Titolo: More
than a feeling
Autrice: Vilandra
Beta: Tommykaine
Fandom: Twilight
Genere: comico, demenziale, PARODIA
Rating: per tutti; massimo massimo un PG13 stiracchiato.
Avvertimenti: estrema idiozia
Trama: “Chi ha due pollici e se ne
frega? Bob Kelso(indicando se stesso)” citazione
tratta dal fantastico telefilm “Scrubs”, che ha avuto
il merito di ispirare questa shottina, oltre che di
farmi scompisciare dalle risate.
Note della storia: scritta per la 5fandom_challange,
categoria ‘libri’ (10).
Note dell’autrice: premettendo che ho letto i
libri, quindi SO di cosa parla questa saga... a tutti gli/le AMANTI di Edward e
Bella – sì, dico a voi che quando intravedete Pattinson
nel film pensate: ‘mamma, quanto è figo!’: SE
LEGGETE questa storia lo fate a vostro RISCHIO e PERICOLO.
Ad ogni modo, auguro a tutti una BUONA LETTURA!^^
P.S. il titolo è tratto dalla colonna sonora dello spot di “Scrubs”, “More than a feeling”
dei Boston.
Se avesse saputo cosa l’aspettava,
non sarebbe mai tornato a casa così presto.
Questo pensava Emmett, in
piedi al centro della camera da letto di Edward, con le braccia incrociate sul
petto, mentre osservava contrariato suo fratello sospirare come una ragazzina
innamorata.
-
Emmett
non capisci… come faccio a spiegartelo? Bella è la
gioia della mia vita! L’unico spiraglio in questa mia esistenza dannata! –
disse il ragazzo con tono appassionato, guardando Emmett,
il quale si limitò a sbuffare con evidente scetticismo.
Non
c’è bisogno di fare tante storie, perché non me ne frega niente se è una santa
o che cosa – pensò insofferente. Lui era entrato solo
per cercare Alice!
-
Sì, Emmett,
una santa – continuò quello, captando solo quello che gli faceva comodo. Volse
lo sguardo fuori dalla finestra, sospirando ancora.
Forse
è davvero una femminuccia –
Emmett si lasciò sfuggire quel pensiero, ma
fortunatamente Edward era troppo preso dai suoi drammi personali per perder
tempo a leggere nella mente del proprio fratello.
-
Bella mi ha portato speranza e adesso
vuole che io la trasformi! Vuole diventare un mostro, come noi! – esclamò
affranto, coprendosi il viso.
Parla
per te! – ringhiò nella propria mente il massiccio vampiro,
desiderando di poter tornare mortale solo per poter vomitare. Cominciava ad
averne più che abbastanza di quella situazione.
-
Io cerco di resistere, ma è così difficile! Bella è tutto ciò che un
uomo possa sognare: è intelligente, spiritosa e... oh Emmett,
mi sento un verme anche solo a pensarlo… -
Ma
non mi dire – pensò fra sé e sé, sprezzante. Ormai
sapeva che con Edward non c’era bisogno di parlare.
Infatti lo vide annuire mestamente e alzare gli occhi al cielo, quasi a chiedere
perdono , e Emmett ne approfittò per appropinquarsi
alla porta. Rapidamente, come solo un vampiro poteva, si precipitò fuori dalla
stanza e giù per le scale; purtroppo aveva anche un super-udito e non poté
evitare di sentire anche questo:
-
Credo che sia la donna più bella e
affascinante che io abbia mai visto! Sapessi come è difficile resistere alla tentazione… ma non posso, non posso! Lei è così pura e innocente e io—non posso! –
Finalmente
libero – pensò Emmett, entrando
in cucina. Non l’avesse mai fatto.
-
Se fosse un uomo vero a quest’ora
staremmo trombando come ricci! – stava blaterando una Bella a dir poco fuori di sé
all’indirizzo di Alice. La vampira – che aveva previsto il suo arrivo e non
aspettava altro - approfittò di quell’attimo di esitazione causato dall’entrata
di Emmett per svignarsela sibilando un era ora! che udì solo lui.
Il vampiro
stava per seguire le orme della sorella, ma Bella si parò davanti alla porta,
bloccandola con il suo corpo.
-
Ho ragione, Emmett?
– chiese con occhi da invasata. Prima che il vampiro potesse rispondere (ma non
ne aveva alcuna intenzione) o potesse spostarla di peso (che era quello che
stava per fare), Bella riprese a parlare.
-
Certo che ho ragione! Io ho diciassette
anni e lui è un uomo, dovrebbe avere certi impulsi alle stelle! E invece niente, quel-quel gay! –
Pura
e innocente, eh? – pensò Emmett sardonico,
riflettendo sul fatto che il suo fratellino non aveva capito niente.
-
E dire che quando sto con Jacob mi sento
talmente in colpa… - mugolò afflitta, cambiando
repentinamente soggetto e tono.
È
una psicopatica – pensò il vampiro, allontanandosi un po’
dalla ragazza, che adesso aveva iniziato a misurare la stanza a grandi passi.
-
Jacob mi fa stare bene perché è così innamorato di me—e
mi piace questa sensazione! Anche se so già che non lascerei mai Edward per lui… credi che questo faccia di me una ragazza crudele, Emmett? – inquisì, molto seriamente.
Veramente
io userei un’altra parola… –
pensò, per niente incline alla compassione. Poi, vedendola in silenziosa
attesa, borbottò qualcosa di inintelligibile; parve bastare.
-
È che Jacob è davvero simpatico! Mi è
stato vicino e ha ascoltato i miei sfoghi; nessun altro l’ha fatto! – esclamò
la Bella, suonando molto offesa.
Chissà
come mai, eh?
-
E poi Jacob almeno ci prova a mettermi le mani addosso! A volte è difficile fermarlo—e
fermarmi. Sì, Emmett, perché anch’io ho delle
necessità! –dichiarò fieramente. Poi, con un altro
repentino cambio d’umore, assunse un’aria sognante.
-
Oh, sì, a volte è terribilmente
difficile trattenermi dal baciarlo, dal passare le mani fra quei capelli setosi… e quei pettorali? I licantropi vanno sempre in giro
mezzo-nudi, una sinfonia di testosterone! – Bella ormai sembrava completamente
persa e aveva le guance in fiamme.
Emmett
pensò che quello fosse il momento giusto per scappare--anche se finalmente la
ragazza era passata ad argomenti più interessanti; aveva notato anche lui la
tendenza di quei cani ad andare in
giro con addosso soltanto qualche straccetto, generalmente ridotto a brandelli.
Un tempo non avrebbe fatto caso a certi particolari,
ma ultimamente Rosalie era più insopportabile del solito, anche se non aveva
voluto spiegargli il perché del suo nervosismo - né del suo ingiustificato odio
per la fidanzata di Edward. Anche a
letto ormai era tutta un: “non mettere le mani là”; “non stringere troppo”; “mi
stai tirando i capelli, idiota!” Emmett ne aveva le
palle piene – in tutti i sensi.
Bella, naturalmente, non si era accorta del leggero calo di interesse del suo
ascoltatore ed era andata avanti con il suo sproloquio.
-
… quella pelle di damasco e i capezzoli?
Piccoli bottoncini scuri, che ti fanno venire voglia di pizzicarli, morderli, mangiarli! –
E la ragazza non c’andava neanche giù leggera!
-
Quelle gambe, sembrano due colonne! E
quel culo… mmmh. –
Il rumore della porta che sbatteva la riportò di
colpo alla realtà: di Emmett non c’era più traccia.
Ovviamente il nostro Emmett
aveva di meglio da fare che ascoltare gli vaneggiamenti di una ragazzina
infoiata e affetta da evidenti disturbi della personalità…
come ad esempio andare a cercare un certo lupo.
Eccolo
lì –
pensò il vampiro, avvistando la sua preda appoggiata al tronco di un albero,
non troppo lontano dalla loro casa. E… o-oh!
Il giovane licantropo doveva essersi appena
ritrasformato – probabilmente stava andando a cercare la sua bella - ed era ancora completamente
nudo.
Oh
sì, proprio come damasco – pensò il vampiro, squadrandolo
da capo a piedi con i suoi occhi sensibilissimi, senza farsi troppi scrupoli;
al diavolo l’animosità centenaria fra le loro razze: Emmett
in quel momento si sentiva molto lupo.
Jacob non sembrava essersi ancora accorto della
presenza dell’altro – che per pura fortuna si era ritrovato sottovento – e in
più gli dava le spalle. Ma il ragazzo segnò il suo destino nel momento in cui
si chinò per prendere i pantaloni legati alla caviglia, mettendo in bella
mostra quel famoso fondoschiena che si ritrovava—e
anche qualcos’altro.
Emmett
emise un ringhio dal profondo della gola. Come aveva detto Bella…?
Anch’io ho dei bisogni.
-
Ciao, Jacob. -