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Autore: jacoberenesmee    13/02/2011    9 recensioni
E' inverno e a Forks c'è la neve.
La neve porta felicità negli animi dei bambini, ma ce n'è uno, anzi Una, che non prova più quel sentimento.
Renesmee ha un comportamento strano che turba Rosalie e dopo Edward e Bella.
Che sarà successo?Quanto c'entra Jacob Black in tutta questa storia?
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
- Questa storia fa parte della serie 'Loss'
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Everything

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Ascoltavo assorta la melodia che Edward suonava per me al pianoforte, seguendo ogni movimento delle sue meravigliose mani, quando Rosalie entrò dalla porta, visibilmente turbata.

«Rose, è successo qualcosa?» mi affrettai a chiedere.

«Renesmee?» continuai.

Edward aveva smesso di suonare e se ne stava lì impalato con un’espressione indecifrabile sul viso.

Mi spostai vicino a Rosalie, in modo da averla di fronte a me.

Dopo un istante di silenzio si decise a parlare.

«Stavamo facendo un pupazzo di neve. Improvvisamente mi ha detto di andare perché doveva fare una cosa con lui, da soli». La voce di velluto di Rosalie tremò un po’.

«Con chi? Chi c’era?» chiesi, in preda all’ansia.

«È questo il punto…» tergiversò.

«Bella, io non volevo lasciarla sola, davvero. Ho perlustrato tutto il perimetro cercando una scia, un qualcosa che dimostrasse che c’era qualcuno oltre noi due. Ma…»

«Nessuno. Non c’era nessuno» concluse Edward.

«E dov’è Renesmee ora?»

«Ancora fuori. Quando le ho detto che eravamo sole è scoppiata quasi a piangere e ha ribadito che non potevo capire» Rosalie, preoccupata, si ravviò i capelli.

Edward ed io ci scambiammo un breve sguardo pieno d’ansia.

«Andiamo»

E in una frazione di secondo eravamo già sulle sue tracce.

Continuavo a farmi mille domande sul suo strano comportamento.

Renesmee era sempre stata una bambina razionale e matura.

Inoltre era raro che disdegnasse la compagnia di Rosalie.

Mi concentrai sul suo profumo e la intercettai subito.

Aumentai la velocità.

 

Non appena la vedemmo ci bloccammo, impietriti.

Era seduta su una roccia, con i piedi penzoloni e le manine strette a pugno. I lunghi boccoli bronzei vibravano a causa del venticello freddo che attraversava il piccolo spiazzo.

L’ampio vestito di velluto la faceva sembrare una principessa ottocentesca.

Al suo fianco il pupazzo di neve, naturalmente un enorme lupo.

«Vieni qua, Jacob!» la sua voce melodiosa era incrinata, come se stesse per piangere.

Nel sentire il nome del mio amico, un groppo mi si formò in gola.

Il mio sole si era spento. Jake non c’era più.

Una mattina, mentre veniva a casa nostra, due nomadi l’avevano colto di sorpresa.

Non avevamo potuto far nulla; gli avevano spezzato il collo.

Ricordo ancora il pianto acuto di Renesmee, quando aveva sentito l’ululare straziato del suo lupo.

E nonostante fossi un vampiro, ormai, quello era uno dei pochi ricordi nitidi che mi restavano di quel giorno.

Frammenti di ricordi.

Il cervello in fiamme. Rabbia. Dolore. Vendetta.

Due corpi bruciati.

Il battito spezzato e irregolare del cuore Renesmee.

Non aveva parlato più di lui.

Sembrava che l’avesse dimenticato, ma naturalmente sapevamo che non era così.

Nessuno di noi l’aveva dimenticato, eppure era trascorso più di un anno.

«Non l’ha dimenticato» ammisi, sconfitta.

Edward annuì, tormentato.

Ci avvicinammo a Renesmee.

Quando si accorse di noi, la piccola assunse la tipica espressione di chi era stata colta con le mani nel sacco.

 

«Con chi stavi parlando, piccola?» le chiesi, cercando di non mostrare l’angoscia che mi divorava.

«Io..» Abbassò gli occhi luminosi.

«Non avere vergogna, Nessie. Sai che quello che credi non succederebbe mai» la incitò Edward.

«Io stavo… parlando con… con Jacob» cercò invano di non mostrare il tremolio della sua voce, stringendo le labbra rosse.

«Ma qui non c’è nessuno, tesoro» le feci notare con dolcezza sfiorandole il viso con le dita.

«No. Non è vero! Jake mi ha detto che è sempre con me, anche quando non lo percepisco» la sua abilità nel parlare ancora mi stupiva.

«E poi, se penso che è qui con me… fa meno male qui» e con una manina delicata si sfiorò il petto, proprio sopra il cuore. Una goccia di cristallo traboccò dagli occhioni color cioccolato.

«Non guardatemi così. Io vi voglio bene e non voglio che vi preoccupiate per me. Ma è inutile che cancellate ogni cosa che riguarda lui.

E che la notte riempite il mio lettino di coperte.

Mi manca lo stesso il calore del mio Jacob. E il suo profumo. E la sua voce.» Concluse singhiozzando. Gli occhi colmi di puro dolore.

Dio. Era solo una bambina. Come poteva capire tutto quello che le succedeva intorno? Come poteva soffrire così tanto?

La abbracciammo.

«Dov’è?» Chiesi.

«Sempre con me» rispose aprendosi in un sorriso, capendo al volo a chi mi riferivo.

«Oh quindi.. Ciao Jake! Ehi stai trattando bene la mia Nessie??» chiesi stando al suo gioco.

Renesmee si tirò un po’ su e disse, seria «Jacob, lo sai che papà si arrabbia se dici parolacce davanti a me!» le mani sui fianchi.

«Che ha detto?» le chiesi, improvvisandomi preoccupata.

«Ha detto: Cazzo, Bella. Hai qualche dubbio?!» sibilò Edward, fingendo rabbia.

«Okay, ho capito! È meglio se andiamo via e vi lasciamo un po’ da soli» dissi ad alta voce.

«Prima che comincino a litigare» sussurrai,  ammiccando, all’orecchio della mia piccola.

Mi sorrise.

Ci fece un cenno con la piccola manina.

Io e Edward c’incamminammo lentamente verso la foresta.

«Mamma, papà» chiamò.

Ci voltammo verso di lei. Tremava.

«Non basterebbe neanche tutto il tempo del mondo per farmi dimenticare il mio Jacob. Lui era la parte più importante del mio cuore. Lui… Lui era tutto»

Quella parola riportò alla memoria ricordi che volevo dimenticare.

La sua tomba. La piccola scritta che era incisa vicino al suo nome: Tutto.

Opera di Renesmee.

Il mio corpo non mi permetteva di piangere.

Ma quello che sentivo nel cuore era di gran lunga peggiore di alcune lacrime.

Io sapevo che aveva ragione.

Sapevo che quando non sarebbe più riuscita ad immaginare il suo Jacob avrebbe trovato il modo per ritornare da lui.

E sapevo che non potevamo farci nulla.

Potevamo solo aspettare che arrivasse la fine, l’unico modo per far guarire il suo piccolo cuore distrutto.

 

 

 

 

Ciao!!

Eccomi con un’altra one-shot su Renesmee (e Jacob)!

Inizialmente l’avevo scritta per il concorso “Un vampiro immaginario” ma non ho avuto risposta dall’utente che ha indetto il concorso così.. eccomi qui!=D

Scritta, come ben vedete, in un momento triste!

Uccidere Jacob è stato orribile ma necessario per lo svolgimento della storia!!!(mi piace pensare che non abbia sofferto!ù_ù)

Ma è stato molto brutto anche descrivere la sofferenza si Renesmee. Odio immaginare  dei bambini che soffrono!

Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate!!^___^

Baci

jacoberenesmee

 

 

 

 

   
 
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