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Autore: Ellens    13/02/2011    4 recensioni
- Perchè mi ci hai portata?- chiese lei dopo qualche minuto, come se, per la seconda volta, si fosse risvegliata da un lungo sonno.
Lui scrollò le spalle - Mi andava di venirci. E secondo me andava anche a te-
- Come fai a saperlo? - sussurrò lei.
- Ti chiami Juls. A una che si chiama Juls non possono non piacere i girasoli-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sunflowers

Sunflowers

 

 

 

 

 

 

- Un angelo azzurro- disse al bancone.

Voleva ubriacarsi, voleva perdere il senno, voleva farneticare.

Era stanca di tutto: la madre che non faceva altro che ripeterle di averla delusa, il padre che scaricava le sue frustrazioni su di lei, il fratello menefreghista.

E lei, allora, voleva perdersi nell'alcol; aveva bisogno di farlo, aveva bisogno di balbettare in preda alla sbronza.

Voleva dimenticare tutto, affogare i suoi pensieri in quel bicchierino, sopprimere i dispiaceri in quelle sorsate.

Voleva uccidere se stessa nell'arco di  un'ora, per poi resuscitare.

Il barman abbandonò il bicchiere azzurro davanti alla ragazza, offrendole un sorriso gratis - Brutta giornata?-

- Pessima- rispose lei.

- E allora bevici su-

Lei annuì senza parlare, scolandosi il cocktail in un sorso solo.

- Un altro- sussurrò, mentre la gola le andava a fuoco.

Il ragazzo dietro il bancone le dette un secondo bicchiere e poi restò a guardarla, mentre lei si abbandonava all'imminente sbornia.

Iniziò a girarle la testa; non reggeva l'alcol, non lo aveva mai retto bene.

- Mi sa che è meglio se torni a casa- consigliò il tipo.

- Come ti chiami?-

Lui la guardò spiazzato - Derek - rispose infine.

- Bene, Derek, ascoltami bene: tu ora prendi un altro bicchiere e ci versi dentro un'altro angelo azzurro-

- Tu come ti chiami?- chiese lui, senza batter ciglio.

- Juls, chiamami Juls -

- Bene, Juls, tu ora alzi le tue belle chiappe e te ne vai. Non ho intenzione di vederti mezza persa sulla spiaggia in preda a conati di vomito, tra mezzora-

- Non sei mio padre. Dammi quel cocktail-

Lui la guardò ancora, poi si voltò verso un altro barman, e gli sussurrò qualcosa all'orecchio; si girò verso di lei, alzò la lastra di legno che li divideva e le si piazzò davanti.

- Vieni con me- le disse, prendendola per il polso e trascinandola per la spiaggia.

Lei tentò di divincolarsi, ma sentiva le forze venirle meno, i riflessi ovattati.

- Senti, se mi vuoi stuprare sappi che ho lo spray al peperoncino nella borsa- ridacchiò.

Che poi, da ridere c'era poco o niente. Ma a lei piaceva tanto, e perchè privarsi di una cosa che amava?

Lui continuò a tirarla finché arrivarono vicino a una macchina parcheggiata, l'aprì e la spinse dentro.

- Dove andiamo?-

- In un bel posto-

- Mi ucciderai?-

- No, non mi sono ancora dato agli omicidi- fu lui a ridacchiare, questa volta.

- Allora mi fido- disse, accoccolandosi sul sedile e prendendo a canticchiare.

- Facciamo un gioco- propose lui, quando ormai erano venti minuti buoni che il silenzio era calato nell'autovettura.

- Va bene-

- Pensa a quante persone stanno... ridendo, sì, stanno ridendo in questo momento-

- Perchè dovrei?-

- Perchè così è il gioco-

- I tuoi giochi fanno schifo, sai? Ma che poi, cosa ci faccio in macchina con te?- si chiese, come se si fosse risvegliata da un lungo sonno.

- Ti sto portando in un bel posto- le ricordò lui, sorridendo alla strada solitaria che si parava davanti a loro.

- Ah, giusto. Be', allora... cinque milioni- decise lei, soppesando bene la scelta del numero.

Lui piegò la testa di lato - Sì, direi che può andare. Ora tocca a te-

- Tutto qui? Ma non è un vero gioco, fa decisamente schifo- si lamentò.

- Lo hai già detto- le ricordò il ragazzo.

- Se ti piacciono 'ste cose, non devi essere del tutto apposto- decise lei, formulando con un po' di fatica la frase.

- Be', nemmeno tu, se sali in macchina di uno sconosciuto nel mezzo della notte-

- Ti vorrei ricordare che tu mi hai trascinata. E poi io ti conosco: ti chiami Derek, fai il barman in estate su un'insulsa spiaggetta e ti stanno a cuore le ragazze con crisi esistenziali. E ti piacciono i giochi stupidi, aggiungerei- disse lei, elencando il tutto aiutandosi con le dita della mano.

- Giusto. Ma io non conosco te- le fece notare lui, fermando la macchina sul ciglio della strada.

- Che c'è da sapere? Mi chiamo Juls e sono estremamente depressa, in questo momento. E mi piace quando qualcuno mi rapisce e mi trascina in macchina chiedendomi di partecipare a giochetti insulsi-

- Lo prenderò come un complimento- ridacchiò il ragazzo.

- Dovresti. Davvero- lei era tutt'altro che scherzosa: l'alcol aveva l'insano potere di renderla tanto esuberante quanto seria nel giro di pochi secondi.

- Allora, questa domanda?- disse lui; non sembrava avere l'intenzione di scendere dalla vettura.

- Mh... Quante persone, in questo momento, stanno facendo l'amore?- decise Juls alla fine, dopo qualche istante.

Lui sembrò spiazzato- Tante?- tentò poi.

Lei, invece, scosse la testa - tantissime-

- E chi te l'ha detto?-

Alzò le spalle - Mi piace pensarlo-

Restarono in silenzio un po', poi lui aprì la portiera ed uscì dall'auto. Lei senza esitazione lo seguì, mentre il ragazzo scendeva giù per un pendio.

Camminarono fianco a fianco per un po', poi, di colpo, si ritrovarono di fronte ad un campo di girasoli.

Derek alzò il braccio e glielo mostrò, come se lei non lo avesse ancora visto; poi, senza fiatare, si sedette sul posto e prese ad ammirarli tutti, uno ad uno.

Juls imitò il ragazzo, accoccolandosi alla sua destra - E' questo il posto?-

Derek annuì.

- Perchè mi ci hai portata?- chiese lei dopo qualche minuto, come se, per la seconda volta, si fosse risvegliata da un lungo sonno.

Lui scrollò le spalle - Mi andava di venirci. E secondo me andava anche a te-

- Come fai a saperlo? - sussurrò lei.

- Ti chiami Juls. A una che si chiama Juls non possono non piacere i girasoli-

E restarono lì per ore, a giocare a quello stupido gioco, aspettando che il sole nascesse su quel campo di girasoli, lo baciasse come una madre baciava i suoi figli, e spargesse le sue ceneri luccicanti su tutto il paesaggio.

Attesero la luce sui girasoli, che quasi sembravano mangiarla, beandosene, tra quelle stupide domande che Derek aveva insegnato a fare a Juls.

Stettero seduti su quel prato per una notte intera, perchè a un tipo che si chiamava Derek e a una che si chiamava Juls, una cosa così non poteva che piacere.

Come i girasoli.

 

 

 

Okay, è un po' insensata.

Oltretutto, ero partita dal vederli come coppia, ma poi ho cambiato idea; mi sono detta: ma perchè, dannazione, tutto deve girare intorno all'amore? Intendo, all'amore in quel senso? Non che non sia una cosa fantastica, assolutamente, ma non mi andava.

Non oggi, che è il giorno prima di San Valentino.

Non oggi, che è il giorno prima della mia interrogazione sui Promessi Sposi; senza contare il fatto che domani vedrò sbattersi al muro tutte le coppiette della scuola che, disgraziatamente, presenta 1.400 alunni, e non vi potete immaginare quante cazzo di coppiette ci sono nei giorni normali.

Quindi, per un cavolo di giorno, niente amore per Ellens.

Niente amore per il giorno prima di San Valentino, che poi la trovo una festa alquanto insulsa, soprattutto se di lunedì.

Ma dicevo.

Saranno giorni che ho per la testa uno dei miei film preferiti, Ogni cosa è illuminata ( c'è l'attore che fa Frodo nel Signore degli Anelli, per la cronaca u_u), e in questo film compare un prato di girasoli.

Un prato zeppo di girasoli, per la precisione.

E me ne sono innamorata; quindi, dall'alto della mia poca sanità mentale, ho deciso di rendervi partecipi dell'immagine più bella che abbia mai visto. Perchè un prato di girasoli è totalmente giallo, è totalmente brillante.

E' fatto di luce tutte le ore della giornata, sembra quasi che il sole sorga solo per lui.

E quindi boh, ho deciso di scrivere questa cosa, che spero davvero vi piacerà.

E se non vi piacerà, vi posso anche perdonare, perchè oggi  è il giorno prima di San Valentino, e domani sarò interrogata di Promessi Sposi, e peggio di così seriamente non potrebbe andare.

Ma se, stranamente, questa cosa vi piacesse... bene, tiratemi su di morale, cari D:

Ho finito, seriamente.

Me ne vado, scappo a vederli Pretty Little Liars.

Ehi, perchè ve l'ho detto? .-. Devo smetterla di dirvi tutto, soprattutto perchè non ve ne potrebbe interessare molto.

Basta, me ne vado per davvero.

Ciao.

Ciao.

Ciao.

 

~Ellens

 

 

Ah, oltretutto, ve lo consiglio, perchè è davvero carino come telefilm. E vi consiglierei anche Veronica Mars e Grey's Anatomy, già che ci sono. Sì, direi proprio di sì, perchè sono i miei telefilm preferiti.

basta, sono pessima, me ne vado per davvero .-.

   
 
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