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Autore: Vilandra    13/02/2011    1 recensioni
“Chi ha due pollici e se ne frega? Bob Kelso(indicando se stesso)” citazione tratta dal fantastico telefilm “Scrubs”, che ha avuto il merito di ispirare questa shottina, oltre che di farmi scompisciare dalle risate.
Un'innocua parodia che vede un insopettabile eroe protagonista: Emmett!
Genere: Demenziale, Generale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Emmett Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Titolo: More than a feeling

Autrice: Vilandra

Beta: Tommykaine

Fandom: Twilight

Genere: comico, demenziale, PARODIA

Rating:  per tutti; massimo massimo un PG13 stiracchiato.

Avvertimenti: estrema idiozia

Trama: “Chi ha due pollici e se ne frega? Bob Kelso(indicando se stesso)” citazione tratta dal fantastico telefilm “Scrubs”, che ha avuto il merito di ispirare questa shottina, oltre che di farmi scompisciare dalle risate.

Note della storia: scritta per la 5fandom_challange, categoria ‘libri’ (10).

Note dell’autrice: premettendo che ho letto i libri, quindi SO di cosa parla questa saga... a tutti gli/le AMANTI di Edward e Bella – sì, dico a voi che quando intravedete Pattinson nel film pensate: ‘mamma, quanto è figo!’: SE LEGGETE questa storia lo fate a vostro RISCHIO e PERICOLO.
Ad ogni modo, auguro a tutti una BUONA LETTURA!^^

P.S. il titolo è tratto dalla colonna sonora dello spot di “Scrubs”, “More than a feeling” dei Boston.

 

Se avesse saputo cosa l’aspettava, non sarebbe mai tornato a casa così presto.

Questo pensava Emmett, in piedi al centro della camera da letto di Edward, con le braccia incrociate sul petto, mentre osservava contrariato suo fratello sospirare come una ragazzina innamorata.

-          Emmett non capisci… come faccio a spiegartelo? Bella è la gioia della mia vita! L’unico spiraglio in questa mia esistenza dannata! – disse il ragazzo con tono appassionato, guardando Emmett, il quale si limitò a sbuffare con evidente scetticismo.

Non c’è bisogno di fare tante storie, perché non me ne frega niente se è una santa o che cosa – pensò insofferente. Lui era entrato solo per cercare Alice!

-          Sì, Emmett, una santa – continuò quello, captando solo quello che gli faceva comodo. Volse lo sguardo fuori dalla finestra, sospirando ancora.

Forse è davvero una femminuccia  Emmett si lasciò sfuggire quel pensiero, ma fortunatamente Edward era troppo preso dai suoi drammi personali per perder tempo a leggere nella mente del proprio fratello.

-          Bella mi ha portato speranza e adesso vuole che io la trasformi! Vuole diventare un mostro, come noi! – esclamò affranto, coprendosi il viso.

Parla per te! – ringhiò nella propria mente il massiccio vampiro, desiderando di poter tornare mortale solo per poter vomitare. Cominciava ad averne più che abbastanza di quella situazione.

-          Io cerco di resistere, ma è così difficile! Bella è tutto ciò che un uomo possa sognare: è intelligente, spiritosa e... oh Emmett, mi sento un verme anche solo a pensarlo… -

Ma non mi dire – pensò fra sé e sé, sprezzante. Ormai sapeva che con Edward non c’era bisogno di parlare.

Infatti lo vide annuire mestamente e  alzare gli occhi al cielo, quasi a chiedere perdono , e Emmett ne approfittò per appropinquarsi alla porta. Rapidamente, come solo un vampiro poteva, si precipitò fuori dalla stanza e giù per le scale; purtroppo aveva anche un super-udito e non poté evitare di sentire anche questo:

-          Credo che sia la donna più bella e affascinante che io abbia mai visto! Sapessi come è difficile resistere alla tentazione… ma non posso, non posso! Lei è così pura e innocente e io—non posso! –

 

 

Finalmente libero – pensò Emmett, entrando in cucina. Non l’avesse mai fatto.

-          Se fosse un uomo vero a quest’ora staremmo trombando come ricci! – stava blaterando una Bella a dir poco fuori di sé all’indirizzo di Alice. La vampira – che aveva previsto il suo arrivo e non aspettava altro - approfittò di quell’attimo di esitazione causato dall’entrata di Emmett per svignarsela sibilando un era ora! che udì solo lui.

 Il vampiro stava per seguire le orme della sorella, ma Bella si parò davanti alla porta, bloccandola con il suo corpo.

-          Ho ragione, Emmett? – chiese con occhi da invasata. Prima che il vampiro potesse rispondere (ma non ne aveva alcuna intenzione) o potesse spostarla di peso (che era quello che stava per fare), Bella riprese a parlare.

-          Certo che ho ragione! Io ho diciassette anni e lui è un uomo, dovrebbe avere certi impulsi alle stelle! E invece niente, quel-quel gay! –

Pura e innocente, eh? – pensò Emmett sardonico, riflettendo sul fatto che il suo fratellino non aveva capito niente.

-          E dire che quando sto con Jacob mi sento talmente in colpa… - mugolò afflitta, cambiando repentinamente soggetto e tono.

È una psicopatica – pensò il vampiro, allontanandosi un po’ dalla ragazza, che adesso aveva iniziato a misurare la stanza a grandi passi.

-          Jacob mi fa stare bene perché è così innamorato di me—e mi piace questa sensazione! Anche se so già che non lascerei mai Edward per lui… credi che questo faccia di me una ragazza crudele, Emmett? – inquisì, molto seriamente.

Veramente io userei un’altra parola… – pensò, per niente incline alla compassione. Poi, vedendola in silenziosa attesa, borbottò qualcosa di inintelligibile; parve bastare.

-          È che Jacob è davvero simpatico! Mi è stato vicino e ha ascoltato i miei sfoghi; nessun altro l’ha fatto! – esclamò la Bella, suonando molto offesa.

Chissà come mai, eh?

-          E poi Jacob almeno ci prova a mettermi le mani addosso!  A volte è difficile fermarlo—e fermarmi. Sì, Emmett, perché anch’io ho delle necessità! –dichiarò fieramente. Poi, con un altro repentino cambio d’umore, assunse un’aria sognante.

-          Oh, sì, a volte è terribilmente difficile trattenermi dal baciarlo, dal passare le mani fra quei capelli setosi… e quei pettorali? I licantropi vanno sempre in giro mezzo-nudi, una sinfonia di testosterone! – Bella ormai sembrava completamente persa e aveva le guance in fiamme.

Emmett pensò che quello fosse il momento giusto per scappare--anche se finalmente la ragazza era passata ad argomenti più interessanti; aveva notato anche lui la tendenza di quei cani ad andare in giro con addosso soltanto qualche straccetto, generalmente ridotto a brandelli.

Un tempo non avrebbe fatto caso a certi particolari, ma ultimamente Rosalie era più insopportabile del solito, anche se non aveva voluto spiegargli il perché del suo nervosismo - né del suo ingiustificato odio per la fidanzata di Edward.  Anche a letto ormai era tutta un: “non mettere le mani là”; “non stringere troppo”; “mi stai tirando i capelli, idiota!” Emmett ne aveva le palle piene – in tutti i sensi.

Bella, naturalmente, non si era accorta del leggero calo di interesse del suo ascoltatore ed era andata avanti con il suo sproloquio.

-          … quella pelle di damasco e i capezzoli? Piccoli bottoncini scuri, che ti fanno venire voglia di pizzicarli, morderli, mangiarli! –

E la ragazza non c’andava neanche giù leggera!

-          Quelle gambe, sembrano due colonne! E quel culo… mmmh. –

Il rumore della porta che sbatteva la riportò di colpo alla realtà: di Emmett non c’era più traccia.

 

Ovviamente il nostro Emmett aveva di meglio da fare che ascoltare gli vaneggiamenti di una ragazzina infoiata e affetta da evidenti disturbi della personalità… come ad esempio andare a cercare un certo lupo.

Eccolo lì – pensò il vampiro, avvistando la sua preda appoggiata al tronco di un albero, non troppo lontano dalla loro casa. E… o-oh!

Il giovane licantropo doveva essersi appena ritrasformato – probabilmente stava andando a cercare la sua bella - ed era ancora completamente nudo.

Oh sì, proprio come damasco – pensò il vampiro, squadrandolo da capo a piedi con i suoi occhi sensibilissimi, senza farsi troppi scrupoli; al diavolo l’animosità centenaria fra le loro razze: Emmett in quel momento si sentiva molto lupo.

Jacob non sembrava essersi ancora accorto della presenza dell’altro – che per pura fortuna si era ritrovato sottovento – e in più gli dava le spalle. Ma il ragazzo segnò il suo destino nel momento in cui si chinò per prendere i pantaloni legati alla caviglia, mettendo in bella mostra quel famoso fondoschiena che si ritrovava—e anche qualcos’altro.

Emmett emise un ringhio dal profondo della gola. Come aveva detto Bella…? Anch’io ho dei bisogni.

-          Ciao, Jacob. -

 



 

 

 

 

 

 

 

  
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