra in un gran sorriso, raggiungendo il tronco a grandi passi e inginocchiandosi all’altezza del “pensoso”.
« Ciaaaao, Remus » trillò, candido e simpatico come una punta di bacchetta infilata nel didietro « Cosa fai qui, solo soletto, in una bellissima giornata estiva come questa? »
Il pensoso Remus strinse le labbra in un sorriso tirato, ormai più che pensoso incazzato nero.
« Che dici? Non sono solo. Non più, almeno » malinconico, incazzato nero, pensoso Remus, che si decise a non dar man forte al fautore della sua sfumata genialità estiva.
« La solitudine è una brutta bestia » filosofeggiò Sirius, sbattendo il sedere contro l’erba fresca con un tonfo non indifferente « Perciò ho deciso di alleviare il tuo dolore venendoti a fare compagnia »
« Ma che…piacere, sapere che t’importa tanto della mia irritante solitudine. Se non fossi venuto tu, mi sarei sentito talmente depresso da cominciare a saltellare dalla gioia »
Sirius alzò gli angoli della bocca in un sorriso gongolante e avvicinò la spalla a quella di Remus.
« È a questo che servo, mio caro, depresso Remie » indicò con un gesto vago tutt’intorno, e soggiunse « Non è bellissimo? »
Le palpebre di Remus sbatterono un paio di volte.
« Ah. Bellissimo, certo » assentì, dimentico della sua rabbia, lanciando uno sguardo piuttosto preoccupato verso quella nuova versione del compagno.
Sirius allungo un braccio e glielo passò intorno alle spalle.
« Sai, delle volte mi chiedo come sia possibile che tutto questo esista. Insomma, perché noi esistiamo? » lanciò uno sguardo sognante all’orizzonte e strizzò gli occhi.
Remus lo fissò per un lunghissimo istante.
« Tu…Sirius, non è che hai preso qualcosa, vero? »
Questi lo guardò da sopra la spalla, grattandosi il mento.
« Qualcosa? »
« Droghe pesanti o roba del genere, tipo? »
Black scoppiò a ridere e gli strinse forte una spalla, riempiendo l’aria del suo latrato così poco simile ad una risata umana.
« Niente del genere » lo rassicurò quando la risata si fu spenta, lasciandogli solo un sorriso divertito sul volto « L’estate mi stimola a diventare filosofo »
Le sopracciglia di Remus scattarono verso l’alto.
« Ti ricordo che, tecnicamente, non è ancora estate » rettificò, lieto di rientrare in un campo a lui conosciuto « E, per inciso, quello che hai detto non può essere considerato come filosofia »
Sirius sventolò la mano al nulla, come a dire che poco importava.
« Chiamalo come ti pare. Anche “domande esistenziali di un canide” non suona troppo male »
Remus si strofinò gli occhi con il dorso della mano.
« Sirius Black, tu sei la persona più irrimediabilmente idiota che io conosca. E non lo dico in un eccesso di rabbia accumulata o che-so-io, sei proprio…Non trovo nemmeno le parole per descrivere appieno la tua idiozia, ti rendi conto? Di solito non perdo mai le parole… »
« …Soprattutto per insultarmi a morte e poi baciarmi »
Remus rimase con un palmo di naso. Naso che trovò incollato a quello di Sirius, mentre una bocca calda lambiva la sua lingua irrimediabilmente a corto di parole.
Con il fiato corto, Remus si trovò steso malamente sull’erba mentre Sirius si leccava le labbra, a cavalcioni sul suo stomaco. Fece per protestare, ma la risata calda di Sirius lo interruppe.
« Shh. Sono uno sporco cagnaccio, e non merito di essere su questa terra. Il numero di idiozie che dico giornalmente supera addirittura il numero delle figurine delle Cioccorane. Non sto mai zitto e non mi accontento mai di niente. Non ti ascolto mai e faccio sempre quello che voglio. »
Remus fece per sollevarsi, ma una mano di Sirius lo tirò nuovamente a terra.
« Ehi, ehi. Non ho ancora finito. Non studio, ma se lo facessi potrei essere addirittura uno studente brillante. Mi faccio beccare sempre in casini inverosimili e tutte le volte che insulto Snivellus io e James ci cacciamo in guai pazzeschi, da cui tu ci tiri puntualmente fuori senza mai sgridarci quanto dovresti. Se passassi meno tempo sulla scopa potrei diventare un bravo ragazzo, invece dello scapestrato senza cervello e giudizio che sono. »
Remus fece nuovamente per alzarsi, ma Sirius lo tirò giù di nuovo, stavolta seguendolo e facendo aderire i loro corpi; portò le labbra al suo orecchio e continuò sussurrando:
« Sono un imbecille, con meno materia cerebrale del Cappello Parlante. Cerco di fare il simpaticone, ma in realtà il Barone Sanguinario è più bravo a raccontare barzellette di me -e questo è tutto dire! Quel fantasma non ha assolutamente senso dell’umorismo. A volte la McGonagall è meno fredda di me, e, come se non bastasse, la mia risata è terribilmente irritante. »
Remus gli lanciò uno sguardo divertito e gli posò un bacio leggero sull’angolo della bocca.
« Bastava? » ridacchiò Sirius nel suo orecchio, scostandogli una ciocca di capelli dalla guancia con il naso « Perché di insulti nel repertorio ne ho anche altri meno raffinati »
Remus gli prese la testa fra le mani e lo guardò negli occhi, all’improvviso terribilmente serio.
« Adesso la smetti di ciarlare? » bisbigliò « Cercavo di capire perchè la tua risata –lo ammetto- terribilmente irritante mi piaccia così tanto, e tu non fai altro che distrarmi! »
Sirius sbatté le palpebre un paio di volte, ma rimase in silenzio.
Un grillo cantò.
« Aha! Forse ho capito! » esclamò Remus, arrossendo lievemente quando Sirius gli lanciò uno sguardo attento da sotto le ciglia « È solo che io ti… »
Calò il silenzio.
« Tu mi…? » incalzò Black.
Remus fece spallucce, cercando di nascondere l’imbarazzo.
« Io ti…odio. Ecco, giusto. Io ti odio, Sirius. Ti odio così tanto che ho sviluppato una sorta di attaccamento alla tua risata e adesso, quando la sento, non posso fare a meno di adorarla »
Sirius non fece caso al ragionamento che non stava in piedi nemmeno con le stampelle, ma sorrise semplicemente.
« In questo caso » gli leccò un angolo delle labbra, riuscendo a sembrare incredibilmente serio, senza smettere di sorridere « Ti odio tanto anche io. »

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L'ardua sentenza ai posteri, com'è usuale. E grazie anche a chi leggerà soltanto, tanto ammmore!
   
 
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