Sunflowers
- Un
angelo azzurro- disse al bancone.
Voleva
ubriacarsi, voleva perdere il senno, voleva farneticare.
Era
stanca di tutto: la madre che non faceva altro che ripeterle di averla delusa,
il padre che scaricava le sue frustrazioni su di lei, il fratello
menefreghista.
E
lei, allora, voleva perdersi nell'alcol; aveva bisogno di farlo, aveva bisogno
di balbettare in preda alla sbronza.
Voleva
dimenticare tutto, affogare i suoi pensieri in quel bicchierino, sopprimere i
dispiaceri in quelle sorsate.
Voleva
uccidere se stessa nell'arco di un'ora, per poi resuscitare.
Il
barman abbandonò il bicchiere azzurro davanti alla ragazza, offrendole
un sorriso gratis - Brutta giornata?-
-
Pessima- rispose lei.
- E
allora bevici su-
Lei
annuì senza parlare, scolandosi il cocktail in un sorso solo.
- Un
altro- sussurrò, mentre la gola le andava a fuoco.
Il
ragazzo dietro il bancone le dette un secondo bicchiere e poi restò a
guardarla, mentre lei si abbandonava all'imminente sbornia.
Iniziò
a girarle la testa; non reggeva l'alcol, non lo aveva mai retto bene.
- Mi
sa che è meglio se torni a casa- consigliò il tipo.
-
Come ti chiami?-
Lui
la guardò spiazzato - Derek - rispose infine.
-
Bene, Derek, ascoltami bene: tu ora prendi un altro bicchiere e ci versi dentro
un'altro angelo azzurro-
- Tu
come ti chiami?- chiese lui, senza batter ciglio.
-
Juls, chiamami Juls -
-
Bene, Juls, tu ora alzi le tue belle chiappe e te ne vai. Non ho intenzione di
vederti mezza persa sulla spiaggia in preda a conati di vomito, tra mezzora-
- Non
sei mio padre. Dammi quel cocktail-
Lui
la guardò ancora, poi si voltò verso un altro barman, e gli
sussurrò qualcosa all'orecchio; si girò verso di lei, alzò
la lastra di legno che li divideva e le si piazzò davanti.
-
Vieni con me- le disse, prendendola per il polso e
trascinandola per la spiaggia.
Lei
tentò di divincolarsi, ma sentiva le forze venirle meno, i riflessi
ovattati.
-
Senti, se mi vuoi stuprare sappi che ho lo spray al peperoncino nella borsa-
ridacchiò.
Che
poi, da ridere c'era poco o niente. Ma a lei piaceva tanto, e perchè
privarsi di una cosa che amava?
Lui
continuò a tirarla finché arrivarono vicino a una macchina
parcheggiata, l'aprì e la spinse dentro.
-
Dove andiamo?-
- In
un bel posto-
- Mi
ucciderai?-
- No,
non mi sono ancora dato agli omicidi- fu lui a ridacchiare, questa volta.
-
Allora mi fido- disse, accoccolandosi sul sedile e prendendo a canticchiare.
-
Facciamo un gioco- propose lui, quando ormai erano venti minuti buoni che il
silenzio era calato nell'autovettura.
- Va
bene-
-
Pensa a quante persone stanno... ridendo, sì, stanno ridendo in questo
momento-
-
Perchè dovrei?-
-
Perchè così è il gioco-
- I
tuoi giochi fanno schifo, sai? Ma che poi, cosa ci faccio in macchina con te?-
si chiese, come se si fosse risvegliata da un lungo sonno.
- Ti
sto portando in un bel posto- le ricordò lui, sorridendo alla strada
solitaria che si parava davanti a loro.
- Ah,
giusto. Be', allora... cinque milioni- decise lei, soppesando bene la scelta
del numero.
Lui
piegò la testa di lato - Sì, direi che può andare. Ora
tocca a te-
-
Tutto qui? Ma non è un vero gioco, fa decisamente schifo- si
lamentò.
- Lo
hai già detto- le ricordò il ragazzo.
- Se
ti piacciono 'ste cose, non devi essere del tutto apposto- decise lei, formulando con un po' di fatica la frase.
-
Be', nemmeno tu, se sali in macchina di uno sconosciuto nel mezzo della notte-
- Ti
vorrei ricordare che tu mi hai trascinata.
E poi io ti conosco: ti chiami Derek, fai il barman in estate su un'insulsa
spiaggetta e ti stanno a cuore le ragazze con crisi esistenziali. E ti
piacciono i giochi stupidi, aggiungerei- disse lei, elencando il tutto
aiutandosi con le dita della mano.
-
Giusto. Ma io non conosco te- le fece notare lui, fermando la macchina sul
ciglio della strada.
- Che
c'è da sapere? Mi chiamo Juls e sono estremamente depressa, in questo
momento. E mi piace quando qualcuno mi rapisce e mi trascina in macchina
chiedendomi di partecipare a giochetti insulsi-
- Lo
prenderò come un complimento- ridacchiò il ragazzo.
-
Dovresti. Davvero- lei era tutt'altro che scherzosa: l'alcol aveva l'insano
potere di renderla tanto esuberante quanto seria nel giro di pochi secondi.
-
Allora, questa domanda?- disse lui; non sembrava avere l'intenzione di scendere
dalla vettura.
-
Mh... Quante persone, in questo momento, stanno facendo l'amore?- decise Juls
alla fine, dopo qualche istante.
Lui
sembrò spiazzato- Tante?- tentò poi.
Lei,
invece, scosse la testa - tantissime-
- E
chi te l'ha detto?-
Alzò
le spalle - Mi piace pensarlo-
Restarono
in silenzio un po', poi lui aprì la portiera ed uscì dall'auto.
Lei senza esitazione lo seguì, mentre il ragazzo scendeva giù per
un pendio.
Camminarono
fianco a fianco per un po', poi, di colpo, si ritrovarono di fronte ad un campo
di girasoli.
Derek
alzò il braccio e glielo mostrò, come se lei non lo avesse ancora
visto; poi, senza fiatare, si sedette sul posto e prese ad ammirarli tutti, uno
ad uno.
Juls
imitò il ragazzo, accoccolandosi alla sua destra - E' questo il posto?-
Derek
annuì.
-
Perchè mi ci hai portata?- chiese lei dopo qualche minuto, come se, per
la seconda volta, si fosse risvegliata da un lungo sonno.
Lui
scrollò le spalle - Mi andava di venirci. E secondo me andava anche a
te-
-
Come fai a saperlo? - sussurrò lei.
- Ti
chiami Juls. A una che si chiama Juls non possono non piacere i girasoli-
E
restarono lì per ore, a giocare a quello stupido gioco, aspettando che
il sole nascesse su quel campo di girasoli, lo baciasse come una madre baciava
i suoi figli, e spargesse le sue ceneri luccicanti su tutto il paesaggio.
Attesero
la luce sui girasoli, che quasi sembravano mangiarla, beandosene, tra quelle
stupide domande che Derek aveva insegnato a fare a Juls.
Stettero
seduti su quel prato per una notte intera, perchè a un tipo che si
chiamava Derek e a una che si chiamava Juls, una cosa così non poteva
che piacere.
Come
i girasoli.
Okay, è un po' insensata.
Oltretutto, ero partita dal vederli come coppia, ma poi
ho cambiato idea; mi sono detta: ma perchè, dannazione, tutto deve
girare intorno all'amore? Intendo, all'amore
in quel senso? Non che non sia una cosa fantastica, assolutamente, ma non
mi andava.
Non oggi, che è il giorno prima di San Valentino.
Non oggi, che è il giorno prima della mia
interrogazione sui Promessi Sposi; senza contare il fatto che domani
vedrò sbattersi al muro tutte le coppiette della scuola che,
disgraziatamente, presenta 1.400 alunni, e non vi potete immaginare quante cazzo di coppiette ci sono nei giorni normali.
Quindi, per un cavolo di giorno, niente amore per Ellens.
Niente amore per il giorno prima di San Valentino, che
poi la trovo una festa alquanto insulsa, soprattutto se di lunedì.
Ma dicevo.
Saranno giorni che ho per la testa uno dei miei film
preferiti, Ogni cosa è illuminata (
c'è l'attore che fa Frodo nel Signore degli Anelli, per la cronaca u_u), e in questo film compare un prato di girasoli.
Un prato zeppo di girasoli, per la precisione.
E me ne sono innamorata; quindi, dall'alto della mia poca
sanità mentale, ho deciso di rendervi partecipi dell'immagine più
bella che abbia mai visto. Perchè un prato di girasoli è
totalmente giallo, è totalmente brillante.
E' fatto di luce tutte le ore della giornata, sembra
quasi che il sole sorga solo per lui.
E quindi boh, ho deciso di scrivere questa cosa, che
spero davvero vi piacerà.
E se non vi piacerà, vi posso anche perdonare,
perchè oggi
è il giorno prima di San Valentino, e domani sarò
interrogata di Promessi Sposi, e peggio di così seriamente non potrebbe
andare.
Ma se, stranamente, questa cosa vi piacesse... bene,
tiratemi su di morale, cari D:
Ho finito, seriamente.
Me ne vado, scappo a vederli Pretty
Little Liars.
Ehi, perchè ve l'ho detto? .-. Devo smetterla di dirvi
tutto, soprattutto perchè non ve ne potrebbe interessare molto.
Basta, me ne vado per davvero.
Ciao.
Ciao.
Ciao.
~Ellens
Ah, oltretutto, ve lo consiglio, perchè è
davvero carino come telefilm. E vi consiglierei anche Veronica Mars e Grey's
Anatomy, già che ci sono. Sì, direi proprio di sì,
perchè sono i miei telefilm preferiti.
basta, sono pessima, me ne vado per
davvero .-.